domenica 29 luglio 2018

CONTRO LA RETROATTIVITÀ DEL LINGUAGGIO IDEOLOGICO

Ogni ideologia è una visione del mondo, una Weltanschauung. Si è detto che il XX secolo è stato il tempo delle ideologie. In realtà anche il XXI è tempo di ideologie, ma con qualcosa in più. Questa è l'epoca in cui le ideologie sono usate scientemente per interpretare il passato anteriore alla loro stessa esistenza, applicando la retroattività! I risultati di questa operazione indebita sono oltremodo grotteschi. A quanto ricordo, negli anni '80 e '90 non si vedeva niente di simile. 

Mi sono accorto che qualcosa non andava nel corso dell'Anno del Signore 2007. L'amica Alessia Zoi aveva pubblicato una serie di articoli sull'Ordine dei Cavalieri Templari e sul processo che ha portato al loro annientamento. Sono rimasto basito quando un navigatore ha aggiunto a uno di questi post un commento: egli inveiva contro il Re di Francia, Filippo il Bello, accusandolo di essere fascista! In seguito sono venuto a conoscenza di un'esegesi storica abusiva, che definisce il Fascismo un "male metastorico". Persino alcuni neofascisti hanno aderito a questa congerie di assurdità spaventose, abolendo la parola "male" e mantenendo intatta la metastoricità. Il termine "metastorico" significa "che è al di là della Storia", ossia assoluto, che si manifesta immutato e immutabile in ogni epoca passata, presente e futura, indipendentemente dal contesto. In questi tempi sommamente calamitosi vediamo spesso orde di convulsionari attaccare tutto ciò che a loro arreca offesa etichettandola come "fascista", elevando alti lai e rendendo l'esistenza insopportabile. Quante volte ho dovuto sospendere per 30 giorni contatti di Facebook perché non facevano che sbraitare, vedendo dovunque il "fascismo", friggendo di sdegno come se le Camicie Nere imperversassero per le strade, come se Mussolini sedesse ancora al Quirinale e le strade fossero tappezzate da sue immagini gigantografiche! Dal momento che il termine Fascismo designa ogni regime dittatoriale definito "di destra" e avente certe caratteristiche, secondo questi "antifascisti" è evidente che il Nazionalsocialismo tedesco ne condivide la natura intrinseca. Così assistiamo alla delirante isteria di coloro che vedono dovunque i nazisti, urlando e strepitando come se il Führer, ormai ultracentenario, governasse ancora la Germania con pugno di ferro, come se ovunque su Berlino garrissero le bandiere con lo Hakenkreuz, come se a Norimberga Goebbels, seppur ridotto a una larva rachitica, ancora tuonasse ogni anno dinanzi a folle oceaniche di militanti col braccio teso. Ogni cosa è "nazismo" per questi decerebrati. Le parole sono usate a sproposito. Persino il termine "pogrom" ormai è usato per etichettare un semplice dissenso. Ma lo sanno questi idioti cos'è un pogrom? Ne hanno la benché minima idea? Sanno questi idioti cos'è l'odio razziale? Come dare una spiegazione a questi fenomeni di follia collettiva?

Vedete, ogni regime, inclusi quello di Mussolini e quello di Hitler, sono inseparabili dal contesto che li ha visti formarsi e consolidarsi. Sono fenomeni nati in un certo momento, aventi cause ben determinate, che non sono scorporabili dal loro secolo. Hanno avuto un inizio, una durata e una fine. Sapete cos'è il Nazionalsocialismo? È la volontà di Adolf Hitler. Questa spiegazione, data da Martin Bormann, concentra in sé l'intero Nazionalsocialismo. Essendo Adolf Hitler morto, si deduce che lo stesso Nazionalsocialismo è morto. Il Nazionalsocialismo senza Hitler non esiste, appartiene al regno dell'irrealtà. Ovviamente potranno sorgere in futuro regimi dittatoriali efferati, ma non potranno essere ritenuti una continuazione del Nazionalsocialismo. Avranno altre cause, saranno nati da contesti interamente diversi ed avranno un'evoluzione del tutto dissimile. Quindi dove sarebbe il carattere metastorico? Soltanto un pazzo furioso potrebbe prendere le caratteristiche del Nazionalsocialismo e trasferirle a Gengis Khan, come se il condottiero mongolo fosse scaturito dall'esperienza della Grande Guerra del 1915-1918 e dalla sconfitta della Germania! Questa sarebbe la storiografia moderna? Interpretare Carlo Magno, Nabucodonosor e il Faraone Ramesse II il Grande come prodotti del razzismo biologico ottocentesco di origine darwinista? La causa di queste aberrazioni è una sola: il mondo scolastico.

Qualcuno dirà che il mondo pullula di fermenti "nazionalisti", "xenofobi", "razzisti" e via discorrendo - in un parola "sovranisti" - attribuendo la colpa di questa instabilità pericolosa a Hitler e a Mussolini, col loro pretesoo carattere atemporale. Errore madornale. La scuola è stata la responsabile primaria della raccolta di un gran numero di spore fungine che ha conservato con grande cura e diffuso tra le genti. La scuola semplifica ogni cosa e la banalizza. Prende il Nazionalsocialismo e lo trasforma in una cosa stupida fatta di brutti-cattivi che odiano il "diverso" e non vogliono il negretto in classe. Per la scuola, il mondo esiste dal 1945, prima non c'erano eventi, l'intera Storia non sarebbe che un punto. Hitler e Mussolini non hanno una causa, sono entità prive di struttura interna giunte dal Nulla a minacciare il mondo dei Puffi, in cui tutti si volevano bene e il tempo non esisteva. Questa procedura porta automaticamente a interpretare l'intero passato dell'umanità usando questi strumenti concettuali miserrimi. I fermenti "nazionalisti", "xenofobi", "razzisti" di cui si parla si sono formati per reazione alla martellante propaganda scolastica.

Veniamo ora all'ideologia femminista cosiddetta "di genere". Non sto parlando della lotta per i diritti delle donne, ma di quel modo deleterio di considerare maschi e femmine come due specie diverse tra loro aliene anziché come componenti di un'unica specie, quella umana. La Weltanschauung delle Eumenidi seguaci di questa forma di fanatismo è interamente costituita da un insieme di locuzioni che vengono idolatrate come assoluti e usate come armi, quasi fossero dotate di un potere risolutore in grado di cambiare la realtà delle cose. Così è stata costruita una realtà distorta definita come "patriarcato", fondata sull'oppressione della donna, vista assurdamente come "minoranza", da parte della "maggioranza" formata dagli uomini. Naturalmente abbiamo sentito parlare di "patriarcato" già nella seconda metà dello scorso secolo. Il punto è che adesso questa categoria viene applicata all'intero corso della Storia del genere umano. Eppure posso dimostrare con argomenti solidissimi che tutto ciò è soltanto un abuso, essendo il concetto di "società patriarcale" spesso e volentieri inapplicabile a svariate grandi civiltà del passato. Consideriamo per esempio l'Egitto dei Faraoni. La donna aveva una posizione molto elevata ed aveva libertà che sarebbero state inconcepibili soltanto nel nostro Occidente di cinquant'anni fa. Ad esempio, poteva avere proprietà e gestire un'attività commerciale senza dover sottostare al marito. Ci sono state persino due donne che con certezza sono ascese al trono faraonico: Nefrusobek e Hatshepsut (mi si perdonino le trascrizioni fallaci dei nomi). Orbene, anche la Valle del Nilo aveva il suo lato oscuro. La donna infatti doveva sottoporsi a escissione del clitoride e delle piccole labbra. Ai nostri tempi le mutilazioni sessuali femminili sono viste come manifestazione estrema del "patriarcato", perché tipiche di società come quelle del Corno d'Africa, in cui la donna non può opporsi al suo fato ed è considerata come un essere inferiore; spesso sono indebitamente associate all'Islam. Nell'Antico Egitto le cose non stavano affatto così. Le mutilazioni sessuali avevano origine religiosa. Gli Egiziani credevano che uomini e donne derivassero dalla scissione di un Ermafrodita Primigenio, che secondo il mito aveva in sé entrambi i sessi. Tuttavia questa scissione sarebbe stata imperfetta, mantenendo nel maschio un residuo femminile (il prepuzio) e nella femmina residui maschili (il clitoride e le piccole labbra). Così per poter contrarre matrimonio, uomini e donne dovevano sottoporsi a un'operazione rituale di eliminazione dei residui del sesso opposto! Le cause non sono economiche né politiche, e a maggior ragione non possono essere viste come risultato di ideologie nate nel XX secolo d.C.! Le cause risiedono unicamente nella religione dell'Antico Egitto. Gli Egiziani non erano né "patriarcali" né "matriarcali": semplicemente l'ideologia femminista non funziona e non li può descrivere. Passiamo ora agli antichi Celti, i cui costumi sono descritti in modo approfondito da autori dell'antichità come Aristotele e Diodoro Siculo. La donna aveva un ruolo molto importante nella società celtica e non veniva oppressa. Anzi, i mariti si curavano poco delle mogli e preferivano dedicarsi all'omosessualità virile. Coltivavano la pederastia e le relazioni tra maschi adulti. Attualmente molti credono che l'omosessualità sia "mancanza di virilità" e che un omosessuale debba necessariamente essere femmineo quanto futile. Ebbene, i guerrieri Celti erano terribili sul campo di battaglia e di una violenza inaudita. Un quadro idilliaco per la donna? Non direi. Quando un uomo moriva, così ci documentano gli autori, venivano subito avviate indagini per scoprire quale donna fosse responsabile del decesso. Infatti si credeva che la morte improvvisa fosse causata per necessità dalla magia di una donna. Una volta trovata l'autrice del maleficio, veniva messa a morte. La costumanza di bruciare le streghe non ha le sue origini nella Bibbia! Vediamo che anche tra i Germani del Nord esisteva il costume di bruciare vive le streghe, con buona pace dei moderni revisionisti convinti che la pena del rogo sia stata inventata dall'Inquisizione nel XVII secolo. Basti pensare al mito della strega Angrboða, bruciata viva per le sue opere maligne: Loki trovava il suo cuore palpitante tra le ceneri e lo ingeriva, rimanendone gravido. Il nome della strega è formato da angr "dolore", "tribolazione", che ha anche il significato di "danno fisico". I costumi dei Germani erano diversi da quelli dei Celti, eppure la donna aveva comunque una posizione non vile, senz'altro migliore di quella vigente tra i Romani e tra i Greci. Anche in questi casi le categorie del "patriarcato" e del "matriarcato" non funzionano affatto.

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