L’incredibile diversità nelle modalità di attacco dell’ospite è difficilmente sintetizzabile in poche parole; i gruppi di rango tribù ad oggi noti su scala mondiale presentano una straordinaria diversità nelle modalità di parassitizzazione. I gruppi ad oggi considerati più primitivi depongono uova non incubate direttamente sul corpo dell’ospite (e.g. Exoristini, Whintemiini, alcuni Eryciini) (Wood 1987, Tschorsnig e Richter 1998). In questi gruppi le uova sono relativamente grandi, di colore bianco e presentano una forma peculiare piano – convessa. Sulla superficie piana (ventrale) è presente una sostanza collosa che permette una forte adesione dell’uovo alla cuticola dell’ospite.
L’embrione assume ossigeno mediante alcune aperture (aeropili) raggruppate nella porzione postero-dorsale dell’uovo. Terminata l’embriogenesi la larva può uscire dall’uovo e penetrare nell’ospite o penetrare direttamente senza uscire dall’uovo perforando direttamente la parete ventrale. Le specie caratterizzate da questa strategia riproduttiva non hanno ovisacco (utero).
Questo tipo di uova è caratteristico di un numero relativamente basso di generi, appartenenti alle sottofamiglie Phasiinae e Exoristinae.
Non tutte le specie con uova non incubate depongono sulla cuticola dell’ospite; alcuni generi hanno evoluto affascinanti strutture perforanti o laceranti al fine di deporre le uova all’interno del corpo dell’ospite (es. Compsilura, Blondelia, Vibrissina, Phorocera s.l.).
(Cerretti, 2016)
Attività trofica delle larve
Le larve di prima e seconda età si nutrono delle sostanze in circolo nell’emocele; in questo stadio di sviluppo non provocano evidenti disagi all’ospite che non muta il proprio comportamento e il normale svolgersi dell’attività fisiologica (almeno apparentemente).
Se l’ospite viene attaccato in età precoce, il parassita può interrompere o rallentare la propria attività trofica al fine di portare a termine lo sviluppo, sfruttando al meglio tutta la durata dello stadio larvale dell’ospite. Durante l’ultima età larvale il parassita cambia radicalmente comportamento: inizia una frenetica attività “distruttrice” che in breve tempo porta alla morte della larva parassitata. Questa attività non è finalizzata esclusivamente all’approvvigionamento del cibo ma alla distruzione di tutti i tessuti interni e alla lacerazione della cuticola, in modo da garantirsi un’agevole evacuazione (nei casi in cui si impupi all’interno delle spoglie dell’ospite).
(Cerretti, 2016)
Impupamento e sfarfallamento
Le modalità a questo riguardo, di seguito sintetizzate, sono numerosissime e possono variare anche a livello intraspecifico.
La larva, una volta terminata l’attività trofica, può:
- rimanere e impuparsi all’interno della vittima, rimanendo così al riparo;
- uscire e impuparsi nel substrato, sotto o nelle immediate vicinanze dell’ospite;
- uscire e impuparsi nel substrato, lontano dall’ospite;
- se l’ospite ha abitudini endogee o endofite, il parassita deve garantirsi una agevole via d’uscita, uccidendo l’ospite quando questo ha pronta la propria;
- le specie che parassitizzano Coleotteri adulti escono (larve mature o adulti) sfruttando aperture naturali dell’esoscheletro, quali l’apertura anale od orale (cfr. Cerretti & Mei 2001)
(Cerretti, 2016)
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