Gerghi e slang sono sempre di estremo interesse. Vi si possono trovare cose inattese. Negli anni '80 del XX secolo, si diffuse tra i giovani l'uso della parola tamarro, col significato di "zoticone, cafone", "individuo rozzo che si veste in modo appariscente". I Paninari usavano l'epiteto tamarro per indicare i loro peggiori nemici. Pochi si sono posti domande sull'etimologia di questo termine.
Forma originale: tamarro
Forme gergali evolute: tarro, zarro
Sinonimi: truzzo, tànghero
Traduzione in inglese colloquiale: chav (1), trash (2)
(1) chav è un prestito dal Romaní: chav, chavo "ragazzo (rom)"
(2) trash significa letteralmente "spazzatura"
Ebbene, a questo punto si può svelare la vera etimologia. L'origine della parola tamarro è dall'arabo تَمَّار tammār "venditore di datteri", chiaro nome agentivo tratto da تَمْر tamr "dattero".
تَمَّار tammār "venditore di datteri"
plurale regolare: تَمَّارُون tammārūn
femminile: تَمَّارَة tammāra
تَمْر tamr "dattero"
collettivo e singulativo: تَمْرَة tamra
plurale fratto: تُمُور tumūr
Durante il dominio musulmano in Sicilia, i venditori di datteri erano considerati particolarmente grossolani, rudi.
La trafila semantica è la seguente:
"venditore di datteri" => "individuo grossolano", "zotico" => tamarro
Conclusioni
Riporto alcuni ricordi dei tempi del liceo. V., una ragazza riccia e biondiccia che andava in giro a far pompini a ragazzi più grandi, ovviamente schifando a morte i compagni di classe, diceva cose terribili sui tamarri! In un'occasione ha detto che non si lavavano le parti intime. Li considerava animali ripugnanti e li odiava in modo feroce. Questo perché in un'occasione aveva cercato di fellarne uno ed era rimasta sconvolta dalla sporcizia simile a formaggio, dallo smegma sul prepuzio!
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