sabato 17 gennaio 2015



SLEEP CHAMBER - THE VISION & VOICE

Gruppo: Sleep Chamber
Album: Sexmagick Ritual
Anno: 1987
Genere: Electronic
Stile: Industrial, Experimental
Ispirazione: Thelemismo, BDSM
Tracce:
A1 : The Vision & Voice    
A2 : The Beast    
A3 : Flesh Trixsen    
B1 : Nessus    
B2 : Seduction    
B3 : Weapons Ov Magick    
B4 : Into The Abyss    
B5 : Twenty Three

Il gruppo americano Sleep Chamber, guidato da John Zewizz, è noto per l'ispirazione thelemita e per l'uso di immagini sadomaso, bondage e collegate alla magia rituale. A me interessa pubblicare il video della canzone The Vision & Voice (La Visione e la Voce) meramente per motivi di conoscenza: se lo si ascolta, si coglie in modo nitido la voce di un uomo intento a legge Orazio in latino con una pronuntiatio restituta non perfetta, ma di certo buona se paragonata alla grottesca pronuncia ecclesiastica in uso nelle scuole italiane. All'inizio ero convinto che si trattasse della voce dello stesso Aleister Crowley, ma potrebbe non essere così: le uniche registrazioni dell'occultista, eseguite su cilindri di cera, a quanto pare non corrispondono. Anche le caratteristiche della voce mi sembrano alquanto diverse. Nel Web si trovano svariate opinioni. C'è chi pensa che la voce sia proprio quella di Crowley, mentre per altri è sconosciuta. Confesso la mia incapacità di risolvere la questione e chiedo lumi a chi ne sa più di me. Chiunque sia il declamatore, questo è il testo dei carmi letti (due completi e uno frammentario ripetuto alla fine), che può essere seguito parola per parola servendosi del video:

Ode 2,7

O saepe mecum tempus in ultimum deducte Bruto militiae duce, quis te redonauit Quiritem dis patriis Italoque caelo, Pompei, meorum prime sodalium, cum quo morantem saepe diem mero fregi, coronatus nitentis malobathro Syrio capillos? Tecum Philippos et celerem fugam sensi relicta non bene parmula, cum fracta uirtus et minaces turpe solum tetigere mento; sed me per hostis Mercurius celer denso pauentem sustulit aere, te rursus in bellum resorbens unda fretis tulit aestuosis. Ergo obligatam redde Ioui dapem longaque fessum militia latus depone sub lauru mea, nec parce cadis tibi destinatis. Obliuioso leuia Massico ciboria exple, funde capacibus unguenta de conchis. Quis udo deproperare apio coronas curatue myrto? Quem Venus arbitrum dicet bibendi? Non ego sanius bacchabor Edonis: recepto dulce mihi furere est amico.

Ode 2,10

Rectius uiues, Licini, neque altum semper urgendo neque, dum procellas cautus horrescis, nimium premendo litus iniquum. Auream quisquis mediocritatem diligit, tutus caret obsoleti sordibus tecti, caret inuidenda sobrius aula.

Ode 2,14

Eheu fugaces, Postume, Postume, labuntur anni nec pietas moram rugis et instanti senectae adferet indomitaeque morti, non, si trecenis quotquot eunt dies, amice, places inlacrimabilem Plutona tauris, qui ter amplum Geryonen Tityonque tristi compescit unda, scilicet omnibus quicumque terrae munere uescimur enauiganda, siue reges siue inopes erimus coloni. Frustra cruento Marte carebimus fractisque rauci fluctibus Hadriae, frustra per autumnos nocentem corporibus metuemus Austrum: uisendus ater flumine languido Cocytos errans et Danai genus infame damnatusque longi Sisyphus Aeolides laboris. Linquenda tellus et domus et placens uxor, neque harum quas colis arborum te praeter inuisas cupressos ulla breuem dominum sequetur; absumet heres Caecuba dignior seruata centum clauibus et mero tinguet pauimentum superbo, pontificum potiore cenis.

Certo, non c'è identità con la pronuncia classica autentica. Solo per fare un esempio, Orazio avrebbe definito la pronuncia del video affetta da labdacismo. Inoltre ad ascoltare bene il testo, emerge l'accento del lettore, oltre a tutta una serie di peculiarità fonetiche come la tipica pronuncia delle consonanti t, d e r, la tendenza a rendere a con /æ/ in alcuni contesti, la tendenza a palatalizzare t seguita da u, e via discorrendo. Sembra che il lettore fosse in qualche modo consapevole di questi tratti e che cercasse di reprimerli durante la lettura, non sempre con successo. Tuttavia ritengo che si tratti di un esperimento di estremo interesse. Naturalmente alcuni urlerebbero alla xenoglossia, attribuendo la voce a diretta ispirazione diabolica. Così facendo costoro dovrebbero però ammettere un legame diretto tra la pronuncia reale dei tempi di Orazio e la declamazione contenuta nel video, entrando in contraddizione con pretese xenoglossie basate sulla pronuncia ecclesiastica. Se si trattasse davvero di un caso di xenoglossia, devo dire che sarebbe anche il solo a me noto e documentabile con certezza. Il condizionale non è però casuale: sono infatti certo che questo risultato sia stato prodotto tramite lo studio, e di ciò è indizio anche l'assenza di alcuni suoni. Non troviamo ad esempio la /l/ velarizzata in fine sillaba e la nasale velare nel nesso gn /ŋn/, caratteristiche dimostrabili, di cui avremo modo di parlare in altre occasioni; la -m finale è pronunciata forte, la y in parole greche viene resa con /i/, così come la -i- in septimum, e via discorrendo. In ogni caso la lettura è davvero notevole, e a volte sembra persino di poter ravvisare la quantità vocalica originale nei vocaboli.

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