Quando un sistema ortografico mostra gravi discrepanze rispetto alla fonetica, è naturale che non sia affatto chiaro quale pronuncia attribuire a nomi di persone e di luoghi che non si conoscono. Questo è precisamente il caso della lingua inglese, la cui ortografia si è formata durante la fase del Middle English, in pieno Medioevo, non aggiornandosi alle drastiche evoluzioni subite dal parlato nel corso dei secoli. Quando si leggono libri scritti da autori anglosassoni questo problema si presenta spessissimo, anche quando si tratta di pronunciare nomi che appartengono a lingue ben note, come quella dell'Ellade.
È questo il caso dell'antroponimo femminile Ligeia, reso celebre da Edgar Allan Poe, che lo ha utilizzato in due sue opere:
1) Il ben noto il racconto Ligeia, pubblicato per la prima volta nel 1838, in cui il nome in questione è portato dalla moglie del protagonista, una donna bellissima dalla pelle pallida e dai capelli corvini, dotata di intelligenza estremamente acuta e di immensa erudizione. A un certo punto Ligeia viene colpita da una malattia che la consuma, compone la poesia The Conqueror Worm (Il verme conquistatore), quindi spira in preda al delirio. Riesce tuttavia a sconfiggere la morte in un modo molto originale. Anni dopo l'uomo sposa la bionda Lady Rowena Trevanion, ma il ricordo della prima moglie lo perseguita e la sua unica via di scampo è l'oppiomania. Accade però qualcosa di impensabile: Lady Rowena viene colpita da una malattia che noi moderni potremmo interpretare come un massiccio processo di riscrittura del genoma. Viene così riplasmata nei suoi stessi lineamenti, divendo altro da sé. Al termine di questa metamorfosi, la donna agonizzante emerge come Ligeia, dai capelli neri come la tenebra della notte illune, acquistando una nuova vita.
2) La poesia intitolata Al Aaraaf, pubblicata per la prima volta nel 1825, che fa riferimento a una nozione di teologia islamica quasi sconosciuta in Occidente. La fonte dell'ispirazione di Poe è un fatto astronomico molto interessante, anche se svanito dal sapere comune: la comparsa di una supernova nel 1572, che fu visibile per circa sedici mesi, superando per alcuni giorni lo splendore di Giove e incrinando il miti aristotelico dell'immutabilità della volta celeste. Questo astro prodigioso, scoperto e descritto dallo scienziato danese Tycho Brahe, viene identificato da Poe con Al Aaraaf (الأعراف al-A'rāf), un luogo ultraterreno di cui è scritto nel Corano (Sura 7), come la destinazione delle anime non meritevoli di essere dannate all'Inferno, ma nemmeno di essere accolte in Paradiso, dal momento che le loro cattive azioni erano compensate da buone azioni: è un'evidente reminiscenza della dottrina egiziana della pesatura dell'anima. Ligeia nella poesia Al Aaraaf, la più lunga composta da Poe, è un angelo identificato con l'armonia universale e con la musica più alta. Questi sono i versi a lei dedicati:
2) La poesia intitolata Al Aaraaf, pubblicata per la prima volta nel 1825, che fa riferimento a una nozione di teologia islamica quasi sconosciuta in Occidente. La fonte dell'ispirazione di Poe è un fatto astronomico molto interessante, anche se svanito dal sapere comune: la comparsa di una supernova nel 1572, che fu visibile per circa sedici mesi, superando per alcuni giorni lo splendore di Giove e incrinando il miti aristotelico dell'immutabilità della volta celeste. Questo astro prodigioso, scoperto e descritto dallo scienziato danese Tycho Brahe, viene identificato da Poe con Al Aaraaf (الأعراف al-A'rāf), un luogo ultraterreno di cui è scritto nel Corano (Sura 7), come la destinazione delle anime non meritevoli di essere dannate all'Inferno, ma nemmeno di essere accolte in Paradiso, dal momento che le loro cattive azioni erano compensate da buone azioni: è un'evidente reminiscenza della dottrina egiziana della pesatura dell'anima. Ligeia nella poesia Al Aaraaf, la più lunga composta da Poe, è un angelo identificato con l'armonia universale e con la musica più alta. Questi sono i versi a lei dedicati:
Ligeia! Ligeia!
My beautiful one!
Whose harshest idea
Will to melody run O! is it thy will
On the breezes to toss?
Or, capriciously still,
Like the lone Albatros,
Incumbent on night
(As she on the air)
To keep watch with delight
On the harmony there?
My beautiful one!
Whose harshest idea
Will to melody run O! is it thy will
On the breezes to toss?
Or, capriciously still,
Like the lone Albatros,
Incumbent on night
(As she on the air)
To keep watch with delight
On the harmony there?
Ligeia! wherever
Thy image may be
No magic shall sever
Thy music from thee:
Thou hast bound many eyes
In a dreamy sleep —
But the strains still arise
Which thy vigilance keep —
The sound of the rain
Which leaps down to the flower,
And dances again
In the rhythm of the shower —
The murmur that springs
From the growing of grass
Are the music of things —
But are modell’d, alas! —
Away, then my dearest,
O! hie thee away
To springs that lie clearest
Beneath the moon ray —
To lone lake that smiles,
In its dream of deep rest,
At the many star-isles
That enjewel its breast —
Where wild flowers, creeping,
Have mingled their shade,
On its margin is sleeping
Full many a maid —
Some have left the cool glade, and
Have slept with the bee —
Arouse them my maiden,
On moorland and lea —
Go! breathe on their slumber,
All softly in ear,
The musical number
They slumber’d to hear —
For what can awaken
An angel so soon
Whose sleep hath been taken
Beneath the cold moon
As the spell which no slumber
Of witchery may test,
The rythmical number
Which lull’d him to rest?”
Thy image may be
No magic shall sever
Thy music from thee:
Thou hast bound many eyes
In a dreamy sleep —
But the strains still arise
Which thy vigilance keep —
The sound of the rain
Which leaps down to the flower,
And dances again
In the rhythm of the shower —
The murmur that springs
From the growing of grass
Are the music of things —
But are modell’d, alas! —
Away, then my dearest,
O! hie thee away
To springs that lie clearest
Beneath the moon ray —
To lone lake that smiles,
In its dream of deep rest,
At the many star-isles
That enjewel its breast —
Where wild flowers, creeping,
Have mingled their shade,
On its margin is sleeping
Full many a maid —
Some have left the cool glade, and
Have slept with the bee —
Arouse them my maiden,
On moorland and lea —
Go! breathe on their slumber,
All softly in ear,
The musical number
They slumber’d to hear —
For what can awaken
An angel so soon
Whose sleep hath been taken
Beneath the cold moon
As the spell which no slumber
Of witchery may test,
The rythmical number
Which lull’d him to rest?”
Fornisco il link a uno studio molto interessante di William B. Cairns sulla poesia in questione (Some Notes on Poe's "Al Aaraaf"):
La questione della pronuncia di Ligeia è ben viva sia in Italia che nei paesi anglosassoni e se ne trova traccia in diversi siti nel vasto Web, segno che è problematica anche per persone la cui lingua nativa è la stessa usata da Poe. Questo è un post sul sito di Daniele Imperi:
La considerazione fondamentale è che nella poesia Al-Aaraaf, il nome Ligeia viene invece fatto rimare con la parola idea. Ecco i versi, con la rima evidenziata:
Ligeia! Ligeia!
My beautiful one!
Whose harshest idea
Will to melody run
My beautiful one!
Whose harshest idea
Will to melody run
Come giustamente deduce Daniele Imperi, "In inglese la parola idea si pronuncia /aɪˈdɪə/, quindi la parte finale della parola è quasi sicuramente /ɪə/." Mi sento di poter trasformare il "quasi sicuramente" in "sicuramente", invocando la perforazione del mio cranio ad opera di un micrometeorite se quanto affermo si dovesse rivelare falso. Vediamo infatti che Poe non fallisce una sola rima:
one - run;
will - still;
toss - Albatros;
night - delight;
air - there;
wherever - sever;
be - thee;
eyes - arise;
sleep - keep;
rain - again;
flower - shower;
springs - things;
grass - alas;
dearest - clearest;
away - ray;
smiles - isles;
rest - breast;
creeping - sleeping;
shade - maid;
glade, and - maiden;
bee - lea;
slumber - number;
ear - hear;
awaken - taken;
soon - moon;
slumber - number;
test - rest.
will - still;
toss - Albatros;
night - delight;
air - there;
wherever - sever;
be - thee;
eyes - arise;
sleep - keep;
rain - again;
flower - shower;
springs - things;
grass - alas;
dearest - clearest;
away - ray;
smiles - isles;
rest - breast;
creeping - sleeping;
shade - maid;
glade, and - maiden;
bee - lea;
slumber - number;
ear - hear;
awaken - taken;
soon - moon;
slumber - number;
test - rest.
Da queste rime si deducono cose molto interessanti. Ad esempio, da "glade, and - maiden" sappiamo per certo che la congiunzione and si pronunciava era pronunciata dall'autore -d finale e che la sua vocale era un semplice schwa. Se i metodi di insegnamento dell'inglese nella scuola italiana valessero più di un mucchietto di escrementi di cane sulla via, si insegnerebbero agli alunni le rime come strumento per combattere le pronunce ortografiche! Tornando a noi, da quanto esposto ne deriva quindi una pronuncia /laɪ'dʒɪə/. Ne deduciamo un'altra cosa molto interessante: all'epoca di Poe - almeno nel suo contesto - il suono /d/ era già retroflesso come nell'inglese attuale, cosa che lo doveva rendere almeno un po' simile a una postalveolare (come nell'italiano getto). La pronuncia seguita dallo scrittore di Boston doveva quindi essere quella accademica inglese del latino, applicata anche alle parole greche, inclusi toponimi, teonimi e antroponimi. La stessa usata in vocaboli come geography, geometry e via discorrendo. Certamente stride il contrasto con il nome dell'Ade adattato in Aidenn, che sembra invece il frutto di una genuina ricerca filologia, i cui risultati appaiono distantissimi dal sentire comune.
Una discussione wikipediana
Riporto un thread occurso nella sezione dedicata alle discussioni sulla pagina relativa alla voce Ligeia nella Wikipedia in inglese.
I think that a pronunciation of the name "Ligeia" would be valuable to fellow wikipedians. But therein lies a problem: a teacher of mine pronounces it Lie-gee-uh (with the second syllable accented), but in the film Vincent Price prounounces it Li-jee-uh, and I've heard it said Li-gay-uh. I need imput!
Twitterpated. (talk) 16:38, 10 August 2008 (UTC)
Twitterpated. (talk) 16:38, 10 August 2008 (UTC)
I recently had a very long discussion about this very same question. I personally pronounce it "Lie-jee-uh", but someone I chatted with insisted it was "Luh-jee-uh" or even "Lee-juh". I'll keep my eyes open for a more definitive answer, whatever it may be.
--Midnightdreary (talk) 00:57, 11 August 2008 (UTC)
--Midnightdreary (talk) 00:57, 11 August 2008 (UTC)
Here is what I've compiled:
I read that in most classical names, "ei" makes an "ee" sound (like in the lyrics to "Beautiful Dreamer": "Beautiful dreamer, out on the sea / Mermaids are chanting the wild LORELEI"). The double vowel "ei" indicates that the second syllable is accented.
In The Tomb of Ligeia it was pronounced Lye-JEE-uh.
AND, furthermore, in that Annihilator song, it is pronounced with the J sound.
HOWEVER, It's just come to my attention that there was a siren in Greek mythology by the name of Ligeia. According to modern Greek pronunciation, it is pronounced Lye-GEE-uh... That's probably as reliable as we're going to get.
Twitterpated. (talk) 18:47, 12 August 2008 (UTC)
Twitterpated. (talk) 18:47, 12 August 2008 (UTC)
Done The pronunciation you describe is /laɪˈʤi:ə/. Now added to the article.
Equinox ◑ 05:44, 23 June 2016 (UTC)
Equinox ◑ 05:44, 23 June 2016 (UTC)
Che dire? A quanto pare i dubbi ai navigatori e ai Wikipediani non mancano di certo.
Pronuncia di Ligeia nel cinema
Ho trovato altre informazioni di estremo interesse in un thread su Englishforums.com:
A quanto pare, Christopher Lee nella serie TV I racconti del mistero e del terrore (Tales of Mystery and Imagination, 1995-) pronunciava Ligeia come Le Guya, facendo rimare il nome con buyer. Un altro mostro sacro, Vincent Price, nel film La tomba di Ligeia (The Tomb of Ligeia, 1964), pronunciava invece Lie-GEE-er, facendo rimare il nome con beer. In entrambi casi la consonante usata è una velare (dura), come era in greco e nel latino classico. Possibile che diecimila persone abbiano diecimila pronunce tanto diverse tra loro e che manchi un'autorità centrale in grado di imporre una forma standard? Marasma assoluto!
Etimologia di Ligeia
Il nome Ligeia deriva dall'aggettivo greco antico λίγυς (ligys) "risonante, dalla voce chiara, melodioso", femmile λίγεια (ligeia), neutro λίγυ (ligu): è il nome di una delle Sirene e non è stato inventato da Poe. L'origine ultima della parola ellenica non è conosciuta e risale con ogni probabilità al sostrato pregreco. Alcuni, come Chantraine, suppongono che sia un termine onomatopeico, ma per me l'onomatopea è l'ultima risorsa. Ci sono altre forme corradicali, come λιγυρός (liguros) "chiaro, acuto" (detto di vento o di voce) e λιγαίνω (ligaino) "io grido con voce chiara", che non chiariscono il mistero. Il nome mitologico Λίγεια è trascritto in latino e in italiano come Ligea, con l'accento corretto sulla prima sillaba. In italiano troviamo anche la forma rara Lighea, utilizzata da Tomasi di Lampedusa. La sirena in questione, bellissima quanto pericolosa, è raffigurata con testa e volto di donna, corpo di uccello e grandi ali; si raccontava che col suo canto soave attraesse gli uomini, facendoli perire in mare. Virgilio menziona la splendida Ligea nelle Georgiche (libro IV):
At mater sonitum thalamo sub fluminis alti
sensit. Eam circum Milesia vellera Nymphae
carpebant hyali saturo fucata colore,
drymoque Xanthoque Ligeaque Phyllodoceque,
caesariem effusae nitidam per candida colla,
Nesaee Spioque Thaliaque Cymodoceque,
Cydippeque et flava Lycorias, altera virgo,
altera tum primos Lucinae experta labores,
Clioque et Beroe soror, Oceanitides ambae,
ambae auro, pictis incinctae pellibus ambae,
atque Ephyre atque Opis et Asia Deiopea
et tandem positis velox Arethusa sagittis.
sensit. Eam circum Milesia vellera Nymphae
carpebant hyali saturo fucata colore,
drymoque Xanthoque Ligeaque Phyllodoceque,
caesariem effusae nitidam per candida colla,
Nesaee Spioque Thaliaque Cymodoceque,
Cydippeque et flava Lycorias, altera virgo,
altera tum primos Lucinae experta labores,
Clioque et Beroe soror, Oceanitides ambae,
ambae auro, pictis incinctae pellibus ambae,
atque Ephyre atque Opis et Asia Deiopea
et tandem positis velox Arethusa sagittis.
Mi stupisce sempre la capacità mostrata dalla lingua latina classica di assimilare immense quantità di elementi ellenici delle più disparate origini, creando qualcosa di estemamente armonioso. Tutto l'opposto di quanto accade in italiano ai nostri giorni, dove l'assimilazione di masse di termini inglesi e pseudoinglesi dà luogo a risultati che ispirano obbrobrio. Anche da queste cose si vede quanto i tempi siano degenerati.
Dedico questo articolo alla carissima amica Giusy, che ha scelto Ligeia come nick.
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