mercoledì 25 novembre 2020

 
SICARIO 
 
Titolo originale: Sicario
Lingua originale: Inglese, spagnolo
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2015
Durata: 121 minuti
Rapporto: 2,39:1
Genere: Azione, thriller, drammatico
Regia: Denis Villeneuve
Soggetto: Taylor Sheridan
Sceneggiatura: Taylor Sheridan
Produttore: Basil Iwanyk, Thad Luckinbill, Trent Luckinbill,
       Molly Smith, Edward McDonnell
Produttore esecutivo: Ellen H. Schwartz, Erica Lee
Casa di produzione: Black Label Media, Thunder Road
       Pictures
Distribuzione in italiano: Lionsgate, 01 Distribution
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Joe Walker
Musiche: Jóhann Jóhannsson
Fonico: William Sarokin
Costumi: Renée April
Scenografia: Patrice Vermette
Interpreti e personaggi:
    Emily Blunt: Kate Macer
    Benicio del Toro: Alejandro Gillick
    Josh Brolin: Matt Graver
    Victor Garber: Dave Jennings
    Jon Bernthal: Ted
    Jeffrey Donovan: Steve Forsing
    Raoul Trujillo: Rafael
    Maximiliano Hernández: Silvio
    Daniel Kaluuya: Reginald "Reggie" Wayne
    Julio Cesar Cedillo: Fausto Alarcón
    Hank Rogerson: Phil Coopers
    Bernardo Saracino: Manuel Diaz
    Edgar Arreola: Guillermo Diaz
    Kevin Wiggins: Burnett
    Jesus Nevarez-Castillo: Eliseo
    Dylan Kevin: Charlie (comandante Delta Force) 
    John Trejo: Agente Delta Force 
    Marty Lindsey: Ufficiale SWAT
    Vic Browder: Maresciallo Capo US
    Boots Southerland: Maresciallo US Keith
    Adam Taylor: Maresciallo US Kevin
    David Garver: Bob Fisks
    Lora Martinez-Cunningham: Jacinta
    Kim Larrichio: Moglie di Silvio
    Michael Sheets: Agente del Tesoro
    Julian Ortega: Figlio del boss Fausto Alarc
ón
    Ian Posada: Figlio del boss Fausto Alarc
ón
Doppiatori italiani:
    Francesca Manicone: Kate Macer
    Massimo Corvo: Alejandro
    Fabrizio Pucci: Matt Graver
    Luca Biagini: Dave Jennings
    Alessio Cigliano: Ted
    Giorgio Borghetti: Steve Forsing
    Gianni Giuliano: Rafael
    Alessandro Quarta: Silvio
    Andrea Mete: Reggie Wayne
    Francesco Prando: Fausto Alarcón
    Fabrizio Russotto: Phil Coopers
    Pino Insegno: Guillermo 
Budget: 30 milioni di dollari US
Box office: 84,9 milioni di dollari US 
Sequel: Soldado (), di Stefano Sollima

Trama: 
Chandler, Arizona. Kate Macer, una giovane agente dell'FBI, idealista e con poca cura dell'igiene intima, conduce una delicata operazione assieme al suo collega, il mandingo Reggie Wayne. L'obiettivo è Manuel Diaz, boss del Cartello di Sonora. Durante l'irruzione in una villetta intestata al criminale, per poco gli agenti non soffocano a causa dei pestilenziali lezzi cadaverici. La Macer scopre decine di cadaveri di uomini e donne, avvolti in sacchi di plastica e appesi come carcasse suine. È squassata dal vomito di fronte a quel piccolo genocidio. Proprio quando un agente sta per aprire un tombino, che permette di accedere a un sotterraneo stipato di centinaia di cadaveri, avviene una tremenda esplosione. Rimangono uccisi in due, dilaniati, trasformati in una pappa carnea sparsa dovunque. Terminata l'infelice operazione, la donna viene ricevuta dal suo capo, che la spinge ad accettare un gravoso incarico "volontario", facendola trasferire in una task force diretta dal rozzo Matt Graver e da un inquietante colombiano, Alejandro. Lei finisce con l'accettare, volendo ottenere vendetta. Il compito della squadra consiste infatti nel recarsi in Messico, a Ciudad Juárez, per estradare il fratello di Manuel Diaz, Guillermo. Tutto finisce in merda già fin dal primo momento. Kate si trova suo malgrado nel bel mezzo di una carneficina in cui vengono abbattuti numerosi sicari dei narcos; in più di un'occasione è testimone del modo di agire illegale dei suoi compagni di squadra. Alejandro non esita ad usare la tortura per estorcere informazioni da Guillermo Diaz, riuscendo ad apprendere l'esistenza di un tunnel usato per contrabbandare la droga negli Stati Uniti. Durante una serata tranquilla, il mandingo Reggie fa il paraninfo: porta la collega in uno squallido bar e le presenta un giovane agente di polizia locale, Ted, sperando così di favorire una relazione carnale. La scintilla scocca: la donna è attratta da Ted e gli si vuole concedere, ma la cosa non funziona, anzi finisce in una lotta disperata quando lei scopre che il poliziotto è in realtà un corrotto al soldo dei narcos. Alejandro la salva in extremis, proprio mentre sta per essere strangolata. Ted viene messo alla tortura e confessa tutto ciò che sa. Rivela i nomi di tutti gli agenti americani pagati da Diaz. C'è tutto il necessario per organizzare una nuova spedizione in Messico, percorrendo il cunicolo e giungendo nel cuore del regno dei narcos. La squadra si muove di notte usando visori a raggi infrarossi. Alejandro compie una carneficina: riesce a giungere fino alla dimora di Fausto Alarcón, al vertice del Cartello di Sonora, sorprendendolo con la moglie e i figli piccoli mentre stavano cenando. Prima ammazza la donna e i bambini, come se fossero insetti. Poi sopprime anche il boss, sparandogli nel cranio. Così si viene a sapere qualche antefatto sul misterioso personaggio: Alejandro aveva iniziato la sua carriera come assassino prezzolato del Cartello di Medellín, in Colombia. Poi era diventato procuratore in Messico; proprio Alarcón aveva fatto decapitare sua moglie e sciogliere sua figlia nell'acido. Ora la vendetta è compiuta. Kate Macer riceve una visita dal giustiziere e non regge alle sue rivelazioni. Il mondo non è un idilliaco giardino puffesco pervaso di valori e di sublimi ideali: è una massa di feci grasse e maleodoranti su cui ronzano nuvole di mosche, in mezzo all'acre fumo di olocausto. Gli incoscienti cittadini degli States si dimostrano essere la causa e il motore di questo orrido meccanismo: la loro incessante richiesta di droga alimenta il narcotraffico con annessi e connessi, mattanze in primis. L'unica possibilità è cercare di ridurre al minimo la complessità del problema, evitando la proliferazione dei Cartelli. Piena d'ira, la donna vorrebbe uccidere quello che è soltanto un sicario più intelligente e più dotato degli altri, ma non ci riesce. Troppo ligia alla morale e alla legge, non può concepire un simile rimedio all'orrore che la opprime. La narrazione si conclude con una partita di calcio tra ragazzi: all'improvviso si sentono rumori di mitra in lontanza, che annunciano l'avvento del dominio di Nyarlathotep, Caos Strisciante!   
 

Recensione: 
Questo è l'unico dei film di Villeneuve che mi abbia davvero esaltato. La prima volta che l'ho visto, la qualità del video era pessima e si notava una macchia nera il cui profilo sembrava quello di un grosso cranio bantoide, proprio nell'angolo in basso a sinistra: evidentemente si trattava della registrazione di uno schermo fatta con una telecamera rudimentale. La seconda volta che ho visionato le sequenze la qualità del video era perfetta e mi sono goduto appieno lo spettacolo. I personaggi sono come ombre che si muovono in un universo scuro, caliginoso, lugubre, truculento, soffocante, in cui ogni movimento comporta rischio di una morte atroce. Sempre palpabile è il senso di Morte Termodinamica. Il Cosmo in sfacelo è la sola realtà. Quello che emerge istante dopo istante è l'assoluta mancanza di un qualsiasi senso, anche abbozzato.   
 
Sesso smerdante! 
 
La protagonista attraversa una fase piuttosto difficile della sua esistenza. A un certo punto incontra Ted, un poliziotto brillante, provando presto un'insana passione per lui. Come accade spesso in America, i due finiscono subito a letto, senza tanti preamboli. Si baciano, poi gli eventi prendono una piega grottesca. Lui cerca di metterle la testa tra le gambe e di leccarle la vulva. Lei si vergogna da morire perché da un po' non ha curato molto l'igiene (come le aveva fatto notare il suo collega mandingo). Le puzza ed è piena di smegma. Non vuole che il grossolano amante senta il tanfo di formaggio e che resti schifato, così lo spinge via. Mentre la donna cerca di divincolarsi scalciando all'impazzata, nota che il poliziotto ha un bracciale variopinto che dimostra la sua connessione con il Cartello di Sonora. Questo dettaglio fortuito fa sorgere in lei una ribellione violenta. A volte anche un mancato bidet può salvare la vita: se il sesso non fosse stato smerdante, le cose sarebbero andate ben diversamente!  
 

Penetrazione auricolare!

Il poliziotto corrotto viene catturato e messo alla tortura. Lo gonfiano di pugni, fino a ridurlo a un cencio sanguinolento. Il truce Alejandro gli infila un dito in un orecchio, scavando in mezzo al cerume fino a raggiungere il timpano e a grattarlo. Ancora una lieve pressione ed ecco che la fragile membrana si lacera! Le urla sono atroci. Le implicazioni sessuali dell'accaduto sono annichilenti: l'agente non può più affermare di essere vergine nelle orecchie! Si converrà che non si vedono cose simili tutti i giorni. Questa trovata geniale compensa di certo le innumerevoli stronzate ideate dal regista canadese nel corso della sua carriera! Peccato che i fan villeneuviani non se ne siano nemmeno accorti.
 
Una distorsione percettiva  
 
Non so per quale ragione, ma mi ero convinto che il poliziotto protagonista della scena di sesso smerdante e poi torturato avesse il cranio pelato, liscio come quello del Tenente Kodak! Quando ho visionato il film una seconda volta, mi sono accorto che non era affatto così: il poliziotto corrotto, non solo non aveva nemmeno una vaghissima somiglianza con Teddy Savalas, ma era addirittura provvisto di una folta chioma nera. Come ho fatto a rimuovere alcuni particolari e a deformarne altri? Non so spiegarmelo! Evidentemente i ricordi che si accumulano nei banchi di memoria stagnante non sono statici e immutabili, non sono fatti acquisiti e messi sotto naftalina, come schedari di una biblioteca polverosa. Vivono di vita propria senza che me ne accorga, subiscono trasformazioni, si distorcono!  

 
I blogger macellati 
 
A Ciudad Juárez sono in vigore usanze a dir poco truculente. Ammazzano le donne per un nonnulla e le seppelliscono nella terra molle, senza nemmeno una bara, facendole marcire tra i vermi. Di questo i media hanno parlato a lungo, denunciando l'orrore di quel tristissimo recesso dell'Inferno. Hanno parlato molto meno del destino riservato ai blogger in Messico. Proprio così: da quelle parti macellano i blogger!  Villeneuve ce ne mostra alcuni appesi a un viadotto autostradale. I corpi nudi sono dilaniati, tagliati come quarti di bue, spesso privati delle braccia. Anche se il regista non lo dice in modo esplicito, non ho alcun dubbio: quelli che si vedono penzolare sono cadaveri di blogger! Numerose esecuzioni sono avvenute a Monterrey e altrove: i corpi dei blogger impiccati sono stati mostrati nel Web e tuttora si riescono a trovare foto delle mattanze senza troppe difficoltà. Perché proprio i blogger vengono macellati? Non bisogna faticare troppo per trovare una risposta a un simile interrogativo. Nella terra che ha dato i natali a personalità come Emiliano Zapata e Benito Juárez, i blogger sono convinti di poter migliorare il mondo attraverso opere di denuncia sociale. Ovviamente ai narcos non va molto giù che si diffondano notizie sul genocidio in atto da anni in Messico, con bilanci peggiori di quelli di una guerra. Non va loro a genio nemmeno che qualcuno pretenda di vivere in un mondo in cui regna la Pace, cosa che arrecherebbe non pochi danni a chi guadagna dalla morte altrui. Quindi questi blogger vengono perseguitati e abbattuti. La realtà, non compresa dagli stessi blogger, è che Huitzilopochtli è un essere reale che abita nel sottosuolo del Messico e chiede un tributo di sangue umano! Oggi come ieri.

 
Entropia dilagante 
 
Villeneuve descrive con toni estremamente vividi una società terminale in preda alle metastasi di un cancro ormai inestirpabile. Le stesse forze dell'ordine sono aggredite da un flusso incessante di materiale genetico tumorale, tanto che gli agenti sono diventati nuclei di corruzione. Se ne può anche neutralizzare uno, con sistemi illegali, ma tanto altri dieci prenderanno il suo posto. Le difese immunitarie non mirano nemmeno più alla salute dell'organismo sociale, scopo questo che sarebbe soltanto un pio desiderio: si limitano a rimuovere qualche massa cancerosa qua e là, qualche tentacolo del parassita alieno che ha contaminato ogni cosa. Non c'è speranza alcuna. Ogni ideale umano viene ad essere ridotto a un puro e semplice flatus vocis. La specie Homo sapiens si mostra in tutta la sua desolazione, in tutta la sua demente nudità, al culmine di un processo di degenerazione millenaria! Non esiste rimedio alcuno, a parte un conflitto termonucleare globale che cancelli ogni traccia di biologia dal coprolito chiamato Terra. Qualsiasi sforzo di risanamento in un dato luogo si traduce per necessità fisica in un aumento del disordine in regioni più vaste. Per produrre risultati limitati è necessario spendere risorse che non ci sono, arrecando danni ancora maggiori. La Termodinamica è ineluttabile come un carnefice!        
 

Curiosità e inconsistenze 

L'odioso Matt menziona la città di Sasabe, lungo la frontiera tra Arizona e Messico, affermando che si trova ad est di Nogales. In realtà è a ovest di Nogales. Il toponimo Sasabe deriva dalla lingua O'odham (Papago), appartenente alla famigia Uto-Azteca, e significa "fondovalle". Ovviamente non è spagnolo. 
 
Nella scena dell'attraversamento della frontiera, quando Alejandro sta cercando di disinnescare la situazione pericolosa, dice "compas" ai gangster. Questa parola è stato mostrata erroneamente nei sottotitoli come "con paz", ossia "con pace". Nel Messico settentrionale, come in altre parti dell'America Latina, compas è un'abbreviazione di compadres "compagni", ed è un'espressione che sarebbe con maggior probabilità usata per cercare calmare i manigoldi.  

Nelle scene di traffico ambientate a Ciudad Juárez si notano taxi gialli e rossi. Ci sono anche piccoli autobus grigiastri e verdi denominati "Peseros". In realtà questi veicoli non circolano a Ciudad Juárez, sono invece tipici di Città del Messico. 

Nel film ci sono numerose incoerenze in materia legale. Ad esempio, dopo gli arresti in banca si afferma che gli autori hanno effettuato depositi di $ 9.000 ogni giorno per evitare le segnalazioni del governo. Tuttavia, i dipendenti delle banche negli Stati Uniti sono addestrati a segnalare depositi di contanti sospetti. Depositare $ 9.000 al giorno ogni giorno per anni sarebbe sicuramente considerato sospetto (tecnicamente parlando è un illecito chiamato "structuring"). Molti altri dettagli errati riguardano il modus operandi dell'FBI e della CIA, le loro limitazioni materiali dovute a cavilli complessi, difficilmente traducibili in un linguaggio comprensibile.
 
Quando Alejandro sta parlando con il suo amico e collega alla stazione, il sottotitolo in inglese mostra Monterey. La città nello stato di Nuevo León, in Messico, è Monterrey, con una consonante rotica forte -rr-. È proprio il luogo dove sono stati impiccati numerosi blogger. 
 
Premi e riconoscimenti: 

 2016 - Premio Oscar
     Candidatura per la Migliore fotografia a Roger Deakins
     Candidatura per la Migliore colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
     Candidatura per il Miglior montaggio sonoro a Alan Robert

        Murray
 2016 - Premio BAFTA
    Candidatura per il Miglior attore non protagonista a Benicio del 
        Toro
    Candidatura per il Miglior fotografia a Roger Deakins
    Candidatura per la Miglior colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
 2016 - Critics' Choice Movie Awards
    Candidatura per il Miglior film
    Candidatura per la Migliore fotografia a Roger Deakins
    Candidatura per il Miglior film d'azione
    Candidatura per la Miglior attrice in un film d'azione a Emily Blunt
    Candidatura per la Miglior colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
 2016 - Producers Guild of America Award
    Candidatura per il Miglior film
 2016 - Writers Guild of America Award
    Candidatura per la Miglior sceneggiatura originale a Taylor
        Sheridan
 2016 - Satellite Awards
    Miglior montaggio a Joe Walker
    Candidatura al Miglior film
    Candidatura al Miglior attore non protagonista a Benicio del Toro
    Candidatura alla Migliore fotografia a Roger Deakins
    Candidatura al Miglior suono 
  2015 - National Board of Review Award
    Migliori dieci film
    Spotlight Award
  2015 - Hollywood Film Award
    Miglior attore non protagonista a Benicio del Toro
 2015 - People's Choice Awards
    Candidatura Attrice film d'azione preferita a Emily Blunt
 2015 - Toronto International Film Festival
    Candidatura al People's Choice Awards
 2015 - Festival di Cannes
    Candidatura alla Palma d'oro
 2015 - Washington D.C. Area Film Critics Association Awards
    Miglior colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
    Candidatura al Miglior film
    Candidatura alla Migliore fotografia a Roger Deakins
    Candidatura al Miglior montaggio a Joe Walker

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