lunedì 6 dicembre 2021

 
SHOOTING SILVIO
(film grottesco)
 
Titolo originale: Shooting Silvio 
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 2007
Durata: 96 min
Genere: Drammatico, grottesco
Sottogenere: Fantapolitica, antiberlusconismo
Regia: Berardo Carboni
Soggetto: Berardo Carboni, Carlo Durante, Daniele 
      Malavolta
Produttore: Isabella Arnaud 
Distribuzione: Cinedance
Fotografia: Alessio Valori
Montaggio: Manuel Donninelli
Musiche: Stefano Lentini
Scenografia: Alessandro Pavone, Dionisia Cirasola
Costumi: Alessandro Bentivegna
Trucco: Alessandro Cardillo
Interpreti e personaggi:
    Federico Rosati: Giovanni detto Kurtz
    Alessandro Haber: George; il notaio
    Antonella Bavaro
    Antonino Iuorio 
    Remo Remotti 
    Fabrizio Raggi 
    Giovanni Visentin
    Sofia Vigliar: Se stessa
    Mia Benedetta
    Melanie Gerren: Melanie
    Virgilia Imbriani 
    Ariele Vincenti 
    Marco Travaglio: Se stesso
    Erlend Øye: DJ della festa di Kurtz
Budget: 140.000 euro
Box office: 13.800 euro (nelle prime 9 settimane)
 
Trama: 
Il potere del Premier Silvio Berlusconi è all'apogeo e in tutt'Italia si respira un'aria molto pesante. Giovanni, che si fa chiamare Kurtz come il personaggio interpretato da Marlon Brando in Apocalypse Now, è un giovane romano ricchissimo, eccentrico, orfano e irrequieto, che passa la sua vita crepuscolare tra una festa e l'altra. Una sera, nel corso dell'ennesimo party, lancia un'idea bizzarra: intende organizzare la scrittura collettiva di un libro contro Berlusconi, intitolato Shooting Silvio, a cui ciascuno potrà contribuire con un'idea per eliminare il controverso magnate lombardo in una qualsiasi delle tante accezioni possibili (politica, fisica, metafisica, metaforica, etc.). L'idea non ha tuttavia alcun successo, dato che è fiacca e fa schifo sul nascere, così Kurtz, al colmo dello spleen, passa a concepire qualcosa di più concreto e violento: un piano dettagliato per uccidere il Presidente del Consiglio. Il punto è che le motivazioni dell'odio che anima il giovane sembrano piuttosto futili. Abbandonato dalla fidanzata e dagli amici, Kurtz si organizza per l'azione, infiltrandosi in Forza Italia e riuscendo infine a portare il suo contorto piano a compimento. Ma ci riesce veramente? Ciò che vediamo è una sequenza di fatti reali o è soltanto un film mentale del protagonista? Pillola blu o pillola rossa?
 
Scene memorabili:

Nel corso di una baldoria, compare una scrittrice norvegese più brutta della merda, woke e gender fluid fino al midollo, che gorgoglia ubriaca borbottando senza sosta il nominativo alterato del Magnate di Arcore: "Benito Berlusconi". Una trovata a dir poco puerile. Credo che sia più piacevole ascoltare il rumore dei peti di un mulo.
 
Kurtz si reca nel locale di un gangster, esponente di Forza Italia, in cui una ballerina lasciva danza una lap dance al suono di una canzone in francese che è un inno berlusconiano alla prostituzione: esalta le puttane, al punto che "je t'aime" fa rima con "putaine"!

In un oscuro angiporto romano, Kurtz possiede carnalmente l'africana Melanie, infilandole il cazzone da dietro, more ferarum. Niente gomma! Le eiacula dentro, nella vagina profonda, senza pensare alle possibili conseguenze. Lei si presta, anche se non sembra particolarmente entusiasta. La si vedrà dopo 20 anni sul canale #MeToo, infierire sull'ex amante ormai ergastolano. 
 

Recensione: 
Questa pellicola è la cronistoria di un'epoca allucinante, rovente, che è ancor poco definire folle. Per descriverne l'atmosfera, è necessario parafrasare l'ashkenazita Benjamin Disraeli, Primo Ministro della Regina Vittoria: "Due nazioni tra le quali non c’è rapporto e simpatia; che sono così ignoranti dei costumi, dei pensieri, dei sentimenti l’una dell’altra come se abitassero in diverse zone o addirittura in diversi pianeti: i berlusconiani e gli antiberlusconiani." Si aveva proprio questa impressione. Il disagio causato dall'influenza del berlusconismo ha continuato a lungo a provocare suppurazioni in un tessuto sociale ormai incancrenito. Un fenomeno simile potrà ripetersi in futuro? Non posso escluderlo. La specie Homo sapiens, ormai colpita da morbo di Alzheimer, vaneggia senza sosta, incapace di comprendere che la vera maledizione è l'esistenza.
Sorprende la scelta del regista, che ha girato un film quasi interamente in bianco e nero. Soltanto poche scene e il finale sono a colori: tra queste si nota quella in cui Kurtz guarda alla televisione Il grande dittatore (The Great Dictator, Charlie Chaplin, 1940). C'è anche un frammento di animazione, quando il protagonista entra in azione. Si segnala l'interpretazione di Alessandro Haber, quell'attore calvo coi porri e col ghigno distorto, che tutti ricordiamo in Amici miei - Atto II° (Mario Monicelli, 1982), per aver rivestito i panni del marito cornuto distrutto da uno scherzo feroce al cimitero. 
 
 
Breve intervista di Kurtz a Marco Travaglio 
 
Kurtz: "Cosa succederebbe se qualcuno lo mettesse, come dire, fuori gioco, lo facesse uscire di scena, di colpo?"
Marco Travaglio: "Beh, sarebbe un deicidio. Perché un uomo che si paragona a Gesù Cristo, chiunque lo volesse eliminare commetterebbe non solo un omicidio, ma anche un deicidio, che è molto più grave. A parte gli scherzi, credo che sia impossibile... metterlo fuori scena e forse non sarebbe neanche giusto. È bene che comunque, sia pure in posizioni indebolite, cioè sia pure nei ranghi che gli sarebbero consentiti da qualunque altra democrazia, quindi non dall'Italia, rimanga Berlusconi come una specie di testimone di come si può diventare quando si perdono i sensi veri della democrazia. Perché, come diceva Gaber, ciò che preoccupa non è Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me." 

 
Dialogo di Berlusconi con la Morte
 
Berlusconi: "La prego, smettiamola con questa farsa. Io credo di aver fatto sempre il mio dovere e di aver dato conto alla Nazione. Mi faccia capire dove ho sbagliato. Come ho potuto attirarmi tanto odio?" 
Kurtz fa una boccaccia.
Berlusconi: "Posso levarmi la maschera? Mi arriva poca aria."
Kurtz: "Mio padre l'avrebbe votata, lo sa? Era convinto che lei avrebbe cambiato l'Italia. Il giorno che i miei sono morti, ho pensato a lei. Lei per me rappresenta la Morte. È l'immagine della Morte. Vuole morire prima del tempo, Presidente?" 
Berlusconi: "Se lei mi uccide, io passerò alla storia come un imprenditore industriale, un grande statista e un martire civile. Lei invece sarà ricordato come un pazzo omicida. Se invece mi lasciasse andare, si farebbe un breve periodo di prigione e poi avrebbe tutte le possibilità di esprimere le sue idee. Che lo voglia o no, lei ormai comunque è una star."
Kurtz: "Ogni storia che precipita ha la sua scatola nera. Ma questo non rimarrà un segreto di Stato. Siamo in diretta su ShootingSilvio.com, Presidente. Così tutti potranno capire." 
Berlusconi: "Se sta filmando, perché vuole lasciarmi questa maschera?"
Kurtz: "Non le ho messo la maschera di Cappuccetto Rosso, ma quella di Kurtz. Ma ora devo agire. Le parole se le porta via il vento." 
Berlusconi: "Io non sono la Morte. Cosa pensi di risolvere se mi uccidi? Che vuoi fare? Vendicarti delle tue ossessioni? Diventare tu la mia morte?" 
Kurtz: "Sto cercando di convincermi che sono uno squilibrato! Io so benissimo chi è lei! Lei è il simbolo di quest'epoca senza sogni! La prova vivente della commistione tra ricchezza, politica e influenza mediatica! L'incarnazione di tutto ciò che distrugge i sentimenti per cui vale la pena vivere! Bisogna dare un segnale importante, dimostrare che si può ancora cambiare rotta, che l'etica degli affari non deve prendere il sopravvento per forza. Ma cosa crede? Ho cercato di risolvere la faccenda diversamente, ma ogni cosa era troppo debole. Sarebbe stata un'interferenza, niente di più." 
Berlusconi: "Come ti chiami?"
Kurtz: "Kurtz." 
Berlusconi: "Bel nome ti sei dato. Sei giovane, lo sento. Vero? Sbagli a pensare che il legame tra politica e affari sia un male dei nostri tempi. Le regole del potere sono sempre le stesse, i re sono sempre stati ricchi e famosi. Ma il tuo errore più grande è credere che io non abbia sentimenti, che sia un arido calcolatore. A me piace cantare, lo sai, no? Adoro abbracciare i mie figli. Ridere e passare le serate a scherzare con gli amici. Raccontare barzellette, perché no? Ho poco tempo, ma quando posso, lo faccio. Che c'entra tutto questo col denaro e col potere? Ma tu credi che si possa costruire tutto quello che ho costruito seguendo una logica aritmetica? Se avessi detto a qualcuno, quando cantavo sulle barche o vendevo aspirapolveri a domicilio, che sarei diventato l'uomo più ricco d'Italia e il Presidente del Consiglio, mi avrebbero riso in faccia. Mi avrebbero preso per pazzo. Ma la vita non è razionale. Bisogna avere grandi sogni per fare grandi cose. La Terra senza sogni non girerebbe, sarebbe ferma. Io sono un guascone, un sognatore."
Kurtz: "Tu m...m'hai fregato! Tu m...m'hai fregato! Ti fischiano le orecchie, Presidente?"
Kurtz punta il fucile. Cala il sipario. 

Si nota che Berlusconi dice che Kurtz avrebbe fatto solo un breve periodo di prigione, in caso di rinuncia ai suoi propositi omicidi. Dubito che ciò sia plausibile: Kurtz, anche se avesse lasciato libero il Presidente del Consiglio, quasi certamente sarebbe stato condannato per strage politica, un reato per cui è previsto l'ergastolo - con la concreta possibilità di finire al 41-bis. 


Tentativi di censura 

Rispetto al film di Rossi-Giometto, Ho ammazzato Berlusconi (2008), c'è stata una reazione più vigorosa. Questo per ovvi motivi, particolarmente cogenti: non si parla della morte accidentale di un esponente politico, bensì di un vero e proprio attentato il cui fine è la sua soppressione. Questi erano i tre rischi, tra loro strettamente intrecciati e dai confini non sempre separati in modo netto:
 
1) Emulazione: si è manifestato il timore che uno spettatore potesse immedesimarsi in Kurtz ed essere portato a imitarne le gesta, attentando concretamente alla vita del Presidente del Consiglio. 
2) Istigazione: si è manifestato il timore che il film potesse aizzare gli spettatori, spingendoli ad attentare concretamente alla vita del Presidente del Consiglio, ad esempio presentando la sua uccisione come un "tirannicidio".
3) Apologia: si è manifestato il timore che il film potesse giustificare e presentare il luce positiva l'atto concreto di attentare alla vita del Presidente del Consiglio, sorvolando sul fatto che tale azione costituisce un delitto.
 
Si aggiunge inoltre la possibile aggravante dei futili motivi: i discorsi di Kurtz esprimono idee piuttosto larvate, in forma rudimentale e a tratti persino di un'ingenuità disarmante. Se bastasse il contenuto di dialoghi di tal fatta per spingere all'omicidio, nessuno sarebbe al sicuro. 

Il caso Tartaglia 

Il 13 dicembre 2009 ci fu in effetti un attentato a Berlusconi. Le cose andarono così: un quarantaduenne in cura per problemi psichici, Massimo Tartaglia, in occasione di un comizio riuscì ad avvicinare il Premier e gli scagliò in faccia un simulacro del Duomo di Milano, arrecandogli lesioni al volto e ai denti - giudicate gravissime. In seguito, l'attentatore ebbe a dire di aver agito per odio nei confronti dell'imprenditore e del suo partito; le sue motivazioni non sembravano poi troppo dissimili da quelle enunciate da Kurtz nel film Shooting Silvio. Non mi stupirei se un giorno si riuscisse ad appurare che la pellicola di Carboni sia stata davvero visionata da Tartaglia prima di entrare in azione. Inoltre il quarantaduenne aveva anche ricevuto una delusione d'amore: proprio come era successo a Kurtz, la sua ragazza lo aveva lasciato. Fu giudicato incapace di intendere e di volere, così evitò la condanna al carcere. Gli argomenti che poté addurre furono considerati "deliranti" dal magistrato. Fu dapprima ricoverato in una struttura psichiatrica, dopodiché gli fu concessa la libertà vigilata. Nel 2016 questa misura fu revocata e Tartaglia tornò ad essere un uomo libero, in quanto fu stabilito che fosse venuta meno la sua "pericolosità sociale". 
 
Fenomenologia dell'antiberlusconismo
 
Esistono due tipi di antiberlusconismo, tra loro molto diversi: 

1) antiberlusconismo razionale;
2) antiberlusconismo irrazionale
 
Il primo è sicuramente legittimo e fondato su argomenti oggettivi, che meritano di essere considerati, discussi a fondo. Il secondo, nascendo da moti viscerali e dall'isterismo, è da rigettarsi. 


Antiberlusconismo razionale 

Possiamo stilare una lista sintetica di problematiche alla base della critica e dell'opposizione nei confronti di Berlusconi e della sua politica. Mi rendo conto che difficilmente sarà esaustiva. In ogni caso eccola: 

- i molteplici aspetti controversi dell'attività imprenditoriale;
- la non chiara origine dell'immenso patrimonio;
- la presenza di gravi capi di imputazione con conseguenti processi; 
- i molteplici aspetti controversi dell'attività politica;
- i conflitti di interesse;
- le leggi ad personam;
- i tentativi di modificare la Costituzione; 
- i tentativi di indebolire i poteri della Magistratura; 
- i molteplici scandali sessuali;
- le escort presentate come intelligenti imprenditrici capaci di valorizzare il proprio corpo;
- il tentativo di abbassare la maggiore età a 16 anni;
- l'uso del calcio come strumento politico; 
- l'imperterrita attività di "gaffiere", ossia maestro di gaffe;
- la lobotomizzazione delle masse, sottoposte tramite i media al lavaggio del cervello;
- la radicale opposizione a ogni attività sociale nel Web, con reiterati tentativi di sopprimere la Blogosfera;
- la distruzione della Settima Arte in Italia, sostituita dai cinepanettoni. 
 
Per approfondimenti, si rimanda alla pagina di Wikipedia: 

 
Ebbene, queste controversie esistono e sono difficili da negare. Non sono fatte di aria sottile. Com'è ovvio, i fautori del berlusconismo sostengono che si tratti di distorsioni (ad esempio i processi sarebbero "persecuzioni portate avanti da una Giustizia ad orologeria gestita da giudici comunisti", etc.). 

 
Antiberlusconismo irrazionale
 
L'antiberlusconismo irrazionale si basa essenzialmente su un paralogismo e su due equazioni insensate: 
 
1) Berlusconi è identificato con Mussolini; 
2) Berlusconi è identificato con Hitler. 
 
In quest'ottica, il berlusconismo viene considerato come identico all'ideologia fascista e/o all'ideologia nazista, nella loro popolare definizione di Male metastorico. Il paralogismo fondante è il seguente: 
 
Se A è il Male e B è il Male, ne consegue che A è uguale a B.

Bisogna smettere di abusare di parole come "fascismo" e "nazismo". Non giova a nessuno. Rende tutto ancor più assurdo. Provoca distorsioni insidiose. Allontana dalla realtà. Allontana dalla comprensione degli eventi storici. Vorrei che lo si capisse. Vediamo di fare giusto un paio di ragionamenti. In quale stato fascista sarebbe permesso a chiunque scrivere un libro o realizzare un film il cui titolo inneggia all'omicidio del dittatore? Mi piacerebbe saperlo. Forse che nell'Italia fascista sarebbe stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Mussolini? Sarebbe stato possibile girare un film intitolato Shooting Benito oppure Ho ammazzato Benito Mussolini? No di certo!  Forse che nella Germania nazionalsocialista sarebbe stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Hitler? Sarebbe stato possibile girare un film intitolato Shooting Adolf oppure Ho ammazzato Adolf Hitler? Certo che no, Schweinegott! Si finiva abbattuti per molto meno! Eppure nell'Italia di Berlusconi e del berlusconismo è stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Berlusconi e girare due film intitolati rispettivamente Shooting Silvio e Ho ammazzato Berlusconi. Nessuno è stato processato per questo, nessuno è finito in prigione, anche se la cosa non è certo piaciuta al leader di Forza Italia. La censura non è riuscita a far scomparire le opere in questione. Non ha avuto mezzi sufficienti per farlo. Nessuno è finito sprangato, privato di ogni diritto civile, mandato al confino, deportato in un campo di concentramento e neppure gassato. Piaccia o no, questo non è fascismo né tantomeno nazismo. Allo stesso modo non è comunismo ciò di cui così spesso si è lamentato Berlusconi. Ricordo ancora quando D'Alema gli rinfacciò che in un regime comunista non gli sarebbe stato possibile essere proprietario di tre reti televisive. Ecco, mi sembra che esista un abisso tra D'Alema e Pol Pot, tanto per fare un esempio. E questo è quanto. 
 
Un esperimento concettuale ucronico

Antiberlusconismo esclusiva caratteristica della sinistra? E chi lo ha detto? Questo luogo comune è strettamente legato al peculiare contesto italiano dei tempi in cui Berlusconi si è manifestato e ha operato. In altre condizioni, le cose sarebbero diverse. Ad esempio, il berlusconismo non sarebbe affatto piaciuto ai Sansepolcristi. Immaginiamo un esperimento concettuale ucronico: il Magnate di Arcore catapultato con una macchina del tempo nei primi anni della Germania di Weimar. Cosa gli sarebbe accaduto? I Freikorps gli avrebbero fatto fare la fine di Walther Rathenau, accusandolo di essere ebreo e massone. C'è sempre da riflettere sulla complessità della Storia.


Altre recensioni e reazioni nel Web 

In genere, in Italia la pellicola di Carboni è considerata del tutto prescindibile. Sul sito del Davinotti, Pigro ha scritto:

"Orfano ricco, viziato e annoiato decide di uccidere Berlusconi. I primi 30 minuti sono di una noia mortale; seguono altri 30 minuti inconcludenti, finché il film si incanala su un livello appena accettabile da mediocre ma pretenzioso cinema italiano, fino agli ultimi 5 minuti (il dialogo tra il giovane e Berlusconi) davvero belli. Sospeso tra ambizioni da cinefilia (citazioni sovrabbondanti e trendy), aspirazioni al cinema politico (assente) e racconto generazionale, il film non sbroglia la matassa del pasticcio originario. Evitabile."
 
Si segnala una recensione in controtendenza, opera di Giulio Zoppello e pubblicata su Cinematographe.it. È ricca di spunti di grande interesse. 
 
 
A quanto pare, il film è più apprezzato nei paesi anglosassoni, dove annovera qualche fan entusiasta ed è addirittura diffusa la credenza che sia basato su una storia vera! Probabilmente tutto è nato da utenti che hanno interpretato in modo distorto l'attentato compiuto da Tartaglia. 

giovedì 2 dicembre 2021

 
HO AMMAZZATO BERLUSCONI
(film grottesco)
 
Titolo originale: Ho ammazzato Berlusconi
AKA: Ops... Ho ammazzato Berlusconi
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 2008
Durata: 88 min
Genere: Grottesco, drammatico, commedia 
Sottogenere: Commedia nera, fantapolitica, antiberlusconismo 
Regia: Gian Luca Rossi, Daniele Giometto
Soggetto: dal romanzo L'omicidio Berlusconi, di Andrea Salieri
Sceneggiatura: Gian Luca Rossi, Daniele Giometto
Produttore: Caterina Rogàni
Segretario di produzione: Laura Petruccelli
Casa di produzione: Collepardo film
Distribuzione in italiano: Collepardo film
Fotografia: Silvio Fraschetti
Montaggio: Valentina Mariani
Musiche: Bruno Ventura
Trucco: Michela Maucione 
Dialoghi: Bruno Ventura
Riregistrazione: Alberto Bernardi
Rumorista: Marco Ciorba 
Effetti sonori: Saverio Lancia, Paolo Pucci
Direttore della fotografia: Daniel Arvizu 
Musicista: Dario Vero
Supervisore musicale: Giovanni Marolla 
Interpreti e personaggi:
    Alberto Bognanni: Matteo
    Andrea Roncato: Gaetano
    Sabrina Paravicini: Livia
    Lello Arena: Infermiere all'obitorio
    Paolo Baroni: Cesare
    Aurelio Levante: Commissario Guidini 
    Riccardo Cavallo: Giuliano
    Jean-Pierre Duriez: Gianni
    Enea Tomei: Carabiniere
    Dario Biancone
Censura: 101300 del 11-12-2007
Budget: 600.000 euro 
Box office: 63.000 euro - 77.794 dollari US
Titoli in altre lingue: 
     Inglese: I killed Berlusconi 
     Romagnolo: Cajùsi... A-j-ò masâ Berlusconi 
  N.B. Non sembra che il film sia stato distribuito in lingue diverse dall'italiano. 
 
Trama: 
Silvio Berlusconi riesce a vincere le elezioni politiche del 2001. In un suggestivo borgo della Toscana vivono l'amorfo Matteo e Livia, una coppia di estrema sinistra. La bionda Livia è una convulsionaria che pensa soltanto all'impegno politico e sociale. Il povero Matteo, con i capelli rossicci e crespi, è un umile professore di matematica che subisce passivamente le sfuriate della moglie e il suo isterismo, nella speranza di poter ottenere un pompino o una sega ogni tanto. Speranza che si dilegua senza rimedio non appena la pasionaria viene a sapere che il marito alle ultime elezioni ha subdolamente votato per Forza Italia. Si scatena un litigio furibondo al cui termine Livia si allontana da casa nel cuore della notte, sbattendo la porta. Accade l'impensabile: proprio in quel  momento un velivolo precipita addosso alla donna, schiantandosi e uccidendola sul colpo. Matteo, sconvolto dalla morte della moglie, prende la macchina e si avvia alla cieca nel temporale. A un certo punto ha un incidente e si accorge di aver investito un uomo. Sceso dalla vettura per prestare soccorso alla vittima e per vedere se ci sono stati danni, gli sfugge di mano il cric, che sfonda il cranio dell'uomo disteso a terra, provocandone la morte istantanea. A questo si aggiunge un piccolo problema: da un'occhiata ai documenti risulta che l'uomo rimasto ucciso è proprio Silvio Berlusconi! Non sapendo cosa fare, preso dal panico assoluto, Matteo decide di occultare il cadavere. Non gli viene in mente idea migliore di seppellirlo in giardino, stando bene attento a non farsi scoprire da occhi indiscreti. Sconvolto dai sensi di colpa, decide di recarsi al comando di Polizia, autodenunciandosi. Nessuno gli crede, anche perché Berlusconi appare regolarmente in televisione e non è giunta alcuna segnalazione sulla sua scomparsa. Pochi giorni dopo Matteo viene rapito e portato in un ambiente lussuoso, davanti a tre esponenti berlusconiani: un anziano di nome Gianni, un anziano di nome Cesare e un individuo untuoso di nome Giuliano, con i capelli corvini un po' lunghi, la barba brizzolata e una corporatura notevole a stento sorretta dalle bretelle. Cesare rivela a Matteo una scomoda verità: l'uomo che appare in televisione non è Silvio Berlusconi, bensì un suo sosia ben istruito. Il vero Cavaliere è effettivamente stato ucciso dall'insegnante, a cui viene promessa un'ingente somma di denaro pur di ottenere il recupero della salma. L'offerta comprende anche un biglietto aereo di sola andata per Cuba. Matteo, che nel frattempo ha traslato il corpo di Berlusconi nel congelatore, confida l'accaduto all'amico Gaetano, a cui offre la metà del compenso che dovrà essergli versato dai politici. Il problema è che si tratta di una trappola fatale: giunti all'appuntamento per la consegna del feretro, i due sventurati finiscono tra le grinfie di pericolosissimi trafficanti di droga. I gangster intimano a Matteo di consegnare loro la cocaina, minacciando di uccidere di Gaetano. Va tutto in merda, anche perché la cocaina non c'è, così Gaetano finisce ucciso, mentre Matteo riesce a fuggire e a fare ritorno alla sua ordinaria vita di docente. I giorni passano e presto l'uomo comprende che il "caso Berlusconi" è stato dimenticato: nessuno nota cambiamenti, "nemmeno Emilio Fede se n'è accorto". Lo scomodo cadavere, ancora una volta sepolto in giardino, vi resterà. Nell'insegnante cresce la paranoia, che prende forma nel terrore di essere pedinato. Non potendo più reggere la pressione delle sue paure, Matteo finisce col barricarsi in casa assieme al suo cane, unica compagnia. Poi anche l'animale muore. Questo lutto causa un nuovo crollo mentale al protagonista, che scava una buca profonda nel terriccio molle vicino a un albero di arance, cresciuto sulla tomba di Berlusconi, rigoglioso per via dell'augusto concime di cui si era nutrito. Dopo aver parlato a lungo al morto, con cui ormai si identifica, Matteo affetta un'arancia raccolta dall'albero funebre, ne mangia qualche frammento, quindi si cala nella fossa e si ricopre da sé di terriccio. Pone così fine ai suoi giorni soffocando, dopo aver riconosciuto di essere moralmente colpevole della morte di Livia. 
 
Citazioni: 
 
"Gianni era ingessato, robotico, inespressivo. Cesare cominciò lui a parlare, cosa che in tribunale faceva assai di rado."
(Matteo) 

"Il potere si regge sul potere, non sulle persone. Se lo ricordi."
(Cesare)
 

Recensione:  
Una pellicola davvero bizzarrissima, forse unica nel suo genere. Potremmo considerarla una distopia dickiana non fantascientifica. Proprio come in un romanzo di Philip K. Dick, gioca un ruolo fondamentale l'alterazione delle realtà ad opera dei media, che procede fino a diventare completa dissoluzione di ogni possibilità di conoscenza e di giudizio. Il progressivo allontanamento del protagonista dalla realtà, la sua deriva schizoide, non può che condurre alla disgregazione dell'Essere. Il potere politico è qualcosa che sfugge a ogni analisi, a conti fatti la sua natura non può essere dedotta dalle apparenze con cui si manifesta, in quanto le persone che lo rappresentano sono simulacri, gusci vuoti a cui non corrisponde un'essenza propria, bensì un puro e semplice ruolo. A questo punto, il ruolo è autoconsistente. Non serve che dietro l'involucro delle apparenze esista davvero un individuo. Chi muove questo teatrino? Resterà sempre oscuro, inconoscibile. Peccato che queste riflessioni siano sorte nelle menti di pochi commentatori. 
Sotto gli occhi di tutti è lo scarsissimo successo di quest'opera, presentata il 13 agosto 2008 al Drake International Film Festival Caserta. Giancarlo Zappoli definisce Ho ammazzato Berlusconi "un film irrisolto che manca gli obiettivi", specificando che "non basta una buona idea per realizzare un film".   
Gian Luca Rossi è un regista non molto prolifico, a cui si devono in tutto quattro film, compreso questo. Due sono documentari: Mare carbone (2015) e Se ho vinto, se ho perso (2020). C'è poi il film drammatico Lontano in fondo agli occhi (2000). Non si riescono a reperire molte informazioni su questo materiale. La sola notizia biografica sembra essere questa: Rossi è nato ad Aosta nel 1973 (ha sette anni meno di me). Qualche volta il suo nome è scritto Gianluca anziché Gian Luca.
Daniele Giometto ha al suo attivo unicamente il film diretto assieme a Gian Luca Rossi. Nemmeno un cortometraggio, nulla di noto. Si trova in Rete soltanto un larvato abbozzo di biografia: Giometto è nato ad Aosta nel 1977 (ha undici anni meno di me).  

Lirismo assoluto 

Matteo, ormai identificatosi con lo spirito dell'illustre morto che nutre l'albero di arance, declama questo testo poetico:

Questa notte mi sono deciso. 
Ho scardinato la porta e sono sceso in giardino. 
Silvio nello scorgermi fu quasi stupito e cacciò un gridolino di gioia vegetale. 
Lui cresceva, cresceva... io invece mi ero fatto più piccolo e smagrito. 
La prossima primavera sarebbe stato alto più di un metro. 
Le foglie lo prefiguravano un poderoso arancio. 
Divenuto grande, avrebbe riempito i canestri di delizie zuccherine. 
Mi accomodai accanto a lui. 
Ci soffermammo a contemplare la rotta, e parlammo a lungo, ed arrivammo ad una conclusione. 
Se ancora c'era, se ancora era possibile un mondo, ovunque fosse, lo avremmo trovato insieme. 

Senza dubbio il componimento merita un posticino nella storia della Settima Arte!

 
L'omicidio Berlusconi
 
Non ho ancora avuto occasione di leggere L'omicidio Berlusconi, il libro di Andrea Salieri del 2003, pubblicato da Edizioni Clandestine (128 pagine; codice EAN: 9788865961261), di cui il film di Rossi-Giometto costituisce un adattamento a quanto pare abbastanza fedele. Questa è la descrizione (da www.ibs.it): 
 
"E se Berlusconi non fosse lui? Se il vero Berlusconi fosse stato ucciso la notte del 28 maggio 2001? Andrea Salieri offre in questo libro un diario ironico e graffiante di un omicida per caso, una critica spietata che non risparmia niente e nessuno, il manifesto bizzarro di un nuovo ideale di libertà, perché non esiste un mondo perfetto, ma ce n'è uno possibile." 

L'utente Filippo N. - W2M.it ne è entusiasta:

"Scritto con stile che oserei definire neo-sheakespeariano, il romanzo di Salieri è una continua sorpresa, una prova difficile per il lettore, che è costretto dall'autore a pensare, ragionare ogni singola frase, dietro cui scopre di volta in volta - e quasi sempre con un sorriso - una mente viva, affilata, sapiente, critica e satirica, come poco spesso, anzi molto raramente, accade di incrociare tra le pagine di un libro oggigiorno."

Un altro romanzo dal titolo simile, Chi ha ucciso Silvio Berlusconi, è stato scritto da Giuseppe Caruso e pubblicato dalla casa editrice Ponte delle Grazie nel 2005, con una nuova edizione della casa editrice TEA nel 2008. Quest'opera è più controversa di quella di Salieri, in quanto parla di un attentato a Berlusconi. Sembra tuttavia esistere una connessione: il protagonista, Ettore Saleri, ha il cognome molto simile a quello di Andrea Salieri. Sarebbe molto interessante per un antropologo scavare nell'immaginario collettivo di quegli anni convulsi, in cui l'aria era più irrespirabile dell'atmosfera di Venere! 

Il serpente nell'occhio 

Mi pare ottima l'interpretazione di Alberto Bognanni, che ha una mirabile peculiarità fisica: è quella che i Vichinghi chiamavano ormr í auga ossia il "serpente nell'occhio". Sullo sfondo dell'iride azzurrissima si nota ogni minimo movimento della pupilla, un abisso di nero assoluto  che si dilata e si contrae con estrema facilità. In occasione della presentazione del film, all'attore è stato assegnato il Premio Massimo Troisi come migliore attore protagonista. 
 
Tentativi di censura  
 
In sintesì andò così: fracassarono gli zebedei per ottenere il ritiro di questa commedia nera. Ci furono piagnistei e geremiadi. Secondo la versione più accreditata, alcuni esponenti di Forza Italia si misero a frignare come poppanti tolti alla tetta e dissero che il film di Rossi-Giometto era un perverso accanimento contro la persona di Silvio Berlusconi. A parte etichettare a ciclo continuo il Magnate di Arcore come un benefattore del genere umano, sempre innocente e sempre santo, non ci sono state in realtà obiezioni seriamente politiche a quest'opera satirica. Anche se ignoro chi a chi si debba l'iniziativa, a un certo punto fu imposta un'interiezione ops..., che trasformò il rude titolo originale Ho ammazzato Berlusconi in un meno traumatico Ops... Ho ammazzato Berlusconi, in cui la natura accidentale dell'uccisione viene subito affermata senza mezzi termini, proprio per neutralizzare ogni potenziale emulativo, istigatorio e apologetico insito nella fatidica frase. Questi potenziali perigliosi non sono in alcun modo contenuti nella trama, che semmai presenta Berlusconi in modo estremamente umano, fino al punto di ispirare compassione, empatia. 
 
Una censura più insidiosa
 
Lo swibble, pericolosissimo meccanismo di indottrinamento politically correct, avverte in modo paternalistico lo spettatore delle seguenti cose:

- Non è un film violento.
- Si vedono cadaveri diverse volte.  
- Si vede un cadavere colpito da una pallottola.
- Si capisce a colpo d'occhio che i cadaveri sono finti.
- Qualche bacio.
- Qualche volgarità.
- Largo uso di medicine.
- Il film diventa più triste verso la fine.
- Un cane muore di malnutrizione.
- Il protagonista tenta di suicidarsi coi farmaci.
- Alla fine del film, il protagonista si seppellisce vivo.


In poche parole, questa sarebbe una storia di cadaveri (non di paura). Il prodotto dello swibble è la cosiddetta "Parents Guide", un'insopportabile compressione delle libertà individuali!
 

 
Altre recensioni e reazioni nel Web  
 
In generale le recensioni reperibili nel Web sono poco entusiastiche. I topoi principali sono questi: 

1) Il film è moscio
2) I mezzi sono scarsi
3) Le idee sono tutte concentrate nel titolo
4) Andrea Roncato non ci azzecca (è il copro-tagonista) 

Possiamo dire per certo che Andrea Roncato è ben lontano dai tempi in cui interpretava Loris Batacchi, il "capoufficio pacchi" dotato di uno smisurato e tesissimo Priapo, sempre rubizzo per l'eccitazione! Dicamo che la sua parte ha un che di stonato. Si nota anche un Lello Arena amorfo, abbastanza rudimentale. Lo preferivo nei panni del glorioso Re Alboino! 

Ecco alcuni estratti dal sito Filmtv.it


L'utente Fanny Sally ha scritto:
"Dopo la caustica premessa il film si affloscia perdendo mordente satirico e demenziale e diventando un qualcosa di indefinito: accusa alla falsità della politica e della televisione? denuncia dello scadimento dei valori morali? ritratto di un depresso? Potrebbe essere tutte queste cose o nessuna, sta di fatto che non convince nella sua forte vena grottesca e neppure nei risvolti melodrammatici. Occasione sprecata."

L'utente Mulligan71 ha scritto:
"I primi cinque minuti sono anche carini e promettenti, poi il tutto crolla sotto una mediocrità senza fine: attori annoiati e noiosi, trama esile e fotografia da peggiore televisione. Addirittura, a tratti, mi sembrava di vedere il Bagaglino. E poi Andrea Roncato, ma dai, come si fa."

L'utente gene55 ha scritto:
"Nonostante mezzi senza dubbio scarsi e tutte le difficoltà del caso,il film dimostra un coraggio ed un'intelligenza a cui,sembra,non siamo molto nè abituati nè preparati...La storia è semplice semplice,il protagonista ha lo sguardo giusto ed alcune frecciate,colpiscono in pieno il bersaglio...80 minuti divertenti e pensierosi,anche se inverosimili,che difficilmente vedremo in tv o se ne parlerà da Vespa..." 
 
Ecco giusto un estratto dal sito Davinotti.com:  
 
 
L'utente Ryo ha scritto:
"È un film difficile da inquadrare: talvolta sembra una commedia classica, in alcune scene si raggiungono vette di nonsense puro, come se lo sviluppo stesso fosse uno strano sogno. In alcuni momenti è il grottesco a farla da padrone, con accompagnamenti musicali che non riescono a valorizzare il prodotto dando l'impressione di essere inseriti a caso. MEMORABILE: Berlusconi con la maglia del'Inter; L'auto-seppellimento." 
 
Molto interessante, ricca di spunti e niente affatto banale la recensione di Alessio Bosco apparsa su INDIE eye:
 

martedì 30 novembre 2021

 
IL GIORNO DEGLI ZOMBI 
 
Titolo originale: Day of the Dead
Paese di produzione: Stati Uniti d'America 
Lingua: Inglese
Anno: 1985
Durata: 104 min
Genere: Orrore 
Sottogenere: Zombesco, post-apocalittico 
Regia: George A. Romero
Soggetto: George A. Romero
Sceneggiatura: George A. Romero
Produttore: Richard P. Rubinstein
Coproduttore: David Ball
Produttore esecutivo: Salah M. Hassanein 
Produttore associato: Ed Lammi
Fotografia: Michael Gornick
Fotografia statica: Richard Golomb, Susan Golomb
Montaggio: Pasquale Buba
Effetti speciali: Tom Savini, Gregory Nicotero
Effetti speciali scenici: Howard Jones, Steven Kirshoff,
   Mark Mann
Effetti visivi: Harvey Plastrik, Jim Danforth
Musiche: John Harrison
Scenografia: Cletus Anderson
Costumi: Barbara Anderson 
Trucco: Barry Anderson, Linda Arrigoni, Barry
    Burghstaller, Howard Berger
Acconciature: Terry Basilone  
Decorazione del set: Jan Pascale
Stuntman: Taso N. Stavrakis
Interpreti e personaggi
    Lori Cardille: Dott.sa Sarah Bowman
    Terry Alexander: John "Flyboy"
    Joseph Pilato: Capitano Henry Rhodes
    Jarlath Conroy: William "Bill" McDermott
    Anthony Dileo Jr.: Soldato Miguel Salazar
    Richard Liberty: Dott. Matthew "Frankenstein" Logan
    Sherman Howard: Bub
    Gary Howard Klar: Soldato Walter Steel
    Ralph Marrero: Soldato Robert Rickles
    John Amplas: Dott. Ted Fisher
    Phillip G. Kellams: Soldato Miller
    Taso N. Stavrakis: Soldato Juan Torrez
    Greg Nicotero: Soldato Johnson
    Don Brockett: Zombie
    William Cameron: Zombie
    Deborah Carter: Zombie
    Winnie Flynn: Zombie 
    Debra Gordon: Zombie
    Jeff Hogan: Zombie 
    Barbara Holmes: Zombie
    David Kindlon: Zombie 
    Bruce Kirkpatrick: Zombie
    "Will Bill" Laczko: Zombie
    Susan Martinelli: Zombie
    Kim Maxwell: Zombie
    Barbara Russell: Zombie
    Gene A. Saraceni: Zombie
    John D. Schwartz: Zombie
    Mark Tierno: Zombie
    Mike Trcic: Zombie
    John Vulich: Zombie
    Non accreditati:
    Joe Abeln: Zombie baffuto che mozza a morsi le dita
       di Rickles
    Terry Adams: Zombie con la camicia rosa sporco,
       che insegue Steel
    Mike Ancas: Zombie
    Al Anderson: Zombie nella miniera, che insegue Steel
    Tom Ardolino: Zombie nella miniera, che insegue Steel
    Vini Bancalari: Zombie che banchetta col cadavere
        di Fisher
    David Barckhoff: Zombie 
    Gabriel Bartalos: Zombie con cappello mimetico
    Matt Bartlett: Zombie nella scena della morte di Steel
    Wayne Bartley: Soldato zombie 
    Howard Berger: Zombie nella caverna, ucciso da John
    J.R. Bookwalter: Zombie
    Tom Brown: Capo zombie
    Geoff Burkman: Zombie con la camicia rosa sporco,
        che insegue Steel / zombie mascherato da arbitro,
        che divora carne
    Everett Burrell: Chirurgo zombie nella caverna
    Adolph Caesar: Narratore del trailer teatrale
    Frank Caputo: Zombie sull'ascensore 
    Mary Caputo: Zombie col cappello a fiori
    Glenn Charbonneau: Zombie sull'ascensore
    Mark J. Coyne: Zombie
    Michael Deak: Zombie che attacca Rhodes
    Delilah: Voce di cantante di ballate
    George Demick: Zombie che strappa le gambe a Rhodes
    Mark Dodson: Rumori emessi dagli zombie
    Enid Earle: Signora zombie con cappello da chiesa,
        che attacca Miguel
    Billy Elmer: Zombie
    Donald Farmer: Zombie nel sottosuolo
    Dave Figore: Zombie che attacca Torrez
    Paul Gagne: Zombie barbuto che attacca Rickles
    David Granati: Zombie che attacca Rhodes 
    Hermie Granati: Zombie che attacca Rhodes
    Joey Granati: Zombie che attacca Rhodes 
    Rick Granati: Zombie che attacca Rhodes
    Bryan Gregory: "Cameo"
    Barry Gress: Cadavere del Maggiore Cooper
    Peter Iasillo Jr.: Zombie sull'ascensore
    Gary Jones: Zombie con grembiule giallo
    Daniel Krell: Zombie
    Ed Lammi: Zombie col braccio fuso
    Ralph Langer: Zombie
    Annie Loeffler: Zombie donna nella caverna, uccisa
         da Steel
    Pat Logan: Zombie calvo baffuto ucciso da Steel
    David Long: Zombie nella città deserta
    Bill Love: Zombie barbuto che esce dalla banca con
        un alligatore 
    Kathy Love: Zombie in gonna bianca nella città deserta
    Al Magliochetti: Zombie in costume da bagno / zombie
        con gli occhiali da sole
    Robert Martin: Zombie
    Mike Metoff: Zombie
    Akram Midani: Zombie nella miniera
    Watfa Midani: Zombie nella miniera
    Jeff Monahan: Zombie
    Jim O'Rear: Zombie che attacca
    James Rogal: Zombie che attacca Sarah in sogno
    Skot Pierson: Zombie
    Michael "D.O.C." Porter: Zombie con capelli in stile
       Pompadour sulla scena della morte di Steel
    George A. Romero: Zombie con la sciarpa
    Joe Savini: Zombie scarno e baffuto col maglione a
        strisce bianche, ucciso da John
    Joey Spampinato: Zombie nella miniera, che insegue
        Steel
    Sputzy Sparacino: Cantante di ballate (voce) 
    C.T. Steele: Zombie con le guance insanguinate
    Mark Steensland: Zombie che attacca Rickles
    Eileen Sieff Stroup: Zombie femmina coi capelli corti e
       gonna scozzese, che divora carne in laboratorio
    Vincent Survinsky: Zombie sull'ascensore
    Michael J. Tomaso: Calciatore zombie
    James Wetzel: Zombie nella caverna, colpito dalla vanga
       di Billy
    Roy Wetzel: Zombie che attacca Rhodes
Doppiatori italiani
    Paila Pavese: Dott.sa Sarah Bowman
    Piero Tiberi: John "Flyboy"
    Michele Gammino: Capitano Henry Rhodes
    Sergio Di Stefano: William McDermott
    Massimo Giuliani: Soldato Miguel Salazar
    Giorgio Lopez: Dott. Matthew "Frankenstein" Logan
    Renato Mori: Soldato Walter Steel
    Claudio Fattoretto: Soldato Robert Rickles
    Sandro Acerbo: Dott. Ted Fisher
Titoli in altre lingue:  
    Tedesco: Zombie 2 - Das letzte Kapitel
    Francese: Le jour des morts-vivants
    Spagnolo (Messico): Día de los muertos vivientes 
    Portoghese (Brasile): Dia dos Mortos
    Greco (moderno): Η μέρα των ζωντανών νεκρών
    Ungherese: A holtak napja
    Polacco: Dzień żywych trupów
    Russo: День мертвецов
    Serbo: Дан живих мртваца
    Turco: Zombi - Ölüm Günü
    Giapponese: 死霊のえじき
Budget: 3,5 - 4 milioni di dollari US
Box office: 34 milioni di dollari US
 
Trama: 
L'Apocalisse Zombie ha devastato il mondo intero. Le strutture sociali che un tempo salvaguardavano la civiltà sono in gran parte scomparse, lasciando i resti sparsi dei sopravvissuti umani ampiamente in inferiorità numerica rispetto alle popolazioni zombesche. Un gruppo di scienziati e soldati vive in un bunker missilistico nelle Everglades, che è un vasto complesso di ambienti sotterranei considerati sicuri. Gli scienziati stanno cercando di trovare una soluzione alla pandemia che ha dato origine all'infestazione; i soldati sono stati incaricati di dar loro protezione. La dottoressa Sarah Bowman e il suo amante, il solodato Miguel Salazar, assieme all'operatore radiofonico Bill McDermott e al pilota di elicottero John, volano dalla loro base sotterranea a Fort Myers nel tentativo di localizzare altri sopravvissuti umani. Trovano solo una grande orda di morti viventi e tornano alla base, dove viene detto loro che l'ufficiale in carica del distaccamento militare, il Maggiore Cooper, è deceduto. Sarah si preoccupa della salute mentale di Miguel, ma si allontana da lui a causa del suo comportamento aggressivo. Il dottor Logan, lo scienziato capo, è soprannominato "Frankenstein" dai soldati a causa delle sue macabre dissezioni chirurgiche degli zombie. Crede fermamente che le vittime resuscitate dalla pestilenza possano essere rese mansuete e addomesticate attraverso l'addestramento e il condizionamento. Conserva una collezione di morti viventi prigionieri da utilizzare come cavie in un grande recinto sotterraneo nel complesso. Sarah si oppone con veemenza alla ricerca sul condizionamento portata avanti dal dottor Logan; vuole invece cercare una possibile cura per il virus. La donna scopre che lo scienziato ha condotto esperimenti sui cadaveri dei soldati morti, incluso il Maggiore Cooper. Temendo che gli altri soldati si rivolteranno contro di loro, pur con riluttanza Sarah mantiene il segreto. Alcuni soldati sono dignitosi e lavoratori, mentre altri sono meschini e conflittuali. Particolarmente problematico è l'instabile Capitano Rhodes,  fautore dell'eliminazionlismo e veemente oppositore della politica del dottor Logan. La sua soluzione ai problemi consiste nel piantare una pallottola nel cranio di ogni zombie. Destano in lui grande preoccupazione i pericoli connessi alla cattura e al mantenimento dei cadaveri deambulanti, anche perché i rischi non sembrano avere una contropartita proficua. La tensione tra i soldati e gli scienziati peggiora quando le scorte diminuiscono, le ricerche non danno alcun frutto tangibile e si perde la possibilità di comunicare con altri possibili sopravvissuti alla catastrofe. Durante un incontro, il fanatico Capitano Rhodes dichiara che sta istituendo la legge marziale sotto il suo comando in tutto il complesso. Concede agli scienziati solo poco tempo per dimostrare la validità dei loro studi, dichiarando che giustizierà chiunque interferisca con la sua leadership. Minaccia anche di abbandonare gli scienziati e di lasciare il complesso, interrompendo la loro protezione dalle orde degli zombie, anche se non può confutare le battute sarcastiche del dottor Logan, secondo cui i soldati non hanno nessun posto dove scappare e nessun modo per fermare da soli la marea dei non-morti. Turbata dalle insistenti minacce del folle Rhodes, Sarah discute la situazione con John e Bill, che risiedono in un camper all'estremità del sistema di tunnel. Questi le dicono senza mezzi termini che non credono in nulla di ciò che lei e gli scienziati stanno cercando di realizzare. John professa la sua convinzione religiosa di stampo savonaroliano, che attribuisce la piaga degli zombie a una punizione divina contro l'umanità rea di aver troppo sodomitato. L'uomo suggerisce così che i tre prendano l'elicottero, abbandonino i soldati al loro destino e volino su un'isola deserta da qualche parte, dove possano vivere dei frutti della terra e avviare una nuova vita, come novelli Adamo ed Eva. Il dottor Logan spera di assicurarsi la benevolenza di Rhodes mostrandogli i risultati della sua ricerca. È particolarmente orgoglioso di "Bub", un docile zombie che ricorda alcune parti della sua vita passata e assume comportamenti umani rudimentali. Rhodes, tuttavia, non è affatto impressionato e perde ulteriormente la pazienza con gli scienziati, minacciando di passarli per le armi. Durante un'operazione di cattura, a un certo punto uno zombie sfugge alla sua imbracatura quando Miguel perde la concentrazione, provocando la morte dei soldati Miller e Johnson. Miguel scatta e tenta di uccidere la creatura, ma un altro zombie gli morde il braccio. Con l'aiuto di John e Bill, Sarah amputa e cauterizza il braccio di Miguel per fermare l'infezione. Il Capitano Rhodes interrompe gli esperimenti e chiede che tutti gli zombie prigionieri vengano distrutti, negando qualsiasi ulteriore aiuto da parte degli scienziati. Sarah e Bill vanno in sala operatoria per raccogliere forniture mediche, scoprendo che il dottor Logan ha fatto esperimenti sui resti di Miller e Johnson. Lo scienziato è caduto nella follia a causa del fallimento del suo progetto di civilizzare gli zombie. Il Capitano Rhodes scopre che il dottor Logan ha dato da mangiare a Bub la carne dei soldati morti, così uccide lo scienziato; sequestra i suoi collaboratori rimasti, privandoli delle armi. Il capitano isterico tenta di costringere John a far volare lontano dalla base lui e i suoi soldati rimasti. John si rifiuta di obbedire. In risposta, il Capitano Rhodes uccide l'assistente di Logan, il dottor Fisher, rinchiudendo  Sarah e Bill nel recinto degli zombie. Poi ordina al soldato Steel di ridurre John a più miti consigli. Tornato al laboratorio, Bub usa la sua intelligenza appena sviluppata per liberarsi dalle catene. Quando scopre il cadavere di Logan, in una dimostrazione di emozioni umane, piange la perdita del suo istruttore, poi prende una pistola e va in cerca di vendetta. Nel frattempo Miguel, il cui autocontrollo è del tutto venuto meno, si dirige verso la superficie. Mentre i soldati cercano di inseguirlo, John mette fuori combattimento Rhodes e Torrez, ruba le loro pistole ed entra nel recinto degli zombie per salvare Sarah e Bill. All'esterno, Miguel apre la recinzione perimetrale, lasciando entrare centinaia di zombie, che lo circondano sulla piattaforma dell'ascensore missilistico. Mentre le creature iniziano a attaccarlo, Miguel attiva la scatola di controllo dell'ascensore, calando i famelici zombie nel complesso. Mentre i morti viventi invadono il bunker, il Capitano Rhodes lascia indietro i suoi uomini, causandone la morte. Inseguito da Bub, tenta disperatamente di scappare, ma si imbatte in una massa di zombie: viene colpito allo stomaco da una pallottola sparata da Bub, che saluta beffardamente il militare mentre viene smembrato e divorato. John, Sarah e Bill riescono a raggiungere l'elicottero e scappano su un'isola tropicale dove la contaminazione non è arrivata. 
 
 
Citazioni: 
 
"Equazioni! Nient'altro che stupidaggini per prenderci in giro!" 
(Capitano Rhodes) 

"Lo chiamo Bub, "ragazzo", è così che gli amici del club chiamavano mio padre. Ve lo immaginate un chirurgo che si fa chiamare Bub? Però nessuno ci badava... Lui era ricco. Mio padre era ricco. Diceva che non sarei mai diventato ricco con il lavoro di ricerca. Così diceva. Bub ha reagito molto bene ultimamente, e l'ho lasciato vivere! Ma è vivo o è morto? Questo è il dilemma, non è vero? Be', diciamo che gli consento di continuare a esistere!"
(Dottor "Fankenstein" Logan)
 
Sequenze memorabili: 
 
La visione incubica delle mani dei morti viventi, che escono dai muri! 
 
Mentre la sigla è ancora in corso, si vede uno scheletro pieno zeppo di grossi vermi ammatassati! 
 
La dissertazione del dottor "Frankenstein" Logan sulla fisiologia degli zombie; il morto vivente che si alza dal lettino mentre le sue interiora si staccano e cadono!  

La vendetta di Bub!
 
Lo smembramento del Capitano Rhodes! Una sequenza talmente esaltante che me la sparerei negli occhi per 12 ore di fila con la Macchina dei Sogni, la stessa che fulminò il cervello a Kurt Cobain!  
 
 
Recensione: 
Visionario! Folgorante! La sua cupezza ctonia è assoluta, la disperazione diventa una proprietà fisica di ogni cosa, come se esistesse un campo di orrore che irradia i vivi e pervade l'Universo, condannando alla Morte Ontologica. Credo che questa pellicola sia l'apogeo del genere horror zombesco, destinato purtroppo a un rapido declino negli anni successivi. Dopo Romero, non si sono più avute idee creative, soltanto imitazioni, reiterazioni, riproposizioni di tematiche che non vengono più capite. A questo punto urge un completo rinnovamento del genere. Questa palingenesi del cinema zombesco è però molto difficile, dal momento che la ripetizione senza sosta di un modello di successo fonda ormai la Settima Arte, impedendo qualsiasi cambiamento.  
La fase degli zombie che simboleggiano il consumismo, vista in Zombi (Dawn of the Dead, 1978), è finita da un pezzo: la pestilenza che rianima i morti è giunta a uno stadio così avanzato da far scomparire il mondo preesistente. Nella lotta biologica tra i cadaveri deambulanti e Homo sapiens, hanno vinto i primi, segno dell'assoluta indifferenza della Natura, capace di lavar via con un colpo di spugna tutto ciò che con fatica ha costruito nel corso di milioni di anni. Le facoltà elevate dell'essere umano sono ormai sul punto di scomparire dal pianeta, per sempre.   
Dopo La città sarà distrutta all'alba (The Crazies, 1973), Romero ritorna a una delle sue tematiche preferite: lo strapotere dei militari. Dopo il cedimento dell'ordine sociale su scala planetaria, i pochi sopravvissuti umani devono per necessità affidarsi a un'organizzazione armata e altamente gerarchizzata, per non soccombere. Il problema è che, data la scarsità di comandanti, tutto il potere viene a concentrarsi in una sola persona. Il regista radicale si pone allora questa domanda: cosa accadrebbe se tutto venisse a dipendere da uno psicopatico? La risposta è secca. Sarebbe la Fine. La Fine di Tutto.    

 
Sommario di decomposizione zombesca  

Ecco le "dotte" spiegazioni date alla dottoressa Sarah dal dottor "Frankenstein" Logan, intento ad armeggiare con una creatura dissezionata: 

"Vi è perdita di iniziativa e di alcune funzioni umane intellettive, forse dovuta al disfacimento dei lobi frontali, parietali, temporali ed occipitali. Risorgendo, la putrefazione è notevolmente rallentata. A quanto sembra, questi esseri possono sopravvivere per molti anni. Nel caso di una rapida resurrezione, dai 10 ai 15 anni, prima che la putrefazione li distrugga. Il cervello li muove, Sarah! È il loro motore. Non hanno bisogno di sangue né di organi interni. A questo ho asportato tutti gli organi. Rimangono solo le membra e il cervello. Eppure funziona. Guardi, Sarah, guardi! Eh eh. Vede, vuole prendermi. Vuole cibo! Ma non ha stomaco. Quello che mangia non lo può nutrire. Resta solo l'istinto. Profondo e primordiale istinto. I primi organi a decomporsi sono i lobi frontali, il neocòrtice. Poi il sistema limbico, il cervelletto. Ma il centro, quello è l'ultimo ad essere attaccato dalla decomposizione. È il nucleo R, Sarah, quel grumo centrale e gelatinoso che abbiamo ereditato dai Rettili. Io allora, guardi, arrivato a questo punto ho fatto un esperimento. Ho simulato elettronicamente il trapianto del nucleo R su questo cadavere. Credo che questa creatura, una volta operata sarebbe docile, anche se avesse la vista e gli altri sensi. Gli istinti primitivi sono stati tolti. Ha ancora le funzioni motorie, e forse può ancora ragionare. Si potrebbe addomesticare, Sarah. Obbligarlo ad essere capace di agire come noi desideriamo." 
 
La povera studiosa è schifata, annientata dal ribrezzo. Vorrebbe essere altrove, forse in una saletta dalle pareti piene di glory holes, a maneggiare grossi falli eretti. Invece la realtà la inchioda all'incubo del laboratorio del folle che scava nelle carni dei morti viventi! Alcuni critici vedono nell'uso prometeico della Scienza da parte del dottor Logan una forma di resistenza allo strapotere degli ottusi e folli militari. Resta il fatto che lo scienziato ha perso ogni contatto con la realtà e procede nel suo incubo. È preso da illusioni pericolose. Non sembra comprendere la Termodinamica e le tragiche conseguenze della natura irreversibile della massima parte dei processi che occorrono nell'Universo - incluse le alterazioni biologiche che portano alla zombificazione.  
 
 
Incapacità defecatoria
 
Gli zombie, che pure sono capaci di masticare e di deglutire per un riflesso compulsivo, verosimilmente non hanno peristalsi. In altre parole, il loro intestino, incapace di muoversi, non può trasportare il cibo ingerito verso la digestione, la formazione dei residui fecali e la loro esplulsione. In un morto vivente, le interiora potrebbero non essere integre, bensì completamente putrefatte. Così la carne dei vivi, una volta ingurgitata, finirebbe in una cavità addominale priva di ogni funzionalità. Non sarebbe nemmeno possibile defecare quella massa crescente di materia decomposta. Per uno zombie, l'unico sistema di liberarsi del fardello consisterebbe nell'aprirsi una ferita nel ventre per far defluire il suo contenuto, come nei racconti norvegesi sui Troll. In una dimostrazione del dottor Matthew "Frankenstein" Logan, si vede un morto vivente il cui addome cede, lasciando fuoriuscire una massa di interiora ancora in parte avvolte dal peritoneo, con il fegato dall'aspetto lucido e sano, dello stesso appetitoso marrone della cioccolata! Gli organi si staccano e cadono sul pavimento, destando conati di vomito nella schifiltosa dottoressa Sarah Bowman. Sarebbe stato bello se il regista avesse mostrato in modo chiaro e inequivocabile il percolato!

 
Residui di memoria zombesca 
 
Bub si fa subito notare per la sua stranezza. Conserva la capacità di eseguire il saluto militare, a riprova del fatto che da vivo doveva far parte dell'Esercito. Non viene mai visto attaccare un essere umano vivente per divorarlo. Uccide il suo principale antagonista umano solo come atto di vendetta. Lo sopprime in un modo molto del tutto anomalo per un morto vivente: gli spara. Un atto complesso, che implica la conservazione della capacità di coordinare i movimenti in sequenze dotate di senso. La persistenza di tracce mnestiche e di comportamenti stereotipati nei morti viventi era già stata teorizzata nel precedente film Dawn of the Dead: qui il concetto viene ripreso e sviluppato in modo degno. Tuttavia va notato che Bub non è completamente "umanizzato", infatti consuma la carne macellata e gli organi di due militari da poco deceduti, i soldati Johnson e Miller. Questo cibo gli è stato fornito dal dottor "Frankenstein" Logan, il suo demiurgo. La persistenza della masticazione antropofaga implica che la creatura non ha del tutto perso il gusto per la carne umana. Un impulso non può essere soppresso tramite la "rieducazione".  

Un segno di follia 
 
Tutti i militari portano la barba e hanno smesso di radersi già da tempo, ad eccezione del Capitano Rhodes, che si rade ancora e conserva il suo aspetto militare. Sebbene ciò possa essere attribuito alla ferrea disciplina del personaggio, potrebbe anche essere interpretato come un segno del suo rifiuto solipsistico di affrontare la realtà della situazione (come menzionato due volte dal dottor "Frankenstein" Logan); tutti i segni indicano che probabilmente sono le uniche persone rimaste sull'intero pianeta, eppure a Rhodes importa ancora di apparire come un vero ufficiale.

 
Spappolato come un bruco! 
 
Quando il Capitano Rhodes viene straziato dagli zombie, si nota che è completamente privo di spina dorsale! Il fatto che non abbia traccia di colonna vertebrale risulta evidente dal modo in cui i morti viventi lo spappolano. Nulla si oppone alla separazione del tronco dal bacino: l'addome cede come se fosse molle. Tecnicamente parlando, è un invertebrato. Non ha importanza se la cosa non è possibile dal punto di vista anatomico. Questo è un simbolismo di un'estrema potenza. Significa che questo militare massiccio e incazzato, che non ha più nessuna autorità al di sopra di lui, è sempre pronto a infierire sui più deboli, a massacrare gli inermi. Per questo è privo di spina dorsale, è un vigliacco, in una delle diverse accezioni del termine. Non solo: è anche privo di sangue, a parte quello che avvolge gli intestini. Non scaturisce alcun fiotto sanguigno, come invece ci si aspetterebbe. Sembra che le vene e le arterie dilaniate siano vuote! Anche questo è un geroglifico destabilizzante. La masticazione delle viscere di Rhodes è una specie di Eucarestia dei Morti Viventi! Le ultime parole del folle sono: "Avanti! Mangiate!" (nell'originale "Choke on 'em! Choke on 'em!!!"). Gli zombie ingurgitano gli intestini pieni zeppi di merda! Assimilano l'essenza della loro vittima, che spira in uno stato di furore religioso, identificandosi con Cristo! 
 
Nota: 
Il sangue e le viscere usate nella scena dello sventramento del Capitano Rhodes erano reali. Gli intestini e il sangue di maiale sono stati acquistati da un mattatoio vicino e utilizzati per realizzare la scena. Durante le riprese il frigorifero che conteneva gli intestini e il sangue è stato staccato dal personale di custodia, così il materiale ha iniziato a decomporsi, facendo ammalare la maggior parte delle persone coinvolte.  

 
Curiosità 
 
Il budget per la sceneggiatura originale di Romero era stimato a 7 milioni di dollari. C'era però un problema molto grave: una clausola esplicita che non poteva essere elusa. Quei soldi sarebbero stati dati al regista solo se avesse accettato di girare un film vietato ai minori (X-rated). Qualora si fosse ostinato a dirigere un film senza l'umiliante classificazione, ma al contempo senza limiti di gore, il budget sarebbe stato ridotto della metà: circa 3,5 milioni di dollari. 
 
Sono state scritte in totale ben cinque sceneggiature mentre Romero lottava con i concetti del film e soprattutto con i vincoli di budget. La prima bozza era di oltre 200 pagine, che successivamente subì ripetute riduzioni. Questa è la vera sceneggiatura originale e fino ad oggi non ne è venuta alla luce alcuna copia. Questa versione è stata probabilmente rifiutata perché l'UFDC riteneva che fosse troppo costoso produrla anche con una classificazione R. Romero successivamente ridusse la portata di questa sceneggiatura a una bozza di 165 pagine (spesso erroneamente chiamata "versione originale"), quindi la condensò nuovamente in una bozza di 104 pagine etichettata come "seconda versione, seconda bozza" in un ultimo tentativo fallito di ottenere la storia entro i parametri di budget. Quando questo tentativo fallì, modificò drasticamente il concetto originale della storia e alla fine produsse una bozza delle riprese che contava solo 88 pagine. 
 
La sceneggiatura originale, per la quale Romero non riusciva a ottenere il fottuto budget, prevedeva che gli scienziati vivessero in superficie in una fortezza protetta da recinzioni elettrificate, mentre i militari sarebbero stati al sicuro sotto terra. Doveva esserci anche un piccolo esercito di zombie addestrati; la conclusione sarebbe stata incredibilmente brutale. Queste premese, abbastanza interessanti, non sono andate sprecate, essendo diventate la base di un film successivo (vedi nel seguito). 
 
Nella scena della mensa, l'ispido e grossolano William "Bill" McDermott commenta la desolazione affermando che "tutti i centri commerciali sono chiusi". Questo è un chiaro riferimento al film romeriano del 1978, che era per l'appunto ambientato in un immenso ipermercato. 

Il Capitano Rhodes e i suoi uomini provengono dal 99° Comando della Riserva dell'Esercito (99th Army Reserve Commando, ARCOM), come indicato dalla toppa a scacchi sulla spalla. È la stessa toppa della 99a Divisione di Fanteria (99th Infantry Division) della Seconda Guerra mondiale, tuttavia le due unità non condividevano una comune linea di origine. Nel 1975, il 99esimo si trasferì in una nuova sede a Oakdale, in Pennsylvania.  

Il dottor Logan calcola che il rapporto tra zombie e sopravvissuti umani sia 400.000:1. Quando venne girato il film, nel 1985, la popolazione degli Stati Uniti ammontava a circa 240 milioni. Se lo scienziato avesse avuto ragione e il film fosse stato ambientato nel 1985, negli Stati Uniti sarebbero rimasti in tutto soltanto 600 esseri umani vivi. Tuttavia, poiché la storia nei film romeriani si era radicalmente discostata da quella del mondo reale anche prima che emergessero gli zombie (si noti la sonda su Venere nel primo film del 1968), la linea temporale rimane poco chiara e non sappiamo quanti anni dopo l'apparizione degli zombie sia ambientato questo film.
 
Le scene sotterranee sono state girate in una miniera dismessa situata vicino a Wampum, in Pennsylvania, trasformata in una struttura di deposito a lungo termine per documenti importanti. Sebbene la miniera mantenesse una temperatura costante di circa 10 °C, la sua elevata umidità ha corrotto l'attrezzatura e gli oggetti di scena della troupe. I guasti meccanici ed elettrici sono stati un problema costante durante le riprese e hanno causato il deterioramento di molti oggetti di scena di Tom Savini nel corso delle riprese. Nonostante questi ripetuti fallimenti, il truccatore fu nominato e vinse il Saturn Award nel 1985 per i migliori effetti speciali. La posizione remota del sito ha complicato anche il trasporto dei membri della troupe e delle attrezzature. Il cast e la troupe dormivano spesso nella miniera durante la notte per evitare lunghi tragitti tra gli alloggi e il luogo delle riprese. 
 
I lamenti, i gemiti, i ringhi, i ruggiti e i rumorosi delle masticazioni degli zombie sono stati realizzati dalla voce dell'attore Mark Dodson, che ha interpretato la voce di Briciola Salace (Salacious Crumb), il giullare di Jabba The Hutt ne Il ritorno dello Jedi (1983). Briciola Salace era quella creatura microcefala e strabica, una specie di lucertola-scimmia che molestava la Principessa Leia tentando di frugarle il sensuale ano. Quando stava per estrarre un occhio all'odioso droide protocollare dorato, il grottesco mostriciattolo finiva neutralizzato da una scarica elettrica lanciatagli tra le emorroidi dal barattolo C1-Pinotto!   
 
Il sequel 
 
In origine non era stato pensato alcun seguito della trilogia formata dai film zombeschi di Romero, La notte dei morti viventi, Zombi e Il giorno degli zombi. Tuttavia, nel 2005 Romero ha diretto La terra dei morti viventi (Land of the Dead). Può essere considerato un quarto capitolo che ha esteso la Trilogia dei Morti Viventi, facendola diventare a tutti gli effetti una tetralogia. Non ho ancora avuto occasione di visionare la pellicola, ma intendo rimediare a questa mancanza. 

Il remake 
 
Nel 2008 Steve Miner ha realizzato un rifacimento di Day of the Dead, con lo stesso titolo (lasciato inalterato nell'edizione italiana), che non ho ancora visionato. Si può così dire che l'originale Trilogia dei Morti Viventi sia stata rifatta. Potrà anche essere tecnicamente perfetta, resta però il fatto che un remake non ha in sé idee originali, per definizione. Si arriverà un giorno, ne ho il netto presentimento, a fare i remake dei remake. E questo è quanto.