L'opera del filosofo Ryan Wasserman (Western Washington University) ci spalanca le porte di un terrificante universo di vastità atroce, in cui ci si perde con estrema facilità. Il Gedanken di Frankenstein è una perla che rifulge in tale insondabile cosmo di orrori. L'autore ne parla in un suo articolo caricato sul suo accunt di Academia.edu: Personal Identity, Indeterminacy and Obligation (Identità personale, indeterminazione e obbligo). Il lavoro è accessibile e scaricabile al seguente url:
L'esperimento concettuale è il seguente. Immaginiamo una macchina prodigiosa e frutto della Scienza, che sia in grado di operare sottili mutamenti nei corpi degli esseri umani. Questa macchina può agire su tutti gli organi del corpo, incluso il cervello. Alterando i neuroni e le sinapsi, apporta alla cavia umana cambiamenti psicologici, si suppone proporzionali ai cambiamenti fisici prodotti. Nel corpo di un esemplare di Homo sapiens ci sono all'incirca cinquanta trilioni (mille miliardi*) di cellule. La macchina è calibrata tramite un regolatore che permette di modificare un qualsiasi numero di cellule comprese da 0 a cinquanta trilioni. Come ci spiega Wasserman, se selezioniamo "0", la cavia umana emergerà dalla macchina (quasi) nello stesso modo in cui è entrata, perché non sarà sostutuita alcuna sua cellula. Se però selezioniamo "1", ecco che la macchina distruggerà una cellula a caso nel corpo della cavia, sostituendola con una cellula corrispondente presa dal corpo di Albert Einstein. Così se selezioniamo "2", le cellule sostituite saranno due, e così via: se selezioniamo "50.000.000.000.000", tutte le cellule saranno sostituite e ad emergere dalla macchina sarà una perfetta copia di Albert Einstein.
*Nella convenzione anglosassone.
Passiamo a un secondo stadio dell'esperimento. Introduciamo nella macchina Frank, un killer condannato a morte per i suoi atroci crimini. Per rendere l'esperimento più drammatico, esaminiamo brevemente le aberrazioni di Frank. Egli è un pedofilo assassino e cannibale, che ha torturato nel modo più orribile le sue vittime violentandole da vive e da morte, girando snuff videos sui loro strazi, smembrandone i corpi e divorando gli organi interni. I delitti demoniaci compiuti da Frank sono nell'ordine di svariate centinaia ed egli si è sempre mostrato assolutamente impenitente. Se fosse liberato, si metterebbe ad adescare bambini e bambine per abusarne e infliggere loro sevizie fino alla morte, devastandone persino i cadaveri. Selezioniamo così "20.000.000.000.000" sulla manopola della macchina: ecco che venti trilioni di cellule del corpo di Frank, prese a caso, saranno rimpiazzate con altrettante cellule del corpo di Albert Einstein. Il risultato sarà una creatura che possiamo chiamare Frank-Einstein, per brevità Frankenstein. Orbene, qual è la vera natura di questo Frankenstein? Cosa definisce il suo essere? Forse Wasserman è animato dalla fiducia nella bontà di Albert Einstein e ignora un dato di fatto, che lo scienziato di Ulm fu un padre e un marito tutt'altro che esemplare. L'interrogativo metafisico è angosciante in ogni caso. Frankenstein è la stessa persona che era Frank? La sua natura può essere definita soltanto sulla base della biologia?
Dopo aver trattato il problema della continuità fisica e psicologica tra Frank e Frankenstein, ecco un nuovo interrogativo, ancor più spaventoso. Cosa dobbiamo fare a Frankenstein? Frank merita di morire per i crimini mostruosi che ha commesso, su questo non ci sono dubbi. Di più: egli merita di morire tra raccapriccianti supplizi, ad esempio tramite stritolamento tra gli ingranaggi, spezzato sulla ruota o bollito lentamente nell'olio. Ma che dire di Frankenstein? Se Frankenstein è Frank, siamo obbligati a mandarlo a morte, perché Frank è un killer pedofilo, torturatore e cannibale. Se tuttavia possiamo dimostrare che Frankenstein è diverso da Frank, che non si tratta dello stesso essere, allora cade l'obbligo di eseguire la condanna. Anzi, siamo obbligati a non uccidere Frankenstein se egli non è Frank. Esiste però un'altra possibilità. Se non si può determinare in alcun modo se Frankenstein è o non è Frank, allora non è neppure determinabile se tale essere meriti o meno di essere mandato a morte! In altre parole, la domanda se Frankenstein meriti o meno di morire... è una domanda vuota. Wasserman salta sulla sedia, esclamando: "Pazzesco! Come può una questione di vita o di morte essere una domanda vuota?" Credo che quanto esposto sarebbe sufficiente a indurre al seppuku più di un legislatore. Naturalmente, il mio modello ideale di capo di nazione, Ezzelino III da Romano, non sarebbe affatto turbato dal problema morale: non distinguerebbe tra Frankenstein e Frank, non farebbe restare inoperoso il boia.
L'esperimento concettuale è il seguente. Immaginiamo una macchina prodigiosa e frutto della Scienza, che sia in grado di operare sottili mutamenti nei corpi degli esseri umani. Questa macchina può agire su tutti gli organi del corpo, incluso il cervello. Alterando i neuroni e le sinapsi, apporta alla cavia umana cambiamenti psicologici, si suppone proporzionali ai cambiamenti fisici prodotti. Nel corpo di un esemplare di Homo sapiens ci sono all'incirca cinquanta trilioni (mille miliardi*) di cellule. La macchina è calibrata tramite un regolatore che permette di modificare un qualsiasi numero di cellule comprese da 0 a cinquanta trilioni. Come ci spiega Wasserman, se selezioniamo "0", la cavia umana emergerà dalla macchina (quasi) nello stesso modo in cui è entrata, perché non sarà sostutuita alcuna sua cellula. Se però selezioniamo "1", ecco che la macchina distruggerà una cellula a caso nel corpo della cavia, sostituendola con una cellula corrispondente presa dal corpo di Albert Einstein. Così se selezioniamo "2", le cellule sostituite saranno due, e così via: se selezioniamo "50.000.000.000.000", tutte le cellule saranno sostituite e ad emergere dalla macchina sarà una perfetta copia di Albert Einstein.
*Nella convenzione anglosassone.
Passiamo a un secondo stadio dell'esperimento. Introduciamo nella macchina Frank, un killer condannato a morte per i suoi atroci crimini. Per rendere l'esperimento più drammatico, esaminiamo brevemente le aberrazioni di Frank. Egli è un pedofilo assassino e cannibale, che ha torturato nel modo più orribile le sue vittime violentandole da vive e da morte, girando snuff videos sui loro strazi, smembrandone i corpi e divorando gli organi interni. I delitti demoniaci compiuti da Frank sono nell'ordine di svariate centinaia ed egli si è sempre mostrato assolutamente impenitente. Se fosse liberato, si metterebbe ad adescare bambini e bambine per abusarne e infliggere loro sevizie fino alla morte, devastandone persino i cadaveri. Selezioniamo così "20.000.000.000.000" sulla manopola della macchina: ecco che venti trilioni di cellule del corpo di Frank, prese a caso, saranno rimpiazzate con altrettante cellule del corpo di Albert Einstein. Il risultato sarà una creatura che possiamo chiamare Frank-Einstein, per brevità Frankenstein. Orbene, qual è la vera natura di questo Frankenstein? Cosa definisce il suo essere? Forse Wasserman è animato dalla fiducia nella bontà di Albert Einstein e ignora un dato di fatto, che lo scienziato di Ulm fu un padre e un marito tutt'altro che esemplare. L'interrogativo metafisico è angosciante in ogni caso. Frankenstein è la stessa persona che era Frank? La sua natura può essere definita soltanto sulla base della biologia?
Dopo aver trattato il problema della continuità fisica e psicologica tra Frank e Frankenstein, ecco un nuovo interrogativo, ancor più spaventoso. Cosa dobbiamo fare a Frankenstein? Frank merita di morire per i crimini mostruosi che ha commesso, su questo non ci sono dubbi. Di più: egli merita di morire tra raccapriccianti supplizi, ad esempio tramite stritolamento tra gli ingranaggi, spezzato sulla ruota o bollito lentamente nell'olio. Ma che dire di Frankenstein? Se Frankenstein è Frank, siamo obbligati a mandarlo a morte, perché Frank è un killer pedofilo, torturatore e cannibale. Se tuttavia possiamo dimostrare che Frankenstein è diverso da Frank, che non si tratta dello stesso essere, allora cade l'obbligo di eseguire la condanna. Anzi, siamo obbligati a non uccidere Frankenstein se egli non è Frank. Esiste però un'altra possibilità. Se non si può determinare in alcun modo se Frankenstein è o non è Frank, allora non è neppure determinabile se tale essere meriti o meno di essere mandato a morte! In altre parole, la domanda se Frankenstein meriti o meno di morire... è una domanda vuota. Wasserman salta sulla sedia, esclamando: "Pazzesco! Come può una questione di vita o di morte essere una domanda vuota?" Credo che quanto esposto sarebbe sufficiente a indurre al seppuku più di un legislatore. Naturalmente, il mio modello ideale di capo di nazione, Ezzelino III da Romano, non sarebbe affatto turbato dal problema morale: non distinguerebbe tra Frankenstein e Frank, non farebbe restare inoperoso il boia.