martedì 25 giugno 2019

UN INTERESSANTE PRESTITO GRECO IN NORRENO E LA SUA ORIGINE

Approfondendo i miei studi di lessico norreno, la mia attenzione è caduta sulla seguente voce, estratta dal dizionario di Zoëga

paðreimr (m.), l'Ippodromo di Costantinopoli  

Forme declinate:
sing.

gen. paðreims
dat. paðreimi
acc. paðreim 

pl.
nom. paðreimar 
gen./acc. paðreima
dat. paðreimum


La forma plurale indica soprattutto le arene dell'antica Roma. 

Un sostantivo derivato, che indica le corse nell'Ippodromo: 
paðreimsleikr (m.) "gioco circense"

Riporto un interessante brano tratto dalla Saga di Sigurd il Crociato, di Eystein e di Olaf (Saga Sigurðar Jórsalafara, Eysteins ok Óláfs), detta anche Saga dei figli di Magnus (Magnússona Saga) e contenuta nella Heimskringla (capitolo 12): 

Þar dvalðisk Sugurðr konungr um hríð. Ok eitthvert sinn þá sendi Kirjalax konungr til Sigurðar konungs menn at spyrja hvárt hann vill þiggja af honum sex skippund af rauðu gulli eða vildi hann at keisari láti efna til leiks þess er hann var vanr at láta leika á paðreimi. Sigurðr konungr kaus leikinn. Þá sǫgðu sendimenn keisara Sigurði konungi at keisara kostaði eigi minna fé leikinn en þetta gullit. Þá lét keisari efna til leiks. Ok þá er leikrinn var veittu allir leikar keisara betr þat sinn en dróttningu, er átti hálfan leikinn ok keppir í ǫllum leikum en nú gengr keisara betr ok hans mǫnnum, ok segja Grikkir at þat ár er keisari vinnr fleiri leika á paðreimi en dróttning þá mun keisari vinna sigr í herferð.

Þat segja þeir menn er verit hafa í Miklagarði at paðreimr sé á þá leið gǫrr atveggr hár er settr um einn vǫll, at jafna til víðs túns kringlótts, ok gráður um-hverfis með steinveggnum, ok sitja menn þar á, en leikr er á vellinum. Eru þarskrifuð  margskonar  forn tíðendi,  Æsir  ok  Vǫlsungar  ok  Gjúkungar,  gǫrt  af kopar ok málmi með svá miklum hagleik at þat þykkir kvikt vera. Ok meðþessi umbúð þykkir mǫnnum, sem þeir sé í leiknum, ok er leikrinn settr meðmiklum brǫgðum ok vélum. Sýnisk sem menn ríði í lopti, ok við er ok skoteldr hafðr ok sumt af forneskju. Þar við eru hǫfð alls konar sǫngfœri, psalterium ok organ, hǫrpur, gígjur ok fiðlur ok alls konar strengleikr.

Traduzione (mi si perdoni se è un po' raffazzonata): 

Il Re Sigurd stette là per qualche tempo. Allora il Re Kirjalax inviò uomini da lui per vedere se desiderava accettare sei libbre d'oro di carico navale, o se piuttosto volesse che il Re facesse preparativi per i giochi che l'Imperatore era solito svolgere nell'Ippodromo. Il Re Sigurd scelse i giochi. I messaggeri dissero che i giochi sarebbero costati all'Imperatore non meno di quel quantitativo d'oro. Allora il Re fece i preparativi per i giochi, e i giochi si svolsero nel modo usuale, e tutti i giochi andarono nel modo migliore per il Re quella volta. Metà dei giochi sono della Regina, e i loro uomini hanno gareggiato in tutti i giochi; i Greci dicono che quando il Re vince più giochi della Regina nell'Ippodromo, allora il Re sarà vittorioso se andrà in una spedizione di guerra.  

Gli uomini che sono stati a Bisanzio affermano che un ippodromo è così organizzato che un alto muro è stato sistemato attorno a un grande piano rotondo, e su per il muro ci sono scale, dove le persone siedono mentre il gioco va in campo. Sono stati scolpiti molti eventi antichi, Asi e Volsunghi e Nibelunghi, fatti di rame e minerale, così abilmente che sembrano essere vivi. E con questi dispositivi, ci si sente parte del gioco e il gioco procede da solo con molti trucchi e arti. Sembra che gli uomini stiano cavalcando nell'aria, che ci siano incendi e ci siano esplosioni di fuoco greco, e alcune cose sono opere di magia. Queste includono tutti i tipi di strumenti, salteri e organi, arpe, concerti e violini e tutti i tipi di giochi d'archi.

Veniamo ora all'etimologia della parola in analisi. Si tratta chiaramente di un prestito dal greco ἱππόδρομος (hippodromos), ossia "luogo dove corrono i cavalli", formato a partire da ἵππος (hippos) "cavallo" e δρόμος (dromos) "corsa". L'etimologia è indubitabile. Gli sviluppi fonetici sono degni di nota, in particolare la presenza del dittongo -ei-, che non ci aspetteremmo affatto. Trovo poi strano il vocalismo della prima sillaba, dato che in greco bizantino la /o/ breve doveva avere una pronuncia chiusa. Ci saremmo piuttosto aspettati una forma *poðromr, che però non mi risulta esistere (se qualcuno è in grado di provare il contrario, lo invito a comunicarmelo). Forse la parte finale della parola è stata modificata per associazione paretimologica con hreimr (m.) "grida; urlo", come allusione al pubblico rumoroso e festante? Oppure l'associazione è in qualche modo con heimr (m.) "paese", anche se la semantica è fragile? Come ipotesi sono tirate per i capelli, al momento non saprei cos'altro proporre per spiegare questo benedetto dittongo. 

In medio alto tedesco è documentata la forma poderâm "ippodromo", che è molto più vicina all'originale rispetto al norreno paðreimr. Resta comunque abbastanza strana la vocale lunga /a:/ nell'ultima sillaba. Potrebbe la forma norrena essere un prestito dall'area tedesca? Forse si potrebbe spiegare il dittongo /ei/ come un tentativo di nativizzare qualcosa di incomprensibile? Per risolvere in modo definitivo la questione servirebbero altri dati.

Si noterà che lo stesso vocabolo greco δρόμος "corsa", che compare come secondo membro nel nome dell'Ippodromo, in epoca più tarda è stato preso a prestito nella lingua dei Rom e dei Sinti, dove ha dato drom "viaggio; strada" (pl. droma). Ben noto è il saluto tradizionale latcho drom "buon viaggio". Approfondiremo tutto ciò in altra sede.

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