MONDO CANDIDO
Paese di produzione: Italia
Lingua originale: Italiano
Anno: 1975
Durata: 110'
Colore: Colore
Audio: Mono
Genere: Grottesco, trash, black comedy, erotico
Regia: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi
Soggetto: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi,
Claudio Quarantotto
Sceneggiatura: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi,
Claudio Quarantotto
Tratto da: Candido, o l'ottimismo, di Voltaire
Produttore: Camillo Teti
Casa di produzione: Perugia Cinematografica
Direttore di produzione: Averroè Stefani
Ispettore di produzione: Franco Coduti
Aiuto regista: Stefano Rolla
Fotografia: Giuseppe Ruzzolini
Montaggio: Franco Letti
Effetti speciali: Giovanni Corridori
Musiche: Riz Ortolani
Scenografia: Franco Vanorio
Costumi: Franco Carretti
Aiuto costumista: Tiziana Mancini
Operatore: Alessandro Ruzzolini
Maestro d'armi: Remo De Angelis
Interpreti e personaggi:
Christopher Brown: Candido
Michelle Miller: Cunegonda
Jacques Herlin: Dottor Pangloss
José Quaglio: L'Inquisitore / il prete cornificato
(amante di Cunegonda)
Steffen Zacharias: Il Guru New Age
Gianfranco D'Angelo: Il Barone
Salvatore Baccaro: L'Orco necrofilo
Alessandro Haber: Il giudeo Don Issacar
(amante di Cunegonda)
Richard Domfe (Domphe): Cacambo
Sonia Viviani: La servetta sifilitica
Carla Mancini: Soldatessa israeliana
Lorenzo Piani: Soldato bulgaro biondo / soldato
inglese biondo
Giancarlo Badessi: Il Governatore spagnolo
Annick Berger: La Baronessa
Giancarlo Cortesi: Giovane vestito da angelo /
fedayin palestinese
Marcello Di Falco: Cavaliere effeminato /
carrista inglese
Mauro Perrucchetti: Attila, il cantante demoniaco
(amante di Cunegonda)
Valerio Ruggeri: Amerigo Vespucci
John Stacy: Capitano della nave
Personaggi senza attori identificati:
Al Capone
Boia portoghese
Carampana New Age
Cristoforo Colombo
Gli amanti nel globo
Marilyn Monroe
Nobile portoghese panzone
(amante di Cunegonda)
Ragazza morta brutalizzata dall'orco
Soldatessa israeliana bionda e crespa
Soldatessa israeliana mora
Soldato bulgaro dalla barba corvina
Soldato portoghese barbuto
Soldato portoghese glabro
Strega ingabbiata
Streghe nude con la cuffia
Vecchia fellatrice
Lingua originale: Italiano
Anno: 1975
Durata: 110'
Colore: Colore
Audio: Mono
Genere: Grottesco, trash, black comedy, erotico
Regia: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi
Soggetto: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi,
Claudio Quarantotto
Sceneggiatura: Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi,
Claudio Quarantotto
Tratto da: Candido, o l'ottimismo, di Voltaire
Produttore: Camillo Teti
Casa di produzione: Perugia Cinematografica
Direttore di produzione: Averroè Stefani
Ispettore di produzione: Franco Coduti
Aiuto regista: Stefano Rolla
Fotografia: Giuseppe Ruzzolini
Montaggio: Franco Letti
Effetti speciali: Giovanni Corridori
Musiche: Riz Ortolani
Scenografia: Franco Vanorio
Costumi: Franco Carretti
Aiuto costumista: Tiziana Mancini
Operatore: Alessandro Ruzzolini
Maestro d'armi: Remo De Angelis
Interpreti e personaggi:
Christopher Brown: Candido
Michelle Miller: Cunegonda
Jacques Herlin: Dottor Pangloss
José Quaglio: L'Inquisitore / il prete cornificato
(amante di Cunegonda)
Steffen Zacharias: Il Guru New Age
Gianfranco D'Angelo: Il Barone
Salvatore Baccaro: L'Orco necrofilo
Alessandro Haber: Il giudeo Don Issacar
(amante di Cunegonda)
Richard Domfe (Domphe): Cacambo
Sonia Viviani: La servetta sifilitica
Carla Mancini: Soldatessa israeliana
Lorenzo Piani: Soldato bulgaro biondo / soldato
inglese biondo
Giancarlo Badessi: Il Governatore spagnolo
Annick Berger: La Baronessa
Giancarlo Cortesi: Giovane vestito da angelo /
fedayin palestinese
Marcello Di Falco: Cavaliere effeminato /
carrista inglese
Mauro Perrucchetti: Attila, il cantante demoniaco
(amante di Cunegonda)
Valerio Ruggeri: Amerigo Vespucci
John Stacy: Capitano della nave
Personaggi senza attori identificati:
Al Capone
Boia portoghese
Carampana New Age
Cristoforo Colombo
Gli amanti nel globo
Marilyn Monroe
Nobile portoghese panzone
(amante di Cunegonda)
Ragazza morta brutalizzata dall'orco
Soldatessa israeliana bionda e crespa
Soldatessa israeliana mora
Soldato bulgaro dalla barba corvina
Soldato portoghese barbuto
Soldato portoghese glabro
Strega ingabbiata
Streghe nude con la cuffia
Vecchia fellatrice
Trama:
Se all'inizio il film mostra una qualche aderenza al Candide di Voltaire, presto comincia ad allontanarsene in modo irrimediabile, dando vita a una sequenza di eventi folli e deliranti. Il povero Candido si trova sbalzato da un'epoca all'altra. Cacciato dal castello del Barone dopo aver fatto godere la bella Cunegonda leccandola, Candido si ritrova in un campo militare. Nel libro di Voltaire questi soldati erano i Bulgari, versione satirica dei Prussiani. Nel film sembra piuttosto di essere in Francia all'epoca di Napoleone. A comandare l'esercito non è certo Federico il Grande ma un effeminato. Si capisce che qualcosa inizia a non andare, anche perché il sovrano sodomitico si fa piantare giganteschi chiodi nell'armatura senza risentirne. I soldati, che sono dotati di vistosi cappelli col simbolo massonico dell'Occhio Onniveggente, vengono sterminati da colpi di mitragliatrice di un esercito moderno. Candido finisce quindi in una distorsione spaziotemporale che lo porta nel Portogallo dell'Inquisizione, dove Pangloss viene impiccato. Ritrova Cunegonda e la lecca di nuovo tra le gambe. Quando arrivano gli amanti della bella nobildonna, l'Inquisitore, il ricco giudeo e un diabolico cantante rock, si scatena il putiferio. Segue un duello a colpi di chitarra tra Candido e il cantante, in cui il protagonista ha la peggio. Salvato dal mandingo Cacambo, il giovane viene imbarcato su una nava diretta in America. Soltanto che nel film di Jacopetti l'America è quella attuale. Per colmo dell'anacronismo, assieme a Candido e a Cacambo si imbarcano Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, Al Capone, Marilyn Monroe e altri. La nave giunge a New York nel bel mezzo degli anni '70 del XX secolo e i suoi passeggeri sono accolti come eroi. Candido ritrova Pangloss, che è un cronista esperto nell'arte di imbambolare le masse dementi. Amerigo Vespucci è alle prese con una bottiglia di Ballantine's, Cristoforo Colombo si ritrova a fissare inebetito due lattine di Coca Cola che gli sono state messe in mano, mentre Cacambo, tirato a lucido, viene liberato dal collare di ferro dalle Pantere Nere e si fuma un grosso sigaro. A questo punto Candido viene a sapere che Cunegonda è diventata una pornodiva e una cantante, il cui spettacolo itinerante si chiama "The Best Possible Orgasm in the World". Il giovane è preso da una crisi di gelosia; Pangloss gli dice che la sua amata è andata in Irlanda a combattere e lui parte senza pensarci due volte assieme a Cacambo. Giunti nell'Ulster distrutto dalla guerra civile, i due trovano finalmente traccia della donna fatale: raggiungono una chiesa desolata in cui non ci sono più né Dio né i Santi. Un prete furibondo assesta al grande crocefisso formidabili martellate per abbatterlo. Candido si accorge che le vetrate della chiesa ritraggono Cunegonda in veste di Maria. Il prete afferma di essere stato reso becco da un giudeo, che si è perso la donna e l'ha condotta con sé. In preda alla furia il cornuto estrae un mitra e si mette a sparare raffiche. Senza soluzione di continuità, Candido e il suo fedele servitore giungono in Israele, dove è in corso un'esercitazione militare a cui partecipano numerose soldatesse ashkenazite, bellissime e angeliche quanto letali. Anche qui la ricerca di Cunegonda fallisce e si scatena una tremenda battaglia tra le israeliane e i fedayin palestinesi, che si combatte in un campo di papaveri. I fiori finiscono insanguinati. Le peripezie del protagonista continuano: arriva nel bel mezzo del deserto, dove vive una comune hippy dedita alle baggianate New Age e a faticose attività insensate. Dopo alcune significative conversazioni volte a svelare la vana essenza dell'Universo, si ha il gran finale. Candido ritrova Cunegonda consunta dagli stenti, viene abbandonato dall'irridente Cacambo e in riva al fiume viene catturato in una specie di loop temporale che lo riporta al punto di partenza.
Recensione:
Se devo essere franco, la prima volta che ho visto questo film mi è sembrato una schifezza immondissima e per giunta senza né capo né coda. Rivedendo questo cult del trash, la mia opinione è stata un po' più mite e l'ho trovato tollerabile. Non nego che abbia qualche momento felice, ma nell'insieme rimane comunque davvero pesante.
Reazioni nel Web
Recensione lapidaria ma significativa su Mymovies.it:
"Jacopetti adatta il Candido di Voltaire alla misura dei suoi Mondo cane."
Nulla di più vero: lo stesso titolo fa il verso a Mondo cane: è quasi Mondo can...dido.
Questo invece è il parere del commentatore samtam90 su Filmtv.it:
"Voltaire si starà rivoltando nella tomba, grazie alla nuova porcata di Jacopetti & Co. Voto: 4"
Oscenità varie e costumi grotteschi
Il regista si è preso non poche libertà, trasformando completamente l'opera dell'Illuminista e introducendo innumerevoli turpitudini. Così il bacio tra Candido e Cunegonda diventa qualcosa che ha dell'incredibile: il giovanotto infila la testa sotto la gonna della figlia del Barone e si mette a lapparle con infinita voluttà gli orifizi inferi. Anche se il lungo indumento femminile nasconde l'atto, si capisce benissimo cosa sta succedendo. Il volto della figlia del Barone di Vestfalia è illuminato dall'estasi mentre Candido la lavora con la lingua senza mai smettere, donandole una catena di orgasmi. Visti i costumi igienici dell'epoca, dubito molto che l'atto sarebbe stato godibile. Tanto più che Jacopetti non descrive la corte del Barone come il villaggio dei Puffi. La laida Baronessa si ingozza a tavola e ha il vaso da notte sotto il culo sempre smerdante, quello stesso pitale pieno di feci con cui le sarà poi spaccato il cranio. Devo dire che il personaggio di Pangloss è rappresentato alla perfezione. Certo, la sifilide gli fa cadere un orecchio anziché divorargli il naso, ma per il resto la corrispondenza è perfetta. Lo strabico e segaligno Jacques Herlin, quasi una versione smagrita di Marty Feldman, interpreta magistralmente il ruolo ed è una delle poche scelte felici. Pestilenziale, al punto che nulla più farlo deflettere dalla sua teodicea, Pangloss incarna l'ottimismo nel film come nel libro. Tanto gradito è all'Artefice, che nemmeno l'impiccagione riesce a ucciderlo. La sua cuffia nera con due appendici laterali che coprono le orecchie, simili a corna mozze, i ciuffi di capelli bisunti non contenuti dallo stravagante copricapo, tutto contribuisce a renderlo ancor più odioso. Non male il Barone, interpretato da un delirante e grottesco Gianfranco D'Angelo. Alessandro Haber si trova assai bene nei panni del sefardita Don Issacar col suo sembiante scuro e il suo abito nero con una gigantesca Stella di David per fibbia. In questi tempi le scene con quel personaggio non si sarebbero potute più girare senza guadagnare al regista accuse di antisemitismo.
L'uso dell'anacronismo
Il film di Jacopetti e di Prosperi è stato rovinato non tanto dalle licenze sessuali, quanto dall'introduzione di un elemento innovativo quanto irrazionale, demenziale e incontrollabile: l'ANACRONISMO. Fanno la loro irruzione nella Vestfalia e nel Portogallo del XVIII secolo personaggi del XX secolo come bikers e cantanti rock. Ad espugnare il castello del Barone non sono i Bulgari, ossia i Prussiani di Federico II, ma i Satanassi, una gang di motociclisti scatenati simili agli Hell's Angels, che portano con sé una montagna di vinili, giradischi e televisori. Provate a immaginarvi l'assurdità della cosa. L'effetto straniante è come un pugno nello stomaco. Il capo dei Satanassi trova Cunegonda in sottoveste e la possiede carnalmente, realizzando con lei tutte le posizioni del Kamasutra. La penetra un'infinità di volte e le fa fare anche un 69, con lei sopra a fellarlo mentre lui le lecca il cunnus - anche se non con la perizia con cui lo faceva Candido. Nelle intenzioni dei registi vorrebbe essere uno stupro, in realtà si vede benissimo che la nobildonna partecipa agli atti sessuali in modo gioioso. Il Grande Inquisitore a Lisbona è affiancato dallo stesso motociclista diabolico, armato ci chitarra elettrica. Una visione surreale che fa quasi dubitare di essere sani di mente.
Sesso senile e necrofilia
L'ascensione di Candido vestito da angelo sulla cima di una montagna è l'inizio di una sequenza allucinante. Una vecchia vestita di nero mette la testa tra le gambe del giovane nudo, gli prende il pene in bocca e inizia a succhiarlo per poi ritrarsi disgustata, sputacchiando, perché ha trovato che sul glande c'era lo smegma, il cui sapore di formaggio rancido non è certo grato. Anche in questo caso Voltaire ha motivo di rivoltarsi nella tomba. Questa laida scena anticipa e profetizza l'epidemia di sesso senile che ha colpito il mondo occidentale agli inizi del XXI secolo, provocata dall'operato nocivo di un singolo uomo: Rocco Siffredi. Quella che all'epoca di Jacopetti era una surreale intuizione, ora è dura realtà: per capire la portata della rivoluzione antropologica del sesso senile basti pensare che le stesse quarantenni che soltanto vent'anni o trent'anni fa avevano schifo a praticare la fellatio, oggi sono carampane avidissime che passano il tempo a poppare bischeri - dopo essersi tolte la dentiera e averla messa in un bicchier d'acqua, è ovvio. Persino le ottantenni decrepite sono diventate appetibili per l'industria della pornografia. Tutto ciò non basta. Quando Candido si trova in mezzo alle rovine, tra mucchi di cadaveri, accade qualcosa di raggelante. Un gigante dai tratti incredibilmente grotteschi, interpretato dall'acromegalico Salvatore Baccaro, vede una giovinetta morta da poco, così si mette a denudarla e a palparle i seni. Estrae i genitali e fa per penetrarla, quando Candido è preso da una furia inaudita e lo colpisce ripetutamente al cranio con una grossa pietra fino a farlo cadere a terra esanime. Si sprofonda in un Caos in cui non è più possibile mettere un freno alla natura belluina degli esseri umani.
Oblio per i Diaghiti
Cacambo da fiero discendente dei Diaghiti di Tucuman diventa un remissivo schiavo africano. Senza dubbio un Diaghita sembrava a Jacopetti e a Prosperi meno vendibile di un Mandingo. Anche perché chi li conosce i Diaghiti in Italia? Se si chiedesse in giro il significato del nome Diaghiti, la risposta più gettonata sarebbe che si tratta di una varietà di insetti: chi mai potrebbe sognarsi che fossero fierissime genti indigene dell'Argentina? La mossa dei registi non è tuttavia dovuta a un semplice calcolo commerciale. Il personaggio di uno schiavo africano ha permesso di impostare un discorso sociale che riusciva molto gradito agli spettatori. Non dimentichiamo che quelli erano i tempi in cui l'intero sistema educativo italiano andava plasmandosi sulla questione razziale negli Stati Uniti. Le maestrine costringevano gli alunni a intonare la marcia di John Brown, non si faceva che parlare di Martin Luther King e della lotta al segregazionismo americano. Il risultato di tutto ciò sarebbe stato negli anni seguenti un contagio buonista pervasivo in cui non si sarebbe più sostenuto il fragile concetto di uguaglianza di tutti gli esseri umani, ma la superiorità delle genti dell'Africa subsahariana. Chi ricorderà il sistematico etnocidio che ha colpito i Diaghiti? Nessuno, perché per questa società essi sono irrilevanti. Persino gli studiosi se ne disinteressano. Quando sarò morto, nessuno in Italia ne parlerà più.
Scomparsa di un Manicheo
Il personaggio di Martino il Manicheo è scomparso dalla trama sconnessa del film, si è perso durante l'adattamento del racconto di Voltaire. Questo perché le sue idee non erano gradite. Si poteva sostenere un certo discorso sull'insensatezza dell'esistenza, facendolo passare per il delirio di un derviscio fumato, ma non si poteva tollerare una trattazione sistematica sulla malvagità intrinseca dell'intero Universo. Le parole di Martino non sarebbero state capite dal pubblico. Lo avrebbero ritenuto un semplice sfigato o un pazzoide e non gli avrebbero dato alcun ascolto. Se Voltaire aveva trovato necessario riesumare i Manichei per combattere la teodicea di Leibniz, il discorso sfugge totalmente a Jacopetti e a Prosperi. Le finalità originarie del Candide nel film non si avvertono quasi più, così come è sparito ogni riferimento al Grande Terremoto di Lisbona del 1755. Cancellato Martino e ridimensionata la discussione su come mai il mondo possa essere malvagio se Dio è buono, non resta che una peregrinazione del protagonista su un pianeta di merda in cui non è possibile alcuna comprensione degli orrori a cui assiste. Tutta la discussione filosofica è ridotta a un fumoso Nulla, non a caso Candido e Cacambo finiscono in una comune hippy i cui membri rotolano istante dopo istante il loro macigno di Sisifo senza scopo alcuno, in un deserto dove i sogni vengono dalla droga e la massima saggessa consiste nel pulire con una scopa un gigantesco padiglione auricolare scolpito nella roccia per liberarlo dal cerume immaginario.
La profezia della Chiesa in rovina
La fine della Chiesa Romana è preconizzata in questo film. L'edificio religioso è in completa rovina, i muri sono cadenti e polverosi. Se in passato le genti erano convinte che Dio fosse presente in quel luogo santo, ora è evidente che non ve ne è alcuna traccia. È la Chiesa di Jorge Pompeo Bergoglio. Gettata alle ortiche la sua intera biblioteca, composta da un numero incredibile di volumi, un intero universo di proposizioni teologiche è stato sostituito da borborigmi bassoventrali. Frasi del tipo "la corruzione spuzza" dove un tempo c'era la Summa Theologiae. Così come Candido vede il cadavere di un santo parlare e indicargli la via, per poi risprofondare nel sonno di Thanatos, allo stesso modo sembra alle genti che la Chiesa Romana viva una stagione fulgida, quando invece i suoi movimenti sono solo spasmi cadaverici, simili alle convulsioni di un pollo decapitato. I movimenti cattolici sono autentiche sètte, ogni segno di vitalità ecclesiastica non è che il brulicare di masse di cagnotti. Il prete incontrato da Candido è un folle che abbatte il Crocefisso e inveisce perché sa di avere le corna. Offuscato dalla demenza, rappresenta lo stato terminale e agonico di un clero dannato composto da fornicatori e da pedofili.
Pesante retorica sociale
e lampi di Apocalisse
e lampi di Apocalisse
I registi hanno stravolto la trama del Candide per calare la narrazione nel contesto storico della loro epoca. Per questo Candido e Cacambo si ritrovano a vivere la guerra tra l'IRA e gli Inglesi nell'Irlanda del Nord e il conflitto tra Israeliani e Palestinesi. In quegli anni c'era una grande ipersensibilità su questi argomenti e un film completamente avulso dall'atttualità sarebbe stato criticato in modo pesante dalle masse. A questo moralismo fanno da contraltare alcune sequenze visionarie e apocalittiche, che compensano appieno ogni forzatura. Un bambino irlandese raccoglie da terra una granata e ci gioca, pestandola con una pietra. Sembra che l'ordigno della esplodere da un momento all'altro, invece resiste ad ogni incauto trattamento. Poi l'infante toglie la sicura e lancia la granata, uccidendo i soldati inglesi di pattuglia. Nel vedere i morti, un'allegria profonda invade il bambino, le sue sono le uniche risate gioiose in quell'Inferno. Che dire allora della battaglia tra soldatesse israeliane e fedayin nel campo di papaveri? I fedayin pensano di sorprendere le israeliane mentre sono nude nella doccia, ma il loro assalto fallisce miseramente. Le donne bellissime hanno i mitra a portata di mano e si mettono a sparare, crivellando molti palestinesi. I proiettili perforano le mimetiche e fiotti di sangue fuoriescono dalle ferite, danzando nel sole sullo sfondo dei papaveri. La battaglia all'inizio volge in favore delle israeliane, che presto cominciano a registrare perdite: si vedono donne colpite da proiettili, con fontanelle di sangue che schizzano dai loro corpi venusti. Alla fine sarà la distruzione per entrambi gli schieramenti: si vede una soldatessa nuda dai capelli biondi con in pugno il mitra, le cui carni diventano un colabrodo. Anche il corpo di una mora dalle lunghe chiome finisce col danzare la propria morte convulsa sotto una tempesta di piombo. Seguirà il silenzio, i cadaveri in mezzo ai fiori intrisi di sangue. Eros e Thanatos, Sangue e Morte. Per tornare alla banalità, verso la fine del film, il Guru della setta New Age mostra a Candido il fiume che trascina via i simboli, gettati via dai giovani. Tra questi si vedono numerose svastiche, fasci littori e segni del movimento hippy, geroglifici del famoso "Peace and Love". Nemmeno un esemplare di falce e martello, si noterà. Questo perché i registi non volevano irritare le folle giovanili che all'epoca credevano fanaticamente in tali simboli. Sono sicuro che la mente di Jacopetti avrebbe potuto escogitare di meglio.
Vite dimenticate
Notevole è la difficoltà nell'identificazione di parte degli attori: ho dovuto completare il cast per via delle lacune e delle inesattezze che si trovano nei vari siti Web. Per esempio alcune pagine forniscono una foto di Lorenzo Piani che è errata e dovuta a un'omonimia: ritrae infatti un prete dai capelli scuri, mentre l'attore di Mondo Candido è il soldato biondo dell'esercito dei Bulgari simil-napoleonici, che compare poi anche nell'Ulster all'epoca della guerra civile - come mostrato da questo link:
Questo invece è il Lorenzo Piani prete, che nulla sembra aver a che fare col film:
C'è poi un terzo Lorenzo Piani, che è pseudonimo di Lorenzo Piattoni, che è un cantautore e che di certo non c'entra nulla. Questo rende l'idea di quanto labili siano le reali possibilità di conoscenza offerte dalla Rete. Se appena si vuole scavare sotto la superficie, trovare nel Web le informazioni desiderate non è affatto semplice: in casi come questi sembra agire in modo spietato una sorta di "diritto all'oblio", come se attori e attrici si vergognassero delle parti recitate in gioventù. Altri personaggi di Mondo Candido sono da me stati associati agli attori cercando immagini in Google e tentando di riconoscere le fattezze dei volti visti nel film, cosa che può sempre risultare erronea, anche perché non sono molto fisionomista. Mi scuso fin d'ora se qualche identificazione dovesse risultare erronea.