James "Jim" E. Beichler (ricercatore indipendente) è l'autore del saggio To Die For: The physical reality of conscious survival, pubblicato nel 2008. Su Academia.edu è presente un estratto del capitolo 6, The Nature of Death. Questo è il link:
Questo è il breve abstract, da me tradotto:
La Scienza, per come definisce se stessa, non accetterà mai il paranormale e i fenomeni correlati, per non parlare della possibilità di un aldilà, non importa quante evidenze sono raccolte e non importa quanto convincenti esse sian, perché la Scienza non ha mai sviluppato gli strumenti concettuali e intellettuali o il vocabolario per maneggiare simili possibilità. La Scienza accetterà il paranormale e la possibilità di un aldilà solo quando emergerà una nuova teoria della realtà fisica, come un'unificazione della relatività generale e della teoria quantistica nella fisica, che implica direttamente e logicamente l'esistenza di queste cose come sue proprietà fondamentali.
Questo è l'indice dell'opera:
Introduction 4-5
Chapter 01 Some things never change (some things do)
The boy cried 6-10
Science, Religion and Nature 10-18
Science does mind 17-24
Chapter 02 Supernatural Perspectives of Death
The religious pot of stew 25-28
Eastern Religious Perspectives 28-33
Western Religious Perspectives 33-44
The religious stew boiled down 44-49
Chapter 03 Natural Perspectives of Death
The road not so well traveled 50-54
From Thanatology to NDEs 54-63
The nature of consciousness 63-70
Chapter 04 Paranormal Perspectives of Death
Science beyond the normal 71-75
The spirit of science 75-85
The loss of soul and spirit 85-98
Apparitions and Ghosts R Us 98-107
Small, Mediums and Large 107-112
There and back again 112-117
Chapter 05 The SOFT Life
That’s Life 118-120
Physical Reality 120-124
Imagining the un-imaginable 124-129
Our five-dimensional Life 129-138
LIFE: The body inside out 139-143
Memories are made of this 143-154
Chapter 06 The Nature of Death
Irimi - Entering Death 155-158
We enter death SOFTly 158-164
SOFT NDEs 164-171
Post NDE SOFT landings 171-179
NDLEs 179-187
‘Where’ is death? 187-191
Chapter 07 A Universe of Purpose
Everything that has a beginning has an end 192-195
Natural Purpose 196-203
Some things never change and some things do 203-209
To live and let die 209-213
Chapter 08 Epilogue: (Some things never change, but …) Some things do
Play it again Sam 215-221
What goes around, comes around 221-225
And goes around again 225-231
Solving the Universe 231-240
Buddha, Jesus, Human Enlightenment, and the dawn of the
MYSPHYTS 240-248
MYSPHYTS 240-248
The Kaballah – a Warning 248-250
The Boy Cried 250
Bibliography 251-255
Il libro è un ambizioso
tentativo di comprendere la natura della Morte, che non riesce tuttavia a
convincere il lettore e ad aiutarlo a risolvere l'atavico
problema del rapporto che l'essere umano ha con la propria cessazione.
Va precisato che Beichler non è un semplice guru propalatore di
baggianate New Age a buon mercato: è un fisico teorico con un curriculum accademico di tutto rispetto, che a un certo punto è stato isolato dai colleghi per le sue idee
eterodosse. Il suo interesse principale è infatti lo studio della parafisica, che consiste nel tentativo di applicare la fisica ai fenomeni paranormali, esplorando la possibilità teorica della sopravvivenza dell'essere oltre la morte. Il fondamento della parafisica beichleriana è di per sé rivoluzionario, in quanto consiste nella derivazione diretta dell'autocoscienza e dell'immortalità dello spirito umano dalle leggi fisiche che governano l'Universo. Riporto il link a un'intervista in cui Beichler risponde a numerose domande sulle sue idee e sul suo lavoro, poste da Michael E. Tymn:
La parafisica è una scienza?
Luigi Pirandello affermò che se vogliamo capire la vita, i lumi ci devono venire da ciò che sta al di fuori della vita stessa, ossia dalla Morte. Il problema è che nessuno è mai riuscito a inviare sonde nei tenebrosi abissi del Tartaro. Allo stesso modo, nessuna sonda è mai giunta a noi da quelle spaventose profondità. Secoli prima un altro grande, Galileo Galilei, ebbe a raccomandare di misurare ogni cosa e di rendere misurabile ciò che non è misurabile. La pietra d'inciampo è ancora una volta la Morte. Possiamo rendere misurabile tutto, anche lo sterco, ma ciò che è connesso con la cessazione della vita continua a sfuggirci. Alla domanda se la parafisica sia o non sia una scienza, non posso rispondere in modo netto e immediato senza aver prima analizzato il materiale disponibile. Dobbiamo ammettere che gli intenti della parafisica sono di certo quanto di più nobile possa esistere. Tuttavia gli intenti non sono sufficienti a rendere scientifico qualcosa. Il mio sospetto è che ci vorrà ancora molto tempo per fare della parafisica una scienza vera e propria. Al di là delle solite fumisterie sulla quantistica, come al solito estesa al dominio macroscopico, non vedo una sola definizione di osservabile fisica che serva a chiarire i problemi in causa. Il modello teorico sviluppato da Beichler si fonderebbe a suo dire su un continuum spaziotemporale di Einstein-Kaluza a cinque dimensioni. Uso il verbo al condizionale perché non ho visto da nessuna parte nemmeno una singola equazione utile. Non sono stato in grado di reperire informazioni dettagliate e chiare sulla teoria, e soprattutto su come implicherebbe in automatico la natura immortale della consapevolezza umana. Su Academia.edu si trovano alcuni contributi dell'insigne parafisico, ma nessuno è dotato del necessario rigore scientifico. Si parla soprattutto delle seguenti amenità: Tao, nuovo paradigma, unificazione della fisica occidentale col misticismo orientale, prana, chakra, etc. In una presentazione viene mostrata in modo provocatorio un'equazione, senza alcuna spiegazione, con la scritta ironica "For those who need an equation". La matematica beichleriana non semba molto robusta. Più oltre, scorrendo le slide, si trovano figure relative alla teoria del campo unificato, finendo poi per scivolare nella New Age, con il corpo materiale descritto come "curvatura quantizzata o schema materia/energia" e a destra della strana figura gli organi interni (intestino, fegato, cuore, cervello, etc.) che prendono forma come "paranormale o input del sesto senso". A questo punto il fetore della New Age mi satura già le narici e monta in me la furia. Una slide dopo, ecco il flusso Chi dell'agopuntura e i chakra. Non ci credete? Si trova tutto qui:
Per il resto, dovunque nel Web si trovano soltanto descrizioni giornalistiche, a mio avviso prive di qualsiasi valore. Questa, per esempio:
La mia conclusione, stando così le cose, è che tutto questo materiale si collochi nel vasto campo della pseudoscienza.
Reazioni controproducenti
Di fronte a questi argomenti parafisici scatta in genere la furibonda reazione degli inquisitori dello scientismo materialista. Strepitando come gallinacci, urlano e pestano i piedi, affermando che tutto si spiega con il Dio Cervello e con l'Evoluzione. Essendo stato sfidato un dogma, essi intervengono. Entra in campo il CICAP per difendere e imporre l'Ortodossia. Eppure tutti questi sforzi sono vani e non sortiscono l'effetto sperato. A me destano soltanto irritazione per la loro natura essenzialmente religiosa. Quello che invece si deve fare è analizzare ogni teoria per evidenziarne contraddizioni intrinseche. Il punto è che emergono numerose incoerenze sia nelle teorie parafisiche che in quelle materialistiche. Il mondo accademico dovrebbe poi occultare con somma verecondia le baggianate di Roger Penrose sui microtubuli quantistici, proprio come un soldato ha il dovere di nascondere alla vista dei civili un commilitone ubriaco.
Il problema delle NDE
Lo stesso Beichler afferma di aver sperimentato nella sua vita un'esperienza di pre-morte (near death experience, NDE) che gli avrebbe permesso di sfuggire al disastro di Ramstein e all'incidente aereo di Lockerby. Aggiunge che quanto gli è capitato non è l'origine del suo interesse per la parafisica, semmai ha soltanto rinforzato una fede che già possedeva. Anche le NDE presentano problemi non indifferenti, che non possono essere aggirati, essendo pertinenti all'ontologia. Se restassi al confine tra la vita e la morte e vedessi la figura di un angelo con l'aspetto di una donna bellissima, mi porrei alcune domande. Tale angelo è fatto di materia? Ha un corpo fisico? A cosa gli servono le sue fattezze fisiche e gli organi di senso? A che gli serve, per esempio, la bocca? Per parlare? Per mangiare? Per fellare? Capite il problema? Se l'angelo parla, diffonde onde acustiche nell'atmosfera, fatte di variazioni di densità dell'aria circostante, che propagano a una data velocità giungendo fino alle mie orecchie, venendo convertite in onde elettriche dal mio cervello e interpretate. Se l'angelo mangia, significa che esiste un ciclo biologico che costringe a ingerire sostanze biologiche, destinate ad essere digerite e defecate. Quindi anche l'aldilà sarebbe un mondo imperfetto fondato sui princìpi della termodinamica. Se l'angelo pratica la fellatio, significa che è un individuo facente parte di una specie dotata di sessualità. Quindi una specie i cui individui nascono, crescono, si accoppiano, decadono e muoiono. Una specie che può essere dotata delle più svariate parafilie. Come diceva Lautréamont, aspettatevi di trovare in Cielo le stesse aberrazioni che imperversano sulla Terra! Un'amica affermava anni fa di aver vissuto una NDE e di aver visto i verdi pascoli di cui parlano le Scritture. Bene, se ci sono valli e montagne coperte di erba, significa che siamo su un pianeta dotato di ciclo dell'acqua, con mari e fiumi, evaporazione e pioggia. Un mondo fisico con cicli biologici complessi, che comportano la crescita di vegetazione, la presenza di animali che se ne nutrono, che ingurgitano e defecano. Quindi ancora una volta un mondo imperfetto, materiale, tutto fuorché spirituale! Ricordo il caso di un neurochirurgo americano, Eben Alexander, che sosteneva di aver avuto una NDE durante un coma durato sette giorni, mentre il suo cervello non registrava la benché minima attività. In queste condizioni Alexander avrebbe visto un mondo bellissimo, con un'incredibile numero di farfalle e una fanciulla incantevole dai grandi occhi, che gli avrebbe rivelato i misteri più reconditi dell'Universo. Il tutto è stato descritto nel suo libro, Milioni di farfalle (2013). Quando ho letto questa notizia, ho subito pensato che un mondo con milioni di farfalle è un mondo con milioni di bruchi!
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