giovedì 14 aprile 2016

ROMANESCO COATTO MECCA 'PROSTITUTA'; FRANCESE MEC 'INDIVIDUO'

Nel romanesco coatto esiste il vocabolo mecca, tradotto in genere con "prostituta", ma talvolta anche con "ragazza". L'origine di questo coattismo è presto individuata: si tratta della voce colloquiale francese mec, che significa "individuo", "tizio", "tipo", "uomo", "ragazzo". Non soltanto: presenta tutta una gamma di significati che vanno da "marito" a "cicisbeo", da "uomo energico" a "pappone". A prima vista il suo campo semantico sembra essere affine a quello dell'inglese guy "individuo, tizio", ma mostra una tale varietà di slittamenti semantici da stupire non poco.

Qual è il significato originario della parola? Quale ne è l'origine? Quando siamo di fronte a simili termini gergali, dobbiamo innanzitutto delimitare il valore semantico da cui tutto ha avuto inizio. La cosa non sempre è ovvia. Ad esempio pochi italiani sanno che il sopracitato termine inglese guy in origine significava "fantoccio" e che è derivato dal nome di Guy Fawkes. La parola in questione è diventata tanto comune da affiancarsi a man "uomo" e da fargli concorrenza, ponendo seri problemi a eventuali futuri studiosi di archeolinguistica, posto che l'umanità potrà davvero sopravvivere abbastanza a lungo.

Con il francese mec i problemi non sono irrilevanti. Il termine ha cominiato ad apparire in questa forma nel XIX secolo, e per spiegarlo sono state elaborate le più fantasiose paretimologie. Eccone un elenco:  

1) La parola sarebbe un acronimo di mis en cause, ossia "chiamato in causa": si sarebbe formata dalle sue iniziali. Questa proposta è talmente ridicola da meritare soltanto compatimento, come le più stravaganti etimologie popolari scaturite dalla natura belluina del volgo ignorante.
2) La parola sarebbe derivata da quel bizzarro Meg usato da Balzac per indicare Dio. Sarebbe un'abbreviazione di mégot, termine gergale che significava "fumatore". A parte il fatto che non è facile trovare attributi condivisi tra Dio e i fumatori, mi si dovrebbe spiegare quale singolare catena di slittamenti semantici avrebbe portato all'attuale gamma di significati del termine mec. Senza contare che il passaggio da /g/ finale a /k/ sarebbe esso stesso anomalo.
3) La parola sarebbe derivata dall'uso gergale di maquereau "sgombro". Secondo questa proposta etimologica, il termine mec sarebbe una variante del pur comune mac, che però ha un campo semantico più limitato: significa soltanto "prosseneta", "pappone". Lo sgombro è un pesce aggressivo e vorace, donde lo slittamento semantico a "lenone" sarebbe stato un naturale sviluppo. La variante mec /mɛk/ sarebbe stata retroformata da una pronuncia dialettale /mɛ'kRo/ per /ma'kRo/.

In realtà gli sgombri non c'entrano nulla. Il termine maquereau "sgombro" - che alcuni etimologi fanno goffamente risalire a un composto delle parole latine macula e radiata, con l'aggiunta di un suffisso diminutivo - ha infatti già da secoli un omofono col senso di "protettore, lenone", che ha però tutt'altra etimologia: si tratta di una somiglianza casuale. Nella lingua d'oïl medievale esisteva infatti maquerel "intermediario", a sua volta dal francone (cfr. olandese makelaar "intermediario"). È questo il significato primitivo della parola, che è di origine germanica e deriva dal verbo protogermanico *mako:nan "fare": antico alto tedesco mahhôn, antico sassone makôn, makoian, antico inglese macian /'makjan/, norreno maka. Nell'attuale tedesco abbiamo machen "fare" e in inglese to make "fare": quest'ultimo vocabolo è a tutti ben noto. In francese esiste poi un altro parente di maquereau, derivato dalla stessa radice germanica: è il verbo maquiller, che attualmente significa "truccarsi" (donde maquillage), ma che in epoca più antica significava "lavorare a qualcosa, fare" (antico piccardo maquier "fare").  

Adesso possiamo tornare all'Urbe. La parola francese mec è passata in romanesco in epoca recente in una forma femminile mecca, che in origine significava "tizia, tipa", quindi "ragazza" (fine XIX secolo). Infine per ulteriore slittamento semantico è giunta a significare "prostituta", e in questa accezione è documentata nella narrativa del XX secolo (Pasolini, 1955; 1959). Nel gergo della malavita romana (fine XIX secolo) la semantica era diversa: mecca significava "signora, padrona" ed esisteva anche il maschile mecco "signore, padrone". Allego alcuni link: 


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