giovedì 15 dicembre 2016

LA LINGUA ISLANDESE ALTA


In Islanda la lingua è ancora sentita come il nucleo palpitante della cultura e dell'identità nazionale. Questo ben a ragione: l'islandese è una forma moderna di norreno, così ben conservata che un moderno cittadino dell'isola è in grado di capire alla perfezione le antiche saghe senza bisogno di vocabolario. Soltanto la pronuncia è molto cambiata nel corso dei secoli, mentre si è avuta una quasi perfetta conservazione della morfologia e della grafia delle parole. Per le ragioni esposte, in Islanda hanno grande influenza i fautori del purismo linguistico, che si oppongono all'immissione di prestiti nel vocabolario, coniando parole nuove per far fronte alle necessità del mondo in rapida trasformazione.

Ritengo necessario dare notizia dell'esistenza dei fautori della Lingua Alta, la più estrema fazione dei puristi linguistici islandesi. Legatissimi all'antica tradizione, sostengono la restaurazione dell'antica religione pagana. Nella bandiera nazionale hanno sostituito la Croce con il Martello di Thor (Hamarsmark). Questo vessillo è chiamato Þórsfrónvé, la Bandiera Islandese di Thor: Frón è un nome poetico dell'Islanda. Dalla stessa radice si forma anche il nome dato alla lingua: Háfrónska. Nei giorni terminali del genere umano, su questo pianeta in disfacimento, corrotto dalla globalizzazione e dalle perverse opere della setta massonica, una simile iniziativa è come una boccata di ossigeno! Nella Terra dei Vulcani abitano eroi che combattono contro la marea del mondialismo inclusivista, proprio come Thor combatteva contro il Serpente del Mondo.

Se la nobile tradizione del purismo linguistico risale al XVIII secolo, la Lingua Alta è un progetto molto più recente, che ha il suo fondamento nell'opera dell'ingegnoso linguista belga Herman Jozef Braekmans. Nel 1999 lo studioso presentò i nomi degli elementi della Tavola Periodica di Mendelejev formati con ingredienti unicamente norreni (Icelandic Alternatives for the Names of the Chemical Elements). Nel 2000 contattò il linguista olandese Fabian Valkenburg, presidente della Union against loan-words. Nel 2003 pubblicò il suo lavoro online. Nel 2005 prese contatto con il Reverendo Pétur Þorsteinsson, chiedendogli di continuare il progetto. C'è stata qualche attenzione da parte dei media islandesi, quindi i poteri del mondo hanno fatto calare il silenzio sui sostenitori dell'idea di Braekmans, liquidandoli come "pochi fanatici". Eppure la lingua così costruita è in grado di rendere i più sofisticati concetti della Scienza e non teme la concorrenza delle lingue classiche. In più ha un pregio innegabile: mentre le parole scientifiche forgiate a partire dalla lingua greca sono incomprensibili ai popolani che non hanno seguito studi specifici, le creazioni della Lingua Alta possono essere capite immediatamente da qualsiasi islandese. 

Ecco un sintetico elenco di neologismi introdotti, volti ad espellere dalla lingua tutto ciò che non sia norreno:

afn "atomo" 
    da efni "materia"
alsverfir "diamante"
    da al- "tutto", svarfa "abradere" 
ástbl
óm "rosa"
    da 
ást "amore", blóm "fiore":
    lett. "fiore dell'amore"
baðmreyr "bambù" 
    da ba
ðmur "albero", reyr "canna":
    lett. "canna-albero"
barreik "cedro"
    da barr "ago di pino", eik "quercia":
    lett. "quercia-ago di pino"
birtusteinn "diamante, brillante" 

    da birta "splendore", steinn "pietra":
    lett. "pietra dello splendore"
blandlauf "lattuga" 
    da blanda "mescolare", lauf "foglia" 
bryng
álkn "carro armato, Panzer"
   da brynja "corazza", g
álkn "mostro":
   lett. "mostro corazzato"
fjörsnjor "cocaina"
   da fjör "vigore, vitalità", snjór "neve":
   lett. "neve del vigore" 
framandloft "xenon" (< gr. xeno- "straniero")
   da framand "straniero", loft "aria":
   lett. "aria straniera"
frumgormar "DNA"
   da frum- "originale", gormar "spirali, eliche"
:
   lett. "spirali originali" 
funafugl "fenicottero"
   da funi "fiamma", fugl "uccello":
   lett. "uccello di fiamma"
geimgat "buco nero"
   da geimur "spazio, cosmo", gat "buco":
   lett. "buco dello spazio"
Ginnungahvellur "Big Bang"  
   da ginnunga- "inizio del tempo", hvellur
      "esplosione"
:
   lett. "esplosione primordiale"
háfaðir
"abate"; hámóðir "badessa"
   da hár "alto", faðir "padre", m
óðir "madre":
   lett. "alto padre""alta madre" 
h
ákóngur "Imperatore"
   da h
ár "alto", kóngur "re":
   lett. "Alto Re"
heljarblý
"plutonio" 
   da Hel "Inferno", blý "piombo"  

   lett. "il piombo dell'Inferno"
hnossgarn "seta"
   da hnoss "tesoro", garn "filato":
   lett. "filato prezioso"
hvellrisi "supernova"
   da hvellur "esplosione", risi "gigante":
   lett. "gigante che esplode" 
hættuhjól "roulette"
   da hætta "rischio", hjól "ruota":
   lett. "ruota del rischio"
jarlsteinn "corindone, zaffiro"
   da jarl "conte", steinn "pietra":
   lett. "pietra del conte"
k
óngssteinn "diamante"
   da k
óngur "re", steinn "pietra":
   lett. "pietra del re"
kroprann "moschea"
   da krjúpa "inginocchiarsi", rann "casa" (arc.):
   lett. "casa dell'inginocchiamento"
kjálkagálkn "coccodrillo"
   da kjálki "mascella", gálkn "mostro":
   lett. "mostro mascelluto"
laufsoð "tè"
   da lauf "foglia", soð "brodo":
   lett. "brodo di foglie"
lofviður "alloro"
   da lof "lode", viður "albero, legno":
   lett. "albero della lode"
mjólkurbaun "soia"
   da mjólk "latte", baun "fagiolo":
   lett. "fagiolo del latte"
mj
ólkurhnot "noce di cocco"
   da mj
ólk "latte", hnot "noce":
   lett. "noce del latte"
námshöll "università"
  da nám "studio", höll "palazzo":
  lett. "palazzo dello studio" 

Nj
óla og Dagbjartur "Yin e Yang"
   da Nj
óla "Notte" (n. pers.), dagur "giorno",
      bjartur "splendente":
   lett. "Notte e Splendore Diurno" 
nýgarn "nylon"
   da nýr "nuovo", garn "filato":
   lett. "nuovo filato"
rauðgulur "arancione"
   da rauður "rosso", gulur "giallo":
   lett. "giallo rossiccio"
reykhampur
"cannabis" 
  da reykur "fumo", hampur "canapa": 
   lett. "canapa del fumo"
reykhorn "pipa"
   da reykur "fumo", horn "corno":
   lett. "corno del fumo" 
reyklauf "tabacco"
   da reykur "fumo", lauf "foglia":
   lett. "foglia del fumo"
reyrandi "rum"
   da reyr "canna", andi "spirito":
   lett. "spirito di canna"
skítskeyti "spam"
   da skít "merda", skeyti "telegramma, messaggio":
   lett "messaggio di merda"
stundsjá "orologio"
   da stund "ora, attimo", -sjá "visione":
   lett. "visore delle ore", "visore degli attimi" 
surtsblóð "tabasco"
   da Surtur, il Gigante di Fuoco, blód "sangue":
   lett. "sangue di Surtr" 

sætungur
"zucchero" 
   da sætur "dolce" + suff. -ung- 
   lett. "cosa dolce"

verhafur
"satiro"
   da ver "uomo", hafur "capro":
   lett "capro umano"
Þórsblý
"torio"
   da Þór "Thor", blý "piombo":
   lett. "il piombo di Thor" 

Interessantissime e poetiche sono le formazioni toponomastiche:

Eirey "Cipro"
    da eir "rame", ey "isola":
    lett. "Isola del Rame"
Hlautland "Messico"
   da hlaut "sangue sacrificale", land "terra":  
   lett. "Terra del Sangue Sacrificale" 
Miðvesturfljót
"Mississippi"
   da miður "medio", vestur "occidente", fljót
     "fiume"

   lett. "Fiume del Medio Occidente" 
Morguneyjar
"Giappone"
   da morgunn "mattino", eyjar "isole"
   lett. "Isole del Mattino"
Nykrafljót "Nilo"
   da nykur "mostro acquatico", fljót "fiume":   
   lett. "Fiume degli Ippomotami"

Nykurelfur
"Nilo"
   da nykur "mostro acquatico", elfur "fiume" (arc.):
   lett. "Fiume degli Ippomotami"
Smáraey "Irlanda"
   da smári "trifoglio", ey "isola":
   let. "Isola del Trifoglio"
Sjöhæðir "Roma"
   da sj
ö "sette", hæðir "colline"
   lett. "Sette Colline"
Þurrstr
önd "Namibia"
   da þurr "secco, arido", str
önd "spiaggia"
   lett. "Spiaggia Arida"

Anche l'astronomia ha tratto vantaggio da quest'opera:

Bor "Saturno"
   dal nome del dio Bor, equivalente di Saturno
Fj
ötrameyjan "Andromeda" (costellazione) 
   da fj
ötur "catena", mey "ragazza":
   "Ragazza Incatenata"
Hermó
ður "Mercurio" 
   dal nome del messaggero celeste dell'antica
   religione. 
Hra
ðstjarna "Mercurio"
   da hra
ður "veloce", stjarna "stella"
   lett.
"Stella Veloce"

Rauðheimur
"Marte"
  da rauður "rosso", heimur "mondo"
  lett. "Mondo Rosso"
Systurvetrarbrautin "Andromeda" (galassia)
  da systir "sorella", vetrarbraut "nebulosa,
      galassia"
:
  lett. "la Galassia Sorella" (della Via Lattea) 
Vindís "Venere"
  da vinur "amico", d
ís "dea"
  inteso come "Dea dell'Amore" 

L'intera Storia potrà essere scritta in forma di saga islandese e persino la politica sembrerà subito meno tediosa:

Blóðverjariki "Germania Nazista"
   da
blóð "sangue", verjar "difensori",
      ríki "regno": 

   lett.
"Regno dei Difensori del Sangue"
Bl
óðverjastefna "Nazismo"
   da bl
óð "sangue", verjar "difensori", stefna
      "politica"

   lett. "Politica dei Difensori del Sangue"

bl
óðverskur "nazista"
  aggettivo formato da Bl
óðverja- (vedi) 
Gu
ðbrynmey "Giovanna d'Arco"
   da Gu
ð "Dio", brynja "corazza", mey "ragazza":
   lett. "Ragazza Corazzata di Dio"
Helgi Smári "San Patrizio"
   da helgi "santo" (n.), smári "trifoglio":
   lett. "Santo Trifoglio" 
rau
ðherjar "comunisti"
   da rau
ður "rosso", -herjar "guerrieri":
   lett. "Guerrieri Rossi"
Rínargy
ðingar "Ashkenaziti" 
   da Rín "Reno", gy
ðingar "ebrei":  
   lett. "Ebrei del Reno" 
Sameignastefna "Comunismo"
   da sameiginn "comune" (agg.), stefna "politica":
   lett. "Politica della Proprietà Comune"
St
álmaður "Stalin"
   da st
ál "acciaio", maður "uomo":
   lett. "Uomo di Acciaio"
St
álmannstefna "Stalinismo"
   da St
álmaður "Stalin", stefna "politica":
   lett. "Politica dell'Uomo di Acciaio"

Ungþj
óðherjarnir "Gioventù Hitleriana"
  da ungur "giovane", þj
óð- "nazione; tedesco",
     -herjar "militanti"

  lett. "Giovani Militanti Tedeschi"
Vandstefna "Fascismo"
  da vöndur "fasci", stefna "politica":
  lett. "Politica dei Fasci"
vandsveinn "fascista"
   da vöndur "fasci", sveinn "guerriero":
   lett. "guerriero dei Fasci, littore"
Veggjandabró
ðerni "Massoneria"
   da veggjandi "muratore", bró
ðerni "fratellanza":
   lett. "Fratellanza dei Muratori"
Ýfilkongur "Faraone"
   da ýfill "scarabeo", kóngur "re":
   lett. "Re Scarabeo" 

Þj
óðherjahreyfing
"Nazionalsocialismo" 
   da þjóð- "nazione; tedesco", herjar "guerrieri",
       hreyfing "movimento"
:  
   lett.
"Movimento dei Guerrieri Tedeschi" 

Grandissimi pregi e pochi difetti

Nella buona sostanza, questa conlang continua in modo eccelso la tradizione poetica delle kennigar. Si noti che vengono espulsi da questa lingua anche vocaboli di origine latina e greca giunti in epoca molto antica. Così biskup "vescovo" viene sostituito da Guðhersir (da Guð "Dio", hersir "duca"). Nell'antichità, per contro, l'officiante dei sacrifici pagani a Odino e a Thor era soprannominato heiðinbiskup o blótbiskup, ossia "vescovo pagano" e "vescovo dei sacrifici", a dimostrazione dell'integrazione del vocabolo cristiano nel lessico nativo. Allo stesso modo, keisari "imperatore" è una forma ben antica che non meritava di essere espunta dalla Lingua Alta. Un difetto a cui si potrebbe facilmente porre rimedio è la presenza di alcune parole macedonia (vélag "setta" < vé "santuario" + félag "compagnia") e di alcune formazioni troppo cervellotiche.

Nemmeno una vaga menzione della Lingua Alta d'Islanda sembra essere arrivata in Italia: con ogni probabilità questo post è il primo a trattare l'argomento. Può essere utile, per approfondire l'affascinante questione, consultare la pagina inglese di Wikibooks sulla Háfrónska e quella di Wikipedia sul purismo linguistico islandese:



Esiste poi un archivio che fornisce oltre 6.500 traduzioni dall'inglese alla Lingua Alta, citando anche la forma islandese corrente di ciascun lemma: 


Si noterà che scarseggiano parole relative alla sessualità, all'erotismo e alla produzione pornografica. Non si trovano ad esempio parole per "fellatio", "cunnilingus", "anilingus", "pornografia", "orgasmo", "orgia" e via discorrendo. Un termine per "omosessuale" si trova menzionato sotto la voce buonista "holebi" (contrazione di un paradossale "homo-lesbian bisexual") e tradotto con ógagnkynhneigður, alla lettera "non eterosessuale". Noto che non sono stati ripristinati gli antichi termini norreni per indicare l'omosessuale effeminato (argr, ragr come aggettivo; argi, ragi come sostantivo), segno che il timore di persecuzioni ad opera della tirannia buonista è enorme. Non oso pensare che accadrebbe se un omosessuale passivo fosse etichettato come "arghola": la crudezza estrema del mondo antico è ormai insostenibile. Onde evitare perdite provocate dalla censura, ho provveduto ad effettuare un backup del sito. 

martedì 13 dicembre 2016

IL POLTERGEIST DI MAGONZA

Nell'anno 858 apparve nella diocesi di Mentz(1) [nei pressi di Bingen, sul fiume Reno](2) uno spirito dapprima manifestatosi col lancio di pietre e formidabili colpi contro i muri delle case, come se fossero battute da un grande maglio. Poi si era succeduta una seconda fase in cui lo spirito aveva incominciato a parlare per rivelare segreti e indicare gli autori sconosciuti di ruberie e altri fatti del genere, capaci di sconvolgere la pace della città. Da ultimo, egli aveva scatenato e concentrato la sua perversità su una sola persona, che si ingegnava a perseguitare in ogni modo, rendendola, vieppiù, odiosa presso tutti i concittadini facendo loro credere che essa fosse la causa prima dell'ira celeste che si stava abbattendo sulla città. Lo spirito non smise mai di tormentare la sua vittima, bruciò tutto il fieno nel fienile e dove si manifestava procurava degli incendi. I preti tentarono di placarlo per il tramite dell'esorcismo, con le preghiere e l'aspersione dell'acqua benedetta, ma per tutta risposta avevano ricevuto lanci di pietre che ne avevano feriti alcuni. Quando se n'erano andati, qualcuno fra i presenti aveva sentito lo spirito iniquo lamentarsi a voce alta, dicendo che da quel momento sarebbe stato costretto a trovare dimora nel cappuccio di uno di loro e precisamente da quello che aveva svergognato la figlia di un notabile della città. In questo modo, indifferente a tutto, lo spirito continuò a infestare il posto per altri tre anni e chissà per quanto ancora l'avrebbe fatto se il suo corpo, riesumato, non fosse stato dato alle fiamme su un grande rogo(3).

Sigeberto di Gembloux, Cronaca di Sigeberto
(Chronicon o Chronographia universalis)

L'autore di questo documento, Sigeberto di Gembloux (circa 1030 - 1112), detto in latino Sigebertus Gemblacensis, fu un monaco benedettino e uno storico. Quello che descrive è chiaramente un Poltergeist (dal tedesco poltern "bussare", Geist "spirito"). Il testo in italiano è riportato nel volume Il grande libro dei misteri irrisolti di Colin & Damon Wilson. 

Questa è un'altra versione, in un italiano un po' più arcaico, che ho trovato nell'interessantissimo trattato Dissertazioni sopra le apparizioni de spiriti e sopra i vampiri o i redivivi d'Ungheria e di Moravia etc, di Agostino Caimet (1756):

Nella Diocesi di Magonza si vide quest'anno uno Spirito, che si manifestà da principio gettando sassi, e battendo nelle mura delle case, quasi a gran colpi di mazzapicchio, indi parlando, e manifestando cose occulte, gli autori di alcuni furti, ed altre cose atte a seminare discordia tra vicini; finalmente rivolto a perseguitare furiosamente un particolare, e renderlo odioso a tutto il vicinato, pubblicandolo per cagione della divina collera contro tutto il villaggio, lo inseguiva da per tutto senza pausa, abbruciò le biade raccolte in sua casa, e appiccava il furto in tutti i luoghi, dove colui entrava.
I Greci(4) l'esorcizzarono, recitarono orazioni, aspersero d'acqua santa, e lo Spirito gettò sassi con danno di molte persone. Ritirati che furono i Preti, fu sentito come lamentarsi, e dire, che s'era nascosto sotto il piviale d'un Prete, e lo nominò accusandolo d'aver corrotta la figlia d'un benestante del luogo: continuò per tre anni a dar queste molestie, nè cessò prima di aver incendiate tutte le case di un villaggio.

Si noterà una discrepanza con il testo riportato nel libro degli Wilson. Infatti nel primo l'infestazione del Poltergeist ha fine soltanto quando viene esumato il cadavere di un uomo, lasciando credere che gli abitanti attribuissero l'accaduto a una ben precisa persona. Nel testo di Caimet invece non si fa menzione alcuna di un'esumazione: era lo spirito incendiario a provocare un grande rogo bruciando l'intero borgo. Per capire meglio l'accaduto, bisogna far riferimento a quanto scritto dal monaco di suo pugno. 

L'originale in latino ecclesiastico è reperibile in questo sito (pagina 163):


Lo riporto in questa sede.

In parochia Moguntina malignus spiritus evidens nequitiæ suæ indicium dedit. Nam primo lapides jaciendo, et parietes domorum quasi malleis pulsando, inde manifeste loquendo, furta etiam prodendo, discordias iner vicinos seminando, homines inquietabat. Denique animo omnium contra unum hominem commovit, quasi pro ejus peccatis cæteri talia paterentur. Cujus fruges in unum coacervatas incendit; qui ubicunque intrasset, statim domus illa exurebatur, ut jam ei nisi in agris locus manendi nullus esset. Propter hoc presbiteris letanias agentibus et benedictam aquam spargentibus, inimicus multis lapides jaciendo cruentatis, tandem aliquandiu quievit. Presbiteris recedentibus, inimicus flebiliter ululans, tandem presbiterum quendam nominatim exprimens, se, quando aqua benedicta spargebatur, sub cappa illius quasi familiaris sui latuisse professus est; accusans eum cum filia procuratoris concubuisse. Sic per triennium institit, donec ibidem cuncta ædificia incendio consumeret.

Come si può vedere, ci sono solo due possibilità. L'esumazione è stata un'invenzione di Colin e di Damon Wilson, oppure risale a una fonte errata, non diretta, a cui essi stessi hanno attinto ignari, non conoscendo neppure gli elementi basilari della lingua latina. Chiunque sia stato a manipolare la fonte, ha notevolmente esteso le informazioni date dal monaco Sigeberto. Questo fa capire quanto facilmente si propagano gli errori. Siamo nel regno della disinformazione. 

Note

(1) Se uno si basasse sul testo degli Wilson, sarebbe portato a credere che Mentz sia un'errata grafia di Metz. In realtà si tratta di Magonza, in tedesco Mainz. Deve quindi essere una forma monottongata. Tuttavia è attestata e non è stata generata dall'ignoranza di un copista anglosassone. Nella Wikipedia in inglese è presente la voce Mentz con tanto di spiegazioni. La fonte di questa variante deve essere il tedesco palatino Määnz. Il testo latino di Sigeberto ha l'aggettivo Mogontina
(2) La spiegazione con ogni probabilità è stata aggiunta dagli Wilson.
(3) Peccato che l'esumazione con rogo del cadavere non sia affatto presente nel testo latino di Sigeberto. Sarebbe stata un'attestazione interessante. Diffusissima nella mitologia germanica è l'idea di porre fine a un'infestazione ad opera di spiriti immondi bruciando sul rogo il cadavere della persona maligna che l'ha provocata. Queste pratiche trovano precisi riscontri anche nelle saghe islandesi. Dal paganesimo sono sopravvissute in epoca cristiana con la massima naturalezza: non risulta che abbiano trovato grande opposizione da parte degli ecclesiastici. I roghi, di vivi o di morti, non sono giunti in Europa dalle sabbie dei deserti del Medio Oriente: già documentati tra i Celti, erano ben comuni anche tra i Germani. Se al mondo scolastico nei paesi di lingua romanza fa comodo credere alla grande favola della "romanizzazione dei barbari", dirò invece che c'è stata una germanizzazione della popolazione preesistente nelle vesti, negli usi e nelle pratiche oggi definite "superstiziose".
(4) Sarà per la mia limitata conoscenza, ma non riesco proprio a comprendere perché i preti debbano essere chiamati "Greci". Probabilmente si tratta di un semplice refuso.

lunedì 12 dicembre 2016

IL VAMPIRO DI KISILOVA - TESTO ORIGINALE IN LINGUA TEDESCA


Nachdeme bereits vor 10. Wochen, ein dem Dorff Kisolova, Rahmer-District, gesessener Unterthan, Namens Peter Plogojovitz(1), mit tode abgegangen, und nach Raitzischer Manier zur Erden bestattet worden, hat sichs in ermeldetem Dorff Kisolova geäußert, daß innerhalb 8. Tagen, 9. Personen, so wohl alte als junge, nach überstandener 24. stündiger Kranckheit also dahin gestorben, daß, als sie annoch auf dem Todt-Bette lebendig lagen, sie öffentlich ausgesaget, daß obbemeldeter, vor 10. Wochen verstorbener Plogojovitz, zu ihnen im Schlaff gekommen, sich auf sie geleget und gewürget, daß sie nunmehro den Geist aufgeben müsten; Gleichwie dann hierüber die übrigen Unterthanen sehr bestürzet in solchem noch mehr bestärcket worden, da des verstorbenen Peter Plogovitz Weib, nachdem sie zuvor ausgesaget, daß ihr Mann zu ihr gekommen, und seine Oppanki(2) oder Schuhe begehret, von dem Dorff Kisolova weg, und sich in ein anders begeben. Sintemal aber bey dergleichen Personen, (so sie Vampyri nennen,) verschiedene Zeichen, als dessen Cörper unverweset, Haut, Haar, Barth(3) und Nägel an ihm wachsend zu sehen seyn müsten, als haben sich die Unterthanen einhellig resolviret, das Grab des Peter Plogojovitz zu eröffnen, und zu sehen, ob sich würcklich obbemeldete Zeichen an ihm befinden; Zu welchem Ende sie sich dann hieher zu mir verfüget, und nebst Andeutung vorerwehnten Casus, mich samt dem hiesigen Poppen(4) oder Geistlichen ersuchet, der Besichtigung beyzuwohnen: Und ob ihnen schon erstlich solches Factum reprobiret, mit Meldung, daß ein solches vorhero an eine Löbl. Administration unterthänig-gehorsamst berichten, und derselben hohe Verfassung hierüber vernehmen müste, haben sie sich doch keinesweges hierzu bequemen wollen, sondern vielmehr diese kurze Antwort von sich gegeben: Ich möchte thun was ich wollte, allein, wofern ich ihnen nicht verstatten würde, auf vorherige Besichtigung und rechtliche Erkandtnus(5) mit dem Cörper nach ihren Gebrauch zu verfahren, müsten sie Hauß und Gut verlassen, weil biß zu Erhaltung einer gnädigsten Resolution von Belgrad wohl das gantze Dorff (wie schon unter türckischen Zeiten geschehen seyn sollte) durch solchen üblen Geist zugrunde gehen könte, welches sie nicht erwarten wollten. Da man dann solche Leute weder mit guten Worten noch Bedrohungen von ihrer gefaßten Resolution abhalten kunte, derohalben habe ich mich mit Zuziehung des Gradisker Poppen, in gemeldtes Dorff Kisolova begeben, den bereits ausgegrabenen Cörper des Peter Plogojovitz besichtiget, und gründlicher Wahrheit gemäß folgendes befunden: Daß erstlich von solchem Cörper und dessen Grabe nicht der mindeste, sonsten der Todten gemeiner Geruch, verspühret, der Cörper, ausser der Nasen, welche abgefallen, gantz frisch, Haar und Barth, ja auch die Nägel, wovon die alten hinweggefallen, an ihm gewachsen, die alte Haut, welche etwas weißlich war, hat sich hinweg gescheelet, und eine neue frische darunter hervor gethan, das Gesichte, Hände und Füsse und der gantze Leib waren so beschaffen, daß sie in seinen Lebzeiten nicht hätten vollkommener seyn können: In seinem Munde habe ich nicht ohne Erstaunen einiges frisches Blut erblicket, welches, der gemeinen Aussage nach, von denen durch ihn Umgebrachten gesogen. In Summa, es waren alle Indicia vorhanden, welche dergleichen Leute (wie schon oben bemercket) an sich haben sollten. Nachdem nun sowohl der Popp, als ich dieses Spectacul gesehen, der Pöbel aber mehr und mehr ergrimmter als bestürtzter wurde, haben sie, gesammte Unterthanen, in schneller Eil einen Pfeil gespitzet, mit solchem den toden Cörper zu durchstechen, an das Hertz gesetzet, da dann bey solcher Durchstechung nicht nur allein häuffiges Blut, so gantz frisch, auch durch Ohren und Mund geflossen, sondern auch andere wilde Zeichen (welche wegen hohen Respect umgehe) vorgegangen. Sie haben endlich offtermelten Cörper, in hoc casu, gewöhnlichen Gebrauch nach, zu Aschen verbrannt. Welches dann E. Hochlöbl. Administration hinterbringen, und anbey gehorsamst unterthänigst bitten wollen, daß, wann hierinnen einen Fehler begangen haben sollte, solchen nicht mir, sondern dem vor Furcht außer sich selbst gesetzten Pöbel beyzumessen.
Actum. 6. April. 1725.
Kayserlicher(6) Provisor im Gradisker District.

Alcune osservazioni 

Il testo del Vicario Frombald si trova nella stessa pagina del sito in lingua tedesca che ospita il documento sui Vampiri di Medvegia: www.zauberspiegel-online.de.  La sua diffusione nel Web è abbastanza estesa, visto che lo si ritrova in un certo numero di blog e di forum dedicati al vampirismo. Non si capisce bene perché questo rapporto debba essere più popolare di quello di Fluchinger, che è ben più esteso e drammatico. A quanto pare sono il primo a diffondere la documentazione in lingua originale nella blogosfera italiana. Questa è una dimostrazione del quasi totale isolamento che sussiste tra il Web in italiano e quello in tedesco. Il fatto che io sia tra i pochissimi italiani germanofili non dovrebbe stupirmi. Del resto non basta certo una Merkel a farmi cambiare idea.  

Note  

(1) Il cognome Plogojovitz è riportato anche nella forma contratta Plogovitz. Nella traduzione italiana si utilizza l'ortografia Plogojowitz, con la lettera -w- al posto di -v-. In ogni caso deve essere chiaro che la pronuncia è la stessa in tutti i casi e che il fonema è /v/.
(2) Oppanki è l'adattamento della parola serba opanki, che indica un tipo di scarpe simili a robusti sandali da montagna. Il sostantivo è di genere femminile e la forma singolare è opanka. In croato si trova la forma maschile opanak "calzatura rozza". Dallo slavo il termine è giunto nel veneto di Dalmazia opanca, pl. opanche. Queste calzature sono citate anche da Leopold von Sacher-Masoch nel racconto La Journée de Gatzko, incluso nell'antologia Femmes slaves, pubblicata sulla Revue des Deux Mondes nel 1980.
(3) Barth "barba". Notevole la finale -th, che non ha tuttavia gran fondamento etimologico. Nella lingua attuale si scrive soltanto Bart
(4) Erkandtnus è arcaico per Erkenntnis "conoscenza". Si noti la vocale posteriore nel suffisso -nus e l'assenza di Umlaut palatale nella vocale radicale. Questa variante sembra continuare una situazione tipica dell'antico alto tedesco, in cui il suffisso si trovava come -nassi, -nissi o -nussi. In ultima analisi si tratta dello stesso suffisso che si trova nella lingua gotica come -nassus nelle parole þiudinassus "regno", horinassus "adulterio", kalkinassus "prostituzione", gudjinassus "ministero del prete", ibnassus "eguaglianza", etc.
(5) dem hiesigen Poppen "al Pope locale". Più sotto nel testo si legge des Gradisker Poppen "del Pope di Gradisca" (Gradisker è una forma aggettivale indeclinabile, proprio come Berliner "berlinese"). Ancora oltre si legge der Popp "il Pope". Il termine è un prestito diretto dal serbo-croato pop, in ultima analisi dal gotico papa "prete", a sua volta dal greco. La forma tedesca attualmente usata per indicare un ministro della Chiesa Ortodossa è Pope.

(6) Kaysericher è scritto per Kaiserlicher, con uno stravagante dittongo -ay- al posto del corretto -ai-.

IL VAMPIRO DI KISILOVA


Un uomo, di nome Peter Plogojowitz(1), era morto [ed era stato sepolto nella terra secondo il costume della Rezia](1). Egli viveva nel villaggio di Kisilova(2), nel distretto di Rahm(3) in Serbia. Trascorse dieci settimane, si era diffusa la voce che in quello stesso luogo, nel giro di una sola settimana ben nove persone, vecchi e giovani, erano morte a seguito di una fulmine malattia protrattasi non più di ventiquattro ore. Tutti, sul letto di morte, vevano dichiarato apertamente e pubblicamente che il suddetto Peter Plogojowitz, morto dieci settimane prima, era venuto a visitarli ai piedi del letto, li aveva vampirizzati dicendo loro che da lì a breve sarebbero diventati dei fantasmi. La convinzione che Peter fosse un vampiro era poi stata ulteriormente e fortemente confermata dalla testimonianza della moglie, la quale aveva rivelato che il marito defunto si era presentato pure a lei chiedendole le sue opanki, le scarpe, perché aveva intenzione di recarsi presso un altro villaggio. Poiché questi esseri (che vengono chiamati vampiri) possono essere riconosciuti da molti segni - come, per esempio, il corpo incorrotto, la pelle, i capelli, la barba e le unghie in continua crescita - i paesani avevano dunque deciso di scoperchiare la sua bara e vedere se questi segni fossero presenti. Con questa intenzione, essi erano venuti da me per raccontarmi i fatti, pregandomi di assistere all'operazione, unitamente al pope, il prete del villaggio. Quando, dapprincipio, mi ero rifiutato, dicendo che sarei stato costretto, per le mie funzioni, a segnalare ogni cosa all'amministrazione così che la loro stravagante convinzione sarebbe stata nota a tutti, essi non se n'erano dati per intesi, rispondendomi che a loro poco importava che cosa avessi fatto, perché l'unica cosa importante era che accettassi di assistere agli eventi con un riconoscimento ufficiale e legale, altrimenti tutti loro avrebbero fatto sapere a Belgrado di essere costretti, per causa mia, ad abbandonare le case e a lasciare il villaggio - cosa che, stando a loro, era già avvenuta almeno una volta al tempo della dominazione turca - perché uno spirito malvagio come quello avrebbe potuto ucciderli tutti e questo, ovviamente, nessuno di loro desiderava avvenisse.
Non essendo dunque in grado di oppormi a questa loro definitiva risoluzione, invitato con le buone e con le cattive, mi ero recato al villaggio di Kisilova, unendomi per strada al pope di Gradisk. Qui avevo avuto modo di vedere il corpo appena estratto dalla bara di Peter Plogojowitz, accorgendomi subito, prima ancora di dare inizio a qualsivoglia osservazione, che non esalava alcun fetore, come, al contrario, avrebbe dovuto succedere a un cadavere, visto che l'intero corpo, fatta eccezione per il naso che era corroso, era perfettamente intatto e fresco. Capelli e barba - ma anche unghie nuove che avevano scalzato le precedenti - avevano ocntinuato a crescere, mentre la vecchia pelle, dal colore lievemente biancastro, era scivolata via, lasciando ben intravedere la ricrescita di un nuovo strato di epidermide. Il volto, le mani, i piedi, in definitiva l'intero corpo si erano conservati intatti, e forse non erano stati così floridi neppure quando l'uomo era in vita. Devo confessare che non senza una grande sorpresa ebbi modo di notare del sangue fresco sulla sua bocca, quello stesso che, stando alle dicerie della gente, egli aveva succhiato alle sue vittime. In breve, tutti i segni distintivi erano presenti in lui, proprio come la gente si era aspettata di trovare. Dopo che sia io che il pope avevamo constatato tutto questo, mentre nel popolo più che il timore stava montando una rabbia feroce, qualcuno, con gande rapidità aveva appuntito un paletto di legno destinato a essere conficcato nel cuore del morto. Quando ciò era accaduto, sangue fresco era sgorgato in abbondanza, fuoriuscendo anche da tutti gli altri orifizi del volto, come le orecchie e la bocca. Ma questi non sono stati gli unici segni; ne abbiamo apprezzati altri che non sto qui a elencare [l'ufficiale sottintende il fatto che l'uomo, fra le altre cose, aveva avuto un'erezione](4). Alla fine di tutto, nel pieno rispetto delle loro usanze, avevano bruciato il corpo, in hoc casu, riducendolo in cenere. Su questi fatti ho ritenuto di dover informare la illustrissima amministrazione, chiedendo, in piena e totale umiltà e obbedienza, che se un qualche errore è stato compiuto, non venga a me attribuito ma alla folla, nella circostanza guidata da un formidabile terrore.
    Firmato: il funzionario imperiale del distretto di Gradisk(5).

Alcune osservazioni 

I fatti descritti in questo documento si sono svolti nel 1725, quindi qualche anno prima dei portentosi avvenimenti di Medvegia. Era per la regione balcanica un periodo di grande instabilità. La Serbia, acquisita agli Asburgo col trattato di Passarowitz nel 1718, sarebbe tornata agli Ottomani col trattato di Belgrado del 1938. In questo contesto, l'Impero inviava nei villaggi serbi i suoi funzionari per fare chiarezza sulle inquietanti voci di attività vampirica, che si moltiplicavano a dismisura generando panico tra il volgo. Proprio la pubblicazione dei resoconti sui succhiatori di sangue della Serbia, diffusa in Germania, in Inghilterra e in Francia, ha dato origine a epidemie di isterismo. Aleksej Konstantinovič Tolstoj, secondo cugino del più noto Lev, doveva conoscere bene sia il documento di Frombald su Kisilova che quello di Fluchinger su Medvegia. Utilizzò infatti tale materiale come fonte di ispirazione per scrivere il suo splendido racconto sull'argomento, La famiglia del Vurdalak (scritto nel 1839). L'opera dello scrittore russo può essere letta online alla seguente pagina (che come molti altri siti data il racconto al 1847): 


Il testo sul caso Plogojowitz è riportato, come già quello sui Vampiri di Medvegia, nel volume Il grande libro dei misteri irrisolti, di Colin & Damon Wilson. Nel Web il documento si ritrova in Google Books, per fortuna non interrotto dall'assenza casuale di pagine a causa della tirannia del copyright, che sa essere più fastidiosa dei succhiatori di sangue, soprattutto se anziché tutelare da gravi abusi è messa lì dal Principe del Malgoverno al solo scopo di impedire la diffusione della Conoscenza e di ostacolare il progresso scientifico. 

Note

(1) In serbo il nominativo del contadino è Petar Blagojević. Spesso i parlanti tedeschi hanno difficoltà a distinguere le occlusive sonore da quelle sorde in parole straniere, in particolare /b/ suona alle loro orecchie come /p/. Famoso è il caso dell'ex Pontefice Ratzinger, che anziché bambini diceva pampìni. Non è improbabile che la seconda rotazione consonantica abbia avuto origine da simili abitudini fonetiche. 
(2) L'inciso da me aggiunto è stato tradotto dal testo originale, che ha "und nach Raitzischer Manier zur Erden bestattet worden". Per non si sa quale ragione, nel testo italiano solitamente pubblicato questa spiegazione viene omessa. Ovviamente la Rezia non è in questo caso la provincia alpina dell'Impero Romano, ma l'adattamento di un toponimo serbo Rajca (Raitza). Questa risulta ancora in uso, ma non è facile trovarne traccia in Google se non si utilizza l'esatta ortografia.
(3) A quanto pare si tratta del villaggio che oggi è chiamato Kisilijevo. La cosa non è tuttavia sicura al 100%. Il testo tedesco originale ha Kisolova anziché Kisilova, cosa che non deve stupire, data la grande instabilità delle ortografie usate nel mondo germanofono per trascrivere i toponimi e gli antroponimi slavi.

(4) Corrisponde alla città serbo chiamata Ram, che si è sviluppata attorno all'omonimo castello. Chiaramente la scrittura Rahm è dovuta alle abitudini grafiche dei funzionari austriaci e non ha alcun fondamento etimologico, essendo la lettera -h- un mero segno diacritico utilizzato per esprimere la lunghezza della vocale precedente. Anche in questo caso, se non si azzecca la forma esatta, Google non mostra segni di grande malleabilità.   
(5) L'esplicito riferimento all'erezione è stato aggiunto, in quanto non figura nel documento originale, che ha soltanto
"welche wegen hohen Respect umgehe". Con ogni probabilità gli autori di questa spiegazione sono proprio gli Wilson, che hanno ritenuto necessario far capire al pubblico una frase un po' troppo ermetica.
(6) Il nominativo del funzionario imperiale non sembra essere menzionato da Colin e da Damon Wilson nel loro volume. Si tratta del Vicario Frombald. A quanto consta non è un personaggio ben tracciabile, tanto che alcuni pensano addirittura che il suo vero cognome fosse Fromann.

giovedì 8 dicembre 2016

I VAMPIRI DI MEDVEGIA - TESTO ORIGINALE IN LINGUA TEDESCA


Visum et repertum über die so genannte Vampirs, oder Blut-Aussauger, so zu Medvegia in Servien, an der türckischen Granitz den 7. Jan. 1732. geschehen.(1)

Nachdeme das Anzeigen geschehen, daß in dem Dorff Medvegia, die so genannten Vampirs, einige Personen, durch Aussaugung des Bluts umgebracht haben sollen:

Als bin ich auf hohe Verordnung eines allhiesigen Hochlöblichen Ober-Commando, um die Sache vollständig zu untersuchen, nebst darzu commandirten Herrn Officiern und 2. Unter-Feldscherern dahin abgeschicket, und gegenwärtige Inquisition in Beyseyn des der Stallathar Heyducken-Compagnie Capitain Gorschiz, Hadnack, Bariactar und ältesten Heyducken des Dorffes folgendermaßen vorgenommen und abgehöret worden. Welche denn einhellig aussagen, dass vor ungefehr 5. Jahren ein hiesiger Heyduck, Nahmens Arnond Paole sich durch einen Fall von einem Heuwagen(2) den Hals gebrochen; dieser hatte bey seiner Lebens-Zeit sich öffters verlauten lassen, daß er bey Gossowa in dem Türckischen Servien von einem Vampir geplagt worden sey, dahero er von der Erde des Vampirs Grab gegessen, und sich mit dessen Blut geschmieret habe, um von der erlittenen Plage entlediget zu werden.

In 20. oder 30. Tagen nach seinem Tod-Fall haben sich einige Leute geklaget, daß sie von dem gedachten Arnond Paole geplaget würden; Wie denn auch würcklich 4. Personen von ihm umgebracht worden.

Um nun dieses Übel einzustellen, haben sie auf Einrathen ihres Hadnacks, welcher schon vorhin bey dergleichen Begebenheiten gewesen, diesen Arnond Paole, beyläuffig 40. Tage nach seinem Tod ausgegraben, und gefunden, daß er gantz vollkommen und unverwesen sey, auch ihm das frische Blut zu denen Augen, Nasen, Mund und Ohren herausgeflossen, das Hemd, Ubertuch und Truhe gantz blutig gewesen, die alte Nägel an Händen und Füßen samt der Haut abgefallen, und dargegen neue andere gewachsen sind, weilen sie nun daraus ersehen, daß er ein würcklicher Vampir sey, haben sie demselben nach ihrer Gewohnheit einen Pfahl durchs Hertz geschlagen, wobey er einen wohlvernehmlichen Gächzer gethan, und ein häuffiges Geblüt von sich gelassen; Wobey sie den Cörper gleich selbigen Tag zu Aschen verbrennet, und solche in das Grab geworffen. Ferner sagen gedachte Leute aus, daß alle diejenige, welche von denen Vampirn geplaget und umgebracht würden, ebenfalls zu Vampirn werden müssen. Also haben sie die obberührte 4. Personen auf gleiche Art exequiret.

Dann fügen sie auch hinzu, daß dieser Arnond Paole nicht allein die Leute, sondern auch das Vieh angegriffen, und ihnen das Blut ausgesauget habe. Weilen nun die Leute das Fleisch von solchem Vieh genutzet, so zeiget es sich aufs neue, daß sich wiederum einige Vampirs allhier befinden, allermaßen in Zeit 3. Monathen 17. junge und alte Personen mit Tod abgangen, worunter einige ohne vorher gehabte Kranckheit in 2. oder längsten 3. Tagen gestorben.

Dabey meldet der Heyduck Jowiza, daß seine Schwieger-Tochter, Nahmens Stanacka, vor 15. Tagen sich frisch und gesund schlafen geleget, um Mitternacht aber ist sie mit einem entsetzlichen Geschrey, Furcht und Zittern aus dem Schlaff aufgefahren, und geklaget, daß sie von einem vor 9. Wochen verstorbenen Heyducken Sohn, Nahmens Milloe seye um den Hals gewürget worden, worauf sie einen großen Schmertzen auf der Brust empfunden, und von Stund zu Stund sich schlechter befunden, bis sie endlich den dritten Tag gestorben.

Hierauf seynd wir denselbigen Nachmittag auf den Freydhof, um die verdächtige Gräber eröffnen zu lassen, neben denen offt gemeldeten ältesten Heyducken des Dorffes ausgegangen, die darinnen befindliche Cörper zu visitiren, wobey nach sämtlicher Secirung sich gezeiget:

1.) Ein Weib, Nahmens Stana, 20. Jahr alt, so vor 2. Monathen nach einer 3. tägigen Kranckheit ihrer Niederkunfft gestorben, und vor ihrem Tod selbst ausgesagt, daß sie sich mit dem Blut eines Vampirs gestrichen hätte, folgendlich sie so wohl als ihr Kind, welches gleich nach der Geburt verstorben, und durch leichtsinnige Begräbnus von denen Hunden biß auf die Helffte verzehret worden, ebenfalls Vampiren werden müssen; ware gantz vollkommen und unverwesen; Nach Eröffnung des Cörpers zeigte sich in cavitate pectoris eine Quantität frisches extravasirtes Geblüts; Die vasa, als arteriae und venae nebst denen ventriculis cordis, waren nicht wie es sonsten gewöhnlich, mit coagulirtem Geblüt impliret; Die sämtliche Viscera, als Pulmo, hepar, stomachus, lien et intestina waren dabey gantz frisch, gleich bey einem gesunden Menschen; Der Uterus aber befande sich gantz groß, und externe sehr inflammiret, weilen Placentum, als auch Lochias bei ihr geblieben, dahero selbiger in völliger putredine war; Die Haut an Händen und Füßen, samt den alten Nägeln fielen von sich selbst herunter, hergegen zeigeten sich nebst einer frischen und lebhafften Haut, gantz neue Nägel.

2.) Ware ein Weib, Nahmens Miliza, beyläufftig 60. Jahr alt, welche nach 3. Monathlicher Kranckheit gestorben, und vor etlich und neunzig Tagen begraben worden; In der Brust befande sich viel liquides Geblüth, die übrige Viscera, waren gleich der vorgemeldeten in einem guten Stand. Es haben sich bey der Secirung die umstehende sämtliche Heyducken über ihre Fette und vollkommenen Leib sehr verwundert, einhellig aussagend, daß sie das Weib von ihrer Jugend auf wohl gekannt, und Zeit ihres Lebens gantz mager und ausgedörrter ausgesehen und gewesen, mit nachdrücklicher Vermeldung, daß sie in dem Grab zu eben dieser Verwunderungs-würdigen Fettigkeit gelanget sey: Auch derer Leute Aussage nach solle sie jetziger Zeit den Anfang derer Vampiren gemacht haben, zumalen sie das Fleisch von denen Schaafen, so von denen vorhergehenden Vampiren umgebracht worden, gegessen hätte.

3.) Befande sich ein 8. tägiges Kind, welches neunzig Täge im Grab gelegen, gleichermaßen in Vampirenstand(3).

4.) Wurde ein Heyducken Sohn, 16. Jahr alt, ausgegraben, so 9. Wochen in der Erden gelegen, nachdem er an einer drey tägigen Kranckheit gestorben ware, gleich denen andern Vampiren gefunden worden.

5.) Ist der Joachim, auch eines Heyducks Sohn, 17. Jahr alt, in drey tägiger Kranckheit gestorben, nachdem er 8. Wochen und 4. Tage begraben gewesen; Befande sich bey der Section gleicher gestalt.

6.) Ein Weib, Nahmens Ruscha, welche nach zehen tägiger Kranckheit gestorben, und vor 6. Wochen begraben worden, bey welcher auch viel frisches Geblüt nicht allein in der Brust, sondern auch in fundo ventriculi gefunden habe, gleichfalls bey ihrem Kind, so 18. Tage alt ware, und vor 5. Wochen gestorben, sich gezeiget hat.

7.) Nicht weniger befande sich ein Mägdlein von 10. Jahren, welche vor 2. Monathen gestorben, in obangezogenem Stande gantz vollkommen und unverwesen, und hatte in der Brust viel frisches Geblüt.

8.) Hat man des Hadnacks Eheweib samt ihrem Kind ausgraben lassen, welche vor 7. Wochen ihr Kind aber, so 8. Wochen alt ware, und vor 21. Tagen gestorben, dabey aber gefunden, daß so wohl die Mutter als Kind völlig verwesen, obowhl sie gleich der Erd und Gräber derer nächst gelegenen Vampiren gewesen waren.

9.) Ein Knecht des hiesigen Heyducken-Corporals, Nahmens Rhade, 23. Jahr alt, ist in 3. monathlicher Kranckheit gestorben, und nach 5. wochentlicher Begräbnus völlig verwesen gefunden worden.

10.) Des hiesigen Bariactar sein Weib, samt ihrem Kind, so vor 5. Wochen gestorben waren, gleicher massen völlig verwesen.

11.) Bey dem Stanche, einem Heyducken 60. Jahr alt, so vor 6. Wochen gestorben, habe ich ein häuffiges gleich denen andern liquides Geblüt in der Brust und Magen gefunden; das gantze Corpus ware in offt benannten Vampir-Stand(3).

12.) Milloe ein Heyduck 25. Jahr alt, so 6. Wochen in der Erden gelegen, befande sich gleichfals in ermeldtem Vampir-Stand.

13.) Stanoicka, eines Heyduckens Weib, 20. Jahr alt, ist in 3. tägiger Kranckheit gestorben, und vor 18. Tagen begraben worden; Bei der Secirung habe ich gefunden, daß sie in dem Angesicht gantz roth und lebhaffter Farbe ware, und wie oben gemeldet, sie von des Heyducks Sohn, Nahmens Milloe sey um Mitternacht um den Hals gewürget worden, sich auch augenscheinlich gezeiget, daß sie rechter Seiten unter dem Ohr eine blauen mit Blut unterloffenen Fleck eines Fingers lang gehabt; bey Herausnehmung ihres Grabes flosse eine Quantität frisches Geblüts aus der Nasen; Nach der Secirung fande ich, wie schon offt gedacht, ein rechtes balsamlich frisches Geblüt, nicht allein in der Höhle der Brust, sondern auch in ventriculo cordis; die sämtliche Viscera befanden sich in vollkommenen gesunden und gutem Stand; die Unter-Haut des ganzen Cörpers samt denen frischen Nägeln an Händen und Füssen, waren gleichsam gantz frisch.

Nach geschehener Visitation seynd denen Vampiren die Köpffe durch dasige Zigeuner herunter geschlagen worden, und samt denen Cörpern verbrennet, die Aschen davon in den Fluß Morava geworffen, die verwesene Leiber aber wiederum in ihre vorgehabte Gräber eleget worden. Welches hiemit nebst den mir zugegebenen Unter-Feldscherern bevestigen.
Actum ut supra.

      (L. S.) Johannes Fluchinger, Regiments Feldscherer, Löbl. B. Fürstenbuschl. Regiments zu Fuß.
      (L. S.) J. H. Sigel, Feldscherer von Löbl. Morallischen Regiment.
      (L. S.) Johann Friedrich Baumgarten, Feldscherer Löbl. B. Fürstenbuschl. Regiments zu Fuß.

Wir Endes Unterschriebene attestiren hiemit, wie, daß alles dasjenige, so der Regiments-Feldscheerer von Löblichen Fürstenbuschlichen Regiment, samt beyden neben unterzeichneten Feldscherers-Gesellen hieroben denen Vampirern betreffend in Augenschein genommen, in allen und jeden der Warheit gemäs, und in unserer selbst eigener Gegenwart vorgenommen, visitirt und examiniret worden. Zur Bekräfftigung dessen ist unsere eigenhändige Unterschrifft und Fertigung. Belgrad, den 26. Jenner 1732.

     (L. S.) Büttener, Obrist Lieutenant des Löbl. Alexandris. Regiments.
     (L. S.) J. H. von Lindenfels, Fenderich Löbl. Alexandrischen Regiments.

Alcune osservazioni 

Il testo in lingua tedesca non è facilmente reperibile in formato cartaceo. Tempo fa non era difficile trovarlo nel Web, riportato in forum sul vampirismo e sul soprannaturale. A quanto risulta l'unico sito rimasto a permetterne la consultazione è www.zauberspiegel-online.de. La sua pubblicazione in questa sede è dunque da ritenersi urgente: spesso documenti importanti scompaiono dal Web in seguito alla rimozione di una singola pagina. 

Come si può notare, nel XVIII secolo l'ortografia della lingua tedesca era decisamente più libera e creativa di quella in uso ai nostri giorni. Vi abbondavano grafie stravaganti come Dorff per Dorf "villaggio", Kopff per Kopf "testa", Helffte per Hälfte "mezzo, metà", Kranckheit per Krankheit "malattia", gantz per ganz "intero", Nahme per Name "nome", etc. La forte tendenza era quella di scrivere -ey- anziché -ei-, senza alcuna considerazione per l'etimologia delle parole: Wobey per Wobei "in cui". In parole di origine latina o romanza l'uso comune era di usare la lettera c per esprimere l'occlusiva /k/ (davanti a vocale centrale o posteriore, talvolta anche davanti alla vocale bemollizzata ö) oppure l'affricata /ts/ (davanti a vocale anteriore): Cörper per Körper "corpo", Compagnie per Kompanie "compagnia (militare)", Secirung per Sezierung "dissezione". Nel rapporto di Fluchinger non mancano i termini dotti di origine latina, come Pulmo, Viscera. In molti casi si tratta di parole greche mediate dal latino scientifico, come Hepar "fegato" e Stomachus "stomaco"

Note

(1) Notiamo l'uso della forma Granitz "frontiera" per il più frequente Gränitz. La forma odierna è Grenze "confine". Lutero ha usato la forma Grentze, contribuendo alla diffusione di questa parola; altri scrivevano Gränze. La sua origine ultima è slava, riconducibile a una protoforma *granica /'granitsa/. Responsabile di questo prestito è l'Ordine Teutonico, che lo ha adottato nel corso delle sue guerre contro i pagani.  
(2) Heuwagen "carro di fieno". La versione italiana ha "vagone", ma è chiaro che si tratta di un carro (Wagen) di fieno (Heu)
(3)
Vampirenstand, Vampir-Stand "vampirismo". Si tratta di notevoli composti di struttura arcaica, purtroppo caduti in disuso, formato a partire dal verbo stehen "stare (in piedi)". Un segno di vitalità di una formazione germanica delle parole, applicata anche a radici prese a prestito, come Vampir, di origine slava (cfr. russo upyr). Oggi si usa Vampirismus, formato in maniera più moderna. 

I VAMPIRI DI MEDVEGIA


Visum et repertum sul cosiddetto Vampiro o Succhiatore di Sangue, avvenuto a Medvegia in Serbia, sulla frontiera turca, il 7 Gennaio 1732.(1) 

Dopo essere stato trasferito nel villaggio di Medvegia (l'attuale città di Belgrado) il cosiddetto vampiro aveva ucciso alcune persone succhiando loro il sangue. Per questo motivo venni incaricato, su ordine dell'onorevole Comando Supremo, di fare piena luce sulla questione, unitamente ad alcuni altri ufficiali scelti, fra cui due medici subordinati. A seguito di questo, ho condotto e svolto la presente inchiesta presso la compagnia del capitano degli Stallath, il gruppo degli hayduks(2) (mercenari balcanici e fuorilegge arruolati, contrari al regime turco) Hadnack Gorschiz, il portabandiera e gli hayduk più anziani del villaggio. Tutti loro, concordemente, mi hanno testimoniato quanto segue. Circa cinque anni orsono, un hayduk di nome Arnod Paole si era spezzato il collo cadendo da un vagone. A proposito di quest'uomo, correva voce che per gran parte della sua vita, specialmente quando si trovava a Gossova nella Serbia turca, fosse stato perseguitato da un vampiro, fino a quando, per potersi liberare da quelle continue vessazioni, lui stesso non si era deciso a mangiare un po' di terra della tomba del vampiro e a succhiare del sangue. A un mese dalla sua morte, alcune persone avevano cominciato a lamentarsi del fatto che a loro volta erano minacciate dallo stesso Paole redivivo, timori quanto mai concreti dal momento che quattro di loro vennero trovati uccisi, si dice, da lui. Al fine di porre rimedio a questi fatti terribili, a quaranta giorni dalla sepoltura, su suggerimento dello stesso Hadnack, che già aveva avuto a che fare con fatti simili, la gente del posto aveva riesumato il suo corpo. Grande era stata la sorpresa di trovare un corpo pressoché intatto e nono corrotto e soprattutto con il viso tutto coperto di sangue che sembrava fresco, come se gli fosse uscito dagli occhi, dal naso, dalle orecchie e dalla bocca. Anche la bara e gli abiti erano sporchi di sangue. Le unghie delle mani e dei piedi erano cadute, ma avevano incominciato a crescerne delle nuove, al pari della pelle che in certi punti del corpo pareva rigenerata. Constatando da tutti questi indizi che Paole era dunque un vero vampiro, essi gli avevano conficcato un punzone di legno nel cuore - come era costume fare in questi casi - al che si era sentito il cadavere gemere e dal corpo era scaturito sangue abbondante. Poi lo avevano bruciato e nella bara avevano riposto soltanto le ceneri. Questo era stato fatto perché, secondo la tradizione, tutti coloro che venivano morsi e aggrediti da un vampiro erano costretti, loro malgrado, a diventare a loro volta vampiri. Per questo motivo pensarono di esumare anche le quattro persone che si diceva erano state uccise da Paole. Ma non era bastato, perché qualcuno aveva segnalato che il vampiro aveva contagiato anche del bestiame di cui si erano cibati in molti, per cui chissà quante persone erano diventate vampiri senza neppure saperlo; d'altro canto, in soli tre mesi, ben diciassette persone, vecchi e giovani, erano misteriosamente morte. Fra questi alcuni che non manifestavano alcuna malattia e che se ne erano andati nel giro di due o tre giorni, all'improvviso.

In aggiunta, l'hayduk Jovitsa riferisce che la sua figliastra, la giovane Stanacka, circa quindici giorni or sono era serenamente andata a letto, piena di freschezza e di vita, ma a un certo punto della notte si era destata, piangente e tremante, con un sussulto, gridando che il figlio di un altro hayduk di nome Milloe (un giovane che era stato sepolto solo nove giorni prima) l'aveva aggredita al collo per cibarsi del suo sangue. Da quel momento in avanti, oppressa da un peso terribile al petto, si era ammalata in modo gravissimo, peggiorando ora dopo ora, finché il terzo giorno era spirata, nel fiore della sua giovinezza. Davanti a queste dichiarazioni, quello stesso pomeriggio ci siamo recati nel cimitero del villaggio per scoperchiare le bare che l'anziano hayduk ci aveva indicato, al fine di esumare e sezionare i corpi dei defunti.

Ecco ciò che abbiamo trovato:

Una donna di nome Stana, di vent'anni, morta a seguito di un parto due mesi prima dopo tre giorni di sofferenza, la quale prima di morire aveva pubblicamente dichiarato di essere stata contagiata dal sangue di un vampiro - e con lei anche il neonato, morto subito dopo il parto e il cui corpo a causa di una sepoltura affrettata è stato in parte dilaniato dai cani selvatici - è anch'essa diventata un vampiro. Abbiamo trovato il suo corpo pressoché intatto e non corrotto. Sezionandolo, si è rintracciata in quella che i medici chiamano la cavitas pectoris una discreta quantità di sangue fresco extravascolare. Le cavità delle arteriae, come il ventriculus cordis sono apparse, come in genere accade, colme di sangue coagulato; mentre le viscere - intendo polmoni, fegato, stomaco, milza e intestino - erano fresche, come appartenenti ad un corpo vivente. L'utero, invece, risultava molto dilatato ed esternamente molto infiammato, placenta e lochia si erano mantenute al loro posto, anche se quest'ultima era completamente putrefatta. La pelle delle mani e dei piedi, con i resti delle unghie, era distaccata dal corpo, ma sotto si poteva notare non solo una fresca e nuova epidermide, ma anche una ricrescita di unghie nuove.

Una donna di nome Militsa, sessantenne, morta dopo due mesi di malattia, sepolta da oltre novanta giorni o forse di più. Nel corso dell'autopsia si è trovato molto liquido ematico nel petto, mentre le viscere sono risultate fresche come quelle del precedente caso. Tutti gli anziani hayduk presenti si sono meravigliati nel riscontrare un corpo ancora in carne e pressoché perfetto: meraviglia ancor più giustificata dal fatto che in vita l'avevano vista e conosciuta sin dalla gioventù come una donna segaligna e magra. Il fatto che nella bara, dopo tanto tempo, fosse addirittura ingrassata costituiva un evento davvero straordinario. Alcuni hanno fatto notare che la catena del vampirismo era iniziata proprio da lei, perché la donna si era cibata sovente della carne di quelle pecore che in precedenza erano state preda dei vampiri.

Un bimbo di circa otto anni, sepolto da circa novanta giorni, è stato trovato pure lui in condizioni di vampirismo.

Il figlio sedicenne di un hayduk, di nome Milloe, morto a seguito di una misteriosa malattia durata soltanto tre giorni, è stato dissepolto dopo essere stato inumato da oltre due mesi. Anche lui presentava evidenti segni di essere un vampiro.

Il diciassettenne Joachim, pure lui figlio di un hayduk, morto dopo tre giorni di sofferenze. Sepolto da due mesi e quattro giorni, alla dissezione si è rivelato un vampiro.

Una donna di nome Rischa, morta dopo dieci giorni di malattia, sepolta da circa sei settimane, è stata trovata col corpo in ottime condizioni, gran parte della carne ancora fresca e molto sangue presente non solo nel petto ma anche in fundo ventriculi. La stessa cosa per il suo bambinetto, morto a soli diciotto giorni cinque settimane prima.

In non peggiori condizioni è stata trovata una bambina di dieci anni, morta due mesi prima, il cui corpo è stato ritrovato completamente integro e incorrotto, con molto sangue fresco nel petto.

Anche la moglie di Hadnack è stata dissepolta con suo figlio. La donna è mancata settimane or sono, il figlio, di soli otto anni, ventun giorni prima. In questo caso ambedue i corpi sono stati ritrovati completamente decomposti e disfatti, pur essendo anch'essi seppelliti vicino e nella stessa terra e in bare del tutto simili a quelle delle altre persone che sono state scoperte essere vampiri.

Un attendente del caporale degli hayduk, di nome Rhade, un giovane di ventitre anni, morto dopo tre mesi di malattia, a cinque settimane dalla sepoltura è stato ritrovato completamente decomposto.

La moglie del portabandiera, assieme al suo bambino, sono stati trovati completamente decomposti.

Nel caso di Stanche, un hayduk di sessant'anni, morto da un mese e mezzo, si è riscontrata una buona quantità di sangue liquido, rintracciata, come negli altri casi, nel petto e nello stomaco. Il corpo rivelava evidenti segni di vampirismo.

Milloe, un altro hayduk di venticinque anni, rimasto sepolto per sei settimane nella terra, è stato pure lui ritrovato in condizioni di vampirismo.

Stanoicka (prima chiamata Stanacka), moglie di un hayduk, di ventitre anni, morta dopo tre giorni di malattia, sepolta da diciotto giorni. L'abbiamo ritrovata praticamente integra, con una carnagione vivida e rosea. Come si è già ricordato, essa venne vampirizzata da Milloe, il figlio dell'hayduk. Sul lato destro del volto, subito sotto l'orecchio sono evidenti dei segni bluastri come dei lividi lunghi come un dito (prova evidente che era stata aggredita da un vampiro). Nel momento in cui è stata estratta dalla bara, dal naso le è uscita una notevole quantità di sangue. Nel corso della dissezione anche in questo caso - come in molti di quelli già menzionati - ho constatato la presenza e non solo nella cavità pettorale, ma anche nel ventricolo del cuore. Tutte le viscere sono state trovate in ottime condizioni, la pelle del corpo integra e le unghie di mani e di piedi risultavano fresche.

Terminati questi esami, gli zingari del villaggio hanno spiccato il capo ai cadaveri dei vampiri riconosciuti e quindi li hanno bruciati accanto ai corpi gettando poi le ceneri nelle acque della Morava, mentre i corpi, normalmente decomposti, delle altre persone non risultate vampiri sono stati rideposti nelle bare e reinterrati. Di tutto questo io faccio attestazione, unitamente ai seguenti ufficiali medici di comprovata capacità che mi hanno assistito nelle operazioni di dissezione. Actum ut supra:

   L.S. Johannes Fluchinger(3), ufficiale medico di reggimento di fanteria dell'onorevole B. Fürstenbusch(4) (sic)
   L.S. J.H. Diesel, ufficiale medico del reggimento dell'onorevole Morall  
   L.S. Johann Friedrich Baumgarten, ufficiale medico del reggimento di fanteria dell'onorevole B. Furstenbusch (sic).

I sottoscritti attestano che tutte le osservazioni che gli ufficiali medici del reggimento dell'onorevole Furstenbusch (sic) hanno con tanta meticolosità rilevato in fatto di vampiri - trovando concordi nelle loro annotazioni anche altri medici - sono in tutto e per tutto veritiere e ogni aspetto è stato esaminato, osservato e constatato in nostra presenza. A conferma di quanto scritto seguono qui in calce, le nostre firme autografe, da noi medesimi siglate, addì 16 gennaio 1732 in Belgrado.

   L.S. Buttener(5) (sic), tenente colonnello del reggimento dell'onorevole Alexandrian
  L.S. J.H. von Lindenfels, ufficiale del reggimento dell'onorevole Alexandrian.

Alcune osservazioni 

Il testo in questione è stato pubblicato in più post sul blog Esilio a Mordor sul finire dell'anno 2006. Ricordo che all'epoca aveva riscosso un certo successo tra i lettori. La narrazione aveva stupito non poche persone, qualcuno addirittura ne era entusiasta perché gli sembrava di viverla come in un film. Erano cose che su Splinder accadevano, prima che i lettori si rarefacessero fin quasi a scomparire. Pensandoci sono invaso da una grande tristezza. Il Visum et repertum si può trovare su numerose pagine nel Web, come ad esempio questa: 


La fonte è Il grande libro dei misteri irrisolti, di Colin Wilson e Damon Wilson. La presente traduzione italiana non è stata fatta direttamente dal testo originale in tedesco, ma dalla sua versione in inglese, probabilmente dallo stesso traduttore del libro degli Wilson, Franco Ossola. Ho riportato il testo tal quale, aggiungendovi soltanto il titolo e lasciando i refusi, che ho etichettato con (sic)

Il rapporto è stato stilato da cinque coscienziosi ufficiali dell'Impero Austriaco, di cui tre erano medici. Si noterà che questi ufficiali non hanno riportato cose riferite e contaminate da mitologemi, ma soltanto quello che hanno visto con i propri occhi. Difficile liquidare lo scritto come mera superstizione. L'esperienza degli ufficiali medici in fatto di autopsie era grande: difficilmente avrebbero potuto essere ingannati, giungendo per qualche ubbia a definire "sangue" un qualche tipo di liquame d'altra natura che avessero trovato nei cadaveri indecomposti. Si noterà poi che i fatti sono avvenuti nel Secolo dei Lumi, nel caso a qualche lettore venisse in mente di bofonchiare qualcosa sul cosiddetto "oscurantismo medievale".  La spiegazione più razionale che si trova è questa: alcuni cadaveri sono stati sepolti in un terreno ricchissimo di salnitro, che ne ha favorito la conservazione, mentre altri, privi di tale apporto minerale e collocati in un terreno molto umido, hanno finito col putrefarsi in tempi molto rapidi. Certo, questo non spiega il sangue. Si deve ammettere, comunque la si metta, che la lettura del documento di Fluchinger è in grado di procurare una certa inquietudine anche alle menti più lucide.  

Note

(1) Il titolo non si trova nel documento riportato nel libro degli Wilson. 
(2) Il termine serbo-croato hajduk /'χaɪ̯du:k/ si traduce con "bandito, brigante" e deriva dall'ungherese hajdúk, plurale di hajdú "fante". Questo vocabolo sembra connesso con hajtó "abigeo", a sua volta dal verbo hajt- "piegare", di origine uralica. Il termine hajtó potrebbe essere stato preso a prestito dal turco come haidut "fante ungherese", poi tornato nella lingua d'origine per effetto boomerang. Nel testo in tedesco questo vocabolo è scritto heyduck. Il suffisso -s del plurale riportato nel testo in italiano è incongruo e non è ripetuto: è dovuto al traduttore, che deve essere partito da una traduzione inglese. Il testo in tedesco non ne mostra ovviamente traccia.
(3) Il cognome è riportato come Fluchinger anche nel testo originale, tuttavia si trova attestato anche con le varianti Fluckinger e Fl
ückinger. Non si tratta dunque di corruzione da parte del traduttore. Non sono chiare le motivazioni delle oscillazioni ortografiche riscontrate.
(4) Nel testo originale si usa una forma aggettivale Fürstenbuschl. (abbreviazione di Fürstenbuschlich), derivata dal cognome Fürstenbusch, riportato male dal traduttore. Che questi non abbia alcuna dimestichezza con la lingua tedesca è palese; forse l'Umlaut era stato tralasciato già nella traduzione inglese.
(5) Il cognome vero è Büttener. Ancora una volta manca l'Umlaut.