Accadde molto tempo fa. Non importa, ci sono traumi che non si dimenticano. Ci sono ferite che non rimarginano. Una stoltissima annunciatrice televisiva disse che sarebbe stata trasmessa La Venexiana, film erotico di Carlo Bolognini (1986), vagamente ispirato all'omonima commedia composta da un anonimo autore nel XVI secolo. C'è un piccolo problema. L'annunciatrice in questione - possa Yog-Sothoth divorare in eterno la sua anima, defecarla, vomitarla e ingurgitarla di nuovo in un eterno ciclo di dannazione atelorroica - pronunciò la lettera -x- di Venexiana come un gruppo consonantico /ks/, uscendosene con un'oscenità innominabile: una pronuncia ortografica escrementizia, ossia /vene'ksjana/, mentre deve essere /vene'sjana/. Infatti in veneto la lettera x trascrive la sibilante s sorda e la sibilante sonora /z/ come nell'italiano rosa, ad esempio in xe "è", voce del verbo esser "essere" da pronunciarsi /ze/, non certo /*kse/ come fanno alcuni. Un tempo anche Venexia era pronunciata con la consonante sonora /z/, ma questo uso sembra essere tramontato. La televisione - sia dannato in eterno nella Geenna quel porco del suo inventore - ha sì una colpa fondamentale nella diffusione del peggior materiale fecale ideologico. Non bisogna però dimenticare che un'istituzione diabolica, creata direttamente dal Principio del Male, ossia il sistema scolastico, è responsabile dello sterco che la televisione poi diffonde. L'annunciatrice microcefala che ha inventato un gruppo consonantico /ks/ inesistente, avrebbe potuto chiedersi da dove diavolo si sarebbe dovuta originare una pronuncia tanto insensata, Diabole Domine! Invece nulla. Perché vige la totale sottomissione ai dettami di una scuola demente in cui il corpo docente insegna che la lettera x va pronunciata sempre e comuncue /ks/, indipendentemente dal contesto. Su Splinder, la piattaforma blogosferica oggi sparita nel Nulla, esisteva un blogger che si faceva chiamare Rosso Venexiano. Ebbene, in un'occasione ho sentuto una tipa pronunciare il nick come /'rosso vene'ksjano/, quando avrebbe fatto bene a dire /'rosso vene'sjano/ (a parte il fatto che in veneto sarebbe Roso Venexiàn). Ho quasi avuto una sincope! Maledetta -k- intrusiva, io ti esorcizzo!
Roberto Benigni, attore e comico di cui non ho alcuna stima, in un'occasione ebbe a dire che il cognome Craxi in realtà si dovrebbe scrivere Crasi e che la lettera x il celebre Bettino se l'è messa per far colpo. Questa opinione non era poi così lontana dal vero. Lo stesso politico socialista lo riconobbe nel corso di un'intervista. La vera pronuncia del suo cognome, anche se non è proprio il Crasi postulato dal comico toscano, è Crasci. Infatti in siciliano la lettera x si usa per trascrivere il suono palatale che in italiano è reso con sc davanti a vocali anteriori (e, i). Oggi questo uso è in declino, ma un tempo era generale e si scriveva xumi "fiume", xuri "fiore", etc. Facendo sfoggio di una gran simpatia, lo stesso Craxi disse che esiste anche una variante tronca del suo cognome, la più antica, che suona Crascì. Resta da capire per quale motivo ideologico lo stesso possessore di questo cognome abbia sempre tollerato l'abominevole pronuncia ortografica /'kraksi/ (che in Meridione spesso diventava /'krakkissi/ e simili). Forse sapeva bene che contro la belluina ignoranza del volgo crasso non è possibile andare, pena l'impopolarità. Così ha fatto dell'errore delle plebi scolarizzate una specie di vessillo, un nome d'arte - cosa che alla fine l'ha perduto. Per il resto, devo riportare che mi sono imbattuto in una siciliana matura malata di pronuncia ortografica, che giungeva nei suoi eccessi a risultati inverecondi. Apparteneva alla mala genia dei burosauri e pronunciava la stessa lingua italiana in modo assurdo e grottesco, tanto da articolare EX INAM come EKISSÌNAME /ekis'siname/: un suo interlocutore andò su tutte le furie, pensando che gli stesse parlando di una fantomatica entità denominata EKISSÌNAMA, al plurale. Per scrivere in siciliano, oggi si usano ortografie italianizzate, ad esempio ciumi "fiume", sciuri "fiore", il che almeno ha evitato ulteriori tremendi abusi. Maledetta -k- intrusiva, io ti esorcizzo!
Veniamo ora all'augusta e inclita città marinara di Genova. Tutti sanno dell'esistenza del patriota Nino Bixio, genovese doc. Ecco, ora rivolgo una domanda retorica a tutti gli utenti. Come pronunciate il cognome Bixio? Immagino che lo facciate come la scuola maledetta vi ha insegnato, ossia attribuendo a quella strana, singolare -x- il valore di un gruppo consolantico /ks/. Così ecco che Bixio lo pronunciate /'biksjo/. Invece nell'ortografia tradizionale genovese la lettera x suona come j nel francese jour: è una fricativa palatale sonora /ʒ/. Così il genovese quaexi "quasi" suona /'kwɛʒi/. Ricordo che il carissimo amico Kremo riportava la cosa parlando della microtoponomastica del circondario genovese e di Torriglia in occasione di una mia visita. Il cognome Bixio si deve pronunciare /'biʒu/. Proprio come il francese bijou, ma con l'accento sulla prima sillaba. L'etimologia è la stessa dell'italiano bigio "grigiastro". Adesso, e qui son dolori, veniamo a come la pronuncia ortografica di Bixio è stata adattata nel Meridione d'Italia. Data la difficoltà endemica a pronunciare il gruppo consonantico /ks/, si sono prodotte molteplici pronunce aberranti: bìkissio /'bikissjo/, bìkkissjo /'bikkissjo/ e addirittura bikìssjo /bi'kissjo/, con l'accento su una sillaba inesistente, come se significasse "Colui che bacia due volte". Ma se lo avessero chiamato Nino Bigio non sarebbe stato meglio per lui e per tutti? Maledetta -k- intrusiva, io ti esorcizzo!