Così è presentata questa preziosa mappa sul forum Termometro Politico:
"Questa mappa dei capelli biondi che hai postato è la mappa fatta da Biasutti attraverso i dati raccolti da Livi. E' stata fatta analizzando le foto di 300.000 italiani dagli schedari militari. E' a dir poco antiquata ed è solo indicativa per mostrare quello che già tutti sappiamo, ovvero che il biondismo è giustamente più diffuso nell'estremo Nord piuttosto che nell'estremo Sud. La situazione varia poi da regione a regione, la Campania non è certamente la Calabria ad esempio. I più scuri al Nord sono gli emiliani mentre al Sud sono i calabresi."
E ancora:
"Di biondo poi esistono diversi gradi, un biondo del genere ad esempio non è diffusissimo generalmente in Italia se non in percentuali piuttosto basse."
Le distribuzioni dei capelli biondi mostrate dalla mappa di Biasutti non sono ovviamente aggiornate, risalendo a un'epoca anteriore alle grandi migrazioni. È interessante confrontare la diffusione del biondismo con quella del rutilismo mostrati dalla Carta dei capelli rossi, già pubblicata su questo stesso blog.
Vediamo che in Sicilia Occidentale, specialmente nell'area di Palermo, si trova una notevole diffusione del biondismo (5,0 - 7,4%), associata a una diffusione ancor più grande del rutilismo (4,8 - 6,8%). Questi caratteri sono da ascriversi alla discendenza dai Normanni. Si trovano individui con fisionomia scandinava, occhi azzurri o grigi e capelli biondi o rossicci, caratteri associati ad alta statura e a fisionomie di un tipo che non è usuale in Lombardia.
Al giorno d'oggi esiste un negazionismo pernicioso che mira a minimizzare il ruolo dei Normanni nel popolamento della Sicilia, insistendo sul fatto che ne giunsero ben pochi nell'isola. Anche se questo fosse provato, dirò che non è necessaria una popolazione esogena massiccia per produrre un cambiamento notevole nella genetica dei nativi: i Normanni diedero origine alla nobiltà siciliana, e i nobiluomini hanno sempre avuto l'usanza di accoppiarsi con le donne della popolazione sottomessa, dando origine a una discendenza anche molto numerosa. Così accadde che un Altavilla poté avere moltissime donne e moltissimi figli illegittimi, il che spiega la diffusione di aplogruppi normanni nella parte occidentale della Sicilia.
Si noti un'importante isola di biondismo in Campania, che corrisponde ai Longobardi di Benevento. Tale popolamento si deve a una fara giunta direttamente dal Friuli.
In Brianza, nella zona in cui abito, la percentuale di biondismo dovrebbe essere cospicua, ma se devo essere sincero di autentici biondi ne vedo in giro molto pochi. Tanto poco frequente è il biondismo a Seregno, che è uso comune usare l'aggettivo "biondo" anche per le chiome di persone dai capelli castani. Quando ero al liceo, in classe si definivano biondi coloro che non fossero corvini o rossi, anche se la tonalità di castano era davvero scura. Ricordo però una famiglia i cui componenti erano tutti biondissimi, senza eccezioni, sia da parte di madre che di padre. Così a naso, la mappa conserva ancora una certa validità per altre zone dell'Italia. Il carattere è molto più diffuso in Toscana, ad esempio a Firenze e ad Arezzo, di quanto non lo sia in Lombardia. Un amico fiorentino ha i capelli chiari come quelli di Farinata degli Uberti, un'amica di Arezzo sembra giunta dalla Norvegia. Anche nel Canavese, a Torino e in altre parti del Piemonte a nord del Po ho visto molte persone native con i capelli di un color biondo chiaro: in particolare ricordo un amico di Pinerolo, un paio di neonazisti di Torino e alcuni hooligan di Gattinara. Questi ultimi si erano riempiti di idromele fino all'impossibile, mettendosi poi alla guida e sgommando via tra mille bestemmie nel cuore della notte.
Tra i meno biondi ci sono i Sardi, la cui popolazione è rimasta sotto una campana di vetro, una sorta di macchina del tempo che ne ha isolato i caratteri genetici, risalenti in gran parte al Neolitico. I pochi biondi presenti potrebbero essere dovuti a migrazioni antiche di elementi liguri e celtici.
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