giovedì 21 aprile 2016

LA SCOMPARSA DELLE LINGUE DELLA PATAGONIA: IL PROBLEMA DELLE RELIGIONI NATIVE

Il concetto di “Dio”

Un altro capitolo di questo processo di assimilazione semantica è costituito dalla necessità del missionario di far assumere agli indigeni l'idea del dio giudaico-cristiano, obiettivo ultimo del suo paziente lavoro di comunicazione. Dai tempi dei primi contatti con i popoli amerindiani, molti missionari spagnoli e portoghesi seguirono la tattica evangelica di identificare a ogni costo la divinità cristiana con qualche entità autoctona, identificazione che serviva da punto di partenza per introdurre la nuova visione cosmologica. Tra i parlanti Nahuatl (1) del Messico il metodo sembrava promettente, perché avevano un concetto chiamato nientemeno che teo-tl, che somigliava da morire al termine greco Theos (2). Tuttavia il sistema non funzionò sempre così bene. In Patagonia non si incontrava nulla di assimilabile a Dio.
Gli indigeni dell'estremo sud dell'America sembravano “atei” in modo esasperante, per quanto l'esistenza di Dio fosse loro proposta dalle più diverse "necessità" della ragione naturale aquiniana.
Paul Hyades lo riassumeva così sul finire del  XIX secolo, riferendosi a quello che oggi si chiamano Yahgan (Hyades e Deniker 1891):

“Nous les avons observés bien attentivement à ce point de vue (...) pendant l’année que nous avons passée parmi eux: et jamais nous n’avons pu saisir la moindre allusion à un culte quelconque, ni à une idée religieuse.”

E il missionario Borgatello (1924), alludendo agli Shelk'nam (3) e ai Kawésqar:

“Ora che molti di loro, tanto Alakaluffi che Onas, conoscono lo spagnuolo e sanno esprimere chiaramente in questa lingua le loro idee, si è veramente in grado di avere notizie certe intorno alle loro antiche credenze.
Ho richiesto pertanto agli Onas se sapevano che esistesse un Dio o Essere Supremo, prima di essere fatti cristiani, se esistesse il Paradiso e l’Inferno, il Demonio, ecc.
Essi mi risposero:
- Nada saber nosotros de todo esto (cioè ‘nulla sapevamo noi di tutto questo’).
Così pure gli Alakaluffi mi diedero la stessa risposta.”

Le lingue patagoniche finirono tuttavia col dotarsi di parole per tradurre Dio. Il meccanismo, in cui secondo Tonelli (1926) si poteva notare chiaramente la mano dei missionari salesiani, fu tradurre qualche attributo teologico cristiano, e per sineddoche designare la totalità della divinità a partire da questo termine.
Così la parola Shelk'nam xowen ‘eterno, antico’ fu quella scelta nel lavori lessicografici del Beauvoir e della sua scuola nella missione di Candelaria. Altri missionari preferirono temaukel, perché questo termine Shelk'nam significava ‘parola’, ossia Verbum. Così gli Shelk'nam appresero che “In principio era Temaukel...” giusto quando stavano giungendo alla loro fine.

Miguel Peyró García (Università di Siviglia),
La desaparición de las lenguas de la Patagonia, 2005.
Traduzione del sottoscritto, 2016.


Note del traduttore:

(1) Peyró García ha "entre los náhuatl", il che è privo di senso, perché Nahuatl è il nome della lingua (significa "il giusto suono"). Avrebbe dovuto dire "entre los Nahuatlacas" o "entre los hablantes del Náhuatl".   

(2) La parola greca è θεός. Peyró García ha ispanizzato la sua ortografia in Teos, distorcendo il dato. È a parer mio molto dubbio che i missionari che convertirono i Messicani avessero una conoscenza anche rudimentale della lingua greca.  

(3) Selknam nel testo originale. A causa della notoria difficoltà dei parlanti ispanici a pronunciare il suono sh /ʃ/ (italiano sc di scena), le trascrizion nella loro lingua lo adattano a s

Una singolare contraddizione

A proposito del teonimo Shelk'nam Temaukel, dobbiamo riportare una singolare contraddizione. Questo è ciò che è scritto in Wikipedia in lingua spagnola a proposito di Temaukel (20/04/2016):

Temáukel, también conocido como Timáukel, Temáulk, Timáukl, Pemáulk, Temuakel, Pimaukel o Pimaujil, es el dios supremo del panteón selknam y haush. Las características de Temáukel lo asemejan bastante al Dios de las religiones abrahámicas. Es más, algunos selknam que tuvieron suficiente contacto con los europeos, consideraban al Dios de los cristianos equivalente a su propio dios supremo, Temáukel. Este reconocimiento del Dios cristiano no es excluyente de la existencia de Temáukel, es decir, serían equivalentes, pero de ninguna manera el mismo ser. En teoría, entre todas las deidades selknam, es el único que es considerado un Dios propiamente tal, puesto que las otras deidades son identificadas más bien como antepasados mitológicos.

Etimología
La palabra Temáukel tiene la característica de un nombre propio. Su origen era desconocido por los mismos selknam. Según Martin Gusinde, nadie fue capaz de darle un significado especial por ser, precisamente, un nombre propio.

Atributos
Temáukel guarda muchas semejanzas con el Dios de las religiones abrahámicas. Sin embargo, no es la única deidad dentro de las creencias selknam y, entre estas, es el único en ser identificado como un Dios propiamente tal, lo cual lo convierte en el ser supremo de una religión henoteista.

Como dios supremo, se le describen características de infinitud. Sin embargo, a diferencia del Dios abrahámico, no se trata de un ser omnipresente puesto que, de acuerdo a los relatos selknam, él nunca ha estado en el mundo terrenal. No obstante, es un dios infinito, por ser eterno, considerándose que siempre ha existido y siempre existirá.
Se le describe como un ser incorpóreo, ajeno a los sentimientos y deseos humanos. Temáukel es estricto en el cumplimiento de sus mandamientos. De acuerdo a las creencias selknam, el no cumplimiento de los mandatos entregados a través de Kénos suponían un castigo a quienes desobedecían, enviando muerte y enfermedades.

Culto
Temáukel, dios supremo del panteón selknam, era un ser respetado y temido, sin embargo no era malvado, sino severo. Los selknam rara vez pronunciaban su nombre y, jamás era usado en circunstancias triviales. Debido a este temor que los selknam tenían a su dios, se referían a él mediante el uso de circunloquios. Las formas habituales de referirse a él eran "so'onh haskán" (habitante del cielo) y "aiyemok so'onh haskán" (aquel que habita en el cielo) y "so'onh kas pemer" (aquel que está en el cielo).

Los selknam no tenían oraciones propiamente tal, pero las mujeres solían hablarle a su dios supremo cuando sus hijos estaban gravemente enfermos, para pedirle que no muriera injustificadamente. Por otro lado, se conocen dos tipos de ofrendas que los selknam realizaban a Temáukel. El primero de ellos era arrojar fuera de sus viviendas un trozo de carne cuando comían de noche, que lo ofrecían a su dios. El segundo consistía en un trozo de carbón ardiente que las mujeres arrojaban fuera de sus chozas, especialmente en la mañana.  

Mitología
Temáukel es un dios primigenio, por lo tanto, siempre ha existido. Habita en la Cúpula Celeste, en el Cielo Este o Wintek y nunca ha estado en la Tierra.
De acuerdo al mito, Temáukel es el creador de la Cúpula Celeste y la Tierra primitiva. A esta envió a Kénos con la misión de darle forma y crear a la humanidad.

I dati riportati da Peyro Garcia contrastano sensibilmente con quelli riportati dalla Wikipedia in lingua spagnola. Non è possibile che entrambe le descrizioni siano vere. Se Peyró García ha ragione, allora Wikipedia riporta falsità o dati male interpretati. Al contrario, se Wikipedia riporta dati fidedigni, allora l'articolo di Peyró García contiene falsità. Come verificarlo? Semplice. Si deve compiere un'indagine. 

Applicazione del Perpendiculum

La stessa pagina della Wikipedia sopra menzionata rimanda a uno splendido e dettagliato lavoro di Martin Gusinde sul mondo spirituale degli Shelk'nam. È consultabile e scaricabile gratuitamente seguendo questo link:


Quanto esposto è di una complessità incredibile. Giungo quindi alla conclusione che è semplicemente impossibile che un simile apparato mitologico possa essersi formato nel giro di pochi anni dall'influenza della predicazone dei missionari salesiani. Non risulta inoltre che Temaukel (con le sue varianti) sia la traduzione di "parola". Anzi, era considerato un nome tabù che non veniva mai pronunciato e che incuteva paura superstiziosa. Quindi le informazioni riportate dall'articolo di Peyró García a questo proposito devono ritenersi fabbricazioni o frutto di gravi distorsioni. Le possibilità sono due: 

1) L'autore si è fidato della propria memoria, riportando qualcosa di cui era erroneamente convinto senza prima verificarla (come può accadere a chiunque);
2) L'autore ha forgiato la glossa erronea temaukel "parola" a bella posta, cum dolo.

La falsa glossa temaukel "parola" deve essere in ogni caso considerata come un meme. In altre parole appartiene al regno della disinformazione. Per quanto riguarda il missionario Borgatello, le sue dichiarazioni potrebbero essere frutto di un fraintendimento, dovuto all'estrema riluttanza dei popoli della Terra del Fuoco a parlare delle cose a loro più sacre. In altre parole, le religioni dei Fueghini erano esoteriche.

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