Di origine abbastanza recente, la parola gergale sciallo "tranquillo", deriva chiaramente dall'arabo inshallah /in'ʃa:lla/, alla lettera "se Dio vuole", "Deo volente". Il termine arabo è denso di significati teologici, indicando la totale sottomissione dell'uomo a Dio e l'assoluta mancanza di controllo dell'essere umano sul proprio futuro. Aliene a simili sottigliezze, le genti hanno usato questa espressione per tradurre un concetto simile a "così sia". Questa voce deve essere passata dall'arabo al gergo dei coatti romani tramite mediazione carceraria. A un certo punto, i detenuti avevano appreso ad usare la voce "scialla" come intercalare neutro nel senso di "va bene" e quindi di "stai tranquillo". Da questo uso deve essere presto nato un aggettivo nuovo, assimilato alla morfologia italiana: sciallo. Questo articolo, comparso su Repubblica nel 2005, menziona esplicitamente il coattismo in questione:
È difficile stabilire quando esattamente è avvenuta la formazione dell'aggettivo. Dal romanesco coatto il termine si è diffuso in tutta Italia subendo molteplici slittamenti semantici anni prima della pubblicazione dell'articolo sopra menzionato. Già negli anni '90 dello scorso secolo, ho sentito usare scallo in piena Brianza col significato di "bello" o come equivalente di "figo". Così la frase "è sciallo" valeva semplicemente "è bello", segno che la parola si era già adattata da tempo alla realtà locale: in romanesco coatto il verbo richiesto dalla parola è invece stare: "sto sciallo" significa "sono tranquillo". In particolare ho udito molto spesso questa parola in bocca a torme di giovinastri decerebrati in quel calderone di ladri e di malfattori d'ogni genere che è diventata la città di Achille Ratti.
La parola scialla era già penetrata in suolo italico in un'altra occasione, ai tempi dei contatti tra Genovesi e Saraceni, dando origine all'esclamazione scialla! "evviva!" Alcuni la fanno risalire a wa shallah /wa'ʃa:lla/ "e Dio volendo", sinonimo di inshallah, anche se distinguere tra le due forme non sembra molto facile, visto che la sillaba iniziale è caduta. Riporto infine il link a un articolo dell'Accademia della Crusca che fa menzione dell'esclamazione ligure, anche se nutro forti dubbi sulla proposta di collegare a questa voce l'italiano scialare e alcuni suoi paralleli dialettali, tutte voci che più probabilmente derivano dal latino exhalare.
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