martedì 3 ottobre 2017


MISSISSIPPI BURNING -
LE RADICI DELL'ODIO

Titolo originale: Mississippi Burning
Anno: 1988
Paese di produzione: USA
Lingua: Inglese
Durata: 128 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Drammatico, thriller, propaganda liberal
Regia: Alan Parker
Soggetto: Chris Gerolmo
Sceneggiatura: Chris Gerolmo
Produttore:
   Frederick Zollo,
   Robert F. Colesberry
Casa di produzione: Orion Pictures
Fotografia: Peter Biziou
Montaggio: Gerry Hambling
Effetti speciali: Stan Parks
Musiche: Trevor Jones
Scenografia:
   Philip Harrison,
   Geoffrey Kirkland
Costumi: Aude Bronson-Howard
Trucco: David Craig Forrest
Interpreti e personaggi   
    Gene Hackman: agente Rupert Anderson
    Willem Dafoe: agente speciale Alan Ward
    Frances McDormand: sig.ra Pell
    Brad Dourif: vicesceriffo Clinton Pell
    R. Lee Ermey: sindaco Tilman
    Gailard Sartain: sceriffo Ray Stuckey
    Stephen Tobolowsky: Clayton Townley
    Michael Rooker: Frank Bailey
    Pruitt Taylor Vince: Lester Cowens
    Badja Djola: agente Monk
    Kevin Dunn: agente Bird
    Frankie Faison:
    Tom Mason: giudice
    Lou Walker: Vertis Williams
    Billy Jean Young: sig.ra Williams
    Frederick Zollo: giornalista
    Tobin Bell: agente Stokes
Doppiatori italiani   
    Walter Maestosi: agente Rupert Anderson
    Luigi La Monica: agente speciale Alan Ward
    Paila Pavese: signora Pell
    Luca Dal Fabbro: vicesceriffo Clinton Pell
    Michele Kalamera: sindaco Tilman
    Giorgio Lopez: sceriffo Ray Stuckey
    Massimo Milazzo: Clayton Townley
    Fabrizio Temperini: agente Bird
Budget: 15 milioni di $
Incasso al botteghino (US): 34,6 milioni di $

Trama:

Le vicende narrate da Alan Parker sono ambientate nell'inesistente contea di Jessup, proiezione incubica della contea di Neshoba, nel Mississippi. Il regista ha infatti tratto ispirazione dall'omicidio di tre volontari dell'African-American Civil Rights Movement (Movimento per i diritti civili degli Afroamericani), che ha avuto luogo nella contea di Neshoba nella notte tra il 21 e il 22 giugno 1964. I loro nomi sono James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner. In estrema sintesi, presento la narrazione del film. I tre attivisti che si sono recati nella contea di Jessup per istruire i neri sui loro diritti, non hanno fatto ritorno. Così scattano le indagini dell'FBI, dirette dagli agenti Rupert Anderson e Alan Ward. I federali sono molto diversi per origine e formazione: mentre Anderson è un ex-sceriffo del Mississippi e conosce bene la realtà locale, Ward viene dall'Università di Harvard ed è completamente all'oscuro dei problemi che affliggono il Sud. Subito i due agenti si scontrano subito con l'omertà dei nativi. Scoprono che il Ku Klux Klan è presente ad ogni livello in tutte le strutture politiche e sociali della contea, tanto che sia lo sceriffo che il vicesceriffo risultano affiliati alla setta. Le possibilità di ottenere giustizia sembrano una mera illusione, dato che ogni azione di Anderson e di Ward ha come effetto un inasprirsi delle ostilità del Klan contro la comunità afroamericana. Un aiuto insperato viene dalla moglie di un Klansman, che detesta l'ambiente violento in cui si trova immersa: mentre il marito si trova a un incontro con gli altri settari, lei rivela il luogo dove sono stati occultati i cadaveri. Alla fine i due agenti dell'FBI riescono nel loro intento e smascherano i colpevoli ricorrendo a qualsiasi mezzo, ricatto compreso, ma lo Stato del Mississippi si rifiuta di accusarli di omicidio: gli unici reati imputabili sono la cospirazione e la violazione dei diritti civili. Il processo porterà così alla condanna di sei imputati, con pene detentive dai tre ai dieci anni. 

Recensione: 

La massima parte delle recensioni che ho letto sono eulogistiche, soprattutto quelle trovate nel Web in italiano. Anche se negli States non sono mancate controversie, i navigatori di lingua italiana non sembrano esserne a conoscenza. Le mie sembrano essere le prime parole critiche scritte da un italiano sull'argomento. Leggendo i commenti ai siti di cinema, si vede che non pochi esaltati attribuiscono a questa pellicola addirittura il "merito" di aver reso possibile la presidenza di quel malfattore che è Barack Obama. Queste ed altre storture sono la proiezione del tirannico mondo scolastico, che ha fatto il lavaggio del cervello a intere generazioni rimbambendole con la marcia di John Brown. Il film di per sé non mi era dispiaciuto quando l'ho visto. Tecnicamente è ben fatto, e la recitazione degli attori è magistrale. Su questo non ho nulla a ridire. Così come concordo sul fatto che vi è ben descritto il clima di feroce odio che permea quei pochi paesini in culo al mondo in cui il Klan ancora conservava una qualche influenza negli anni '60. Non posso però nascondere che i falsi storici veicolati dall'opera di Parker sono molteplici.

Sul sito Rotten Tomatoes, questo film è etichettato come "all-names-changed dramatization of the Ku Klux Klan's murders of three civil rights workers in 1964". La locuzione "all-names-changed", ossia "con tutti i nomi cambiati", è altamente significativa. Infatti nessuno dei nominativi corrisponde alla realtà. È stato cambiato persino il nome della contea in cui avvennero gli omicidi degli attivisti dei diritti umani: da Neshoba è diventato magicamente Jessup. Così un luogo reale si è trasformato in un luogo fittizio, fantomatico. Se dai un nome errato alle cose, queste perderanno parte del loro essere. Potrebbe quasi essere considerata un'operazione di magia nera. Anche senza considerare questi aspetti, che al giorno d'oggi la maggioranza riterrebbe superstiziosi, mi domando come una storia con i nomi cambiati possa concretamente aiutare le vittime di qualsiasi forma di violenza o di ingiustizia: questi sono i misteri del mondo dei media che la sindrome di Asperger mi ha sempre impedito di comprendere. Ah, certo, mi dicono che è per evitare cause legali. Così si scopre un interessantissimo arcano di cui proprio non immaginavo l'esistenza: diventa lecito pensare di poter servire la Verità avendo la coda di paglia. Per inciso, lo sceriffo della contea di Neshoba denunciò comunque la Orion Pictures per diffamazione e invasione di proprietà, anche se perse la causa. I nominativi degli organizzatori degli omicidi e delle altre persone implicate sono tutti riportati, assieme alle rispettive foto, da Wikipedia:




Il KKK descritto dal film sembra un'entità monolitica e atemporale, una monade non analizzabile e priva di un'origine. La realtà storica dei fatti è ben diversa. Non mi stancherò mai di ricordare che il Klan fondato da Simmons nel 1915, storicamente il secondo, è privo di connessioni con l'originale Klan fondato a Pulaski nel 1865 e annientato da Ulysses Grant un decennio dopo. Nel 1944 lo stesso secondo Klan si è sciolto e da allora esistono numerose sette distinte che ne utilizzano il nome, e spesso sono in contrasto tra loro. In particolare la setta degli Incappucciati all'opera nella contea di Neshoba negli anni '60 non aveva più il potere del Klan di Simmons, che raggiunse più di 6 milioni di adepti a livello nazionale a metà degli anni '20 (già negli anni '30 la cifra era crollata a 30.000). Si trattava piuttosto di uno dei tanti frammenti originatosi dalla scissione di quello stesso Klan. L'esatta denominazione del gruppo, guidato da Samuel Bowers, era White Knights of the Ku Klux Klan. L'intervento dell'FBI ridiede vita per reazione a una confraternita agonizzante, facendole confluire circa 10.000 mississippiani, che si consideravano patrioti e insorgevano contro quella che consideravano una vera e propria invasione dal Nord. Il caso dei volontari assassinati suscitò un'immensa ondata di indignazione. Attualmente si stima che vi siano al massimo cinquemila affiliati in tutto il territorio degli USA, su una popolazione che ammonta a oltre trecentoventi milioni di persone. Una percentuale che ne fa una tigre di carta, eppure nonostante questo sembra che sia diventato il primo problema nazionale, generando isterismi senza fine. Qualcuno afferma che il Klan potrebbe risorgere dalle sue ceneri, diventando di nuovo potente. Sono a dir poco scettico. Il clima è così incandescente che se qualche incappucciato osasse alzare la testa, finirebbe linciato in quattro e quattr'otto. A mio avviso non è fantapolitica immaginare che presto si scateneranno pogrom contro adepti del Klan, anche soltanto presunti, e che il Sud finirà messo a ferro e a fuoco. Nessuno sembra accorgersi che a prevalere è in ogni caso lui... l'Odio. Nella sua dimora a Pandaemonium, il Diavolo ride. 

Ricorsi storici e scherzi del destino 

Per moltissime persone, plasmate dal deleterio sistema scolastico italiano, nel 1945 si è avuto il collasso della funzione d'onda della Storia, con conseguente annullamento di tutto ciò che è avvenuto in precedenza. Così vediamo un incomprensibile Hitler scaturito da qualche universo extradimensionale, avulso dal contesto precedente e dagli stessi eventi cruciali che hanno portato alla sua fine. Il mondo formatosi nel 1945 viene così proiettato all'indietro all'infinito, fino all'epoca dei dinosauri. Lo stesso accade anche con la politica americana. "Le bombe sono bionde, sono repubblicane", recitava un'enfatica poetessa durante un reading a cui ho assistito a Genova. Il riferimento dell'incalzante autrice chiaramente era a Donald Trump, protagonista della Storia riscritta secondo gli schemi ideologici scolastici. Queste sono le equazioni politiche dell'America moderna, credute vere ed eterne dalle masse: 

Repubblicani = 
destra,
fascismo,
razzismo,
neonazismo,
KKK

Democratici =
sinistra,
tolleranza,
diritti umani,
antirazzismo,
political correctness

In realtà le cose non sono sempre state così. All'epoca della Guerra Civile la realtà invece era questa:

Repubblicani =  
Unione,
antischiavismo,
abolizionismo,
diritti umani.

Democratici =
Confederazione,
schiavismo,
razzismo,
massoneria
origine del KKK. 

La metamorfosi del Partito Democratico in un alfiere dei diritti umani e della political correctness è sorprendentemente moderna. Una simile trasformazione ontologica di fatto delegittima la sua esistenza. Populismo di sinistra? Liberalismo? Progressismo? Terza via? Questi sarebbero i princìpi professati da un partito erede dello schiavismo?! Tutto questo però non basta. Il fatto è che il Partito Democratico in origine, sul finire del XVIII secolo, si chiamava... Partito Repubblicano! A un certo punto fu chiamato Partito Repubblicano-Democratico, all'inizio per satira, perché creduto prossimo alle idee della Rivoluzione Francese. Poi divenne Partito Democratico anche formalmente. A questo punto soltanto sorse il moderno Partito Repubblicano, che derivò dagli originari Whig, in cui confluì il Partito Antimassonico. Queste cose a scuola non le insegnano? Peccato. 

L'Invisibile Impero e l'ubriachezza 

Ha tutta l'aria di un falso storico la forte propensione all'ubriachezza dei Klansmen di Mississippi Burning. Sappiamo che il Ku Klux Klan fondato da Simmons nel 1915 era una setta che predicava l'astemia e che sosteneva con fervore fanatico il proibizionismo. In diverse occasioni i Klansmen hanno compiuto atti di violenza contro persone sorprese in stato di ebbrezza e hanno bruciato spacci clandestini di alcolici, arrivando anche a collaborare con altri gruppi proibizionisti. Mi pare abbastanza verosimile che le conventicole derivate dalla dissoluzione del secondo Klan, quelle che ancora oggi sopravvivono, abbiano portato avanti questa caratteristica come un'eredità. Qualche tempo fa mi è capitato di leggere che in occasione delle feste del Klan non si trovavano bevande alcoliche. Potrebbe anche darsi che il rigore originale nel corso dei decenni si sia allentato, tuttavia mi sembra proprio di scorgere qualcosa di propagandistico nella scena che mostra i settari mississippiani ubriachi fradici e abbrutiti come le peggiori bestie dei campi.

L'FBI campione di liberalismo?

Vedete, la realtà non confessata dal regista del film è che l'agente Rupert Anderson è nato... a Ginevra! Egli è ginevrino nell'anima, proprio come il suo mentore Jean-Jaques Rousseau... e come l'illustre dottor Victor Frankenstein, uomo di Scienza che ha tutta la mia approvazione e stima. Ardente sostenitore dell'assoluta eguaglianza di tutti gli esseri umani sulla faccia del pianeta Terra e persino degli alieni di tutte le galassie, l'agente Anderson viene per questo a scontrarsi con i cattivoni del Klan, che con infinita perfidia denigrano Martin Luther King aggiungendo un Kong al suo cognome e che accusano l'FBI di essere il Federal Bureau of Integration. Ma com'era in realtà l'FBI all'epoca dei fatti narrati dal film? Semplice. Era esattamente lo stesso della famosa caccia alle streghe scatenata dal senatore McCarthy. Con buona pace della vulgata dei moderni buonisti.

Un autentico dinosauro

John Edgard Hoover fu a capo del BOI (Bureau of Investigation) dal 1924 al 1935, quindi dell'FBI dal 1935 al 1972, data della sua morte. Servì il Dipartimento di Giustizia sotto ben otto presidenti degli USA:

1) John Calvin Coolidge Jr.,
2) Herbert Clark Hoover,
3) Franklin Delano Roosevelt,
4) Harry Spencer Truman, 
5) Dwight David Eisenhower,
6) John Fitzgerald Kennedy,
7) Lyndon Baines Johnson,
8) Richard Milhous Nixon.

Fu proprio sotto il mandato di Nixon che avvennero i fatti descritti in Mississippi Burning, e fu proprio Hoover a inviare a Neshoba i suoi agenti, John Proctor (ribattezzato Rupert Anderson) e Joseph Aloysius Sullivan (ribattezzato Alan Ward). Forse Parker non ne era a conoscenza quando il film è stato realizzato, ma quello stesso Hoover che impiegò i suoi uomini contro il Klan era al contempo un feroce persecutore della comunità afroamericana, tanto che arrivò a dare più di un fastidio allo stesso Martin Luther King, considerato un pericolosissimo elemento sovversivo. Assediò sia le Pantere Nere che il Ku Klux Klan, ricorrendo a qualsiasi mezzo a sua disposizione per stritolare tali organizzazioni. Ha anche massacrato Charlie Chaplin accusandolo di essere una spia comunista. Ancor oggi Chaplin è odiatissimo negli States, anche se la gente ormai si è dimenticata il motivo di questa avversione. Una delle caratteristiche dell'FBI è la sua sistematica raccolta di informazioni sulle pratiche sessuali e sulle aberrazioni più intime di un immenso numero di persone. L'America nel '64 era in guerra con se stessa soprattutto perché Hoover era in guerra contro tutto e tutti. Tale fu lo strapotere del "liberale" Hoover, che quando morì, Nixon si affrettò a stabilire che la direzione dell'FBI potesse essere nelle mani di un uomo al massimo per dieci anni. Di tutte queste cose nel film non si fa nessuna menzione.

Reazioni non proprio positive

Grande fu lo sdegno di Coretta Scott King quando vide che nel film non era stato fatto nessun riferimento alle opere del suo defunto marito, e che egli era addirittura menzionato soltanto una volta come Martin Luther King Kong. Altre critiche sono venute proprio dai familiari delle vittime. Si riporta che la madre di Andrew Goodman, Carolyn, e il fratello minore di James Chaney, Ben Jr., trovarono disturbante il film. Così la Goodman definì Mississippi burning "a film that used the deaths of the boys as a means of solving the murders and the FBI being heroes." Il giovane Chaney affermò che "the image that younger people got (from the film) about the times, about Mississippi itself and about the people who participated in the movement being passive, was pretty negative and it didn't reflect the truth." Nemmeno il fratello di Schwerner, Stephen, poté dirsi entusiasta. Il suo giudizio è il più feroce, affermando che l'opera di Alan Parker "is a terribly dishonest and very racist film that distorts the realities of 1964." A dirlo è gente che ha avuto un morto ammazzato. Se non ricordo male, in una scena del film ai giovani assassinati erano rivolti epiteti come "leccanegri" e "succhiacazzi". Cose un po' pesanti e di cui non si sentiva alcun bisogno. Concordo appieno. Questo film è terribilmente disonesto e molto razzista. Non soltanto. È soprattutto un film autorazzista, che intende accusare ogni individuo di stirpe caucasica dei peggiori crimini e delle peggiori attitudini, proiettando su tutti le malefatte di pochi. Ancora una volta, tutto questo sfugge ai commentatori entusiasti.

NASCITA DI UNA NAZIONE 

Titolo originale: The Birth of a Nation
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1915
Durata: 190 minuti
Colore: Bianco e nero
Sonoro: Film muto
Genere: Drammatico, storico, propaganda del
    Ku Klux Klan 
Regia:
David Wark Griffith
Aiuto regia (non accreditati):
   Monte Blue,
   Christy Cabanne,
   Elmer Clifton,
   Jack Conway,
   Donald Crisp,
   Allan Dwan,
   Howard Gaye,
   Fred Hamer,
   Robert Harron,
   Joseph Henabery,
   Thomas E. O'Brien,
   Herbert Sutch,
   W.S. Van Dyke,
   Erich von Stroheim,
   Baron von Winther,
   Raoul Walsh,
   Henry B. Walthall,
   Tom Wilson
Capo assistente al regista: George Siegmann
   (non accreditato)
Soggetto:
Thomas F. Dixon Jr.
   1) The Clansman: An Historical Romance of the
   Ku Klux Klan
 (romanzo);
   2) The Clansman (lavoro teatrale);
   3) The Leopard's Spots (romanzo).
Sceneggiatura: David W. Griffith, Frank E. Woods
Produttore: David W. Griffith
Produttore esecutivo: H.E. Aitken (non accreditato)
Casa di produzione: Epoch Producing Corporation;
    David W. Griffith Corp.
Fotografia: Billy Bitzer
Montaggio:

   D. W. Griffith,
   Joseph Henabery,
   James Smith,
   Rose Smith,
   Raoul Walsh
Effetti speciali:
   'Fireworks' Wilson (non accreditato),
   Walter Hoffman (supervisore, non accreditato)
Musiche: Joseph Carl Breil, D.W. Griffith
Costumi:
Robert Goldstein, Clare West
    (non accreditati)
Interpreti e personaggi:    
    Lillian Gish: Elsie Stoneman
    Mae Marsh: Flora Cameron
    Henry B. Walthall: colonnello Ben Cameron
    Mary Alden: Lydia Brown
    Miriam Cooper: Margaret Cameron
    Ralph Lewis: Austin Stoneman
    George Siegmann: Silas Lynch
    Walter Long: Gus
    Robert Harron: Tod Stoneman
    Wallace Reid: Jeff (fabbro)
    Joseph Henabery: Abraham Lincoln
    Elmer Clifton: Phil Stoneman
    Josephine Crowell: signora Cameron
    Spottiswoode Aitken: dottor Cameron
    George Beranger: Wade Cameron
    Maxfield Stanley: Duke Cameron
    Jennie Lee: Mammy
    Donald Crisp: Ulysses Grant
    Howard Gaye: Robert E. Lee
    Monte Blue:
    Harry Braham: il servo di Cameron
    Bob Burns: il leader del Klan
    Edmund Burns: uomo del Klan
    Edward Burns: uomo del Klan
    Fred Burns: uomo del Klan
    David Butler: soldato del Nord / soldato del Sud
    Peggy Cartwright: bambina nella capanna
    Dark Cloud: generale
    Lenore Cooper: la cameriera di Elsie
    Sam De Grasse: senatore Charles Sumner
    John Ford:
    D.W. Griffith:
    Walter Huston:
    Elmo Lincoln: fabbro
    Eugene Pallette: soldato dell'Unione
    Erich von Stroheim: uomo che cade dal tetto
    Raoul Walsh: John Wilkes Booth
Luoghi delle riprese:
Pianura di Fox Hills a State Island, New York - USA (guerra civile americana)
Lasky Ranch, California - USA (battaglia di Gettysburg)
San Fernando Valley, Los Angeles - USA (battaglia di Petersburg)
Calexico, California - USA (schieramento delle truppe, discorso di Lincoln)
San Bernardino National Forest, California - USA (altopiani, boscaglie)
Forest Lawn a Burbank, California - USA (querceti)
Ojai, California - USA (incendio di Atlanta)
Whittier, California - USA (scene del Ku Klux Klan)
Fine Arts Studios, Hollywood - USA (rarissime scene in interni)
Riconoscimenti artistici:
Natiional Film Preservation Board - USA
1992 - Restaurazione e conservazione della pellicola

Trama:

Il film si divide in due parti:

1) La prima parte ci mostra la vita di due famiglie in un periodo di poco precedente alla Guerra Civile: i nordisti Stoneman e i sudisti Cameron. Austin Stoneman è un importante politico del Nord, abolizionista e noto per le sue idee radicali. La sua figura è ispirata a quella di Thaddeus Stevens, con cui ha diversi punti in comune, ma anche significative differenze. Austin ha un'amante mulatta, proprio come Stevens. Tuttavia mentre Stevens non ha avuto discendenti legittimi, Austin ha due figli, Phil e Tod, e una figlia, Elsie. I figli maschi del politico unionista sono amici dei sudisti Cameron e li vanno a trovare nella loro tenuta a Piedmont, South Carolina. Durante l'idilliaca vacanza, Phil, il primogenito Stoneman, si innamora di Margaret Cameron e la corteggia con insistenza. Nel frattempo, Ben Cameron guarda un ritratto di Elsie Stoneman e pur senza averla mai vista di persona ne rimane incantato. Il punto di non ritorno è l'inizio delle ostilità, che cambierà in modo irrimediabile le esistenze dei protagonisti. Le nuvole temporalesche della guerra si addensano sulle due famiglie, che si ritrovano su fronti opposti. Il più giovane degli Stoneman e due fratelli Cameron cadono in battaglia. Ben Cameron, soprannominato "The Little Colonel", combatte con grande ardimento e resiste fino all'ultimo al nemico, ma viene fatto prigioniero e deportato nel Nord. Il suo eroismo gli vale una condanna a morte come ribelle. La madre giunge nel luogo in cui Ben è tenuto prigioniero e supplica con successo il Presidente Abramo Lincoln di graziarlo, riuscendo così a salvargli la vita in extremis. Lincoln si dimostra amico del Sud sconfitto e rifiuta di compiere rappresaglie, operando per una pacifica ricostruzione. Così facendo, desta le ire del radicale Stoneman, il cui motto è "schiacciare il Sud bianco sotto il tallone del Sud nero". Siccome il Presidente non vuole cedere, viene ucciso da un sicario, che si sospetta sia stato assoldato dallo stesso Stoneman. Per il Sud è l'inizio di un incubo.

2) La seconda parte si svolge nell'immediato dopoguerra, in quella che è nota come Era della Ricostruzione. Il Sud è sprofondato nell'anarchia e devastato dagli ex-schiavi, che minacciano la stessa esistenza dei loro antichi padroni, ormai ridotti a insignificante minoranza angariata dal governo unionista. Austin Stoneman ha infatti inviato il suo protetto, il mulatto Silas Lynch, a governare con pugno di ferro i territori della distrutta Confederazione. Dopo drammi di orrore e accadimenti mortificanti, Ben Cameron inizia la riscossa del suo Paese, inventando una confraternita segreta chiamata Ku Klux Klan, che cercherà di capovolgere le sorti della guerra e di ottenere vendetta per i torti inflitti dagli occupanti e dagli ex-schiavi insorti. La tensione culmina quando il rinnegato Gus, un colossale mandingo, fanatizzato dalle dottrine di Stoneman, insidia Flora, la sorella minore di Ben Cameron. Preso dalla passione per la giovane, non riesce a tenere a freno la sua natura puramente genitale e vuole accoppiarsi. Così si avventa su di lei, inseguendola. La ragazza inorridita, non trovando alcuna via di fuga e non volendo sottostare alla lascivia del gigante, si butta in un burrone, schiantandosi contro le rocce. Il fratello la trova moribonda, col sangue che le cola dalla bocca. Poco dopo, la giovane vittima spira tra le braccia dell'uomo. Distrutto dal dolore e bramoso di vendetta, Cameron riunisce il Klan, riuscendo infine a catturare Gus, a sottoporlo a giudizio e a impiccarlo. Dopo una strenua battaglia in cui i reduci della Confederazione combatteranno assieme ai soldati del'Unione contro le orde, il finale segnerà l'apoteosi del Klan, descritto come l'artefice del miracoloso ritorno della pace. La nascita della Nazione Americana sarà sancita da un ballo di trionfo i cui protagonisti sono assorbiti nella luce di una figura di Cristo di netto sapore wagneriano.

Recensione:

Una cosa è chiara. Questa pellicola non può essere giudicata con il metro del XXI secolo. La sua narrazione dista mille anni luce da quanto insegnato nelle scuole della nostra epoca. Mostra infatti la Storia vista con gli occhi dei perdenti, non con quelli dei vincitori. Il punto è che i perdenti alterano i fatti in modo molto diverso da come li alterano i vincitori, e questa impronta è riconoscibile a colpo d'occhio. Proprio l'idealismo di cui l'opera di Griffith è pervasa porta a processi di distorsione e a falsi storici che è nostro dovere sviscerare, dato che hanno prodotto conseguenze concrete e destinate a durare nei decenni. The Birth of a Nation è un film controverso e va preso per quello che è, come un importante documento antropologico, ma senza nascondere che si è rivelato tutt'altro che innocuo.

Un falso storico:
le origini degli Stati Uniti

Nella prima parte si fa riferimento al potere sovrano ceduto da Lord Cornwallis ai singoli stati delle Colonie nel 1781, dando ad ognuno di essi il diritto di governarsi secondo le proprie leggi. Questo potere sarebbe stato minacciato e attaccato dalla nuova amministrazione ai tempi di Lincoln. In pratica, secondo il film non sarebbero mai esistiti gli Stati Uniti d'America prima della Guerra Civile. Sarebbe invece sussistito un insieme di stati indipendenti, legati tra loro da vincoli assai labili e coalizzati in due schieramenti soltanto per via del contrasto che ha opposto gli abolizionisti del Nord agli schiavisti del Sud. Secondo Griffith, il termine "secessione" non avrebbe quindi mai avuto alcun senso: Unione e Confederazione sarebbero state due entità politiche sorte all'improvviso per reazione e non ci sarebbe mai stata la separazione di alcuni stati da un precedente corpo nazionale coerente. Una visione delle cose che è senza dubbio alterata, al punto di poter essere etichettata come revisionista.


Un falso storico:
le origini del Ku Klux Klan

L'originale Ku Klux Klan fu fondato il 24 dicembre 1865 a Pulaski, in Tennessee, ad opera del generale Nathan Bedford Forrest. Quello che al giorno d'oggi le genti ignorano è che la setta nacque come creatura ed emanazione della Massoneria e del Partito Democratico, accanito sostenitore dello schiavismo. Nel film, Ben Cameron vaga in preda alla depressione, quando all'improvviso ha un'intuizione geniale. Vede infatti alcuni bambini bianchi terrorizzare dei loro coetanei neri travestendosi da fantasmi con dei lenzuoli. Sapendo della superstizione diffusissima tra i neri, ecco che il reduce pensa subito di fondare una società segreta i cui adepti si mascherino da spettri. In realtà, sappiamo che la storia del generale Forrest è assai diversa. A Memphis, egli incontrò un reduce che era stato suo commilitone, l'ex brigadiere generale George Washington Gordon. Costui era affiliato alla società segreta dei Figli di Malta, di chiara matrice paramassonica, e aveva fondato una nuova conventicola allo scopo di organizzare la resistenza agli occupanti nordisti, di terrorizzare i neri liberati e di opporsi al Partito Repubblicano. Si dice che Forrest, folgorato da tanta inventiva, la ritenesse "una fottuta buona idea". Fu proprio così che nacque il Klan, molto diverso da quello che conosciamo. Forrest fu il primo Grande Mago (Grand Wizard) della confraternita dedita alla violenza politica per espellere gli unionisti e i loro alleati dal Sud. Il nome Ku Klux è un'alterazione stravagante del greco kyklos "cerchio", mentre Klan (in origine scritto Clan) fa riferimento ai Clan scozzesi, molto popolari per via della diffusione dei romanzi di Sir Walter Scott. Nella trama del film di Griffith non si riesce a capire da dove possa aver tratto ispirazione Ben Cameron per dare un nome alla setta da lui creata: sembra che il nome si giunto senza un perché né un'etimologia nella mente del Piccolo Colonnello per scienza infusa. 


Un falso storico:
il ruolo unificante del Ku Klux Klan
 

Secondo le tesi di Griffith e - non dimentichiamolo - di Thomas F. Dixon Jr. - il Ku Klux Klan sarebbe stato non soltanto il salvatore del Sud, ma anche il vero artefice dell'unità nazionale e addirittura il fondatore degli Stati Uniti d'America. Ora, tutto questo è difficilmente credibile, dal momento che la congrega degli Incappucciati, che durò poco più di dieci anni dalla sua fondazione, fu trattata come un'organizzazione terroristica, combattuta con determinazione irriducibile dal generale Ulysses Grant e infine annientata. Quello che va detto è che il KKK radunava ogni sorta di malfattori, di sadici e di psicopatici, che si abbandonavano a innumerevoli eccessi e atrocità. In una dozzina di volumi superstiti, scritti in modo fitto, ci sono numerose testimonianze di queste azioni cruente. Lo stesso fondatore della confraternita, il generale Forrest, nel 1869 decise di scioglierla, dopo pochi anni dalla sua fondazione - essendosi a suo dire allontanata dagli scopi patriottici per cui era stata creata. La realtà è che a causa della sua natura incontrollabile, il Klan non era più spendibile politicamente nemmeno per i democratici. Dal canto loro, i Klansmen non si curarono dello scoglimento e continuarono nelle loro attività violente fino a che non incontrarono la loro nemesi. Imprigionati, coperti da centinaia di capi di gravi accusa e puniti con multe salatissime, non poterono impedire la disintegrazione della loro setta, a cui fu spezzata la schiena. Questa è la realtà dei fatti storicamente documentabile.


Griffith e la popolazione afroamericana 

Quando il film fu girato, erano in vigore le leggi di segregazione di Jim Crow. Per questo motivo la maggior parte degli attori che interpretavano ruoli di neri erano in realtà bianchi truccati, il più delle volte in modo irrealistico e grottesco. Il regista ci mostra la liberazione degli schiavi come il prevalere del Caos, fomentato dalle dottrine radicali di Stoneman, che consistevano non soltanto nell'attribuire a tutti gli esseri umani uguale dignità (cosa già di per sé scandalosa per l'epoca), ma anche e soprattutto nel sovvertire, nell'incoraggiare il crimine, nell'istigare i peggiori malfattori a infierire su un popolo sconfitto, nel propugnare le unioni miste consumate attraverso lo stupro. Così vediamo sciamare a orde questi terribili energumeni, come colossali mostri dotati di encefali primitivi, interamente dominati da passioni violente e incoercibili, incapaci di qualsiasi forma di vivere civile. La loro importazione in America dall'Africa è descritta all'inizio del film come elemento di divisione ed è condannata senza se e senza ma per via delle disgrazie che ha provocato nel corso dei secoli. In altre parole la schiavitù è il peccato originale dell'America, non tanto per la sua disumanità, quanto per il suo potere disgregante, sola causa della Guerra Civile e di tutto il sangue che è stato sparso. Dal momento che il regista era figlio di un reduce della Guerra Civile, possiamo immaginare che abbia tratto ispirazione da racconti terribili uditi durante l'infanzia. Il marasma e il disastro che colpirono il Sud furono reali: il conflitto fu durissimo e il carico di tensioni sociali spaventoso. Interessantissima è la scena della prima riunione postbellica della Camera dei Rappresentanti nella Carolina del Sud nel 1871: gli ex-schiavi, in netta maggioranza nell'assemblea, si abbandonano agli eccessi. Schiamazzano, mangiano, si ubriacano. Il presidente insorge soltanto quando alcuni di loro si tolgono le scarpe ed espongono i piedi olezzanti. D'altro canto, Griffith descrive anche alcuni schiavi fedeli, che rimangono devoti ai loro padroni anche quando la ribellione infuria intorno a loro. Si tratta di un uomo e una donna, per l'esattezza una mammy, che ricevono l'epiteto di "anime fedeli" (faithful souls). Nelle furiose polemiche che impazzano nel Web, molti urlano allo stereotipo razzista - come così facendo i crimini si possano mutare in azioni giuste. Quest'arma politica non può in alcun modo nascondere quella che reputo un'infamia assoluta e un'aberrazione demoniaca: quando il film fu mostrato a un pubblico di sole persone di colore a Washington D.C., i presenti acclamarono e gioirono quando Flora Cameron si gettò nel baratro per sfuggire a Gus! 

Black English

Il film è muto, ma nonostante questo è di grande utilità per l'analisi linguistica. Riporta alcune frasi della parlata degli afroamericani, spesso usando un'ortografia bizzarra nel tentativo di descriverne i suoni.
"Yo' northern low down black trash, don't try no airs on me."
"Dem free-niggers f'um de N'of am sho crazy."
"Ef I doan' get 'nuf franchise to fill mah bucket, I doan' want it nohow."
"Wait, missie, I won't hurt yeh."
 
Cosa dobbiamo dedurre? Semplice. Il neoamericano che tante volte ho stigmatizzato, compreso l'ermetico idioma neotexano, è stato profondamente infuenzato dai dialetti del Black English che nel secondo dopoguerra hanno esteso alcune loro peculiarità fonetiche al resto della popolazione, fino a generalizzarle - con buona pace di chi crede alla baggianata dell'American Standard fatto risalire addirittura a Shakespeare. Eppure, nonostante questo importante cambiamento linguistico che ha plasmato i dialetti degli americani bianchi, gli afroamericani spesso parlano in un modo che risulta totalmente incomprensibile al resto della popolazione. Dobbiamo dedurne che i processi evolutivi del Black English sono andati avanti per conto proprio, fino a produrre nel giro di pochi decenni nuove varietà dalla fonetica alquanto evolutiva e consunta.


Ariosofia, razzismo e politica   

In questo film si ha quella che potrebbe essere la prima attestazione della parola Aryan "ariano" nella storia del cimena. Si deve notare che il film uscì nel febbraio del 1915. La Grande Guerra era scoppiata nel 28 luglio del 1914. Hitler era stato sorpreso dalla notizia mentre era a Monaco di Baviera ed era corso subito ad arruolarsi. Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP) non esisteva ancora. Il sistema scolastico in Italia e altrove ha fatto sì che l'ideologia razzista fondata sulla superiorità della razza ariana sia identificata biunivocamente con la politica di Adolf Hitler. In realtà esisteva già prima. Quando ancora il giovane austriaco di Braunau am Inn era un soldato in trincea e il suo avvenire gli appariva tutto fuorché chiaro, l'uso del termine Aryan aveva già una lunga tradizione non soltanto in Europa, ma anche nella stessa America. Proprio Griffith ci offre testimonianza di questo fatto. Se a qualcuno venisse in mente di definire "nazifascista" la setta descritta nel film, oppure il contesto che diede origine al film stesso, violerebbe l'ordine causale degli eventi e la sua proposizione non sarebbe storicamente accurata. Il Nazionalsocialismo tedesco e il Fascismo italiano hanno tuttavia influenzato il Klan in seguito, dopo la sua rifondazione e diffusione (vedi nel seguito).

Linguaggio esoterico

Per passare ad argomenti meno spinosi, merita una menzione una frase molto poetica e commovente che accompagna la morte di Flora Cameron: "For her who had learned the stern lesson of honor, we should not grieve that she found sweeter the opal gates of death". I Cancelli di Opale della Morte hanno un'origine esoterica, ne sono certo, anche se non è facile individuarla. Secondo alcuni la locuzione potrebbe risalire alla setta di Swedenborg, ma non ho potuto trovarne la prova. Google non è di alcun aiuto: si trovano soltanto furiosi dibattiti ideologici e buonisti, che al colmo dell'assurdità vedono nell'opale un offensivo riferimento al colore della pelle degli africani - che come tutti sanno è opalescente. Posso menzionare il fatto che l'opale era ritenuta fino a non troppo tempo fa una pietra funesta in grado di attrarre la malasorte.  


Allusioni sessuali maliziose?

Nella seconda parte del film, Ben Cameron dona una colomba come pegno d'amore alla sua adorata Elsie, che l'accoglie con gioia. A questo punto i due innamorati, tengono la colomba tra le mani e la baciano ritualmente. Tornata nella sua stanza, la ragazza continua a coprire di baci il volatile con grande sensualità, quindi dedica le sue attenzioni a un pomolo del letto, accarezzandolo e posandovi le labbra, quasi fosse un gigantesco simulacro fallico. Difficile non ravvisare in queste cose un significato sessuale abbastanza palese e per l'epoca sicuramente ardito. Come interpretare tutto questo? Una possibile spiegazione è che in realtà Griffith non intendesse insinuare nessun contenuto anche solo lontanamente erotico e che lo stesso pubblico dell'epoca non riscontrasse traccia alcuna di allusioni ai genitali: agli inizi del XX secolo il piacere sessuale era ritenuto vergognoso oltre ogni dire. Saremmo dunque noi contemporanei, che abbiamo visto tonnellate e tonnellate di immagini e di filmati di pompini, a scorgere l'erotismo in ogni dettaglio. Siamo dunque colpevoli di anacronismo? 


Conseguenze del film:
la nascita del secondo Ku Klux Klan

William Joseph Simmons creò il secondo Ku Klux Klan traendo ispirazione proprio dal film di Griffith, nel 1915, più di trent'anni dopo che il primo Klan non esisteva più. Quindi si può dire che la causa prima dell'esistenza del secondo Klan sia proprio Griffith con la sua opera, il cui soggetto era stato preso da Thomas F. Dixon Jr.: senza il film e le sue fonti l'argomento non sarebbe nemmeno esistito e oggi il KKK sarebbe misconosciuto, niente più di una piccola nota a piè di pagina su qualche vetusto manuale accademico. Griffith non operò soltanto la riesumazione di una confraternita paramassonica ormai praticamente estinta: fece sì che si compisse il trasferimento del nome KKK a una confraternita paramassonica fondata ex nihilo e introdotta nel tumulto della Storia. Quello che mi preme evidenziare è la frattura tra i due Klan, pur essendo entrambi le sette caratterizzate da un'estrema violenza. Non esiste alcuna concreta linea di continuità tra il Klan di Forrest e il Klan di Simmons. In altre parole, si può dire che il secondo Klan annoveri il primo Klan tra le proprie origini leggendarie. Il secondo Klan si fonda in massima parte su materiale letterario e cinematografico, ossia su invenzioni. Non a caso, non destò alcun entusiasmo tra i pochissimi superstiti del primo Klan. Questo nonostante Simmons cercasse con ogni mezzo di enfatizzare la continuità, arrivando a iniziare Nathan Bedfrod Forrest II, nipote dell'omonimo generale confederato. 

 

Cappucci e Croci di Fuoco 

Nel film di Griffith i Klansmen sono raffigurati nel film con abiti molto simili a quelli a tutti ben noti. Alcuni hanno un'esile e lunghissima punta sul capo, mentre altri hanno il tipico cappuccio che tutti conosciamo. Pochi sanno che questi cappucci sono stati copiati dalle confraternite penitenziali cattoliche del Messico, che tuttora trovano corrispondenza nell'Italia Meridionale. Questo elemento è stato preso a prestito dalla religione cattolica nelle sue manifestazioni più tradizionaliste, a dispetto del fierissimo antipapismo del Klan. Questa creazione è interamente opera di Dixon e di Griffith: non ha alcuna rispondenza con i costumi del primo Klan, quello fondato a Pulaski. Allo stesso modo, il film è anche la fonte che ispirò a Simmons la famigerata Croce di Fuoco (Fiery Cross), che era sconosciuta al Klan di Forrest. Nelle intenzioni di Griffith, si trattava di un segno di convocazione. In origine la Croce di Fuoco era un segno di comunicazione tra Clan della Scozia. Il suo nome gaelico è Crann Tara (anche Crann-tara, Cranntara, Croistara) ed è descritta da Sir Walter Scott nei suoi romanzi e nelle sue poesie. Le parole del rito di iniziazione al Klan che compiaiono nel film sono le seguenti: "Here I raise the ancient symbol of an unconquered race of men, the fiery cross of old Scotland's hills........ I quench its flames in the sweetest blood that ever stained the sands of Time!". Penso che sia molto interessante notare che la Fiery Cross si è evoluta nel Klan di Simmons sia nelle forme che nei significati, nel giro di pochi anni, divenendo gigantesca ed essendo usata come mezzo di intimidazione.

Innovazioni tecniche importanti

Per quanto problematico possa essere questo film per l'attuale spettatore, è in ogni caso una pietra miliare nella storia del cinema, al punto che senza di esso il modo di fare film si sarebbe evoluto molto diversamente. Fu introdotto per la prima volta il montaggio analitico, che faceva uso di tre tipi di raccordo delle inquadrature: il raccordo sull'asse, il raccordo di sguardo e il raccordo di movimento. Fu introdotto anche il montaggio alternato, oltre alla tecnica del primo piano, che oggi ci appare scontata. Si segnala l'influenza dell'industria cinematografica italiana, che all'epoca era all'avanguardia e produceva opere molto interessanti. A quanto pare, prima di The Birth of a Nation, i film americani erano soltanto insiemi di sequenze di inquadrature fisse montate secondo un ordine spesso confuso. 

Altre recensioni

Segnalo queste interessanti recensioni:



Una citazione da incorniciare, tratta dal sito Treccani.it:


"In termini culturali, Griffith è un uomo del diciannovesimo secolo; se il suo modello di riferimento estetico è il melodramma teatrale, quello filosofico è un utopismo millenarista segnato da una risoluta negazione della Storia, anche quando essa è presa a modello di verità eterne. La sua concezione del mondo rifiuta i concetti di progresso e di dinamica sociale, e oppone ad essi una realtà tragica e immutabile, la cui unica speranza di redenzione è legata alla supremazia del cuore e del vincolo di sangue sulle forze del caos. Non deve sorprendere che Griffith si dimostri sorpreso e ferito dalle accuse di razzismo in The Birth of a Nation, né serve indignarsi per la sua idealizzazione della figura muliebre in un giardino dell'Eden che non ha ancora conosciuto il peccato: l'identità razziale e la separazione fra i sessi sono per lui inevitabili dati di natura, comunque meno importanti della diuturna lotta contro un ordine sociale repressivo e dell'amore come unica risposta possibile alla crudeltà della condizione umana."

domenica 1 ottobre 2017

LONGOBARDO RICOSTRUITO: EDITTO DI ROTARI, LEGGE 224 - SULLE MANOMISSIONI DEI SERVI

Testo in longobardo (ricostruito): 

UMPI ANTPHRIIN. IBU MAN SINAN THEO AINAN AHINON EDO SINA THEURNA GUILI FREE FERLAZAN, MACT SI IMO. THER THAZ GUILI TON INAN FULCFREE ANDI FRAM SIH FRAMIDI, THAZ IST AAMUND, SUA SCAL CATON: AIR SALIE INAN IN ANDERES FREON MANNES ANDON ANDI FASTINO MIT GAIRETHINXE; ANDI ANDER FREO MAN SALIE INAN ZO THRITTON MAN SAMALICHO, ANDI THER THRITTO MAN SALIE INAN ZO FIURDON MAN. ANDI THER FIURDO ZEUHE ZO FIURGUECHE ANDI THINGO IMO AINA GAIDA ANDI AINAN GHISIL, ANDI SUA QUEDE:

"UNDAR THEN FIUGOR GUECON, THARA THU GUILIS GANGAN, THIR IST FREE ANAUALD".

IBU SUA TOT, THANNA ER IST AAMUND IOH IMO CASCULDIT IST FREALS ALAUARI. APTER THES, THER GUALDAND NI MAHI MIT NIGUECTU GUIDERSOCHIAN INGAHIN IMO EDO INGAHIN SUNON SINEN. ANDI IBU THER, THAZ AAMUND CATOT UUARD, STIRPIT FARIGAID, SIN LAIP LIDE ZO CHUNINGES GARDI, NOH NIGUECT ZO GUALDANDON EDO ZO ARPINOMON THES GUALDANDON.
NOH ANDER CHAPITUL (II): 
ANDI SAMALICHO THER IN PANS, THAZ IST IN CHUNINGES ANTAIS, FREE FERLAZAN IST, SAMU GUIZZODU LIBE SUASO THER THAZ AAMUND CATOT UUARD.
NOH ANDER CHAPITUL (III):
NOH THER THAZ MAN FULCFREE CATOT, ANDI FIUGOR GUECOS CHIPIT
IMO, ANDI AAMUND FRAM SIH, THAZ IST FRAMIDI, NI CATOT INAN, THIUS GUIZZODU SIN GUALDAND LIBE MIT IMO, SUASO IBU MIT SINEMO PRODER EDO MIT SINEMO LANGPARDON CASIPPON: THAZ IST, IBU THER THAZ FULCFREE CATOT UUARD SUNIOS EDO TOCTER GUIZZOTLICHO NI FERLEZ, THER GUALDAND THEA LAIBA NEME, SUASO UNDAR CASCRIBAN IST.
NOH ANDER CHAPITUL (IV):
NOH THER THAZ MAN ALDI CATON GUILI, NI CHEPE IMO FIUGOR GUECOS. THEO SIND FIUGOR SLACTAS ANTPHRIINO. SUA MICHIL NAUD IST PI FRAMMORDES TACHIFRISTES CAMUNDI, THAZ ZO GUALICHERU GUISU FREO EDO FREA CATHINGOT UUARD, THIU ANTPHRII IN FREALSES CHARTOLA CAMUNDIGOT SI. ANDI IBU CHARTOLA NI CATOT UUARD, THAUH GUEDARU FREALS IMO ZO STADI STANDE.

Trascrizione fonologica (semplificata): 

/umpi 'antpfri:i:n. ibu 'man 'si:nan 'θeo 'ainan 'a:hinon ɛdo 'si:na 'θeurna 'gwili 'fre: fer'la:tsan, 'makt 'si: imo. 'θer θats 'gwili 'to:n inan 'fulkfre: andi fram 'siç 'framidi, 'θats ist 'a:mund, swa: 'skal ka'to:n: 'air 'salje inan in 'anderes 'fre:on 'mannes 'andon andi 'fastino mit 'gaireθinkse; andi 'ander 'fre:o 'man 'salje inan tso: 'θritton 'man 'samali:ʃʃo, andi θɛr 'θritto 'man 'salje inan tso: 'fiurdon 'man. andi θɛr 'fiurdo 'tseuxe tso: 'fiurgwɛxe andi 'θingo imo 'aina 'gaida andi 'ainan 'gi:sil, andi swa: 'khwɛde :
"undar θe:n 'fiugor 'gwɛkon, 'θara θu: 'gwilis 'gangan, 'θir ist 'fre: 'anawald."
ibu swa: 'to:t, 'θanna 'ɛr ist 'a:mund jɔχ imo ka'skuldit ist 'fre:als 'alawa:ri. apter 'θes, θɛr 'gwaldand ni 'maxi mit 'nigwɛktu gwider'so:xjan in'gaxin imo ɛdo in'gaxin 'sunon 'si:ne:n. andi ibu 'θɛr, θats 'a:mund ka'to:t 'ward, 'stirpit 'farigaid, 'si:n 'laip 'li:de tso: 'khuninges 'gardi, nɔχ 'nigwɛkt tso: 'gwaldandon ɛdo tso: 'arpinɔmon θɛs 'gwaldandon.
nɔχ 'ander 'khapitul (II):
andi 'samali:ʃʃo 'θɛr in 'pans, 'θats ist in 'khuninges 'antais̺, 'fre: fer'la:tsan ist, 'samu 'gwitstso:du 'libe 'swa:so 'θɛr θats 'a:mund ka'to:t 'ward.
nɔχ 'ander 'khapitul (III):
nɔχ 'θɛr θats 'man 'fulkfre: ka'to:t, andi 'fiugor 'gwɛkos 'kipit imo, andi 'a:mund fram 'siç, 'θats ist 'framidi, ni ka'to:t inan, θius 'gwitstso:du 'si:n 'gwaldand 'libe mit 'imo, 'swa:so ibu mit 'si:nemo 'pro:der edo mit 'si:nemo 'lankpardon ka'sippon : 'θats ist, ibu 'θɛr θats 'fulkfre: ka'to:t 'ward 'sunjos ɛdo 'tɔkter 'gwitstso:tli:ʃʃo ni fer'le:ts, θɛr 'gwaldand θea 'laiba 'nɛme, 'swa:so undar ka'skriban ist.
nɔχ 'ander 'khapitul (IV):
nɔχ 'θɛr θats 'man 'aldi ka'to:n 'gwili, ni 'kɛpe imo 'fiugor 'gwɛkos. 'θeo sind 'fiugor 'slaktas 'antpfri:i:no. swa: 'miççil 'naud ist pi 'frammɔrdes 'taxifristes ka'mundi, θats tso: 'gwali:ʃʃeru 'gwi:su 'fre:o ɛdo 'fre:a ka'θingo:t 'ward, θiu 'antpfri:i: in 'fre:alses 'khartola ka'mundigo:t 'si:. andi ibu 'khartola ni ka'to:t 'ward, θauχ 'gwɛdaru 'fre:als 'imo tso: 'stadi 'stande./

Traduzione:

Sulle manomissioni. Se qualcuno vuole lasciare libero un proprio servo o una propria serva, gli sia consentito fare come gli piace. Chi vuole farlo fulcfree(1) e indipendente da sé, cioè aamund(2), deve fare così: lo consegni prima nelle mani di un altro uomo libero e lo confermi tramite gairethinx(3); e il secondo lo consegni ad un terzo allo stesso modo e il terzo lo consegni ad un quarto. E il quarto lo conduca ad un quadrivio e gli doni una gaida(4) e un gisil(5) e dica così: “Per queste quattro vie hai libera facoltà di andare dove vuoi”. Se si fa così allora sarà aamund e a lui spetterà una libertà certa. In seguito il padrone non abbia facoltà di avanzare alcuna rivendicazione contro di lui o contro i suoi figli. Se colui che è stato fatto aamund muore senza eredi legittimi, gli succeda la corte del re, ma non il padrone o gli eredi del padrone.
Inoltre, altro capitolo (II):
In modo simile, chi è in pans(6), ossia nel voto del re, è liberato e viva secondo la stessa legge di colui che è stato fatto aamund.
Inoltre, altro capitolo (III):
Inoltre, chi fa uno fulcfree e gli dà le quattro vie, ma non lo fa aamund da sé, ossia indipendente, il padrone viva con lui secondo la stessa legge, come se <vivesse> con un fratello o con un parente libero longobardo; cioè, se colui che è stato fatto fulcfree non lascia figli o figlie legittime, il padrone gli succeda.
Inoltre, altro capitolo (IV):
Inoltre, chi vuole fare uno aldio(7), non gli dia le quattro vie. Questi sono i quattro tipi di manomissione. Così è necessario per la futura memoria, affinché (si sappia) in che modo è stato affrancato un libero o una libera, che sia ricordata la manomissione nella carta della libertà. E se la carta non è stata fatta, comunque gli rimanga la libertà.

(1) lett. libero del popolo
(2) lett. senza mundio, ossia senza la tutela di un padrone
(3) assemblea degli uomini liberi in armi
(4) asticella appuntita (pungolo, punta)  
(5) freccia
(6)
voto, ossia ciò che è pronunciato
(7) semilibero 

Testo originale in latino tardo con incorporati alcuni longobardismi:

224 De manomissionibus. Si quis servum suum proprium aut ancillam suam liberos dimettere voluerit, sit licentia, qualiter ei placuerit. Nam qui fulcfree et a se extraneum, id est amund, facere voluerit, sic debit facere. Tradat eum prius in manu alteri homines liberi et per gairethinx ipsum confirmit; et ille secundus tradat in tertium in eodem modo, et tertius tradat in quartum. Et ipse quartus ducat in quadrubium et thingit in gaida et gisil; et sic dicat: de quattuor vias, ubi volueris ambulare, liberam habeas potestatem. Si sic factum fuerit, tunc erit amund, et ei manit certa libertas: postea nullam repetitionem patronus adversus ipsum aut filiûs eius habeat potestatem requirendi. Et si sine heredes legetimûs ipse, qui amund factus est, mortuus fuerit, curtis regia illi succidat, nam non patronus aut heredes patroni.
Item alio kap. (II).
Similiter et qui in pans, id est: in votum regis, demittitur, ipsa lege vivat, sicut et qui amund factus est.
Item alio kap. (III).
Item que fulcfree fecerit et quattuor vias ei dederit, et amund a se, id est extraneum, non fecerit, talem legem patronus cui ipso vivat, tamquam si cum fratrem aut cum alio parente suo libero langobardo: id est, si filiûs aut filias legitimas, qui fulcfree factus est, non demiserit, patronus succidat, sicut supter scriptum est.
Item alio kap. (IV).
Item qui aldium facere voluerit, non illi dit quattuor vias. Haec sunt quattuor genera manumissionum. Tamen necesse est propter futuri temporis memoriam, ut qualiter liberum aut liberam thingaverit, ipsa manumissio in cartolam libertatis commemoretur. Et si cartolam non fecerit, tamen libertas ei permaneat.

Commenti:

Etimologia di aamund "indipendente" (var. haamund, amund):
Il prefisso aa-, poco frequente in antico alto tedesco, è comune in antico inglese. Sbaglia Giovanna Princi Braccini a credere che sia dal proto-germanico *aiwo: "legge". Il suo errore è concettuale. Colui che è aamund è liberato dal suo tutore, quindi è indipendente, come il testo di Rotari spiega in modo ben chiaro. Non è sotto la tutela della legge, come vorrebbe la Princi Braccini: il mundio è sempre detenuto da una persona, non da un concetto astratto. I romanisti sembrano del tutto incapaci di comprendere i concetti fondanti del mondo germanico.

Etimologia di pans "votum regis":
Il vocabolo longobardo è dalla stessa radice dell'antico alto tedesco ban, pan "comando", bannan "fissare il giorno del giudizio" (< "proclamare", "comandare", "richiedere"), con un suffisso -s che si trova anche altrove, ad esempio in gairethinx. Sorprende che la cosa non sia stata compresa. Le etimologie false e macchinose non mancano di certo.  

IN PANS, IN ANTAIS, IN FREALSES CHARTOLA: la preposizione IN regge nella maggior parte dei casi l'accusativo, come anche avviene nel testo latino (in votum, in cartolam). Esistono però contesti in cui questa preposizione regge il dativo, come mostrato dall'uso dell'antico alto tedesco.

Il latino tardo del documento mostra alcune interessanti peculiarità. Si noti quadrubium per quadruvium, quadrivium. Abbiamo accusativi plurali in -us anziché in -os per nomi della II declinazione. I congiuntivi presenti (III sing.) sono spesso in -it anziché in -et per i verbi in -are: es. dit per det; confirmit per confirmet, etc.

giovedì 28 settembre 2017

LONGOBARDO RICOSTRUITO: UN INCANTESIMO PER TROVARE UN LADRO

Testo in longobardo (ricostruito), con introduzone in latino:

DE FURTU. ACCIPE CRIBRUM. NIM AIN SIP ANDI STICH IN IN MITTAN THAR THUR AINA SPINNILON. THAR AN AIN ANASPIN STICH. ANDI CHIP THAZ ZUAINE ZO ABAN UF THEN FINGARON, GAHIN AINANDER. ANDI PISTALLI ALLE THE INNA ZO THANNA THU THIH THEMO THEUPE FERSIHIS. ANDI SPRICH GUIDER IN. "ER IST INNA, THER THAZ FERSTAL." THER ANDER SPRECHE: "ER NI IST." THIU GORD SPRICH THRISTUND. ANDI SPRICH THANNA: "NU SATTZI IZ GOD UF THEN RECTISCOLON ANDI LAHI THANNA AIN SALZ UF THAZ SIP". IN THEMO NAMON THES FADER. IN THEMO NAMON THES SUNIES. IN THEMO NAMON THES AILAGON CAISTES. IN THEMO NAMON ALLERO AILAGONO. IN THEMO NAMON THES AILAGON CRUCES. ANDI SPRICH THANNA THIUS GORD. IN CRUCIS GUISU.   

Trascrizione fonologica (semplificata):

/de 'furtu. 'atstsipe 'kribrum. 'nim ain 'sip andi 'stiç 'i:n in 'mittan 'θar θur 'aina 'spinnilo:n. θar 'an ain 'anaspin 'stiç. andi 'kip θats 'tswaine tso: 'aban u:φ θe:n 'fingaron gaxin ain'ander. andi pi'stalli 'alle 'θe: 'inna tso: θanna 'θu: θiç θɛmo 'θeupe fer'sihis. andi 'spriç gwider 'i:n : "'ɛr ist 'inna, 'θɛr θats fer'stal". θɛr 'ander 'spreççe : "ɛr ni 'ist." θiu 'gɔrt 'spriç 'θri:stund. andi 'spriç 'θanna : "nu: 'satstsi its 'gɔd u:φ θɛn 'rɛkti'skɔlon andi 'laxi 'θanna ain 'salts u:φ θats 'sip". in θɛmo 'namon θɛs 'fader. in θɛmo 'namon θɛs 'sunies. in θɛmo 'namon θɛs 'ailagon 'kaistes. in θɛmo 'namon 'allero 'ailago:no. in θɛmo 'namon θɛs 'ailagon 'kru:tses. andi 'spriç 'θanna θius 'gɔrd. in 'kru:tsis 'gwi:su./  

Traduzione:

Per il furto. Prendi un crivello. Prendi un setaccio infilzaci dentro un fuso poi conficca un altro fuso e fai in modo di averne due sulle dita l’una contro l’altra. e ordinali tutti(1) dentro fino a che non osservi il ladro e pronuncia (l'incantesimo) contro (di loro): "(egli) è dentro, colui che ha rubato."
L’altro dica: "egli non è." Queste parole dille tre volte. E di’: "ora Dio prendi il vero colpevole e metti del sale sul setaccio." Nel nome del Padre nel nome del Figlio, nel nome dello Spirito Santo.
Nel nome di tutti i Santi. Nel nome della Santa Croce. E di’ queste parole facendo la croce.

(1) Si tratta dei sospettati del furto, fatti entrare nella stanza.

Testo di partenza in medio alto tedesco (bavarese, XIII sec.):

De furtu. Accipe cribrum. Nim ein sip vnd stich en miten da durch ein spinnelen. da an ein enspin stech. vnd gib daz zvein ze haben. vf den vingeren gegen ein andr. vde be stelle alle die hinz den dv dich der diube versehest.
vnd spirch wider ein. Er ist hinne der daz hat ver stolen Der ander sprech ern ist. Diu wort sprechen dri stunt. vnd sprich den nv seze ez got uf den reht shvldeger vnd lege den ein salz uf daz sip. in dem namen des vatr.
in dem namen des svns. In dem namen des heiligen geistes.
In dem namen aller heiligen. In dem namen des heilegen cruces. Vnd sprich den disiu worte. In crucis wise.

Cfr. Eleonora Cianci, Incantesimi e benedizioni nella letteratura tedesca medievale (IX-XIII sec.), Kümmerle Verlag, Göppingen, 2004.

Commenti: 

Eleonora Cianci ha pubblicato nel 2014 un interessante lavoro sull'incantesimo bavarese: De furtu. Il più antico incantesimo di area tedesca per riconoscere il ladro: identità e contesto culturale («Itinerari» 4). Questo è l'url da cui è possibile consultare e scaricare l'opera in questione:


Si nota che nel lavoro del 2014 l'autrice ha rivisto alcune sue interpretazioni, correggendo tra l'altro l'errata interpretazione di "sprech ern ist".

Nella società degli antichi Germani simili sistemi per individuare i ladri erano molto diffusi. Mi rendo conto che al giorno d'oggi tutto questo può sembrare ridicolo, eppure le cose stavano così. Ancora all'epoca della Riforma Protestante in Islanda erano sopravvissute formule magiche per identificare i colpevoli dei furti e per ritrovare il maltolto, e non di rado in questi rituali ricorrevano ancora i nomi di Odino e di Thor, nonostante si fosse in pieno XVI secolo. La formula bavarese resa in longobardo ricostruito è cristianizzata, pur conservando intatti concetti pagani. Sarà mia cura raccogliere altro materiale di questo genere, tradurlo e pubblicarlo. È un vero peccato che l'interesse del mondo accademico per questi argomenti sia davvero debole.

mercoledì 27 settembre 2017

LONGOBARDO RICOSTRUITO: UN INCANTESIMO PER LE FERITE

Testo in longobardo (ricostruito): 

IN THEMO NAMON THES FADER ANDI THES SUNIES ANDI THES AILAGON CAISTES. AMEN. THRI GODE PRODER GENGUN AINAN GUECH: THAR PIQUAM IN UNSER FRAO IESUS CHRIST ANDI SPRACH: «GUANNA FARET IR THRI GODE PRODER?». «FRAO, GUIR FAREN ZO AINEMO PERGHE ANDI SOCHIEN AIN CHRUT THERO CAUALDES THAZ IZ GOD SI ZO ALLERU SLACTU UNDONO, SIU SI CASLAGAN EDO CASTOCHAN EDO SUA GUARI FONA SIU SI».
THAU SPRACH UNSER FRAO IESUS CHRIST:
«QUEMET ZO MIR, IR THRI GODE PRODER, ANDI SUARIET MIR PI THEMO CRUCE GODON, ANDI PI THERU MILUCH THERO MAGADI SANCTE MARION, THAZ IR IZ NI ELET NOH LAUN ANTPHAHET, ANDI FARET INNA ZO THEMO MONTE OLIVETO ANDI NEMET OLEO THES OLEOPAUMES ANDI SCAPHULLA ANDI LAHIET THIU OBER THEA UNDA ANDI SPRECHET: "AL SUA THER IUDEO LONGINUS THER UNSERAN FRAON IESUM CHRISTUM STACH IN THEN SIDON MIT THEMO GAIRE, THAZ NI AITRIDA NIGUECT, NOH CAUAN ITTZA, NOH NI SUAR, NOH NI PLOTIDA ZO FILE, NOH NI FULIDA; AL SUA TO THIUS UNDA, THIU NI PLOTI NIGUECT NOH NI FULI, THIU IH CASEHINDA. IN THEMO NAMON THES FADER ANDI THES SUNIES ANDI THES AILAGON CAISTES. AMEN. SPRICH THAZ SEHIN THRISTUND ANDI AL SUA MANAGON PATERNOSTER, ANDI TO NIGUECT MAIR ALLAZ ER CASCRIBAN SI"».    

Trascrizione fonologica (semplificata): 

/in 'θεmo 'namon θεs 'fader andi θεs 'sunies andi θεs 'ailagon 'kaistes. 'a:men. 'θri: 'go:de 'pro:der 'ge:ngun 'ainan 'gwεkh : 'θar pi'khwam 'i:n 'unser 'frao 'je:sus 'krist andi 'spraχ : «'gwanna 'faret ir 'θri: 'go:de 'pro:der?». «'frao gwir 'fare:n tso: 'ainemo 'pεrge andi 'so:xje:n ain 'khru:t θεro ka'waldes θats its 'go:d 'si: tso: 'alleru 'slaktu 'undo:no, siu 'si: ka'slagan εdo ka'stɔχan εdo swa: 'gwa:ri 'fɔna siu 'si:». θau 'spraχ 'unser 'frao 'je:sus 'krist : «'khwεmet tso: 'mir, ir 'θri: 'go:de 'pro:der, andi 'swarjet 'mir pi θεmo 'kru:tse 'go:don, andi pi θεru 'miluχ θεro 'magadi 'sankte ma'ri:o:n, θats 'irits ni 'εlet noχ 'laun ant'pha:het, andi 'faret 'inna tso: θεmo 'monte oli've:to andi 'nεmet 'oleo 'oleopaumes andi 'ska:φulla andi 'laxjet θiu ɔber θea 'unda andi 'sprεççet: "'al swa: θεr 'iu:deo lon'gi:nus 'θεr 'unseran 'fraon 'je:sum 'kristum 'staχ in θe:n 'si:do:n mit θεmo 'gaire, θats ni 'aitrida 'nigwεkt, nɔχ ka'wan 'itstsa, nɔχ ni 'swar, nɔχ ni 'plo:tida tso: 'file, nɔχ ni 'fu:lida; 'al swa: 'to: θius 'unda, θiu ni 'plo:ti 'nigwεkt nɔχ ni 'fu:li, θiu iç ka'sexinda. In θεmo 'namon θεs 'fader andi θεs 'sunies andi θεs 'ailagon 'kaistes. 'a:men. 'spriç θats 'sεxin 'θri:stund andi 'al swa: 'managon pater'nɔster, andi 'to: 'nigwεkt 'mair 'allats 'e:r ka'skriban 'si:/   

Traduzione: 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Tre pii fratelli camminavano su una strada, allora li incontrò nostro Signore Gesù Cristo e disse: “Dove andate, voi tre fratelli pii?”, “Signore, noi andiamo su una montagna e cerchiamo un’erba che sia potente e buona per tutti i tipi di ferite, siano esse colpite o di punta o di qualunque genere esse siano”.
Allora disse il nostro Signore Gesù Cristo: “Venite da me, voi tre pii fratelli e giuratemi sulla santa croce e per il latte della vergine Santa Maria che voi non lo terrete nascosto per voi, né prenderete ricompensa e andate lì al monte Uliveto e prendete olio di olivo e lana di pecora e metteteli sopra la ferita e dite così: così come l’ebreo Longino che colpì il nostro Signore Gesù Cristo nel fianco con una lancia, che non fece pus, non si infiammò, non dolse, non sanguinò molto e non imputridì, così fa’ anche che questa ferita che io ho benedetto non sanguini né marcisca.”
Nel nome del padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Di’ questa benedizione tre volte e altrettanti Padre Nostro e non fare mai più quanto è stato scritto qui.

Testo di partenza in medio alto tedesco (bavarese, XII sec.): 

In dem namen des vater und des suns und des hailigen gaistes. âmen. Drî guot pruoder giengen ainen wech: dâ bechom in unser hêrre Jhêsus Christus und sprach “wanne vart ir dri guot pruoder?” Herre wir varn zainem perge und suochen ain chrût der gewaltes daz iz guot sî zaller slath wnden, si sî geslagen oder gestochen oder swâ von si si”. dô sprach unser hêrre Jhêsus Christ “chomet zuo mir, ir drî guot pruoder, und swert mir bî dem crûce guoten, und bi der milch der maide sanct marien, daz irz enhelt noch lôn emphâhet, und vart hinz zuo dem mont olivêt unde nemt ole des olepoumes und scâphwolle und leget die uber die wndin und sprechet “alsô de Jud longinus der unsern hêrren Jhêsum Christum staech in die sîten mit dem sper, daz eneitert nith, noch gewan hitze, noch enswar, noch enbluotet zevil, noch enfuelt: alsô tuo disiu wnde, diu enbluot nith noch enfuoel, die ich gesent hab. In dem namen des vaters und des suns und des hailigen gaist. âmen”.
sprich den segen drîstunt und alsô manigen pâternoster, und tuo nith mêr, wan als hie gescriben sî.

Per maggiori informazioni cfr. Eleonora Cianci, Incantesimi e benedizioni nella letteratura tedesca medievale (IX-XIII sec.), Kümmerle Verlag, Göppingen, 2004. 

Commenti: 

A parer mio la traduzione corretta del brano è “Signore, noi andiamo su una montagna e cerchiamo un’erba che sia potente e buona per tutti i tipi di ferite”. La Cianci traduce erroneamente con “Signore, noi andiamo su una montagna e cerchiamo un’erba che è potente e buona per tutti i tipi di ferite”. Sembra una cosa da nulla, ma non è così. Infatti il testo bavarese implica che i tre fratelli non conoscano l'erba miracolosa e che la stiano cercando. Scondo la traduzione della Cianci, sembra invece che essi sappiano bene di che erba si tratta e che la cerchino con cognizione di causa, venendo quindi dissuasi da Cristo, che li guida verso un altro rimedio, più gradito a Dio. 

Si noti il divieto di reiterare il rituale una volta eseguito, caratteristica che ricorre anche in altri casi. La cosa suona strana ai moderni, ma ha una sua logica. Per i Germani cristiani, quando un rimedio era creduto opera diretta di Dio e proveniente dalle sue stesse parole, ripeterlo implicava mancanza di fede. Si credeva quindi che la violazione provocasse l'ira divina. Occorre sempre astenersi dall'attribuire al passato categorie moderne. Cristo era visto dai popoli germanici come un guerriero, non come lo immagina Bergoglio. 

Mentre diversi testi magici del XI-XII sec. mostrano ancora le caratteristiche dell'antico alto tedesco, qui abbiamo un esempio di una fase successiva della lingua. Il medio alto tedesco è molto evolutivo nella fonetica ed è pieno di contrazioni. Così la forma swâ viene da un precedente svâr, che è a sua volta da sô wâr e non corrisponde quindi al longobardo ricostruito SUA /swa:/, a dispetto della sua omofonia, ma a SUA GUARI, letteralmente "così invero". Occorre fare molta attenzione o si può giungere a conclusioni fuorvianti. La lingua tedesca moderna è cambiata molto rispetto al medio alto tedesco, eliminando un grandissimo numero di forme contratte e assumendo un aspetto più rigido. Il linguaggio dei cantori medievali era più libero e poetico, ma anche più difficile. Non è improbabile che a causare questo mutamento nella fase del tedesco moderno sia stata la necessità di porre rimedio alle ambiguità che pullulavano a causa dell'usura fonetica.

domenica 24 settembre 2017

LONGOBARDO RICOSTRUITO: UNA FORMULA PER BENEDIRE LA CASA CONTRO IL DIAVOLO

Testo in longobardo (ricostruito), con introduzione in latino: 

AD SIGNANDUM DOMUM CONTRA DIABOLUM. GUELA, GUECT, THAZ THU GUAIST, THAZ THU GUECT AISSIST, THAZ THU NI GUAIST NOH NI CHANST QUEDAN CNOSPINCHI. 

Trascrizione fonologica (semplificata): 

/ad sig'nandum 'domum kontra 'djabolum. 'gwɛla, 'gwɛkt, θats 'θu: 'gwaist, θats 'θu: 'gwɛkt 'ais̪s̪ist, θats 'θu: ni 'gwaist 'nɔχ ni 'khanst 'khwɛdan 'knɔspinki/   

Traduzione:

Per benedire la casa contro il diavolo.
Bene, spirito, che tu sappia che sei chiamato spirito.
Che tu non sappia né possa pronunciare incantesimi.

Testo di partenza in antico alto tedesco (alemannico, X sec.), con introduzione in latino:

Ad signandum domun contra diabolum. Uuola, uuiht, taz tu uueist, taz tu uuiht heizist,
Taz tu neuueist noch nechanst chedan chnospinci.

Per maggiori informazioni cfr. Eleonora Cianci, Incantesimi e benedizioni nella letteratura tedesca medievale (IX-XIII sec.), Kümmerle Verlag, Göppingen, 2004.

Commenti:

L'unico termine che presenta notevoli difficoltà nel testo in antico alto tedesco è chnospinci, che è un hapax. Su questa bizzarra parola gli accademici si sono sbizzarriti, riuscendo a produrre una grandissimo numero di inconsistenze. Quasi tutte le interpretazioni identificano in chnospinci un nome del Diavolo, anche se anche un poppante capirebbe che questo non è possibile, dal momento che a reggere questa parola è il verbo chedan "dire", "pronunciare". Quindi lo chnospinci deve essere qualcosa che si pronuncia, come un incantesimo, una formula, una diavoleria.

Poche, confuse e inconsistenti le proposte riportate dalla Cianci. Ho trovato nel Web il lavoro di uno studioso, Giorgio Dolfini, che arriva ad accostare chnospinci alla parola beng, che nella lingua romaní indica il Diavolo, citando come esilissima prova il medio alto tedesco (alemannico) binggis "pene" e un gran numero di altre forme dialettali di simile aspetto ma dalla semantica molto vaga (es. "calcio", "protuberanza", "trascinarsi malato", "zotico", etc.). Il punto è che nel X secolo in Europa non esisteva nemmeno l'ombra di un rom o di un sinti, così chnospinci non può essere accostato a una parola romaní: la proposta implica un anacronismo e va cestinata senza pietà. Questo è l'url del lavoro di Dolfini: 


Analizzate tutte le proposte fatte finora, ne formulo una mia. Partendo dal fatto che esiste un vocabolo knop(p) "coboldo" (mai citato come *chnosp-), e che il nesso -ps- compie spessisimo metatesi in -sp-, come lo stesso Dolfini ammette, arrivo a ricostruire la forma come composto criptico, ormai oscuro, formato da knop- e da singan, sincan "cantare", anche con l'accezione di "incantare". Così da un più antico *chnop-sinci "canto del demonio", "incantamento", sarà derivato chnospinci - per quanto la formazione posa apparire peculiare.

LONGOBARDO RICOSTRUITO: UN INCANTESIMO PER I CANI E PER LE CAGNE

Testo in longobardo (ricostruito): 

CHRIST CAPORAN GUARD AIR ULF EDO THEUP. THAU GUAS SANCTE MARTIN CHRISTES IRDI. THER AILAGO CHRIST ANDI SANCTE MARTIN THER CAUERDO GUALDAN IUTAGU THERO UNDO, THERO ZAUHONO, THAZ IN ULF NOH ULPHA ZO SCADIN GUERDAN NI MAHI, SUA GUARA SUA CALAUFEN GUALDES EDO AIDU. THER AILAGO CHRIST ANDI SANCTE MARTIN THER FRUMIE MIR SE IUTAGU ALLE ERA AIM CASUNDE.

Trascrizione fonologica (semplificata): 

/'krist ka'pɔran 'gward air 'ulf ɛdo 'θeup. θau 'gwas 'sankte 'martin 'kristes 'irdi. θɛr 'ailago 'krist andi 'sankte 'martin θɛr ka'wɛrdo 'gwaldan 'iutagu 'θɛro 'undo, 'θɛro 'tsauho:no, 'θats in 'ulf nɔχ 'ulpha tso: 'skadin 'gwɛrdan ni 'maxi, swa: 'gwara swa: ka'lauφe:n 'gwaldes ɛdo 'aidu. θɛr 'ailago 'krist andi 'sankte 'martin θɛr 'frumje mir se: 'iutagu 'alle 'ɛra 'aim ka'sunde/  

Traduzione: 

Cristo nacque prima del lupo o del ladro. Allora San Martino era il pastore di Cristo. Il Santo Cristo e San Martino si degnino oggi di proteggere i cani e le cagne, in modo che né i lupi né le lupe li possano danneggiare dovunque essi vadano nel bosco o per la strada o nella landa. Il Santo Cristo e San Martino mi concedano che oggi tornino tutti sani e salvi a casa.

Testo di partenza in antico alto tedesco (bavarese, X sec.):

Christ uuart gaboren er uuolf ode diob. do uuas sancte Marti Christas hirti.
Der heiligo Christ unta sancte Marti der gauuerdo uualten hiuta dero hunto, dero zohono, daz in uuolf noh uulpa za scedin uuerdan nemegi, se uuara se geloufan uualdes ode uueges ode heido. Der heiligo Christ unta sancte Marti de frumma mir sa hiuto alla hera heim gasunta. 

Per maggiori informazioni cfr. Eleonora Cianci, Incantesimi e benedizioni nella letteratura tedesca medievale (IX-XIII sec.), Kümmerle Verlag, Göppingen, 2004.

Commenti:

Questa formula è spesso ritenuta di origine pagana. Si può trovare un indizio a favore di un'antica origine poetica dalla presenza di assonanze e di allitterazioni - seppur imperfette - che la Cianci evidenzia (Marti / hirti, etc.). Si può rimarcare tuttavia un fatto ben più concreto: come tutti sanno, ladri e lupi esistevano ben prima della nascita di Cristo e di San Martino. La possibilità che nel testo bavarese Christ abbia sostituito Uuotan (Godan in longobardo) deve essere presa in considerazione, anche se dobbiamo comunque sospettare l'origine cristiana della semantica di hirti "pastore". Infatti per i Germani pagani "pastore" non poteva essere attributo di una divinità. Nel sito di una comunità odinista, è riportata una versione rimaneggiata in cui in luogo di Christ si trova Uuotan e in luogo di Sancte Marti si trova Hirmin.


Il sito ha come fondamento l'opera di Theodor Georg Von Karajan, risalente al Reich Millenario, epoca in cui gli autori erano molto approssimativi e si prendevano qualche libertà di troppo nel riportare i testi. I gestori di Wodanserben.de hanno riportato anche un grave refuso dovuto alla cattiva lettura della lettera s, che è stata resa erroneamente con f: *gafunda anziché gasunda. Non mancano altre discrepanze nella trascrizione, che in alcuni casi si ripercuotono nell'interpretazione. Questi errori risalgono sempre allo stesso Von Karajan, che non conosceva molto bene l'antico alto tedesco.

Tornando al testo bavarese, tra le forme notevoli spesso fraintese notiamo le seguenti:

1) der gauuerdo uualten "che si degni di proteggere". Chiaramente gauuerdo è un verbo, per la precisione un ottativo, III pers. sing., di cui il pronome der è soggetto. Inoltre uualten è un infinito, non un ottativo III pers. pl. come invece voleva il Von Karajan. Si noti che Cristo e San Martino hanno una concordanza singolare in questa frase.

2) za scedin "al danno". Questo scedin è il dativo singolare di scado "danno" (tedesco moderno Schaden), che mostra una peculierità eccezionale: l'Umlaut, che di solito non è prodotto dalla desinenza -in del dat. sing. dei maschili deboli. Questo è un notevole arcaismo. Il longobardo ha sostituito quasi sempre questo -in con -on per livellamento (es. Lupecinon), ma in alcuni casi come questo supponiamo che abbia conservato la desinenza originale. A parer mio erra la Cianci a ritenere scedin una forma verbale. La locuzione verbale è za scedin uuerdan, alla lettera "al danno divenire", ossia "danneggiare".

3) se uuara se "dovunque". Ha ragione la Cianci e ha torto Von Karajan. La forma più attestata con questo significato è sô uuara sô. Si noterà che Von Karajan restituisce sô uuara siu, interpretando il secondo se come forma atona del pronome siu "essi". Non credo che sia necessario, anche perché bisognerebbe provare che la forma sô uuara possa reggere da sola col senso di "dovunque". Tuttavia, mentre sô uuara sô è glossato con "quocumque, ubicumque", sô uuara è glossato con "posteriora"

4) alla "tutti". Una forma di una banalità sconcertante, che sta per il più comune alle. Erra gravemente il Von Karajan a risolverlo in alsô, peccando di fantasia eccessiva (cosa assai comune nel suo contesto).

Altra cosa interessante è Sancte Marti (scritto Sce Marti nel manoscritto): è evidente che Sancte è tratto dal vocativo latino, poi cristallizzato. Notevole è anche Marti senza alcuna traccia della nasale finale.

venerdì 22 settembre 2017


SOMMO PONTEFICE:
UN EPITETO PAGANO PER IL CAPO
DELLA CHIESA DI ROMA 

Un interessante caso di sincretismo 

Ormai da tempo immemorabile i termini Pontefice, Papa e Vescovo di Roma sono sinonimi. Eppure la loro origine è diversa. La parola Pontefice (in latino Pontifex), alla lettera 'Costruttore di Ponti', ha la sua origine nella religione tradizionale dell'antica Roma, che tanto fu debitrice nelle sue forme e nella ritualità alla cultura degli Etruschi. L'interpretazione è chiara: un Pontifex costruiva idealmente ponti tra l'Umano e il Divino. Il Pontifex Maximus era a capo del Collegio dei Pontefici. Aveva il compito di normare la dimensione del sacro in ogni suo dettaglio, secondo la concezione di un popolo giunto in occidente dal lontano Caucaso. Questo era il nucleo della società dei Rasenna. Infatti le parole di Tarquinio il Superbo esprimono con nitidezza un'analoga concezione applicata all'ambito politico, quando definì la monarchia "straordinario istituto a mezza strada tra il divino e l'umano" (Tito Livio, 2, 9).
Come è stato possibile che questo arcaico epiteto pagano sia passato a designare quello che i cattolici credono il successore di Pietro e il rappresentante di Cristo in terra?

Dopo aver vinto la battaglia di Ponte Milvio contro gli eserciti di Massenzio, Costantino emanò il famoso Editto di Milano (313 d.C.). Questo editto assicurava piena libertà religiosa ai Cristiani. Costantino però non fece richiesta di essere battezzato. Visse al di fuori dalla Chiesa di Roma continuando a commettere crimini inauditi. Si suppone infatti che agli occhi di chiunque siano crimini inauditi azioni come costringere propria la moglie a entrare in un bagno di acqua bollente, ordinare l'esecuzione del proprio figlio primogenito o obbligare un proprio zio a strangolarsi con le proprie mani. Pur proclamandosi protettore della Cristianità, Costantino mantenne il titolo di Pontifex Maximus, che veniva automaticamente conferito ad ogni imperatore romano.

Dieci anni dopo l'Editto di Milano, Costantino pubblicò un documento in cui esprimeva il suo desiderio che tutti i suoi sudditi seguissero la sua stessa religione, pur garantendo libertà ai seguaci del politeismo tradizionale. Eppure l'Imperatore addusse sempre capziose argomentazioni per posticipare il battesimo. Il sacramento gli fu somministrato solo quando era in agonia, e per giunta da un vescovo che professava l'Arianesimo. La sua ammirazione per gli Aruspici era stata resa manifesta quando aveva fondato Costantinopoli sul luogo della più antica Bisanzio, seguendo tutte le prescrizioni rituali dettate dai libri sacri degli Etruschi.

Se Costantino non aveva cercato in alcun modo di imporre con la forza le sue dubbie convinzioni, i suoi figli Costante e Costanzo II furono più fanatici e determinati. Diedero inizio a una tradizione che avrebbe conosciuto grande fortuna nei secoli. Anche se ci è noto un editto di Costanzo II che dichiara illegali i sacrifici agli Dei, abbiamo motivo di sospettare che non fu applicato. Nonostante il suo zelo, neppure lui ebbe qualcosa a che ridire nel ricevere il titolo di Pontifex Maximus. Le cose cambiarono soltanto con l'Imperatore Graziano, che fece una scelta radicale: rinunciò a quell'onorificienza antica e la attribuì al Vescovo di Roma, che fu ben lieto di accettare quel residuo del vecchio mondo, incorporandone la forma esteriore nella tradizione cattolica. Facendo questo, la Chiesa di Roma operò un astuto sincretismo che contribuì ad attrarre nell'orbita del suo potere molti incerti pagani della decadenza.