martedì 28 giugno 2016


LA MORTE DI PAN

Io ho sentito la storia di un uomo che non era né uno sciocco né un imbroglione. Alcuni di voi hanno ascoltato il retore Emiliano, che era figlio di Epiterse, mio concittadino e maestro di grammatica. Proprio lui mi raccontò che una volta si era imbarcato per l'Italia su un mercantile con molti passeggeri a bordo: alla sera quando già si trovavano presso le isole Echinadi, il vento cadde di colpo, e la nave fu trasportata dalla corrente fino a Paxo. Quasi tutti i passeggeri erano svegli, e molti, terminata la cena, stavano ancora bevendo. All'improvviso si sentì una voce dall'isola di Paxo, come di uno che gridasse il nome di Tamo. Tutti restarono sbalorditi. Questo Tamo era un pilota egiziano, ma quasi nessuno dei passeggeri lo conosceva per nome. Due volte la voce dell'uomo lo chiamò, e lui stava zitto. Alla terza rispose, e allora quello con tono più alto disse: "Quando sarai a Palode, annuncia che il grande Pan è morto". A queste parole, diceva Epiterse, tutti restarono sbalorditi, e si domandavano se fosse meglio eseguire l'ordine oppure non darsene cura. Allora Tamo decise che, se ci fosse stato vento, avrebbero costeggiato la riva in silenzio; se invece giunti là avessero trovato bonaccia, avrebbe riferito la notizia. Quando infine arrivarono a Palode, non un soffio di vento, non un'onda. Allora Tamo, sulla poppa, guardò verso terra e gridò: "Il grande Pan è morto". Non aveva quasi finito di dirlo che subito si levò un gran gemito, non di una persona sola, ma di tante, pieno di stupore.  

Plutarco - Il Tramonto degli Oracoli
(Esilio a Mordor, 19/12/2006)

Eventi come quello descritto da Plutarco segnano la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra. Non sono soltanto dati di fatto, ma fungono da geroglifici che condensano in sé l'angosciante simbolismo della frattura col passato. Quando una tale rottura si è consumata, non è più possibile tornare indietro. Su questo non si mediterà mai abbastanza. Come insegna la termodinamica, nell'Universo esistono solo processi irreversibili. Tutto è senza rimedio: dalla lenta cottura di un uovo, in cui mutamenti microscopici sono responsabili del rassodarsi dell'albume e del tuorlo, alle ineluttabili forze che plasmano i popoli e le religioni. La cesura storica muta lo stesso sentire delle genti. Nulla è più riconoscibile: si ha la fortissima impressione di procedere verso l'Ignoto. Si arriva fatalmente al punto in cui tutto ciò che esiste appare all'improvviso estraneo, come se la sua stessa sostanza ontologica si fosse stemperata.

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