NOSFERATU IL VAMPIRO
Titolo originale: Nosferatu, eine Symphonie des
Grauens
Traduzione del titolo originale: Nosferatu, una
sinfonia dell'Orrore
Paese di produzione: Germania
Anno: 1922
Durata: 84 min
Colore: B/N; colorizzato
Audio: muto
Genere: orrore; propaganda antisemita
Regia: Friedrich Wilhelm Murnau
Soggetto: Bram Stoker (romanzo), adattamento di
Henrik Galeen
Sceneggiatura: Henrik Galeen
Produttore: Prana-Film G.m.b.H.
Fotografia: Günther Krampf, Fritz Arno Wagner
Musiche: Hans Erdmann
Scenografia: Albin Grau
Costumi: Albin Grau
Interpreti e personaggi:
Gustav von Wangenheim: Hutter
Max Schreck: Conte Orlok
Greta Schröder: Ellen Hutter
Alexander Granach: Knock
Georg H. Schnell: Harding
Ruth Landshoff: Annie
John Gottowt: professor Bulwer
Gustav Botz: dottor Sievers
Max Nemetz: capitano del Demeter
Wolfgang Heinz: primo marinaio
Albert Venohr: secondo marinaio
Guido Herzfeld: oste
Hardy von Francois: medico dell'ospedale
Heinrich Witte
Location:
Mar Baltico
Helgoland (Germania)
Lauenburg (Germania)
Lubecca (Germania)
Pomerania (Germania)
Rostock (Germania)
Wismar (Germania)
Dolný Kubín (Slovacchia)
Monti Tatra (Slovacchia)
Castello di Orava (Slovacchia)
Oravský Podzámok (Slovacchia)
Váh (Slovacchia)
Versione sonorizzata: Waldemar Roger (1930),
Die zwölfte Stunde, aka Eine Nacht des Grauens
Restauri:
Image Entertainment con 2 rimasterizzazioni
pubblicate nel 1998 e nel 2001;
Eureka Entertainment con 2 rimasterizzazioni
pubblicate nel 2001 e nel 2007;
Kino International con 2 rimasterizzazioni
pubblicate nel 2002 e nel 2007.
Grauens
Traduzione del titolo originale: Nosferatu, una
sinfonia dell'Orrore
Paese di produzione: Germania
Anno: 1922
Durata: 84 min
Colore: B/N; colorizzato
Audio: muto
Genere: orrore; propaganda antisemita
Regia: Friedrich Wilhelm Murnau
Soggetto: Bram Stoker (romanzo), adattamento di
Henrik Galeen
Sceneggiatura: Henrik Galeen
Produttore: Prana-Film G.m.b.H.
Fotografia: Günther Krampf, Fritz Arno Wagner
Musiche: Hans Erdmann
Scenografia: Albin Grau
Costumi: Albin Grau
Interpreti e personaggi:
Gustav von Wangenheim: Hutter
Max Schreck: Conte Orlok
Greta Schröder: Ellen Hutter
Alexander Granach: Knock
Georg H. Schnell: Harding
Ruth Landshoff: Annie
John Gottowt: professor Bulwer
Gustav Botz: dottor Sievers
Max Nemetz: capitano del Demeter
Wolfgang Heinz: primo marinaio
Albert Venohr: secondo marinaio
Guido Herzfeld: oste
Hardy von Francois: medico dell'ospedale
Heinrich Witte
Location:
Mar Baltico
Helgoland (Germania)
Lauenburg (Germania)
Lubecca (Germania)
Pomerania (Germania)
Rostock (Germania)
Wismar (Germania)
Dolný Kubín (Slovacchia)
Monti Tatra (Slovacchia)
Castello di Orava (Slovacchia)
Oravský Podzámok (Slovacchia)
Váh (Slovacchia)
Versione sonorizzata: Waldemar Roger (1930),
Die zwölfte Stunde, aka Eine Nacht des Grauens
Restauri:
Image Entertainment con 2 rimasterizzazioni
pubblicate nel 1998 e nel 2001;
Eureka Entertainment con 2 rimasterizzazioni
pubblicate nel 2001 e nel 2007;
Kino International con 2 rimasterizzazioni
pubblicate nel 2002 e nel 2007.
Trama:
Hutter è un giovane agente immobiliare che vive nella città fittizia di Wisborg. Il suo datore di lavoro lo invia in Transilvania da un nuovo cliente, il Conte Orlok. Hutter non dà peso ai funesti presentimenti della moglie, Ellen, che affida alle cure dell'amico Harding prima di partire per il rischioso viaggio. Raggiunto un villaggio dei Carpazi, si ferma in una taverna. Le genti del luogo sono terrorizzate alla sola menzione del nome del Conte e gli sconsigliano di proseguire per il suo castello, considerato un luogo maledetto. Incurante di quelle che considera superstizioni, Hutter raggiunge la sua destinazione e viene accolto dal Conte, che presto rivela la sua natura demoniaca. L'agente immobiliare si risveglia con segni di morsi sul collo e presto sospetta che il suo ospite sia proprio Nosferatu, l'Uccello della Morte di cui era scritto in un libro da lui trovato alla locanda. Durante un giro di esplorazione raggiunge una cripta e scopre il Conte che dorme nella sua bara. In preda all'orrore, dalla finestra della sua stanza assiste alla partenza di un carico di bare piene di terriccio contaminato, che teme possano essere dirette proprio a Wisborg. Il sinistro nobiluomo parte assieme al macabro carico. A questo punto Hutter fugge dal maniero e si mette subito in viaggio per rientrare nella sua città. Ritrova sua moglie, che per tutto il tempo era stata in preda alla febbre e sconvolta da oscuri presagi. Ben presto Hutter si accorge che la propria salute è stata minata dai mefitici influssi del Vampiro. Nel frattempo le bare del Conte vengono trasportate su una zattera lungo il fiume e caricate su una nave. Durante la traversata si scatena un'epidemia a bordo e i marinai muoiono uno dopo l'altro. Le casse di rivelano piene zeppe di ratti. Il capitano è l'ultima vittima. Quando la nave arriva a Wisborg sembra essere abbandonata. Il Conte Orlok passa inosservato e si trasferisce nella casa che ha acquistato. La nave viene ispezionata dalle autorità portuali e i medici capiscono che l'equipaggio è stato ucciso dalla peste. Si scatena il panico e cominciano a registrarsi in città numerosi decessi causati dal morbo. La nuova dimora del Non Morto è situata proprio di fronte a quella di Hutter. La creatura delle Tenebre osserva dalla finestra Ellen, pensando di farne la sua prossima vittima. La donna non si perde d'animo: saputo che il solo modo per sconfiggere un vampiro è di trattenerlo fino ad esporlo alla luce del sole, decide di sacrificarsi per il bene comune. Si offre così a Nosferatu permettendogli di soddisfare la bramosia di sangue. Riesce nel suo intento. Come i raggi del sole che sorge sorprendono il Conte intento a nutrirsi, per lui è la fine. Assieme all'emissario del Male scompaiono sia la pestilenza che la maledizione di Hutter.
Recensione:
Pilastro portante del genere horror e massima manifestazione dell'espressionismo nel cinema, il Nosferatu di Murnau è stato definito da Mymovies.it "il solo film vampirico ammesso nelle discussioni colte dei critici". La complessità di questa pellicola è tale che difficilmente può essere esaurita in un singolo intervento. Cercherò in ogni modo di iniziare un'analisi, seppur abbozzata.
Oppressione e censura!
Pochi film hanno patito come questo persecuzioni ad opera dei tribunali e del potere di Mammona. Non avendo pagato i diritti d'autore per l'adattamento del romanzo Dracula di Bram Stoker, Murnau ha pensato di mettersi al riparo da azioni legali con un semplice stratagemma, cambiando tutti i nomi dei personaggi, l'ambientazione e introducendo alcune significative modifiche alla trama. Tutto ciò non è stato sufficiente ad evitare che la moglie del defunto autore irlandese, Florence Balcombe, lo denunciasse per plagio. Nel 1925 Murnau perse la causa e il tribunale ordinò che tutte le copie del Nosferatu venissero distrutte. Il regista riuscì a salvare miracolosamente i negativi, così nel 1929 il film ricomparve negli Stati Uniti, dove nel frattempo i diritti d'autore dell'opera di Stoker si erano estinti. Se l'iniqua tirannia dei diritti d'autore fosse riuscita a prevalere, noi non conosceremmo questo capolavoro, sarebbe stato perduto per l'eternità.
Il contesto storico
Il film riflette la durissima realtà della Germania di Weimar con le sue spaventose tensioni e le sue contraddizioni insanabili. Senza dubbio si tratta di un adattamento del romanzo di Bram Stoker, ma di certo non è soltanto questo. La sconfitta della Germania nella Grande Guerra ha provocato nella popolazione una crisi ontologica insanabile e senza precedenti, ponendo fine al mito dell'Invincibilità. I Tedeschi non poterono trovare modo di spiegare la disfatta, così nacque la Dolchstoßlegende, ossia la "Leggenda della pugnalata alle spalle". La ricerca del colpevole non si materializzò soltanto nella ricerca di un concreto capro espiatorio: produsse la pervasiva e ineliminabile consapevolezza di una presenza mostruosa, aliena alla natura della Nazione, che aveva reso possibile la sua nemesi. Ebbene, questa presenza sinistra si incarna proprio nel mito del Vampiro. Non sarebbe possibile spiegare il Nosferatu di Murnau scorporandolo dal contesto che l'ha visto nascere. Tutto questo fa del film un documento storico preziosissimo.
Nosferatu e il Nazionalsocialismo
Esiste una rigogliosa tradizione esegetica che interpreta il capolavoro di Murnau come un'opera profetica che utilizzò il Vampiro e la Peste per preconizzare l'ascesa del Nazismo e la sua diffusione in Europa. Ricordo addirittura una recensione, comparsa una trentina di anni fa su un quotidiano d'ispirazione cattolica, che parlava senza mezzi termini del "dilagare dei pestilenziali ratti di fogna nazisti". A parte il fatto che definire un gruppo di persone "pestilenziali ratti di fogna" è un tipico strumento retorico del Nazionalsociasmo, cosa che rende il giudizio a dir poco paradossale. Il punto è questo: coloro che identificano il Conte Orlok con Adolf Hitler sono in errore. Il regista ha plasmato il mostro con un intento completamente diverso: quello di rappresentare la figura dell'Ebreo tratta dalla più feroce propaganda antisemita. L'Ebreo nelle sue caratteristiche di propalatore dell'Internazionalismo Socialista e al contempo di rappresentante del capitalismo usuraio. In altre parole, Nosferatu rappresenta un Geltjude, ossia un "ebreo del denaro", che inganna le genti con la Socialdemocrazia per portare alla dissoluzione tutti gli stati non semiti. Vediamo che in Germania l'Internazionalismo era avvertito come un pericolo gravissimo alla sopravvivenza dei concetti stessi di Nazione e di Popolo (Volk) e paragonato in modo ricorrente alla peggiore di tutte le piaghe: la peste. Il trionfo del Marxismo, si legge nel Mein Kampf, equivarrebbe per l'umanità a cingersi il capo con la corona funebre. Non a caso il Conte Orlok, il Non Spirato (questo significa in rumeno Nosferatu), ha tutti i tratti fisici caricaturali e grotteschi che la propaganda antisemita attribuiva all'Ebreo, ad esempio il caratteristico naso aquilino. Il suo nutrirsi di sangue sottratto ai viventi è senza dubbio una metafora dell'attività usuraia. La corruzione del sangue di coloro che sono parassitati da questa spaventosa creatura rappresenta l'avvelenamento del Volk. La somiglianza con la propaganda convulsa di Julius Streicher è stridente. Non è vero, nel modo più assoluto, che i Nazisti hanno cercato di piegare alle esigenze della loro propaganda le tematiche del film di Murnau: è invece vero e di per sé evidente che tale film ha preso la metafora della peste da quella stessa fonte che ha alimentato la propaganda del Nazionalsocialismo nella sua forma più virulenta e violenta. Non è stato necessario piegare nulla: la metafora era già diffusa e utilizzabile così com'era.
A quanto ho potuto appurare, gli errori marchiani di questo filone maggioritario della critica corrente sono riconducibili all'opera del saggista Siegfried Kracauer, che fuggì dalla Germania all'ascesa della NSDAP. Un dettaglio che mi pare altamente significativo. Egli ha semplicemente diffuso la sua esegesi per rendere torbide le acque. Per dare un'idea di questi argomenti, riporto un estratto di un articolo di Fred Thom in cui si parla dell'identificazione del Conte Orlok con Adolf Hitler (la traduzione è mia):
"Mentre la tesi del Nazismo necessita un'elaborata spiegazione politico-storica che gli interessati possono studiare nel libro di Kracauer, è chiaro che il vampiro simboleggia Hitler. Nosferatu lascia il suo paese per espandere il suo potere all'estero. Il suo morso rende pupazzi delle sue vittime, servitori corpo e anima del potente padrone, fanatici ciechi che rappresentano il popolo tedesco, mentre Knock, il suo servo all'estero, è forse confrontabile a un collaborazionista. I ratti che il Conte porta con sé nella sua imbarcazione per propagare nel paese straniero, portando con sé la peste, simboleggiano l'ideologia nazista che si diffonde attraverso l'Europa. Inoltre, questo è confermato sapendo che il Nazismo fu esso stesso ritenuto come la peste nera ai suoi tempi. A causa di ciò, Nosferatu è senza dubbio un film visionario, la telecamera di Murnau è una sorta di sfera di cristallo che proietta al mondo l'avvertimento del regista riguardo a un futuro cupo."
Coloro che vedono Hitler nel Vampiro commettono una fallacia evidente e questo per un motivo molto semplice: guardano il film con gli occhi dei moderni e lo interpretano usando i criteri del mondo contemporaneo. Si rifiutano di guardare un prodotto tedesco dell'epoca di Weimar con gli occhi di un tedesco dell'epoca di Weimar. Utilizzano le attuali categorie proiettandole indietro nel tempo in un contesto in cui sarebbero state considerate incomprensibili. Attualmente le masse sono ipersensibili a qualsiasi tematica relativa al razzismo e all'antisemitismo. Gli errori di Kracauer attecchiscono facilmente perché un moderno tenderà facilmente a identificare un mostro con Hitler. Viene trascurato il fatto che all'epoca in cui il Nosferatu di Murnau fu prodotto, l'antisemitismo razziale era dilagante. La sua diffusione era capillare e non soltanto in Germania. Non capire questo e non tenerne conto è pura e semplice follia. In altre parole, una critica come quella di Kracauer e del suo emulo Fred Thom è puro e semplice revisionismo.
Antisemitismo novecentesco e
antisemitismo moderno
antisemitismo moderno
Non ha senso neppure il meme che vorrebbe Murnau "traumatizzato e terrorizzato dall'antisemitismo", cosa incredibile che ho avuto occasione di scoprire nel Web. Chi prova orrore e sgomento per qualcosa non fa il fulcro di una sua opera. E perché mai Murnau avrebbe dovuto provare orrore e sgomento per qualcosa che era sentire comune? Il fatto che il mondo moderno non abbia riconosciuto la natura del Vampiro e della Peste, indica evidentemente che questi memi antisemiti sono de facto quasi estinti, con buona pace dei buonisti che in preda alla droga continuano a parlare come se sui palazzi di Berlino garrisse tuttora lo Hakenkreuz, come se il Führer ormai ultracentenario tenesse ancora i suoi discorsi a Norimberga. Se così non fosse, ci sarebbe un immediato riconoscimento di questo linguaggio e dei suoi simboli da parte delle masse, il che a quanto pare non avviene. All'ipersensibilità verso il concetto di antisemitismo non corrisponde la capacità di riconoscerne le manifestazioni. Nell'epoca moderna esiste un antisemitismo diffuso e popolare, ma si esprime in modo diverso: non ha base razziale e non segue affatto la natura memetica dell'antisemitismo del secolo XIX e della prima metà del XX. Questo antisemitismo moderno è essenzialmente di sinistra e coincide con l'antisionismo, propagato dagli insegnanti buonisti nella fucina di demenza che è la scuola, quegli stessi insegnanti che hanno trasformato il Nazionalsocialismo in una realtà metastorica. Eppure il Nazionalsocialismo è defunto quando Hitler si è fulminato ingurgitando il cianuro e sparandosi nel cervello, quando Goebbles ha avvelenato i suoi sei figli uccidendosi a sua volta assieme alla moglie. Ma si sa, con il pianeta che sta sprofondando nel baratro a causa della dissennatezza degli umani, c'è sempre qualcuno pronto a giurare che il vero problema sono i fantasmi del '45.
Nosferatu e la globalizzazione
Come ulteriore obiezione a Fred Thom posso riportare due significative citazioni tratte dal Mein Kampf, che riproduco in questa sede per necessità di conoscenza:
"L’Ebreo è e rimane un parassita, uno scroccone, che come un bacillo pernicioso si espande su larghe aree quando qualche area favorevole lo attrae. L’effetto prodotto dalla sua presenza è come quello di un vampiro: ovunque si stabilisca, il popolo che gli garantisce ospitalità è presto o tardi costretto alla morte."
Adolf Hitler
Adolf Hitler
"L’Ebreo è la larva di un corpo in corruzione, una pestilenza, peggio della peste nera del passato ed è un portatore di bacilli della peggior specie, l’eterno fungo divisore dell’umanità, il calabrone scansafatiche che s’introduce presso gli altri, il ragno che succhia lentamente il sangue delle nazioni, una banda di topi che si battono a sangue, il parassita nel corpo di altri popoli, il parassita tipico, uno scroccone, che va a moltiplicarsi come un microbo dannoso, l’eterna sanguisuga, il parassita delle nazioni, il vampiro dei popoli."
Adolf Hitler
Adolf Hitler
E non è questo un riassunto sintetico della vicenda mostrata da Murnau nel suo Nosferatu? Non basta. Questo è quanto afferma Fred Thom, a proposito di Nosferatu e della globalizzazione:
"Il film coincide con l'inizio della globalizzazione e in particolare con l'investimento di capitali stranieri nell'economia locale. Il Conte, che è ovviamente un predatore, qui incorpora il fenomeno della globalizzazione, a quell'epoca considerata un pericolo. Certo, la più chiara allusione è quella che egli investe nel reale Stato tedesco. Questo tema dell'investimento di capitale straniero è confermato da una delle scene che fu tagliata dalla versione finale. Quando Nosferatu è visto mentre viene attaccato nella strada da un ladro e pugnalato al cuore, anziché il sangue, vediamo monete d'oro sul suolo."
Teufel! E questo non è antisemitismo allo stato puro? Julius Streicher non avrebbe potuto esprimersi in modo più chiaro di quanto ha fatto Murnau in quella scena perduta! Fred Thom contraddice così quanto aveva detto poco prima a proposito di Nosferatu e del Nazismo. Nosferatu con il denaro al posto del sangue non è semplicemente Nosferatu il Capitalista nell'accezione moderna del termine: un tedesco dell'epoca di Weimar vi avrebbe visto all'istante Nosferatu l'Ebreo.
Il sole che sorge: una spiegazione
Murnau profetizzò l'avvento del Nazionalsocialismo in un modo che la critica non ha compreso e che l'opinione pubblica moderna troverebbe sconvolgente. Nel film non è infatti la pestilenza a rappresentare l'ascesa del Partito di Hitler, ma il sorgere del sole.
C'è un'altra cosa da puntualizzare a questo proposito: il mito del sole che uccide i vampiri ha la sua origine proprio nel film di Murnau. Non esisteva in precedenza. Il Dracula di Bram Stoker è sì indebolito dalla luce solare, ma in caso di necessità è ben capace di muoversi in pieno giorno: Van Helsing spiega che il vampiro nelle ore diurne è confinato nella sua forma puramente materiale e perde la capacità di metamorfosi. Se la memoria non m'inganna, nel romanzo si narra che quando Jonathan Harker e i suoi compagni si trovavano durante il giorno in un appartamento londinese usato dal Conte come nascondiglio, erano in ansia per via del possibile arrivo del proprietario. Dall'uscita del Nosferatu di Murnau in poi, di vampiri in grado di camminare e di operare alla luce del sole a quanto mi consta non si è più parlato.
Criptozoologia transilvana
In una sequenza del film si vede un esemplare di un animale che con la fauna della Transilvania non ha nulla a che spartire. Colpisce per la sua incongruità. Sembra proprio una iena striata (Hyaena hyaena), ben riconoscibile dal tipico disegno della pelliccia sulla zona ventrale, anche se ha la testa insolitamente piccola e con fattezze volpine. La sua spettrale comparsa avviene nel bel mezzo di una tempesta nei Carpazi, mentre Hutter si trova all'osteria. I cavalli ne avvertono la presenza e sono colti dal terrore. Poco dopo l'animale mostruoso compare di nuovo e questa volta lo si vede più da vicino. Nel suo sguardo c'è qualcosa di umano! Cos'è la bestia dal pelo variegato? Un'ombra suscitata dall'Erebo o forse una delle tante possibili metamorfosi di Nosferatu? Non dobbiamo infatti dimenticare che al Vampiro sono attribuiti molti strabilianti poteri che di rado trovano piena traduzione nel mondo del cinema: secondo la tradizione può apparire infatti in diverse forme animali diverse da quella classica del pipistrello, come ad esempio la zecca, il ragno, il lupo e il ratto. Perché dunque il Conte Orlok non potrebbe essersi trasformato in un animale carognaro affine alla iena?
Max Schreck, realtà e leggenda
L'attore che interpreta il Conte Orlok, Max Schreck, aveva un nomen omen. Infatti in tedesco Schreck significa "spavento". Nonostante fosse un uomo nato da una donna e dotato di corpo composto da carne, sangue e ossa, su di lui fiorirono presto leggende a dir poco stravaganti. Alcuni dissero che dietro lo pseudonimo di Schreck si nascondesse in realtà lo stesso Murnau travestito. Per altri invece Schreck era un vampiro autentico, trovato da Murnau nel corso di un suo viaggio nei Carpazi. Eppure abbiamo le prove che l'attore che interpretò in modo tanto magistrale il Conte Orlok non era un personaggio fantomatico. Il suo vero nome era Friedrich Gustav Max Schreck. Nato a Berlino-Friedenau nel 1879, non era uno sconosciuto nel mondo del cinema. Una cosa è certa: non si nutriva di sangue umano. Fu stroncato da morte improvvisa e prematura dopo aver recitato il ruolo del Grande Inquisitore nel Don Carlos, a Monaco di Baviera nel 1936.
Altre differenze tra Orlok e Dracula
Mentre il Dracula di Bram Stoker trasmette la condizione di vampirismo alle sue vittime, Orlok ha un morso che provoca semplicemente la malattia e la morte. In altre parole, egli è incapace di trasmettere la propria condizione ai viventi del cui sangue si nutre. Può sembrare un dettaglio di poco conto, mentre in realtà è di capitale importanza. Infatti è proprio questa impossibilità di trasformare le vittime in vampiri a rendere possibile il finale ottimistico. Quando la luce del sole trionfa, Hutter guarisce come per incanto dalla consunzione causata dal morso del Conte Orlok. La moglie Ellen muore e non risorge in forma vampirica. Il finale del Nosferatu di Herzog, come vedremo, è drammaticamente diverso e questo sancisce una diversità ontologica insanabile tra i due lavori.
Una sessualità torbida
Il sentire dei Weimariani in materia di sesso era molto diverso dal nostro. Nel primo dopoguerra a Berlino si svolgevano spettacoli ributtanti di pedofilia e di bestialità, in cui bambini erano costretti ad accoppiarsi con adulti e persino con animali, ma alcune sequenze del film di Murnau erano definite pornografiche. Hutter, a tavola col Vampiro, taglia il pane nel modo tradizionale (a mio parere piuttosto illogico), facendo scorrere il coltello nella pagnotta verso il suo pollice, che finisce così col tagliarsi. Il Conte Orlok, eccitatissimo alla vista del sangue, cerca di succhiarlo. Un chiaro atto di fellatio omosessuale. Carico di erotismo è anche l'abbandono di Ellen tra le braccia di Nosferatu, anche se mostrato solo per pochi istanti: è la manifestazione di un invincibile cupio dissolvi mentre il suo sangue fugge nell'avida bocca del tenebroso amante, il cui assalto evoca una volta di più motivi antisemiti cari a Julius Streicher.
Alcune curiosità
L'oste, un robusto sassone di Transilvania dotato di imponenti baffoni biondi, somiglia in modo stupefacente ad Alois Schicklgruber, il padre di Adolf Hitler.
Fu eseguita una colorizzazione della pellicola, il risultato è semplicemente osceno. Se ne può vedere un saggio su Youtube. Ogni ombra risulta abolita, ogni profondità è cancellata. Il Conte Orlok vi appare in abiti sgargianti e sembra essersi trasformato come per incanto nel Grande Puffo. Per i responsabili di questo orrendo crimine proporrei un processo davanti a un tribunale militare prussiano.
Il film fu bandito in Svezia per "eccessivo orrore". La piaga del buonismo politically correct già imperversava in quell'infelice nazione nella prima metà dello scorso secolo. Potessero le genti del Nord tornare ad avere il sangue ardente dei Vichinghi!
Un furto sacrilego
Per serendipità mi sono imbattuto in una notizia a dir poco inquietante. Nel 2015 ignoti profanatori si sono serviti di spranghe per violare la tomba del regista, sepolto del cimitero di Stahnsdorf, quindi hanno staccato e trafugato la testa dal suo cadavere imbalsamato. Le altre tombe della famiglia non sono state toccate, il che porterebbe ad escludere un semplice atto vandalico. Nei pressi della sepoltura violata sono stati rinvenuti residui di cera, il che ha portato gli investigatori a supporre legami con il mondo dell'occultismo e dei riti satanici. E se il movente fosse stato la vendetta?
Altre recensioni nel Web
Riporto questi link a post oltremodo interessanti, la cui lettura raccomando senz'altro:
2 commenti:
Ciao, signore Moretti! Seguo da un tempo il Suo blog, mi piace molto leggerle. Soltanto volevo felicitarle per la Sua lucidisima analisi in questo (tutti questi, insomma!) post e farle sapere che ha un lettore incondizionale nel Paese Valenciano (siccome io non sono valenciano, ma murciano). Gli chiedo scusi per il mio disastroso italiano. Un forte abbraccio.
Ciao carissimo J.M.R e benvenuto in questo spazio! Grazie infinite dell'apprezzamento!
Un forte abbraccio
Marco
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