MISSISSIPPI BURNING -
LE RADICI DELL'ODIO
LE RADICI DELL'ODIO
Titolo originale: Mississippi Burning
Anno: 1988 Paese di produzione: USA
Lingua: Inglese
Durata: 128 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Drammatico, thriller, propaganda liberal
Regia: Alan Parker
Soggetto: Chris Gerolmo
Sceneggiatura: Chris Gerolmo
Produttore:
Frederick Zollo,
Robert F. Colesberry
Casa di produzione: Orion Pictures
Fotografia: Peter Biziou
Montaggio: Gerry Hambling
Effetti speciali: Stan Parks
Musiche: Trevor Jones
Scenografia:
Philip Harrison,
Geoffrey Kirkland
Costumi: Aude Bronson-Howard
Trucco: David Craig Forrest
Interpreti e personaggi
Gene Hackman: agente Rupert Anderson
Willem Dafoe: agente speciale Alan Ward
Frances McDormand: sig.ra Pell
Brad Dourif: vicesceriffo Clinton Pell
R. Lee Ermey: sindaco Tilman
Gailard Sartain: sceriffo Ray Stuckey
Stephen Tobolowsky: Clayton Townley
Michael Rooker: Frank Bailey
Pruitt Taylor Vince: Lester Cowens
Badja Djola: agente Monk
Kevin Dunn: agente Bird
Frankie Faison:
Tom Mason: giudice
Lou Walker: Vertis Williams
Billy Jean Young: sig.ra Williams
Frederick Zollo: giornalista
Tobin Bell: agente Stokes
Doppiatori italiani
Walter Maestosi: agente Rupert Anderson
Luigi La Monica: agente speciale Alan Ward
Paila Pavese: signora Pell
Luca Dal Fabbro: vicesceriffo Clinton Pell
Michele Kalamera: sindaco Tilman
Giorgio Lopez: sceriffo Ray Stuckey
Massimo Milazzo: Clayton Townley
Fabrizio Temperini: agente Bird
Budget: 15 milioni di $
Incasso al botteghino (US): 34,6 milioni di $
Anno: 1988 Paese di produzione: USA
Lingua: Inglese
Durata: 128 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Drammatico, thriller, propaganda liberal
Regia: Alan Parker
Soggetto: Chris Gerolmo
Sceneggiatura: Chris Gerolmo
Produttore:
Frederick Zollo,
Robert F. Colesberry
Casa di produzione: Orion Pictures
Fotografia: Peter Biziou
Montaggio: Gerry Hambling
Effetti speciali: Stan Parks
Musiche: Trevor Jones
Scenografia:
Philip Harrison,
Geoffrey Kirkland
Costumi: Aude Bronson-Howard
Trucco: David Craig Forrest
Interpreti e personaggi
Gene Hackman: agente Rupert Anderson
Willem Dafoe: agente speciale Alan Ward
Frances McDormand: sig.ra Pell
Brad Dourif: vicesceriffo Clinton Pell
R. Lee Ermey: sindaco Tilman
Gailard Sartain: sceriffo Ray Stuckey
Stephen Tobolowsky: Clayton Townley
Michael Rooker: Frank Bailey
Pruitt Taylor Vince: Lester Cowens
Badja Djola: agente Monk
Kevin Dunn: agente Bird
Frankie Faison:
Tom Mason: giudice
Lou Walker: Vertis Williams
Billy Jean Young: sig.ra Williams
Frederick Zollo: giornalista
Tobin Bell: agente Stokes
Doppiatori italiani
Walter Maestosi: agente Rupert Anderson
Luigi La Monica: agente speciale Alan Ward
Paila Pavese: signora Pell
Luca Dal Fabbro: vicesceriffo Clinton Pell
Michele Kalamera: sindaco Tilman
Giorgio Lopez: sceriffo Ray Stuckey
Massimo Milazzo: Clayton Townley
Fabrizio Temperini: agente Bird
Budget: 15 milioni di $
Incasso al botteghino (US): 34,6 milioni di $
Trama:
Le vicende narrate da Alan Parker sono ambientate nell'inesistente contea di Jessup, proiezione incubica della contea di Neshoba, nel Mississippi. Il regista ha infatti tratto ispirazione dall'omicidio di tre volontari dell'African-American Civil Rights Movement (Movimento per i diritti civili degli Afroamericani), che ha avuto luogo nella contea di Neshoba nella notte tra il 21 e il 22 giugno 1964. I loro nomi sono James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner. In estrema sintesi, presento la narrazione del film. I tre attivisti che si sono recati nella contea di Jessup per istruire i neri sui loro diritti, non hanno fatto ritorno. Così scattano le indagini dell'FBI, dirette dagli agenti Rupert Anderson e Alan Ward. I federali sono molto diversi per origine e formazione: mentre Anderson è un ex-sceriffo del Mississippi e conosce bene la realtà locale, Ward viene dall'Università di Harvard ed è completamente all'oscuro dei problemi che affliggono il Sud. Subito i due agenti si scontrano subito con l'omertà dei nativi. Scoprono che il Ku Klux Klan è presente ad ogni livello in tutte le strutture politiche e sociali della contea, tanto che sia lo sceriffo che il vicesceriffo risultano affiliati alla setta. Le possibilità di ottenere giustizia sembrano una mera illusione, dato che ogni azione di Anderson e di Ward ha come effetto un inasprirsi delle ostilità del Klan contro la comunità afroamericana. Un aiuto insperato viene dalla moglie di un Klansman, che detesta l'ambiente violento in cui si trova immersa: mentre il marito si trova a un incontro con gli altri settari, lei rivela il luogo dove sono stati occultati i cadaveri. Alla fine i due agenti dell'FBI riescono nel loro intento e smascherano i colpevoli ricorrendo a qualsiasi mezzo, ricatto compreso, ma lo Stato del Mississippi si rifiuta di accusarli di omicidio: gli unici reati imputabili sono la cospirazione e la violazione dei diritti civili. Il processo porterà così alla condanna di sei imputati, con pene detentive dai tre ai dieci anni.
Recensione:
La massima parte delle recensioni che ho letto sono eulogistiche, soprattutto quelle trovate nel Web in italiano. Anche se negli States non sono mancate controversie, i navigatori di lingua italiana non sembrano esserne a conoscenza. Le mie sembrano essere le prime parole critiche scritte da un italiano sull'argomento. Leggendo i commenti ai siti di cinema, si vede che non pochi esaltati attribuiscono a questa pellicola addirittura il "merito" di aver reso possibile la presidenza di quel malfattore che è Barack Obama. Queste ed altre storture sono la proiezione del tirannico mondo scolastico, che ha fatto il lavaggio del cervello a intere generazioni rimbambendole con la marcia di John Brown. Il film di per sé non mi era dispiaciuto quando l'ho visto. Tecnicamente è ben fatto, e la recitazione degli attori è magistrale. Su questo non ho nulla a ridire. Così come concordo sul fatto che vi è ben descritto il clima di feroce odio che permea quei pochi paesini in culo al mondo in cui il Klan ancora conservava una qualche influenza negli anni '60. Non posso però nascondere che i falsi storici veicolati dall'opera di Parker sono molteplici.
Sul sito Rotten Tomatoes, questo film è etichettato come "all-names-changed dramatization of the Ku Klux Klan's murders of three civil rights workers in 1964". La locuzione "all-names-changed", ossia "con tutti i nomi cambiati", è altamente significativa. Infatti nessuno dei nominativi corrisponde alla realtà. È stato cambiato persino il nome della contea in cui avvennero gli omicidi degli attivisti dei diritti umani: da Neshoba è diventato magicamente Jessup. Così un luogo reale si è trasformato in un luogo fittizio, fantomatico. Se dai un nome errato alle cose, queste perderanno parte del loro essere. Potrebbe quasi essere considerata un'operazione di magia nera. Anche senza considerare questi aspetti, che al giorno d'oggi la maggioranza riterrebbe superstiziosi, mi domando come una storia con i nomi cambiati possa concretamente aiutare le vittime di qualsiasi forma di violenza o di ingiustizia: questi sono i misteri del mondo dei media che la sindrome di Asperger mi ha sempre impedito di comprendere. Ah, certo, mi dicono che è per evitare cause legali. Così si scopre un interessantissimo arcano di cui proprio non immaginavo l'esistenza: diventa lecito pensare di poter servire la Verità avendo la coda di paglia. Per inciso, lo sceriffo della contea di Neshoba denunciò comunque la Orion Pictures per diffamazione e invasione di proprietà, anche se perse la causa. I nominativi degli organizzatori degli omicidi e delle altre persone implicate sono tutti riportati, assieme alle rispettive foto, da Wikipedia:
Il KKK descritto dal film sembra un'entità monolitica e atemporale, una monade non analizzabile e priva di un'origine. La realtà storica dei fatti è ben diversa. Non mi stancherò mai di ricordare che il Klan fondato da Simmons nel 1915, storicamente il secondo, è privo di connessioni con l'originale Klan fondato a Pulaski nel 1865 e annientato da Ulysses Grant un decennio dopo. Nel 1944 lo stesso secondo Klan si è sciolto e da allora esistono numerose sette distinte che ne utilizzano il nome, e spesso sono in contrasto tra loro. In particolare la setta degli Incappucciati all'opera nella contea di Neshoba negli anni '60 non aveva più il potere del Klan di Simmons, che raggiunse più di 6 milioni di adepti a livello nazionale a metà degli anni '20 (già negli anni '30 la cifra era crollata a 30.000). Si trattava piuttosto di uno dei tanti frammenti originatosi dalla scissione di quello stesso Klan. L'esatta denominazione del gruppo, guidato da Samuel Bowers, era White Knights of the Ku Klux Klan. L'intervento dell'FBI ridiede vita per reazione a una confraternita agonizzante, facendole confluire circa 10.000 mississippiani, che si consideravano patrioti e insorgevano contro quella che consideravano una vera e propria invasione dal Nord. Il caso dei volontari assassinati suscitò un'immensa ondata di indignazione. Attualmente si stima che vi siano al massimo cinquemila affiliati in tutto il territorio degli USA, su una popolazione che ammonta a oltre trecentoventi milioni di persone. Una percentuale che ne fa una tigre di carta, eppure nonostante questo sembra che sia diventato il primo problema nazionale, generando isterismi senza fine. Qualcuno afferma che il Klan potrebbe risorgere dalle sue ceneri, diventando di nuovo potente. Sono a dir poco scettico. Il clima è così incandescente che se qualche incappucciato osasse alzare la testa, finirebbe linciato in quattro e quattr'otto. A mio avviso non è fantapolitica immaginare che presto si scateneranno pogrom contro adepti del Klan, anche soltanto presunti, e che il Sud finirà messo a ferro e a fuoco. Nessuno sembra accorgersi che a prevalere è in ogni caso lui... l'Odio. Nella sua dimora a Pandaemonium, il Diavolo ride.
Ricorsi storici e scherzi del destino
Per moltissime persone, plasmate dal deleterio sistema scolastico italiano, nel 1945 si è avuto il collasso della funzione d'onda della Storia, con conseguente annullamento di tutto ciò che è avvenuto in precedenza. Così vediamo un incomprensibile Hitler scaturito da qualche universo extradimensionale, avulso dal contesto precedente e dagli stessi eventi cruciali che hanno portato alla sua fine. Il mondo formatosi nel 1945 viene così proiettato all'indietro all'infinito, fino all'epoca dei dinosauri. Lo stesso accade anche con la politica americana. "Le bombe sono bionde, sono repubblicane", recitava un'enfatica poetessa durante un reading a cui ho assistito a Genova. Il riferimento dell'incalzante autrice chiaramente era a Donald Trump, protagonista della Storia riscritta secondo gli schemi ideologici scolastici. Queste sono le equazioni politiche dell'America moderna, credute vere ed eterne dalle masse:
Repubblicani =
destra,
fascismo,
razzismo,
neonazismo,
KKK
destra,
fascismo,
razzismo,
neonazismo,
KKK
Democratici =
sinistra,
tolleranza,
diritti umani,
antirazzismo,
political correctness
sinistra,
tolleranza,
diritti umani,
antirazzismo,
political correctness
In realtà le cose non sono sempre state così. All'epoca della Guerra Civile la realtà invece era questa:
Repubblicani =
Unione,
antischiavismo,
abolizionismo,
diritti umani.
Unione,
antischiavismo,
abolizionismo,
diritti umani.
Democratici =
Confederazione,
schiavismo,
razzismo,
massoneria
origine del KKK.
Confederazione,
schiavismo,
razzismo,
massoneria
origine del KKK.
La metamorfosi del Partito Democratico in un alfiere dei diritti umani e della political correctness è sorprendentemente moderna. Una simile trasformazione ontologica di fatto delegittima la sua esistenza. Populismo di sinistra? Liberalismo? Progressismo? Terza via? Questi sarebbero i princìpi professati da un partito erede dello schiavismo?! Tutto questo però non basta. Il fatto è che il Partito Democratico in origine, sul finire del XVIII secolo, si chiamava... Partito Repubblicano! A un certo punto fu chiamato Partito Repubblicano-Democratico, all'inizio per satira, perché creduto prossimo alle idee della Rivoluzione Francese. Poi divenne Partito Democratico anche formalmente. A questo punto soltanto sorse il moderno Partito Repubblicano, che derivò dagli originari Whig, in cui confluì il Partito Antimassonico. Queste cose a scuola non le insegnano? Peccato.
L'Invisibile Impero e l'ubriachezza
Ha tutta l'aria di un falso storico la forte propensione all'ubriachezza dei Klansmen di Mississippi Burning. Sappiamo che il Ku Klux Klan fondato da Simmons nel 1915 era una setta che predicava l'astemia e che sosteneva con fervore fanatico il proibizionismo. In diverse occasioni i Klansmen hanno compiuto atti di violenza contro persone sorprese in stato di ebbrezza e hanno bruciato spacci clandestini di alcolici, arrivando anche a collaborare con altri gruppi proibizionisti. Mi pare abbastanza verosimile che le conventicole derivate dalla dissoluzione del secondo Klan, quelle che ancora oggi sopravvivono, abbiano portato avanti questa caratteristica come un'eredità. Qualche tempo fa mi è capitato di leggere che in occasione delle feste del Klan non si trovavano bevande alcoliche. Potrebbe anche darsi che il rigore originale nel corso dei decenni si sia allentato, tuttavia mi sembra proprio di scorgere qualcosa di propagandistico nella scena che mostra i settari mississippiani ubriachi fradici e abbrutiti come le peggiori bestie dei campi.
L'FBI campione di liberalismo?
Vedete, la realtà non confessata dal regista del film è che l'agente Rupert Anderson è nato... a Ginevra! Egli è ginevrino nell'anima, proprio come il suo mentore Jean-Jaques Rousseau... e come l'illustre dottor Victor Frankenstein, uomo di Scienza che ha tutta la mia approvazione e stima. Ardente sostenitore dell'assoluta eguaglianza di tutti gli esseri umani sulla faccia del pianeta Terra e persino degli alieni di tutte le galassie, l'agente Anderson viene per questo a scontrarsi con i cattivoni del Klan, che con infinita perfidia denigrano Martin Luther King aggiungendo un Kong al suo cognome e che accusano l'FBI di essere il Federal Bureau of Integration. Ma com'era in realtà l'FBI all'epoca dei fatti narrati dal film? Semplice. Era esattamente lo stesso della famosa caccia alle streghe scatenata dal senatore McCarthy. Con buona pace della vulgata dei moderni buonisti.
Un autentico dinosauro
John Edgard Hoover fu a capo del BOI (Bureau of Investigation) dal 1924 al 1935, quindi dell'FBI dal 1935 al 1972, data della sua morte. Servì il Dipartimento di Giustizia sotto ben otto presidenti degli USA:
1) John Calvin Coolidge Jr.,
2) Herbert Clark Hoover,
3) Franklin Delano Roosevelt,
4) Harry Spencer Truman,
5) Dwight David Eisenhower,
6) John Fitzgerald Kennedy,
7) Lyndon Baines Johnson,
8) Richard Milhous Nixon.
2) Herbert Clark Hoover,
3) Franklin Delano Roosevelt,
4) Harry Spencer Truman,
5) Dwight David Eisenhower,
6) John Fitzgerald Kennedy,
7) Lyndon Baines Johnson,
8) Richard Milhous Nixon.
Fu proprio sotto il mandato di Nixon che avvennero i fatti descritti in Mississippi Burning, e fu proprio Hoover a inviare a Neshoba i suoi agenti, John Proctor (ribattezzato Rupert Anderson) e Joseph Aloysius Sullivan (ribattezzato Alan Ward). Forse Parker non ne era a conoscenza quando il film è stato realizzato, ma quello stesso Hoover che impiegò i suoi uomini contro il Klan era al contempo un feroce persecutore della comunità afroamericana, tanto che arrivò a dare più di un fastidio allo stesso Martin Luther King, considerato un pericolosissimo elemento sovversivo. Assediò sia le Pantere Nere che il Ku Klux Klan, ricorrendo a qualsiasi mezzo a sua disposizione per stritolare tali organizzazioni. Ha anche massacrato Charlie Chaplin accusandolo di essere una spia comunista. Ancor oggi Chaplin è odiatissimo negli States, anche se la gente ormai si è dimenticata il motivo di questa avversione. Una delle caratteristiche dell'FBI è la sua sistematica raccolta di informazioni sulle pratiche sessuali e sulle aberrazioni più intime di un immenso numero di persone. L'America nel '64 era in guerra con se stessa soprattutto perché Hoover era in guerra contro tutto e tutti. Tale fu lo strapotere del "liberale" Hoover, che quando morì, Nixon si affrettò a stabilire che la direzione dell'FBI potesse essere nelle mani di un uomo al massimo per dieci anni. Di tutte queste cose nel film non si fa nessuna menzione.
Reazioni non proprio positive
Grande fu lo sdegno di Coretta Scott King quando vide che nel film non era stato fatto nessun riferimento alle opere del suo defunto marito, e che egli era addirittura menzionato soltanto una volta come Martin Luther King Kong. Altre critiche sono venute proprio dai familiari delle vittime. Si riporta che la madre di Andrew Goodman, Carolyn, e il fratello minore di James Chaney, Ben Jr., trovarono disturbante il film. Così la Goodman definì Mississippi burning "a film that used the deaths of the boys as a means of solving the murders and the FBI being heroes." Il giovane Chaney affermò che "the image that younger people got (from the film) about the times, about Mississippi itself and about the people who participated in the movement being passive, was pretty negative and it didn't reflect the truth." Nemmeno il fratello di Schwerner, Stephen, poté dirsi entusiasta. Il suo giudizio è il più feroce, affermando che l'opera di Alan Parker "is a terribly dishonest and very racist film that distorts the realities of 1964." A dirlo è gente che ha avuto un morto ammazzato. Se non ricordo male, in una scena del film ai giovani assassinati erano rivolti epiteti come "leccanegri" e "succhiacazzi". Cose un po' pesanti e di cui non si sentiva alcun bisogno. Concordo appieno. Questo film è terribilmente disonesto e molto razzista. Non soltanto. È soprattutto un film autorazzista, che intende accusare ogni individuo di stirpe caucasica dei peggiori crimini e delle peggiori attitudini, proiettando su tutti le malefatte di pochi. Ancora una volta, tutto questo sfugge ai commentatori entusiasti.