sabato 23 maggio 2015

PROVE INTERNE DELLA PRONUNCIA RESTITUTA DEL LATINO: CUPRESSUS E CYPRESSUS

Al greco κυπάρισσος "cipresso" corrisponde in latino la parola cupressus, che è da tutti pronunciata con il suono velare (ossia "duro"), anche dai sostenitori della pronuncia ecclesiastica. In italiano la parola "cipresso" ha invece un suono palatale (ossia "molle"), che contrasta in modo netto con latino cupressus.

Una variante cypressus comincia ad apparire soltanto nel latino tardo, ed è questo l'antenato della parola italiana, che ha evoluto un suono palatale a causa della vocale anteriore /i/, scritta con la lettera y.

Questo prova che la parola non può avere avuto un suono palatale da sempre - scontrandosi con la certezza di un suono velare in cupressus. Quindi il suono palatale si è sviluppato tardi a partire dalla variante con vocale anteriore, cypressus.

A proposito dell'etimologia della parola greca κυπάρισσος, si comprende che deve essere un prestito da un sostrato pre-greco. L'origine ultima di questo fitonimo è a mio parere semitica, basti confrontare questa radice con il vocabolo ebraico גפר gopher, che è usato per indicare l'albero dal cui legno Noè avrebbe costruito l'Arca. Anche in alcune lingue caucasiche nordorientali esiste un fitonimo dall'apparenza simile, che pure indica una specie del tutto diversa (Avaro ʁaráš, Lezghi q:ibriš "uva spina", etc.).

Sul fatto che la parola greca sia giunta in latino tramite l'etrusco, possiamo citare un nominativo che lo confermerebbe: Annia Cupressenia Herennia Etruscilla. Vediamo che Cupressenia è formato tramite un caratteristico suffisso aggettivale etrusco. Possiamo così ricostruire etrusco *cuprese (> cupressus), donde l'aggettivo *cupres-na (> Cupressenius).

Nessun commento: