domenica 11 gennaio 2015

IL CASO MARUSINI

Nell'introduzione di Giulio Paulis al libro La lingua sarda: storia, spirito e forma, di Max Leopold Wagner (pagg. 21-23) si leggono alcune interessanti considerazioni a proposito del bizzarro termine sardo marusini "eco", riportato da Giovanni Spano nel suo Vocabolario sardo geografico, patronimico ed etimologico (Cagliari, 1873):

Come si vede, non era né agevole né troppo sicuro recarsi all’epoca in località quali Urzulei per condurvi inchieste linguistiche. Eppure Wagner, che si definiva abenteuerlustig (desideroso di avventure), andò ovunque, controllando e integrando i dati dello Spano. Così, per esempio, proprio a proposito di Urzulei, lo studioso bavarese volle verificare, tra l’altro, se il vocabolo maruṡíni, dato per quel paese col significato di ‘eco’ nella raccolta lessicografica dello Spano, fosse confermato oppure no. La strana struttura del termine, differente da quella delle parole di tradizione latina o neolatina, e il sapere che Urzulei era uno dei centri più selvaggi di tutta l’isola, fecero smarrire per un po’ la sua fantasia «negli andirivieni dell’etimologia preistorica», insinuandogli il sospetto di avere a che fare con un prezioso relitto del sostrato paleosardo. Decise di occuparsene.

Correva l’anno 1905 quando un giorno gli accadde di trovarsi a Ulassai per compiervi dei rilevamenti sulla fonetica locale, che poi sarebbero confluiti in un libro pubblicato nel 1907, e non volle perdere l’opportunità di visitare la celebre grotta del paese. Lo accompagnava un giovane del luogo, che al ritorno, mentre attraversavano il labirinto di rocce che circonda il paese, volle fargli udire l’eco che si ode distintamente in quel sito. Wagner gli domandò come si chiamasse l’eco nel dialetto del paese e la risposta fu: «su maruṡíni». La scena che seguì fu così descritta dallo stesso Wagner in una pagina del già citato contributo su “Gli elementi del lessico sardo” (p. 409):

Io restai confuso, perché non mi ero aspettato di trovare il vocabolo qui ad Ulassai, così lontano da Urzulei, ma pensai fosse uno di quei vocaboli molto più diffusi di quel che non indichi lo Spano. Il mio compagno però, vedendo la mia sorpresa aggiunse: «Si dice così, perché questa località si chiama Mar’e Usini (mara (d)e Usini) e perché l’eco è più splendido qui che in nessun altro posto». Non potei dubitare della giustezza di quest’etimologia: avevo davanti a me il paese Usini che sta dirimpetto ad Ulassai, e più vicino ancora quel che i Sardi chiamano una mara, e l’eco non mancava nemmeno. Era dunque da vedere se veramente quest’espressione che si spiegava così bene qui colla località, si usava anche ad Urzulei. Domandavo in tanti paesi come si dicesse per ‘eco’; dappertutto mi si disse che non c’era altro vocabolo che ecu all’italiana, o non si sapeva neanche cosa fosse. Ad Urzulei poi si diceva ecu lo stesso e marusini non era noto a nessuna delle tante persone che interrogai. La sigla Urz. nello Spano sarà dunque una confusione con quella di Ulassai e non è l’unica nel Vocabolario.

Wagner trasse la conclusione che quando si tratta di attribuire a un vocabolo sardo un’origine preromana occorre grande prudenza e che è meglio pronunziare, dato il caso, un franco ignoramus piuttosto che abbandonarsi a speculazioni indimostrabili. Infatti, se è vero che la linguistica è un potente strumento d’indagine storica, e anzi talvolta costituisce l’unico mezzo di cui disponiamo per ricostruire aspetti del passato più o meno lontano, non è lecito far dire alle parole ciò che esse non possono dirci né chiedere alla linguistica più di quanto essa possa dare.

Non concordo appieno con queste conclusioni sull'impotenza della linguistica, pur essendo consapevole dei rischi che il tentativo di etimologizzare voci oscure ed isolate inevitabilmente comporta. Sono infatti convinto che se la linguistica non può dare qualcosa oggi, la potrà dare domani. In fondo, lo stesso Wagner non si è dato per vinto, è partito dall'esperienza applicando una logica ferrea, ed è così riuscito a gettare un po' di luce su una parola che altrimenti sarebbe stata priva di qualsiasi spiegazione. 

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