Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Francia, Italia
Anno: 1969
Durata: 113 min
Genere: Fantascienza, drammatico
Sottogenere: Surreale, simbolico
Sottogenere: Surreale, simbolico
Regia: Marco Ferreri
Soggetto: Marco Ferreri
Produttore: Franco Cristaldi
Formato: Eastmancolor
Produttore: Franco Cristaldi
Formato: Eastmancolor
Sceneggiatura: Marco Ferreri, Sergio Bazzini
Casa di produzione: Polifilm
Distribuzione in italiano: Cineriz
Fotografia: Mario Vulpiani
Montaggio: Enzo Micarelli
Musiche: Teo Usuelli, Richard Teitelbaum
Scenografia: Luciana Vedovelli Levi
Costumi: Lina Nerli Taviani
Trucco: Alfonso Gola
Interpreti e personaggi:
Anne Wiazemsky: Dora
Marzio Margine: Cino
Annie Girardot: donna straniera
Rada Rassimov: prostituta bionda al seguito del maggiore
Maria Teresa Piaggio: prostituta riccia rossiccia al seguito
del maggiore
del maggiore
Milvia Deanna Frosini: prete
Angela Pagano: suora
Adriano Aprà: giornalista televisivo
Mario Vulpiani: maggiore elicotterista
Vittorio Armentano: tecnico/scienziato bruno
Titoli tradotti:
Inglese: The Seed of Man
Francese: La Semence de l'Homme
Catalano: La llavor de l'home
Titoli tradotti:
Inglese: The Seed of Man
Francese: La Semence de l'Homme
Catalano: La llavor de l'home
Trama:
Una coppia di giovani si è fermata a un autogrill per mangiare un boccone. La ragazza, Dora, è una splendida rossa malinconica, che svogliatamente addenta un hamburger mentre un grande schermo televisivo sulla parete mostra immagini in bianco e nero di città distrutte. Sembrano immagini di repertorio della Guerra, prive di qualsiasi attinenza con la realtà presente. C'è però un elemento incongruo: un'annunciatrice avvisa che un cartello giallo indica la peste e che ci si augura di non imattersi mai in tale segnale. Eppure nell'autogrill la vita continua come sempre, senza traccia alcuna di situazioni di emergenza. Il giovane Cino Doria, un toscanaccio malcontento dalla chioma biondiccia, invita la sua amata a finire il pasto e a seguirlo, ché è ora di rimettersi in viaggio. Passa dal distributore dove sono messe in bella mostra pile di olio lubrificante. Gli viene offerto del whisky (pubblicità occulta di una nota marca), che accetta - pur senza mostrarsi bramoso come farei io. La coppia sale sulla splendida automobile arancione, che sfreccia sull'autostrada deserta. Presto le corsie si restringono come l'uretra di un puttaniere pieno zeppo di pus gonorroico: c'è un posto di blocco. La scena è surreale: i poliziotti sembrano usciti da un film grottesco con Pozzetto e sono più goffi dei tacchini gonfiati con anabolizzanti. Conducono i due giovani sotto una tenda di plastica con apparecchiature che fanno bip! bip! e manichini distesi che dovrebbero essere cadaveri. Quindi consegnano loro un flacone di pastiglie per poter sopravvivere in una terra di morbi orrendi. La macchina arancione viene sequestrata, quindi Cino e Dora sono costretti ad allontanarsi sul litorale, con l'ordine di cercare un edificio abbandonato in cui stabilirsi. Così avviene. Il toscanaccio e la sua longilinea compagna occupano una villa costiera, dopo aver riscontrato che il padrone di casa giace defunto. Inizia una logorante cronaca di quotidiano disfacimento, con diversi colpi di scena destinati a riassorbirsi nel pus della monotonia, fino allo sconcertante epilogo.
Una coppia di giovani si è fermata a un autogrill per mangiare un boccone. La ragazza, Dora, è una splendida rossa malinconica, che svogliatamente addenta un hamburger mentre un grande schermo televisivo sulla parete mostra immagini in bianco e nero di città distrutte. Sembrano immagini di repertorio della Guerra, prive di qualsiasi attinenza con la realtà presente. C'è però un elemento incongruo: un'annunciatrice avvisa che un cartello giallo indica la peste e che ci si augura di non imattersi mai in tale segnale. Eppure nell'autogrill la vita continua come sempre, senza traccia alcuna di situazioni di emergenza. Il giovane Cino Doria, un toscanaccio malcontento dalla chioma biondiccia, invita la sua amata a finire il pasto e a seguirlo, ché è ora di rimettersi in viaggio. Passa dal distributore dove sono messe in bella mostra pile di olio lubrificante. Gli viene offerto del whisky (pubblicità occulta di una nota marca), che accetta - pur senza mostrarsi bramoso come farei io. La coppia sale sulla splendida automobile arancione, che sfreccia sull'autostrada deserta. Presto le corsie si restringono come l'uretra di un puttaniere pieno zeppo di pus gonorroico: c'è un posto di blocco. La scena è surreale: i poliziotti sembrano usciti da un film grottesco con Pozzetto e sono più goffi dei tacchini gonfiati con anabolizzanti. Conducono i due giovani sotto una tenda di plastica con apparecchiature che fanno bip! bip! e manichini distesi che dovrebbero essere cadaveri. Quindi consegnano loro un flacone di pastiglie per poter sopravvivere in una terra di morbi orrendi. La macchina arancione viene sequestrata, quindi Cino e Dora sono costretti ad allontanarsi sul litorale, con l'ordine di cercare un edificio abbandonato in cui stabilirsi. Così avviene. Il toscanaccio e la sua longilinea compagna occupano una villa costiera, dopo aver riscontrato che il padrone di casa giace defunto. Inizia una logorante cronaca di quotidiano disfacimento, con diversi colpi di scena destinati a riassorbirsi nel pus della monotonia, fino allo sconcertante epilogo.
Recensione:
Budget ristrettissimo, appena sufficiente per produrre un film ai limiti del trash. Assenza quasi totale di effetti speciali. Impossibilità quasi totale di simulare la distruzione e la decadenza. Risultato: un collage impazzito che sembra fatto di sequenze oniriche male assortite e attaccate insieme con un debole collante. Certe ingenuità sono sconcertanti. Un solo capolavoro tecnico, una grande eccezione: il fotogramma in cui si mostra, in uno sconvolgente bianco e nero, la Visione Sublime, ossia la basilica di San Pietro diroccata, annientata! L'Ultimo Papa, sprofondato nella demenza, viene portato via in barella mentre bofonchia formule superstiziose e afferma di aver perduto il Paradiso. Basterebbe soltanto questo per fare entrare la pellicola nella cineteca dell'Olimpo!
Si noti che il prete al seguito dell'emissario statale, che sfoggia una tonaca nera con un gigantesco simbolo crociato scarlatto, è il rappresentante di una nuova religione, sorta sulle macerie del defunto Cattolicesimo. Quando benedice il cibo - un cinghiale arrostito su un rozzo fuoco di legna - si fa un segno della croce ridotto e dice risoluto: "Nel nome del Padre e del Figlio". Lo Spirito Santo è stato abolito. Eppure senza lo Spirito Santo non si può dare Cristianesimo alcuno, in nessuna sua confessione e forma! La Chiesa Romana, che ha perseguitato e assassinato i Catari, ha pur sempre in comune con loro - anche se soltanto a livello di linguaggio, nelle formule e nei riti - lo Spirito Santo. Invece il Prete Crociato al seguito del ministro non fa menzione alcuna dello Spirito Santo, che è stato soppresso. Un prete biofilo e natalista, che comanda la fecondità. Eliminato senza indugio il Verbo, rimosso con efficacia estrema dopo la misera morte dell'Ultimo Papa, la strada resta spianata a ogni orrore concepibile da mente umana. Questo iato è la più grande frattura in tutta la storia del Cristianesimo. Soltanto un genio nichilista come Ferreri poteva concepire uno scisma di così grande portata!
Emerge un dato sconvolgente per questi tempi. I protagonisti, il toscanaccio biondiccio e la sua splendida ragazza fulva, non avevano alcun rapporto sessuale. L'unico contatto possibile tra un uomo e una donna era l'inserimento del pene nel vaso procreativo, con eiaculazione interna. La condanna di qualsiasi altra pratica sessuale era assoluta. I pompini erano inconcepibili. Non era nemmeno pensabile usare l'orifizio anale o compiere toccamenti masturbatori, facendo finire lo sperma sul corpo o nel vuoto. Esisteva una morale comune e onnipresente che schiacciava ogni iniziativa del singolo: tutto ciò che sfuggiva alla sua sorveglianza censoria era ritenuto universalmente ripugnante. Le donne erano la colonna portante di tale legge, la cui origine è chiaramente nel Vecchio Testamento. Il punto è che nessuno sembrava consapevole della natura religiosa di questi tabù, portati avanti anche da persone che non aderivano alla Chiesa di Roma o ad altra forma di culto organizzato. Le stesse pratiche erano portate avanti anche da persone atee. Qualcuno si porrà una domanda: "Era tutta ipocrisia? Ipocrisia italica?" Non credo. In quel mondo plumbeo l'imbarazzo era totale, certe cose non potevano nemmeno essere pensate. Un geroglifico inquietante di questa cappa di oppressione lo possiamo vedere nell'immenso capodoglio spiaggiato e destinato a putrefarsi sotto i raggi del sole.
La prostituta errabonda interpretata da Annie Girardot seduce il toscanaccio biondiccio e si fa mettere incinta. Natalista, biofila e copulatrice incallita, sostiene il dovere di ogni donna di continuare la Vita, la Biologia, la Carne. Così la compagna fulva dell'uomo, biasimata dalla pretoriana di Ahriman, si vendica in modo atroce. La ragazza dalle chiome rossicce uccide la disinibita rivale a colpi di scure durante un'escursione nella campagna. Anche se la tecnica usata è quella dell'off camera, si capisce che la macella, la cucina e la serve al suo compagno - che si complimenta per la dolcezza della carne, interrogandosi sulla natura dell'animale da cui proviene. Senza volerlo, si ritorna alle origini del Cristianesimo. Una delle accuse che i Romani rivolgevano ai seguaci della nuova religione era quello di organizzare orge cannibaliche. Secondo una credenza molto diffusa, nell'oscurità labirintica delle catacombe era scelta una vittima sacrificale, che veniva uccisa, macellata e mangiata ritualmente. Ecco qual era l'essenza dell'Eucarestia, secondo l'interpretazione letterale delle parole di Cristo: "In verità, in verità vi dico, se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi stessi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Io stesso, da bambino, ero rimasto sconvolto nell'udire queste parole dal prete che officiava una messa. Nella mia mente si erano formate immagini nitide di un uomo che veniva appeso a testa in giù con i ganci, sgozzato come un maiale, macellato e mangiato. Quando mia madre cuoceva le bistecche e le mangiavo avidamente, spesso fantasticavo che fossero state tagliate dal cadavere di Gesù. Non solo mi vedevo con la massima chiarezza mentale la carne umana cucinata in padella, servita e ingurgitata: la assaporavo proprio! Assimilata e trasformata in merda! Eccola l'essenza della dottrina dell'Incarnazione: farsi carne significa farsi sterco! Il Pop Bogomil mi ha insegnato la Verità e mi ha liberato da simili orrori!
La splendida ragazza fulva è una combattente contro l'ordine cosmico. Caso davvero raro per una rappresentante del Gentil Sesso, si rende conto che non esiste affatto il diritto di procreare, dato che ai nuovi nati si lascia in eredità una sopravvivenza infernale. Così si oppone al suo compagno, che è invece un biofilo natalista, un adoratore della fecondità. Il giovane le chiede continuamente di fare un figlio e lei rifiuta. "Non ne abbiamo il diritto!", esclama ogni volta la giovane. Quando i rappresentanti del governo le ordinano di essere ingravidata, riesce a tener loro testa. "Tutte le donne devono essere fecondate", questo è il supremo comandamento dell'Eresia Neocattolica che ha abolito lo Spirito Santo. Lei tace, si chiude nel suo sdegno e continua a non accettare lo sperma nel proprio ventre. Le reazioni del toscanaccio biondiccio a questo stato di cose sono folli, a dir poco bislacche. Prima accoglie nel letto la prostituta errabonda, che si stende tra lui e la sua compagna, prendendogli l'uccello tra le gambe e lasciandosi inseminare. Una volta eliminata la rivale, la ragazza fulva insiste nella propria determinazione a non dare al compagno il figlio che le chiede. Lui allora plasma una figura di donna nuda con la sabbia bagnata, in riva al mare, e si stende su di essa infilando il fallo nella vulva finta, bagnandola così di sperma. Poi decide di passare all'inganno: narcotizza la fanciulla ritrosa con una pozione e la ingravida nel sonno. Quando lei lo viene a sapere si dispera, mentre il fecondatore inscena una danza abominevole in cui si esalta, urlando: "Un miliardo di figli!" Si vede come il nuovo Adamo, colui che darà origine a un nuovo genere umano. Nemesi non tarda ad arrivare in soccorso dell'eroina!
Nominato custode del museo storico, il giovane bellimbusto è particolarmente fiero del pezzo più importante ereditato dal vecchio proprietario della villa costiera. Si tratta di una forma di Parmigiano Reggiano. "Un gran formaggio da 700 anni!", esclama la ragazza fulva, a riprova della natura contagiosa ed insestinguibile dei messaggi pubblicitari. Quando ho sentito questa frase mi sono reso conto di quanto si stagliasse nella mia memoria in modo netto, improvvisamente recuperata dalla deriva nei miei banchi di memoria stagnante! Quel formaggio avrebbe potuto essere mangiato, come suggerito dalla sensuale rossa. Se ciò fosse avvenuto, non sarebbe rimasta alcuna memoria di tale prodotto dell'ingegno e del lavoro umano, visto che l'arte casearia era cessata a causa della catastrofe. La necessità di conservare quella reliquia è così passata davanti a ogni tentazione di smantellarla un boccone dopo l'altro solo per trasformarla in mucchietti di feci grasse. Quando i rappresentanti del governo, regredito alle condizioni barbariche del Far West, visitano la villa sul mare, si assiste ad atti di idolatria nei confronti della forma di formaggio: principalmente feticismo tramite contatto e inalazione. Persino il prete crociato perde il controllo!
Alla fine, quando l'esplosione si porta via la coppia, si comprende l'arcano. Il toscanaccio biondiccio è un doppione giovanile del precedente custode della villa costiera. In pratica l'esplosione finale che sembra disintegrarlo assieme alla compagna, in realtà lo riporta indietro nel tempo, facendo ricominciare tutto dall'inizio, per sempre. Loop infinito! Un paradosso temporale stridente. Come un film in cui la fine coincide con l'inizio. Quando la coppia ha occupato la villa, ha subito trovato il corpo del custode: l'uomo era stato ghermito dal Triste Mietitore mentre era seduto su una sedia a contemplare il mare. Il funerale del defunto è consistito in una semplice inumazione nella nuda terra, con sopra qualche pietra per segnare il luogo della rudimentale tomba. Così inizia un singolare processo di assimilazione del nuovo proprietario alla figura del vecchio. Il marcantonio dai capelli paglierini si fa crescere una barba in stile puritano, come quella del Capitano Achab. Continua a radersi i baffi e parte delle guance, sagomandosi con grande cura la barba lasciata crescere sul mento. A questo punto solo un cieco non si renderebbe conto che a tutti gli effetti egli è diventato quasi indistinguibile dall'uomo che ha seppellito. Ecco, quell'uomo era ancora lui, in un cronotopo anteriore a quello in cui inizia la narrazione. Queste trovate negli anni '60 e '70 andavano molto di moda.
Questo è un estratto dal Dizionario Morandini:
Scritta con Luigi Bazzini, questa favola apocalittica che invoca il dissolvimento dell'umanità aberrante è messa in immagini nella spoglia messinscena di un dramma beckettiano. La pochezza dei mezzi diventa stile. Lo scheletro candido della balena, bello come una scultura di Henry Moore, è l'unico lusso scenografico. Il nichilismo di Ferreri tocca qui uno dei suoi vertici.
Se devo essere sincero, lo scheletro del capodoglio mi è parso fatto di gesso. :)
Si deve a Paride86 il seguente intervento non proprio eulogistico apparso su www.mymovies.it:
Da evitare
Due giovani innamorati sopravvivono ad un non precisato cataclisma e si rifugiano in una casa sul mare. Ricostruiranno la loro esistenza vivendo come primitivi e perennemente in disaccordo se mettere o no al mondo una progenie. Da un'idea interessante è uscito fuori un film mal girato, male interpretato e segnato da una sceneggiatura noiosa e improbabile. I sopravvissuti si adattano benissimo alla nuova vita, quasi fossero degli esperti di agricoltura e pastorizia, senza contare l'incredibile abilità nella caccia, anche di lei, che si ritrova addirittura a fronteggiare vittoriosa un enorme cinghiale! Ci sono, poi, dei notevoli picchi di trash, come la pistola rosso fuoco, il sexy abito dell'amica del capitano, la bottiglia di pepsi e gli occhialoni rosa della vagabonda. Non mi è piaciuto per niente.
Il film di Ferreri è stato proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 16 maggio 2011. Non l'ho visto in quell'occasione. Purtroppo le mie presenze sono state troppo poche!
L'Eresia del Prete Crociato
Si noti che il prete al seguito dell'emissario statale, che sfoggia una tonaca nera con un gigantesco simbolo crociato scarlatto, è il rappresentante di una nuova religione, sorta sulle macerie del defunto Cattolicesimo. Quando benedice il cibo - un cinghiale arrostito su un rozzo fuoco di legna - si fa un segno della croce ridotto e dice risoluto: "Nel nome del Padre e del Figlio". Lo Spirito Santo è stato abolito. Eppure senza lo Spirito Santo non si può dare Cristianesimo alcuno, in nessuna sua confessione e forma! La Chiesa Romana, che ha perseguitato e assassinato i Catari, ha pur sempre in comune con loro - anche se soltanto a livello di linguaggio, nelle formule e nei riti - lo Spirito Santo. Invece il Prete Crociato al seguito del ministro non fa menzione alcuna dello Spirito Santo, che è stato soppresso. Un prete biofilo e natalista, che comanda la fecondità. Eliminato senza indugio il Verbo, rimosso con efficacia estrema dopo la misera morte dell'Ultimo Papa, la strada resta spianata a ogni orrore concepibile da mente umana. Questo iato è la più grande frattura in tutta la storia del Cristianesimo. Soltanto un genio nichilista come Ferreri poteva concepire uno scisma di così grande portata!
Costumi sessuali
Banchetti tiestei
Una fiera eroina estinzionista
La splendida ragazza fulva è una combattente contro l'ordine cosmico. Caso davvero raro per una rappresentante del Gentil Sesso, si rende conto che non esiste affatto il diritto di procreare, dato che ai nuovi nati si lascia in eredità una sopravvivenza infernale. Così si oppone al suo compagno, che è invece un biofilo natalista, un adoratore della fecondità. Il giovane le chiede continuamente di fare un figlio e lei rifiuta. "Non ne abbiamo il diritto!", esclama ogni volta la giovane. Quando i rappresentanti del governo le ordinano di essere ingravidata, riesce a tener loro testa. "Tutte le donne devono essere fecondate", questo è il supremo comandamento dell'Eresia Neocattolica che ha abolito lo Spirito Santo. Lei tace, si chiude nel suo sdegno e continua a non accettare lo sperma nel proprio ventre. Le reazioni del toscanaccio biondiccio a questo stato di cose sono folli, a dir poco bislacche. Prima accoglie nel letto la prostituta errabonda, che si stende tra lui e la sua compagna, prendendogli l'uccello tra le gambe e lasciandosi inseminare. Una volta eliminata la rivale, la ragazza fulva insiste nella propria determinazione a non dare al compagno il figlio che le chiede. Lui allora plasma una figura di donna nuda con la sabbia bagnata, in riva al mare, e si stende su di essa infilando il fallo nella vulva finta, bagnandola così di sperma. Poi decide di passare all'inganno: narcotizza la fanciulla ritrosa con una pozione e la ingravida nel sonno. Quando lei lo viene a sapere si dispera, mentre il fecondatore inscena una danza abominevole in cui si esalta, urlando: "Un miliardo di figli!" Si vede come il nuovo Adamo, colui che darà origine a un nuovo genere umano. Nemesi non tarda ad arrivare in soccorso dell'eroina!
Pubblicità "occulta"
Nominato custode del museo storico, il giovane bellimbusto è particolarmente fiero del pezzo più importante ereditato dal vecchio proprietario della villa costiera. Si tratta di una forma di Parmigiano Reggiano. "Un gran formaggio da 700 anni!", esclama la ragazza fulva, a riprova della natura contagiosa ed insestinguibile dei messaggi pubblicitari. Quando ho sentito questa frase mi sono reso conto di quanto si stagliasse nella mia memoria in modo netto, improvvisamente recuperata dalla deriva nei miei banchi di memoria stagnante! Quel formaggio avrebbe potuto essere mangiato, come suggerito dalla sensuale rossa. Se ciò fosse avvenuto, non sarebbe rimasta alcuna memoria di tale prodotto dell'ingegno e del lavoro umano, visto che l'arte casearia era cessata a causa della catastrofe. La necessità di conservare quella reliquia è così passata davanti a ogni tentazione di smantellarla un boccone dopo l'altro solo per trasformarla in mucchietti di feci grasse. Quando i rappresentanti del governo, regredito alle condizioni barbariche del Far West, visitano la villa sul mare, si assiste ad atti di idolatria nei confronti della forma di formaggio: principalmente feticismo tramite contatto e inalazione. Persino il prete crociato perde il controllo!
Loop temporale!
Alla fine, quando l'esplosione si porta via la coppia, si comprende l'arcano. Il toscanaccio biondiccio è un doppione giovanile del precedente custode della villa costiera. In pratica l'esplosione finale che sembra disintegrarlo assieme alla compagna, in realtà lo riporta indietro nel tempo, facendo ricominciare tutto dall'inizio, per sempre. Loop infinito! Un paradosso temporale stridente. Come un film in cui la fine coincide con l'inizio. Quando la coppia ha occupato la villa, ha subito trovato il corpo del custode: l'uomo era stato ghermito dal Triste Mietitore mentre era seduto su una sedia a contemplare il mare. Il funerale del defunto è consistito in una semplice inumazione nella nuda terra, con sopra qualche pietra per segnare il luogo della rudimentale tomba. Così inizia un singolare processo di assimilazione del nuovo proprietario alla figura del vecchio. Il marcantonio dai capelli paglierini si fa crescere una barba in stile puritano, come quella del Capitano Achab. Continua a radersi i baffi e parte delle guance, sagomandosi con grande cura la barba lasciata crescere sul mento. A questo punto solo un cieco non si renderebbe conto che a tutti gli effetti egli è diventato quasi indistinguibile dall'uomo che ha seppellito. Ecco, quell'uomo era ancora lui, in un cronotopo anteriore a quello in cui inizia la narrazione. Queste trovate negli anni '60 e '70 andavano molto di moda.
Altre recensioni e reazioni nel Web
Questo è un estratto dal Dizionario Morandini:
Scritta con Luigi Bazzini, questa favola apocalittica che invoca il dissolvimento dell'umanità aberrante è messa in immagini nella spoglia messinscena di un dramma beckettiano. La pochezza dei mezzi diventa stile. Lo scheletro candido della balena, bello come una scultura di Henry Moore, è l'unico lusso scenografico. Il nichilismo di Ferreri tocca qui uno dei suoi vertici.
Se devo essere sincero, lo scheletro del capodoglio mi è parso fatto di gesso. :)
Si deve a Paride86 il seguente intervento non proprio eulogistico apparso su www.mymovies.it:
Da evitare
Due giovani innamorati sopravvivono ad un non precisato cataclisma e si rifugiano in una casa sul mare. Ricostruiranno la loro esistenza vivendo come primitivi e perennemente in disaccordo se mettere o no al mondo una progenie. Da un'idea interessante è uscito fuori un film mal girato, male interpretato e segnato da una sceneggiatura noiosa e improbabile. I sopravvissuti si adattano benissimo alla nuova vita, quasi fossero degli esperti di agricoltura e pastorizia, senza contare l'incredibile abilità nella caccia, anche di lei, che si ritrova addirittura a fronteggiare vittoriosa un enorme cinghiale! Ci sono, poi, dei notevoli picchi di trash, come la pistola rosso fuoco, il sexy abito dell'amica del capitano, la bottiglia di pepsi e gli occhialoni rosa della vagabonda. Non mi è piaciuto per niente.
Cineforum Fantafilm
Il film di Ferreri è stato proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 16 maggio 2011. Non l'ho visto in quell'occasione. Purtroppo le mie presenze sono state troppo poche!