venerdì 15 giugno 2018

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE ORIGINI DEL SANDWICH

Domanda posta su Quora:
Qual è la storia del sandwich? 

Perla Berger ha risposto: 

Il celebre panino deve il suo nome all'uomo politico britannico del XVIII secolo Lord Sandwich (John Montagu, IV conte di Sandwich) il quale, secondo la tradizione, durante le partite a carte o le gare di golf, si faceva servire al tavolo da gioco o sul campo dei panini per poter mangiare pur continuando a giocare.

Questo è il mio contributo: 

La storia del tramezzino è ben più antica di Lord Sandwich, a cui si deve soltanto il nome. Si trova una testimonianza molto interessante negli atti del processo a Guilhem Belibasta, l’ultimo Perfetto Cataro noto della Linguadoca, bruciato sul rogo nel 1321. Dovendo nascondere ad alcuni contadini il fatto che non mangiava carne, metteva del pesce fritto in mezzo a un panino e mangiava quello. Siccome i contadini in questione mangiavano in modo simile la carne, si può pensare che fosse un costume diffuso. Per maggiori informazioni sul contesto rimando a “Il caso Belibasta”, di Lidia Flöss. 

La genesi di una leggenda antropologica 

Il racconto di Lord Sandwich presenta molte delle caratteristiche di una leggenda antropologica: ha tutta l'aria di essere una narrazione posticcia, fabbricata a bella posta sul finire del XVIII secolo per spiegare qualcosa che già allora era avvolta nell'oscurità. Questo è riportato nel dizionario etimologico Etymonline.com:

sandwich (n.)

«1762, said to be a reference to John Montagu (1718-1792), Fourth Earl Sandwich, who was said to be an inveterate gambler who ate slices of cold meat between bread at the gaming table during marathon sessions rather than get up for a proper meal (this account dates to 1770). It was in his honor that Cook named the Hawaiian islands (1778) when Montagu was first lord of the Admiralty. The family name is from the place in Kent, Old English Sandwicæ, literally "sandy harbor (or trading center)." For pronunciation, see cabbage. Sandwich board, one carried before and one behind, is from 1864.»

Si noti la ricorrenza della locuzione "said to be". Non si opera affatto nel campo delle certezze, come invece molti sono propensi a credere. Probabilmente non sapremo mai i dettagli della formazione di questa mitologia del panino imbottito, che ha coinvolto chissà come un politico inglese. Perché non supporre, come sarebbe più semplice, che il sandwich sia stato chiamato così perché tipico in origine della cittadina di Sandwich, nel Kent, citato da Etymonline.com? Sarebbe una spiegazione più sobria, che coinvolgerebbe un minor numero di passaggi logici e soddisferebbe persino i fanatici del Rasoio di Occam. Purtroppo non siamo più nelle condizioni di poter determinare la cosa. Tutto ciò che riguarda Lord Sandwich è filtrato da una tradizione quasi ieratica: faremmo molta fatica a rintracciare notizie attendibili in qualche fonte dell'epoca. Non riusciremmo neppure a investigare le tradizioni culinarie del borgo di Sandwich per capire se vi esistesse realmente nel XVIII secolo l'usanza di imbottire il panini con carne e formaggio. Quello che è certo, è che questa preparazione culinaria era già presente nella tradizione inglese, ma era chiamata in modo molto più logico bread with meat o bread with cheese, a seconda dei casi. 

Le vere origini 

Il nome artòcreas (dal greco ἄρτος "pane", κρέας "carne") indica una torta in cui la carne o il pesce venivano cotti nella pasta di pane. Era molto usata nel Medioevo ed era un modo molto ingegnoso per conservare cibi deperibili, avendo la crosta di pane un effetto protettivo che ritarda la decomposizione. A giovarsi dell'artocreas furono in particolare i Catari, che cucinavano così il pesce. La carne di mammiferi e di uccelli era vietata ai Buoni Uomini, mentre erano permessi pesci, crostacei e molluschi, alimenti che si guastano con estrema facilità. L'artocreas, in pratica un pasticcio di pesce e di pane, era considerato una leccornia. Va però detto che la sua preparazione era abbastanza laboriosa: bisognava plasmare la pasta e cuocere il tutto, in un'epoca in cui non c'erano forni elettrici. Così fu escogitato un sistema più rapido, che poteva essere utile in caso di viaggi o in condizioni di emergenza. Si nascondeva il pesce, precedentemente cotto, all'interno di un gran pezzo di pane. In questo modo nacque il panino imbottito, per finalità ben più nobili di quelle di un Lord Sandwich schiavo del demone del gioco! I semplici credenti, che non avendo ricevuto il Sacramento potevano cibarsi di carne, di uova e di formaggio, di certo avranno messo nel proprio pane anche cibi che i Buoni Uomini non potevano consumare. L'usanza dovette quindi diffondersi tra i cattolici.

I nomi catalani del sandwich

In Catalogna, dove Guilhem Belibasta visse a lungo assieme a numerosi esuli dalla Linguadoca, per indicare il sandwich esistono ai nostri tempi numerose denominazioni native. È chiamato entrepà, rua, badall, panet, cantó de pa o anche soltanto cantó. Abbondano i nomi locali. A Camp de Morvedre è chiamato cantell, a La Marina è chiamato llesca, nella Vall d'Uixó è chamato berena. Nella Comunità Valenziana si incontrano è conosciuto come mescla, pa i mescla o mescla entre pa. A Minorca troviamo invece il bizzarro cóc, oltre a forme più ovvie come pa amb carn rostida, diffuse anche nelle altre isole dell'arcipelago. Una tale varietà mostra non soltanto l'importanza della tradizione di farcire i panini, ma anche il suo radicamento. Va però precisato che il termine più comune, entrepà, è stato coniato da Pere Quart in epoca recente, nel 1959. È riportato che durante un suo viaggio nelle terre di Valencia, lo scrittore chiese un panino imbottito alla commessa di un bar, che gli avrebbe domandato: "Aixina, què hi voldran entre pans?", ossia "Allora, cosa vorrebbe in mezzo al pane?" (lett. "tra i pani"). Dalla contrazione di "entre pans" derivò facilmente "entrepà"

Una creazione autarchica

La parola tramezzino fu coniata da Gabriele D'Annunzio nel gennaio dell'anno 1926, a Torino, mentre faceva uno spuntino allo storico Caffè Mulassano. Alcuni sono convinti che corresse invece l'anno 1925: questa datazione è riportata in un articolo apparso sul quotidiano La Stampa.  In ogni caso un'epoca di autarchia linguistica e il termine inglese sandwich doveva a tutti i costi essere sostituito da una genuina parola italiana. La gente del capoluogo piemontese, a quanto si legge, chiamava i sandwich "paninetti". Cosa spinse il Sommo Vate a una creazione linguistica che avrebbe lasciato il segno? Non c'è accordo, neanche su un fatto in apparenza così scontato e tutto sommato vicino a noi. Wikipedia (2018) riporta quanto la seguente etimologia

"Il termine tramezzino fu coniato da Gabriele D'Annunzio, che lo creò per sostituire la parola inglese sandwich. Si tratta del diminutivo di tramezzo, inteso come momento a metà strada tra la colazione e il pranzo, nel quale consumare uno spuntino o merenda  quale il tramezzino."

Un'opinione diversa è riportata su Dagospia.com, che a quanto pare ha attinto a un contributo apparso su La Stampa:

"A battezzarlo così fu un poeta, Gabriele D'Annunzio, che osservando la forma di pane a cassetta da cui si ricavava il sandwich imbottito pensò alla «tramezze» della sua casa di campagna."

Sarò anche ingenuo, ma ritengo più probabile che la creazione lessicale derivasse semplicemente dal fatto che in mezzo a due fette di pan carré viene messo il ripieno. A parer mio, D'Annunzio non alludeva né a un intervallo di tempo né a un elemento edilizio: ebbe invece un'ispirazione simile a quella del catalano Pere Quart. Il nostro tramezzino non è poi così diverso semanticamente dall'entrepà

Esiti di sandwich nella Romània

Che sia derivato da un Lord inglese o dalla località di origine della sua famiglia, il nome del sandwich è stato nativizzato in diverse aree della penisola iberica e dell'Italia settentrionale. Se in Catalogna sono stati preferiti termini locali, in Castiglia è emersa la forma popolare sángüis. Nell'area galloitalica si trova la stessa identica forma, senza dubbio per convergenza e non per prestito dallo spagnolo. A Milano il sandwich è chiamato sanguis, come a Torino. In piemontese esiste anche la variante ortografica sanguiss

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