sabato 16 settembre 2017

NOTE SUL LAVORO DI ASMUS

Sabine Asmus (Università di Lipsia; Università di Stettino) è l'autrice di un interessantissimo lavoro sullo stato della lingua gallese e sulla sua trasmissione, intitolato "Acquisition of distorted language as an obstacle to cultural continuity" or: home-made language shift. Si tratta di una presentazione ppt stampata in formato pdf, che può essere scaricata al seguente url: 


L'autrice parte descrivendo la situazione della lingua in analisi:

1) Il gallese è lingua ufficiale in Galles dal 2011.
2) Ha acquisito una fama leggendaria di enorme revival.

3) In contrasto con questo mito della rivitalizzazione, la lingua gallese subisce un inarrestabile declino. I dati sociodemografici ci dicono che il numero di parlanti è passato da 582.000 nel 2001 (21% della popolazione) a 562.000 nel 2011 (19%), a dispetto della crescita della popolazione.
4) Le cose sono destinate a peggiorare a causa del crescente numero di britannici non gallesi che si stanziano nel Galles. In un articolo del Telegraph si evidenzia questa tendenza: 


Il passo successivo è l'indagine delle cause di questo disastro. La tesi della Asmus è la molto semplice. La grave decadenza del gallese sarebbe a suo avviso dovuta all'assenza di uno standard linguistico univoco, sicuro e riconosciuto da tutti. Le autorità linguistiche sono due:

1) I Bardi medievali; 
2) La traduzione della Bibbia, eseguita nel 1588 e rinnovata soltanto quattro secoli dopo, nel 1988.  

I Bardi erano visti come autorità della lingua parlata, dato che la loro tradizione era tramandata oralmente. A codificato la lingua scritta è stata invece l'opera di traduzione delle Scritture. I grammatici più antichi si basavano sui Bardi, ma lavoravano individualmente, dato che non erano organizzati in alcuna istituzione. La Bibbia in gallese è invece nata dalla collaborazione tra autorità ecclesiastiche, umanisti ed eredi degli antichi Bardi. Lo standard linguistico risultante è rimasto in vigore per secoli, anche se a quanto pare non è del tutto soddisfacente. Quello che la Asmus lamenta è l'assenza di una tradizione accademica continuativa. Ad esempio, in Galles non è esistito alcun dipartimento accademico in grado di occuparsi della lingua gallese prima del tardo XIX secolo. Ancor oggi la ricerca linguistica è negletta. Le lacune di un mondo accademico malfunzionante sono colmate in qualche modo da alcune case editrici internazionali, che pubblicano tutta una serie di guide per l'apprendimento della lingua e di altro materiale didattico, del tipo "Teach yourself Welsh", "Learn Welsh in three months", "Colloquial Welsh" e innumerevoli altri. 

Punti critici:

a) Le università tendono a creare il proprio materiale utilizzando riferimenti datati.
b) Non viene fatta ricerca sulla fonologia, sulla grammatica, sulla formazione delle parole, sulla loro semantica.
c) Non esiste alcun dizionario monolingue, scritto interamente in gallese.
d) Non esiste alcun dizionario con trascrizione fonetica dei lemmi.
Lo stato di codifica della lingua è quindi insufficiente.

Risultato di tutto questo: la lingua gallese subisce un processo di semplificazione grammaticale e spesso si producono distorsioni nel corso del suo apprendimento. Come si può facilmente capire, l'acquisizione di una lingua distorta è un grave problema.

Conclusioni:

Il lavoro della Asmus ha forse il limite di essere rivolto principalmente a parlanti della lingua gallese che hanno acquisito una competenza di origine scolastica. A quanto pare, quello che manca è una tradizione orale vibrante, come quella che in epoca medievale produsse i componimenti bardici. Una lingua viva e vitale è come un fuoco che arde e divampa. Non è possibile accendere un simile fuoco servendosi dell'istituzione scolastica e dell'Accademia. Sembra come un gatto che si morde la coda. Il fuoco si estingue e per cercare di ravvivarlo gli si getta sopra della cenere, facendolo languire ancor di più. Non è una cosa logica. Bisogna capire come sia possibile una continuità culturale e linguistica in condizioni simili.

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