La parola mambo, che indica un tipo di danza, si è diffusa con questo significato dallo spagnolo di Cuba. In ultima istanza deriva dal creolo haitiano manbo "sacerdotessa voodoo", ossia "colei che parla con i morti". Ora si deve indagare l'origine di questo termine religioso, chiaramente importato dall'Africa con il traffico degli schiavi.
1) L'ipotesi più accreditata è che il vocabolo haitiano derivi dallo Yoruba mambo "parlare". La lingua Yoruba, parlata principalmente nella Nigeria sud-occidentale e in parti del Benin e del Togo, appartiene al gruppo delle lingue Volta-Niger, parte della famiglia delle lingue Niger-Kordofaniane.
2) C'è anche la possibilità che derivi dal Fon nanbo "madre degli spiriti". Questa parola può avere la stessa origine di quella Yoruba sopra riportata, con il significato originario di "colei che parla (agli spiriti)". Coma lo Yoruba, anche il Fon appartiene al gruppo delle lingue Volta-Niger.
3) Una terza teoria vuole che derivi invece da una lingua della famiglia Bantu, il Kikongo, in cui màmbu "conversazione, negoziazione rituale" è il plurale di diàmbu "parola". Le lingue Bantu, anche dette lingue Niger-Congo B, funzionano tipicamente tramite un complesso sistema di prefissi.
Come si può ben capire, il problema non ammette una facile soluzione. Servirebbe una competenza specifica nelle lingue africane in questione, che sono tra loro molto diverse. Sono incline a preferire l'etimologia 1) dallo Yoruba, vista l'enorme importanza di questa lingua nella formazione di diverse religioni afroamericane: il Voodoo (Voudou, Voudoun) e la Santería nella regione caraibica e il Candomblé in Brasile.
La lingua Lucumí
La lingua Lucumí consiste in un lessico di parole e brevi frasi derivate dalla lingua Yoruba e utilizzate per scopi rituali a Cuba, nella Repubblica Dominicana, a Porto Rico e nelle diaspore che ne hanno avuto origine. Lo Yoruba è una lingua tonale. Questo significa che il tono delle sillabe è una caratteristica distintiva essenziale e "non negoziabile". Nel Lucumí non si trova traccia di aspetti tonali. La fonetica è stata influenzata da quella dello spagnolo. Il lessico presenta tracce di influenze di lingue Bantu e Fongbe, parlate da altri africani ridotti in schiavitù, che vivevano in prossimità di parlanti Yoruba nelle Americhe.
Riporto un breve glossario Lucumí:
abadú "grano"
abako "cucchiaio"
afefé "vento"
agua "lingua"
ako "barca"
ala "sogno"
ala "vestito bianco"
alabusa, alubosa "cipolla"
alaguedé "fabbro"
aná "strada"
ara, ará, airá "tuono"
ará "corpo"
ará "gente"
arun, aro, ano "malattia"
arún, marún "cinque" (5)
asho "vestito"
awá "mano"
awó "segreto"
ayá "cane"
ayanmó "destino"
ayapá "tartaruga"
ayapá "tartaruga"
ayé "mondo"
babá "padre"
batá "scarpe"
bobo, gbogbo "tutto"; "molti", "numerosi"
boná, oboná "caldo"
dide "sorgere"
dudú "nero", "scuro"
ebbó "sacrificio prescritto"
efá, mefá "sei" (6)
egué "erbe"; "foglie"
eran "carne"
eñe "dente"
eñí "uovo"
eri, eyi "dente"
erín, merín "quattro" (4)
esán "nove" (9)
eta, meta "tre" (3)
euré, auré "capra"
ewá, mewá, mékwa "dieci" (10)
eyá "pesce"
eyé "sette" (7)
eyelé "piccione"
eyí, eye "sangue"
eyí, méyi "due" (2)
eyí, méyi "due" (2)
eyó "otto" (8)
gua "venire"
gunu "lungo"
ibeyí "gemello", "gemelli"
ida, ide "spada"
ikú "morte"
ilé "casa"; "terra", "paese"
ilé ikú "cimitero"
ilú "tamburo"
imo "bocca"
imu, onó "naso"
iñá "fuoco"
iraguo "stella"
iré "buono"
iró "capelli"
irón "sentiero"
isé "piede"
iyá "madre"
kekeré, kukurú "piccolo"
kuinu "dieci" (10)
malú "vacca"
moguá "io rompo"
mochinche "io lavoro"
modukue "io ringrazio"
moforibale "saluto con inchino"
(davanti agli Anziani o agli Dei)
(davanti agli Anziani o agli Dei)
mojuba "insieme di preghiere"
(durante le cerimonie per venerare gli Anziani e gli Dei)
(durante le cerimonie per venerare gli Anziani e gli Dei)
ochúpa "luna"
obá "re"
obini "donna"
ofú "dare"
ogún "venti" (20)
okán "fegato"
okán "uno" (1)
olo "proprietario"
ologbo "gatto"
oma "bambini"
omi "acqua"
omi tuto "acqua fresca"
onú "collo"
onukú "ginocchio"
oñi, oyín "miele"
opá "uccidere"
Orisha "entità spirituale"
orú, orún, onó "sole"
osorbo, osobbo "sfortuna", "cattiva fortuna"
otá "pietra"
otá "nemico"
oyó "occhio"
panchaga "prostituta"
pupua "rosso"
tito "nuovo"
urú "coda"
yeun "mangiare"
Obanla e, obanla dide! "O grande Re, grande Re, sorgi!"
un lo "sta andando via"
Mambo number 5
Qui in Italia tutta la conoscenza della parola mambo è limitata a un motivetto che nel 1999 è stato una specie di tormentone. Il brano è Mambo no. 5 (A Little Bit Of...), di Lou Bega. Questo è il ritornello:
A little bit of Monica in my life
A little bit of Erica by my side
A little bit of Rita's all I need
A little bit of Tina's what I see
A little bit of Sandra in the sun
A little bit of Mary all night long
A little bit of Jessica, here I am
A little bit of you makes me your man (ah)
Mambo Number Five (ah)
Sentendo queste note così sensuali, nessuno ha pensato per un solo attimo a rituali tenebrosi di evocazione degli spiriti dei morti, a parte me!
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