domenica 12 gennaio 2020

PRONUNCIA ORTOGRAFICA DI PAROLE INGLESI IN ITALIANO

Una delle massime aberrazioni concepibili dalla mente dell'essere umano è senza dubbio la stramaledetta pronuncia ortografica. Tale immondizia concettuale nasce dalla perversione di chi considera la lingua scritta come anteriore alla lingua parlata. La definisco in un solo modo: bestemmia contro il Logos!

Una delle lingue che ha più sofferto le maledizioni delle pronunce ortografiche è stata quella della millenaria Regina Elisabetta. Ecco le più popolari pronunce ortografiche di parole inglesi entrate in italiano, incluse alcune sigle commerciali diffuse tramite la pubblicità televisiva:

tranvai /tran'vai/ "tram"
     < tramway "tramvia" 
block notes /blok 'notes/ "blocco per appunti" (anche abbreviato in
 notes /'notes/)
     < notes "note")
water /'vater/ "tazza del cesso"
     < water closet "gabinetto con scarico ad acqua"
     closet è stato adattato persino in cloche per falsa etimologia: un 
     tempo era comune water cloche /'vater 'kloʃ/ 
Lines /'lines/ (pannolini per bambini)
     < lines, plurale di line "linea, striscia"
Carefree /kare'fre/ (assorbenti intimi)
     < (to) care "prendersi cura" + free "libero"
Colgate /kol'gate/ (dentifricio)
    dal cognome del fondatore William Colgate, probabilmente da 
    coal "carbone" + gate "cancello"
Somatoline /somato'line/ (dimagrante)
    < somato- "corpo" (dal greco accademico) + line "linea"


La deleteria influenza della televisione, scatola maligna inventata da Mefistofele, è stata determinante nella diffusione di questo schifo. Se water /'vater/ "tazza del cesso" è un vocabolo ancor oggi diffusissimo nella parlata quotidiana, altre forme come tranvai si possono ritenere obsolete. Non sempre i parlanti italofoni si sono mostrati consapevoli della natura di questi vocaboli. Solo per fare un esempio, mi è capitato di sentir sostenere che tranvai sarebbe derivato da un'onomatopea tran tran mimante lo sferragliamento del mezzo urbano e da vai inteso come voce del verbo andare.  

In epoca precedente erano pronunciati in modo ortografico o semi-ortografico anche numerosi altri prestiti dall'inglese. Questi due esempi li ho udito con le mie stesse orecchie, il secondo da mia madre (RIP): 

boogie woogie /'budʒi 'budʒi/ (con la -g- di getto)
      anziché /'bu:gi 'wu:gi/ (con la -g- di ghetto)
one step /one'step/ anziché /'wʌnstep/ 

I fumetti di Topolino hanno dato il loro contributo con una gran quantità di onomatopee e di ideofoni importati dal mondo anglosassone, a cui tutti abbiamo attribuito naturalmente una pronuncia ortografica che oggi siamo inclini a considerare delittuosa. Questi sono alcuni esembi celeberrimi:

sigh: indica sospiro, pianto
sob: indica singhiozzo, pianto
thump: indica un rumore sordo
chomp: indica masticazione rumorosa 
 
Il sospiro paperoniano sigh è pronunciato /sig/ in Italia, ma la pronuncia inglese è /saɪ/; si noterà che la pronuncia ortografica di sigh è la stessa data alla prima parola del saluto nazista Sieg Heil.
Il tonfo paperoniano thump è pronunciato /tump/ in Italia, ma la pronuncia inglese è /θʌmp/
Talvolta nei fumetti si scriveva ciomp anziché chomp per evitare che qualche sprovveduto realizzasse ch- come una velare occlusiva /k/, perdendo l'onomatopea. In genere non ho mai sentito una simile atrocità, anche perché a scuola le maestrine stavano molto attente che si pronunciasse correttamente ch come un'affricata in toponimi come Michigan e via discorrendo. Un esempio scolastico di pronuncia di ch è sempre stato Chicago, ma il nome della città dell'Illinois in realtà si pronuncia con una /ʃ/ iniziale, la stessa dell'italiano scemo.

Anche nella microtoponomastica questa piaga della pronuncia ortografica era alquanto diffusa e in molti casi non è tuttora estinta: Viale Jenner è ancora pronunciato in modo sistematico /'jenner/ anziché /'dʒenner/, come se l'augusto medico fosse un figlio della Germania anziché di Albione. Spesso se ne esce qualche cronista a dire che ci sono stati tumulti nei pressi della moschea di Viale Jenner, pronunciando /'jenner/. Una simpatica cinesina mi raccontò di un islamico di Viale Jenner che si recò al ristorante a ingozzarsi di carne suina e di grappa. Anche lei pronunciava /'jenner/, come tutti. Herr Edward Jenner di Prussia è una realtà. Lunga vita al concittadino del sacrosanto Cancelliere Otto von Bismarck!  Si deve quindi menzionare il caso di Via Washington un tempo subiva la pronuncia ortografica /'via 'vaʃʃington/ dai Milanesi, con tanto di -g- sonora grande come una casa, articolata con pena perché a scuola insegnano che le lettere mute non devono esistere. Credevo che questo uso fosse estinto e che avesse ceduto definitivamente il passo a un più corretto /'woʃin(g)ton/; proprio qualche giorno dopo la ruminazione di questi pensieri, ecco che un amico milanese ha pronunciato /'via 'vaʃʃington/.

Non penso che la causa degli atroci scempi descritti fosse la semplice ottusità del volgo: tutti sapevano ad esempio che il francese non si può leggere come si scrive - e chi osasse farlo veniva schernito senza pietà, additato a tutti come un somaro. Si trattava di forme di resistenza e di boicottaggio contro l'introduzione della lingua inglese, odiatissima. Fino a prova contraria, nessuno usava pronunce ortografiche del francese. Chi lo avesse fatto sarebbe stato bollato come un immondo zotico. Invece la lingua di Albione era vilipesa dal sistema scolastico. Mi fu riferito da una minuta e frizzante brunetta che suo zio pronunciava James Dean come I-àa-mes Dé-aan, con netta sillabazione. Non c'era verso di spiegare a quel rozzo villico della Brianza che una simile pronuncia è assolutamente erronea. Lui insisteva, picchiava i pugni sul tavolo, tirava bestemmie e urlava. A sua detta, a scuola gli avevano insegnato a scrivere e lui aveva imparato: se su un foglio c'è scritto James Dean, ecco, doveva leggersi come se fosse un nominativo italiano, I-àà-mes Dé-aan. La lingua della Germania è riuscita a ottenere un maggior rispetto. Solo qualche contadino paccianesco nelle campagne della Toscana applica la pronuncia ortografica a parole tedesche, tanto che Volkswagen diventa sulle sue labbra Fosfage, con suono palatale - si sente dire ben più spesso Fosfaghe, col suono velare. Però mi pare che davanti ai Lager e alla Gestapo si caghino tutti in mano anche in quelle contrade: i suoni palatali spariscono come per incanto!

Nessun commento: