venerdì 24 luglio 2020



IL CATARISMO NEL MONDO MEDIEVALE
E NEL MONDO MODERNO   

«Infine l'eresia dualistica catara, la vera e più pericolosa eresia, contro la quale Chiesa e società civile ricorsero alla repressione e persecuzione.
Proveniva dai Balcani e da Bisanzio, predicata e importata a missionari, lungo le strade
dei crociati e dei mercanti. Si radicò più densamente nell'Italia del Nord e del Centro (con sei chiese) e nel Sud della Francia (con cinque chiese), contro cui fu organzzata la crociata contro gli Albigesi da Innocenzo III (1209 - 1229). Aveva scuole, maestri, libri di esegesi e trattati di dottrina; strutture pastorali di base, le diaconie e gli hospitia. Poterono diffondersi facilmente sotto la protezione delle signorie feudali del Sud della Francia (in particolare nella contea di Tolosa) e sotto le pre-signorie di Ezzelino da Romano e di Oberto Pelavicino nellla Marca Trevigiana e in Lombardia, così come crebbero indisturbate nelle città comunali italiane.
Il fulcro di questa eresia era il dualismo; una visione dualistica del mondo de dell'uomo,
in cui il male e la sua provenienza non erano un mistero. Due principi eterni, del bene e del male (dialismo assoluto della Chiesa catara di Desenzano e delle chiese della Linguadoca) si fronteggiavano da sempre e per sempre, senza che uno riesca a prevalere sull'altro. Un solo principio, quello del bene (dualismo moderato della Chiesa di Concorezzo e del Nord della Francia), che ha consentito ad un creatore minore (il demonio, "principe di questo mondo") di organizzare e dare forma a quattro elementi "creando" questo mondo visibile, che perciò è malvagio e destinato ad essere consumato dal fuoco alla fine dei tempi. I Catari negavano il principio antropico (che l'uomo fosse cioè un ente creato, nella sua unità, da un solo dio; bensì che fosse costituito da un'anima angelica, sedotta da Lucifero e precipitata dal cielo - oves Israel que ceciderunt - incarcerata in un corpo demoniaco); negavano il libero arbitrio, sostenendo che chi proviene dal principio malvagio compie necessariamente il male, mentre chi proviene dal dio buono compie necessariamente il bene. Il male morale è espressione automatica del male metafisico ed ontologico. Ma le due realtà, del bene e del male, sono congiunte e mescolate nell'uomo, e la salvezza della componente buona (cioè la parte angelica sedotta e precipitata dai cieli) si ottiene solo nella liberazione della materia.
In tutto questo il mito gioca un ruolo decisivo, e l'esegesi neotestamentaria che essi
compiono viene orientata dai miti originari e dalla chiave dualistica. Un esempio per tutti: nel prologo del Vangelo di Giovanni, nichil viene interpretato come il mondo visivile, che è il niente: "Senza di lui (il Logos) fu fatto il niente", cioè la creazionedel mondo non era divina. Invece che "senza di lui non fu fatto nulla"; ovvero la partecipazione del Figlio alla creazione di Dio Padre.
Nella salvezza "umana" Cristo ha un ruolo essenziale nel risveglio, per mostrarci la via
di salvezza, ma non redime dal peccato gli uomini, né è uomo-Dio ma semplicemente un angelo (come anche Maria), né ha assunto vera carne ma solo apparente , né è realmente morto sulla croce (simbolo che disprezzano), né ha sofferto realmente, né si è addossato su di sé i peccati degli uomini, pagando e sacrificandosi per loro. Anzi, anch'egli viene considerato un salvatore-salvato, perché nell'orto degli ulivi peccò dubitando del Padre.
Il dualismo cataro, alternativo al cattolicesimo, non fu solo un'interpretazione ed
esperienza religiosa e un'ecclesiologia diversa (tanto meno una filosofia), fu una cultura, una visione, che frantumava i valori della società medievale. Oltre alla condanna del matrimonio con le sue particolari ragioni, possiamo aggiungere il rifiuto del gioramento (in sé malum, peccatum e non secundum Deum), perché voluto dal dio del Vecchio Testamento, cioè il demonio, per dominare sull'uomo (posizione incompatibile, antinomica, con la società medievale fondata sul giuramento politico feudale e comunale); il rifiuto del potere coattivo delle autorità civili ed ecclesiastiche, inconciliabile (in nome del Non occides) con la cultura giuridica e le esigenze dell'esercizio di qualsiasi potere, di qualsiasi istituzione, che per funzionare impongono a tutti l'osservanza delle leggi.
Lo stesso rifiuto della pena di morte era motivato dal mito: uccidere un uomo (come un
animale domestico) significava differire in una successiva esistenza (metensomatosi) la liberazione dell'anima che in essi era stata posta, e quindi impedirne la salvezza.
Quest'eresia costituì il principale pungolo avversativo per la Chiesa e la cultura medievali. Venne svuotata, culturalmente e religiosamente, con il recupero positivo del mondo visibile, della natura e del corpo umano, oggetto dell'amore di Dio e oggetto di redenzione (come predicato da San Francesco). Se le concezioni dei Catari avessero prevalso, non avremmo mai avuto l'Umanesimo.»

Tratto da "Atlante storico della cultura medievale in Occidente", progetto di I. Bitti, C. Marabelli, C. Stercal, edito da Jaca Book

Così scrivevo il 32 luglio 2011 sul blog Il Volto Oscuro della Storia

Come diceva Emil M. Cioran, un nemico è altrettanto utile di un Buddha. Se devo essere franco, preferisco essere compreso nelle mie motivazioni da avversari e oppositori, piuttosto che dover sopportare le falsità di gente che reputa di appartenere alla mia stessa denominazione ma che in realtà ne stravolge anche i princìpi più elementari. Come risulterà evidente dell'interessante testo proposto in questa sede, chi lo ha scritto vede le cose dal punto di vista della Chiesa Romana. Eppure ha compreso esattamente, punto per punto, la Fede dei Buoni Uomini. Pur avversandola, egli ne ha chiara visione e ne comprende tutte le conseguenze logiche. Di certo contesto la pretesa di identificare l'Umanesimo con un prodotto dell'ortodossia cattolica, già riscontrata presso alcuni neoconservatori. Così come contesto l'implicita giustificazione che l'autore dà della persecuzione e dello sterminio di Buoni Uomini e credenti. Egli sostiene che il prevalere della Conoscenza del Bene, che il mondo chiama Catarismo, avrebbe evitato la nascita del mondo moderno. Questo è vero, ma per contro sostengo che questa evitata nascita sarebbe stata sommamente auspicabile, dato che il mondo moderno non è che un coacervo di miserie e di orrori, un deserto di abominazione e desolazione in cui il Male Ontologico domina incontrastato. Un altro sbaglio che ritrovo nel testo della Jaca Book è il parlare del Catarismo come se fosse qualcosa di morto e sepolto e di totalmente privo di qualsiasi possibilità di rinascita. Ebbene, questa rinascita è inevitabile, e per quanto questa mia affermazione possa sembrare ai lettori risibile e grottesca, la porto avanti senza esitare su basi scritturali. Nello stesso Mito della Caduta è contenuto anche l'epilogo della Storia, e ciò è impossibile senza l'esistenza di Buoni Uomini, Consolatori che faranno affrettare il corso di questo universo materiale verso la sua consumazione finale.
Così come la Conoscenza del Bene fu il pungolo avversativo della società e della cultura
medievale, essa sarà il pungolo avversativo della società e della cultura moderna. Irrido e schernisco la propaganda e dell'apologia dell'opera di Francesco fatta nel testo. I papisti credono forse che quello che chiamano "recupero positivo del mondo visibile, della natura e del corpo umano" trovi il suo compimento nel pensiero della Chiesa Romana? No. Tale depravazione ontica trova il suo compimento nella società edonistica e consumista. Ora, è sufficiente guardare un filmato pornografico per trovarvi proprio questo recupero positivo, visibile e discernibile a chiare lettere anche nelle storture mentali della perversità New Age e in tutto quello che in sintesi chiamo "Libero Spirito" - ossia nella pretesa di scorgere l'opera di un unico Dio considerato buono in ogni cosa esistente, buona o cattiva che sia. 

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