martedì 2 agosto 2022


CONTAMINATION -
ALIEN ARRIVA SULLA TERRA 

Titolo originale: Contamination
Titolo in inglese: Contamination
AKA: Contamination - Alien arriva sulla Terra;
    Alien Contamination; Toxic Spawn; Larvae
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia, Germania Ovest
Anno: 1980 
Data di uscita (Italia): 2 agosto 1980  
Durata: 95 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Fantascienza, orrore 
Sottogenere: Pseudo-Alien 
Regia: Luigi Cozzi (come Lewis Coates)
Soggetto: Luigi Cozzi (come Lewis Coates)
Sceneggiatura: Lewis Coates, Erich Tomek
Produttore: Claudio Mancini, Ugo Valenti
Produttore esecutivo: Karl Spiehs (non accreditato)
Casa di produzione: Alex Cinematografica, Barthonia Film, 
     Lisa Film
Distribuzione in italiano: P.A.C.
Fotografia: Giuseppe Pinori
Montaggio: Nino Baragli
Effetti speciali: Giovanni Corridori, Luigi Cozzi
     (non accreditato), Valerio Mazzoli (non accreditato)
Musiche: Goblin
Scenografia: Massimo Antonello Geleng
Costumi: Tiziana Mancini
Trucco: Pier Antonio Mecacci
Effetti sonori: Luciano Anzellotti, Massimo Anzellotti
Reparto fotografico ed elettrico: Aldolfo Bartoli, Augusto
    Diamanti, Romano Mancini, Carlo Tafani
Assistente editore: Angela Bordi, Gisela Haller, Olga Sarra
Continuità: Daniela Tonti
Doppiaggio: Nick Alexander
Assistente alla produzione: Tullio Lullo, Maurizio Mancini,
   Walter Massi
Direttore dei dialoghi: Hartmut Neugebauer
Interpreti e personaggi: 
     Ian McCulloch: Ian Hubbard
     Louise Marleau: Stella Holmes
     Marino Masè: Tony Arras (*)
     Siegfried Rauch: Hamilton
     Gisela Hahn: Perla de la Cruz
     Carlo De Mejo: Agente Young
     Carlo Monni: Dottor Turner
     Brigitte Wagner: Dottoressa biondiccia
        (non accreditata)
     Horst Weinert (**): Dottor Hilton (non accreditato) 
     Martin Sorrentino: Magazziniere mandingo
         (non accreditato)
     Angelo Ragusa: Magazziniere
     Ettore Martini: Generale (non accreditato)
   (*) Nella versione in italiano è Aris.
   (**) Wikipedia ha Mike Morris, IMDb ha Horst Weinert.
Doppiatori italiani: 
     Cesare Barbetti: Ian Hubbard
     Maria Pia Di Meo: Stella Holmes
     Pino Colizzi: Tony Arras
     Gianni Marzocchi: Hamilton 
Titoli in altre lingue: 
  Spagnolo (Spagna): Contaminación: Alien invade la Tierra 
  Spagnolo (Messico): Alien llega a la Tierra 
  Tedesco: Astaron - Brut des Schreckens 
  Finlandese: Kuoleman koura 
  Ungherese: A rémület ivadékai 
  Polacco: Skażenie 
  Russo: Заражение 
  Greco (moderno): Το πλοίο του θανάτου
Budget: 225.000 dollari US
Location: Roma, New York, Florida, Colombia


Trama: 
Una nave colossale va alla deriva nel porto di New York, apparentemente abbandonata. Si scopre che trasporta grandi contenitori di caffè, all'interno dei quali sono nascoste numerose uova verdastre grandi quanto un pallone da calcio, verrucose, da cui cola un essudato di colore più chiaro. L'equipaggio inviato ad esplorare la nave fantasma trova i resti spappolati dell'equipaggio riuniti in un unico luogo e presto ne scopre il motivo: se disturbate, le ributtanti uova si mettono a vibrare ed esplodono, spruzzando su ogni cosa un liquido viscoso, fetido, acido, purulento. L'immonda secrezione è tossica per tutte le creature viventi terrestri: le fa gonfiare e ne fa esplodere immediatamente il corpo. È una specie di infezione fulminante!  
Il Colonnello Stella Holmes, una brunetta tutta pepe, ha l'ordine di indagare sullo strano fenomeno. Innanzitutto stabilisce un collegamento tra le uova verdastre schifose e una recente missione su Marte finita male. I due astronauti scesi sul pianeta hanno fatto una brutta fine: uno di loro è scomparso e l'altro, il Comandante Ian Hubbard, ha avuto un grave esaurimento nervoso, finendo col diventare un alcolizzato. Quando viene messo sotto pressione, Hubbard racconta la sua terribile esperienza. Esplorando una calotta polare del Pianeta Rosso, lui e Hamilton sono entrati in un antro pieno zeppo di uova aliene. Tuttavia l'ex astronauta non riesce a ricordare nulla dopo la comparsa di una luce accecante e ipnotica. Dopo un'iniziale resistenza, anche violenta, accetta di aiutare Holmes nelle sue indagini sull'insidioso complotto per contrabbandare le uova mortali a Manhattan. Questo li conduce, insieme a un sarcastico poliziotto di New York, Tony Arras, in una piantagione di caffè in Colombia. 
Non tutto è semplice come sembra. L'ex collega astronauta di Hubbard è in realtà vivo e vegeto, proprio in Colombia, dove è tenuto sotto l'influsso di un mostruoso ciclopone alieno, di proporzioni mastodontiche, che sta usando il controllo mentale per portare avanti il ​​suo piano e inondare il mondo con le uova verdi. Fine ultimo della creatura venuta da Marte: spazzare via la vita umana sulla Terra. Lo stesso Arras cade sotto l'influenza mentale ipnotica dell'alieno e viene divorato, ma Hubbard riesce a insorgere, salvando il Colonnello Holmes, quindi uccide il ciclopone sparandogli proprio dentro l'occhio gigantesco, polifemico. I superstiti fanno ritorno a New York e sono felici che l'incubo sia finito. Ma è davvero così? L'inquadratura mostra un mucchio di spazzatura, con sacchi neri pieni di materiale informe, molliccio. Poi si vede un uovo verdastro che esplode rilasciando il liquame simile a vomito!


Recensione: 
Tra i vari pseudo-Alien defecati dall'industria cinematografica italiana degli anni '80, questo film merita di certo un posto di riguardo. È una copro-duzione italo-tedesca. Come in molti altri casi, è d'obbligo applicare il ben noto prefisso copro-! Rispetto ad Alien 2 - Sulla Terra (Ciro Ippolito, 1980), è meno grossolano ed ha una trama sufficientemente complessa, pur restando in sostanza uno schifo inguardabile. Va detto questo: rispetto al film di Ippolito, manca la bizzarra tradizione mitologica legata alla produzione; a quanto pare non ha nemmeno avuto conseguenze paragonabili sulla Settima Arte per via di spaventosi grovigli sui diritti d'autore. 
La prima sceneggiatura scritta da Luigi Cozzi si intitolava semplicemente Alien arriva sulla Terra, non facendo alcuno sforzo per nascondere la sua ispirazione diretta da Alien (1979) di Ridley Scott. Il produttore Claudio Mancini ha imposto a viva forza il titolo Contamination, forse proprio per occultare la genesi dell'opera. Cozzi si oppose a questa decisione ma non ci fu nulla da fare. A differenza dell'Alien 2 di Ippolito, la derivazione è chiara e non si limita al titolo: 
alcuni paesi hanno addirittura commercializzato la pellicola come vero e proprio sequel dell'opera di Scott. Vediamo, solo per fare un esempio, che l'antro su Marte, pieno zeppo di uova, è dotato di pareti con strutture a costole che rimandano all'istante al fatidico cargo di Alien. Certo, il ciclopone alieno che si vede nel finale non somiglia nemmeno di striscio alla Regina degli Xenomorfi: un conto è simulare qualche disgustoso uovo infetto, un altro è imitare una creatura estremamente complessa, per giunta in condizioni di grave carenza di mezzi e di budget. 
Il valore di questa pellicola è del tutto inaspettato, non potrebbe mai essere immaginato dai cultori del fanta-horror. Contamination è un potentissimo film comico!

Frattaglie esplosive!

Lewis Coates non poteva permettersi il lusso di realizzare una creatura paragonabile al "chestburster" di Alien, quella cosina simile a un piccolo delfino che urla dopo essere uscita dal torace spaccato della vittima. Il suo ingegno lo ha portato a concepire una soluzione molto originale: l'espulsione violenta delle frattaglie dal corpo! Un'eruzione di sangue e organi può ben simulare la fuoriuscita del "chestburster".  In concreto, l'effetto è stato realizzato tramite una gran quantità di frattaglie acquistate in una macelleria, stipate in pance finte attaccate sul dorso e fatte esplodere tramite un tubo ad aria compressa. La trovata mi è subito parsa incredibilmente esilarante. Quando ho visto il film per la prima volta, sono andato avanti per mezz'ora in preda a crisi di riso convulso! Ho rischiato di finire come Crisippo di Soli, che morì ridendo per aver visto un asino mangiare dei fichi! Ogni tanto mi capita ancora di guardare quelle scene cozziane, così per euforizzarmi. 


La natura paradossale del patogeno

Sono ridicoli e grotteschi i tentativi fatti dagli studiosi per spiegare la forma di vita aliena appena scoperta. Subito parlano di batteri, anche senza cognizione di causa: si consiglia di interpellare un esperto di "colture batteriche artificiali e mutogene (sic)". Chiunque oggi direbbe "mutagene", ma la sceneggiatura ha proprio "mutogene". Perché questa fissazione con i batteri? Non potrebbe trattarsi di virus, di protozoi o di altro mai visto da essere umano?
La dottoressa biondiccia spiega: "I primi esami danno tutti gli stessi risultati. Non si tratta di un vegetale, ma di una coltura intensiva di batteri sconosciuti, forse patogeni, sicuramente mortali." Come sarebbe a dire "forse patogeni" ma "sicuramente mortali"? Secondo la scienziata, esisterebbero quindi microrganismi non patogeni ma mortali? Tramite quale meccanismo? Magari Lewis Coates si sarebbe potuto avvalere anche solo della consulenza di un semplice medico della mutua, invece di girare sequenze artigianali piene di sparate senza senso logico!
In seguito lo specialista di colture batteriche afferma: "Le cellule di queste uova hanno una struttura basata sul silicio, mentre le cellule di tutti gli organismi terrestri sono basate sul carbonio". Questo è un rimando al famoso "silicone polarizzato" da cui sarebbe costituito il guscio del simbionte nel film Alien, dove "silicone" è una cattiva traduzione dell'inglese silicon "silicio" (Silicon Valley è la "Valle del Silicio", non la "Valle del Silicone"). Da una singola frase del sintetico Ash, è nata una deprecabile leggenda secondo cui lo Xenomorfo sarebbe una forma di vita basata sul silicio - il che è un'assurdità sesquipedale. Per spiegare meglio il concetto, noi umani usiamo il calcio per fabbricare le ossa, ma non siamo una forma di vita basata sul calcio!
Secondo molti scienziati e divulgatori scientifici (es. Isaac Asimov), sarebbe possibile l'esistenza di forme di vita basate sul silicio. Quello che non è possibile è l'interazione di microrganismi basati sul silicio con le forme di vita basate sul carbonio. Come potrebbe avvenire? A che scopo? Anche con forme di vita macroscopiche sussiste il problema. Un predatore basato sul silicio può certo uccidere una vittima basata sul carbonio, se si sente minacciato, ma non potrebbe nutrirsene, non potrebbe assimilare nessuna sua molecola.


Il ciclo biologico non si chiude!

Una volta che il patogeno ha infettato un essere umano o un animale, lo fa scoppiare. E poi? I liquami possono provocare altre esplosioni in caso di contatto, altrimenti tutto finisce lì. Da dove spunta il ciclopone che si vede nel finale? Come ha fatto a formarsi con una simile catena di trasmissione dell'infezione? 
La genesi del ciclopone non viene spiegata. Sembra che lo sceneggiatore non si sia affatto posto il problema. Di fronte alle critiche, si difenderebbe dicendo che il film non è un trattato di xenobiologia. Però il ciclo biologico in qualche modo dovrebbe chiudersi. Forse ogni tanto viene fuori un uovo speciale che si sviluppa nel ciclopone, che poi depone migliaia di uova? Sarebbe qualcosa come il "simbionte reale" visto nel brutto Alien³ (David Fincher, 1992), una scelta che reputo a dir poco demente. E a cosa serve allora propagare l'infezione in un modo tanto erratico e insensato, se poi la massima parte delle uova non produce alcun nuovo organismo? Lewis Coates ha inventato il primo caso di uovo da cui non esce nulla! 
 
Uova prematurate, come la supercàzzola!
 
La dottoressa biondiccia spiega: "Quello che potremmo definire il tuorlo di quest'uovo è una coltura a prematurazione calcolata: reagisce al calore, e quando si aumenta la temperatura, subisce una mutazione cellulare e diventa mortale."
Le uova aliene viste in lontananza sono state realizzate servendosi di palloncini dipinti di verde scuro, mentre nelle scene in cui vengono inquadrate da vicino sono state realizzate col silicone e con all'interno una luce lampeggiante, dando così l'effetto di una materia molliccia e pulsante. Il silicone ha permesso anche di dare forma alla tipica struttura verrucosa. 



Non è un animatrone!
 

Una specie di storiella narra che Lewis Coates volesse utilizzare un'animazione passo uno per realizzare il ciclopone alieno, iniziativa che sarebbe stata annullata dal produttore Mancini, andato su tutte le furie. Quindi non sarebbe rimasta altra via praticabile che l'uso di un animatrone, che funzionò male, non riuscendo quasi a muoversi. Sarebbero quindi stati usati tagli per nascondere le scene in cui si vedevano i movimenti dei macchinisti. Sono convinto che le cose siano andate in modo un po' diverso. Molto semplicemente, il ciclopone è stato realizzato con una Vespa dipinta di scuro e inquadrata di fronte, ricoperta con uno spesso strato di silicone di color verde marcio: il fanale è diventato l'occhio della bestia aliena, mentre la bocca è stata realizzata in modo da ricordare vagamente una figa orizzontale (si distinguono le grandi labbra), ma col clitoride al posto del naso! Lewis Coates deve aver avuto la geniale idea guardando una Vespa messa di fronte a lui e sfocando la vista. Ecco la vera origine della sua illuminazione, che gli deve avergli permesso enormi risparmi sul budget! 

Errori comici

Nella maggior parte delle inquadrature di persone che esplodono si possono vedere chiaramente le cuciture nelle toppe precedentemente tagliate e poste sopra il resto dei vestiti. Dato che le riprese sono state effettuate al rallentatore estremo, c'è tutto il tempo per vedere queste sembianze e sapere quale parte della persona sta per esplodere lontano dal resto. L'effetto è straniante: sembra che le frattaglie espulse siano rigide e legate al torace con elastici. Anziché allontanarsi dal corpo, tornano indietro. 

Nella scena in cui alcuni uomini che indossano tute bianche ignifughe esplodono fino a ridursi in poltiglia sanguinolenta, si vede chiaramente uno di loro che si stringe lo stomaco per far esplodere il palloncino (o qualunque diamine di cosa abbiano usato). Tra l'altro, soltanto degli scemi di merda penserebbero di esplorare un ambiente contaminato senza indossare una protezione degli occhi!

Quando Holmes e Arras vengono fatti prigionieri nell'impianto di lavorazione del caffè, sono mostrati legati schiena contro schiena. Mentre parlano sembra che non siano in grado di muoversi e debbano allungarsi per girare la testa in modo da potersi baciare in bocca. Quando Hamilton rientra e ordina loro di andare con lui, entrambi si alzano e lo affrontano, ovviamente senza essere legati.

Quando la dottoressa biondiccia deve iniettare la sostanza verdognola nel ratto bianco dagli occhi rossi, l'ago della siringa si piega, rivelando che è fatto di gomma. Il ratto, rinchiuso in un contenitore isolato di plexiglas, esplode subito dopo, sparando frattaglie rigidissime, in alcuni casi legate al corpo da elastici visibili all'osservatore attento. Oggi questa scena, di per sé ridicola, non potrebbe più essere girata: scatenerebbe le ire funeste di innumerevoli convulsionarie animaliste, anche se il topone non ha subìto alcun danno e l'intera sequenza dell'esperimento è finta. 

Uno dei magazzinieri contaminati, che è appena esploso ed è senza alcun dubbio morto, sbatte le palpebre. Un caso di zombificazione?

Le luci che gli ufficiali portano all'interno della nave sono luci cinematografiche. In alcune inquadrature si possono vedere i cavi elettrici che passano attraverso le tute protettive. Si può anche vedere con la massima chiarezza che queste luci cinematografiche hanno tele e supporti per i filtri. Il binario del carrello è chiaramente visibile in due inquadrature all'interno della stiva della nave, tuttavia alcune scatole sono impilate alle sue estremità. Un disperato tentativo di far apparire il binario del carrello come un binario per lo spostamento delle merci nella stiva.

Quando il primo tecnico della nave abbandonata raccoglie l'uovo ributtante, sul lato sinistro dello schermo è visibile una scatola opaca della fotocamera mentre si muove tornando indietro. 


Curiosità 

IMDb.com riporta una notizia molto scandalosa, che ripropongo in questa sede dopo averla tradotta in italiano. Secondo quanto dichiarato dal regista Luigi Cozzi durante una sessione di domande e risposte, il film sarebbe stato parzialmente finanziato dai narcos colombiani. Quando ha cominciato a rendere soldi, questi sarebbero rimasti molto soddisfatti del loro investimento. Mi auguro che sia soltanto uno scherzo di pessimo gusto. 😀

I cognomi degli astronauti Hubbard e Hamilton rendono omaggio agli scrittori di fantascienza Lafayette Ronald Hubbard e Edmond Hamilton. In particolare, la figura di Lafayette Ronald Hubbard (più noto come L. Ron Hubbard) è controversa perché ha fondato la Chiesa di Scientology. Edmond Hamilton (1904-1977) è stato un autore molto prolifico e particolarmente attivo nel filone della space opera. Tra le sue opere più importanti si citano I soli che si scontrano (Crushing Suns, 1928-1930) e L'invasione della galassia (Outside the Universe, 1929). 

Luigi Cozzi avrebbe voluto Caroline Munro nella parte del Colonnello Stella Holmes, che era già stata protagonista di Scontri stellari oltre la terza dimensione (1978) - dove si chiamava Stella Star. L'assonanza tra Stella Holmes e Stella Star era stata pensata appositamente per lei. La bellissima attrice non accettò, volendosi vendicare per quel brutto episodio in cui si era quasi smerdata addosso! 

Critica

Fantafilm riporta quanto segue, mostrandosi di un'incredibile clemenza:

"Senza molto successo, Luigi Cozzi sviluppa una rivisitazione dell'Invasione degli ultracorpi tenendo d'occhio la vicenda di Dracula il vampiro e ricorrendo alla truculenza dello "splatter". Come nel romanzo di Stoker, il pericolo arriva dal mare, da una nave governata da morti, e si propaga come un'epidemia contagiosa e letale nel mondo civile. L'idea è abbastanza originale, ma il film è stato poco premiato dal pubblico e ignorato dalla critica."

Si nota che evita di citare Alien e cita addirittura Bram Stoker.
Kim Newman del Monthly Film Bulletin ha affermato che la combinazione nel film di "violenza splatter", "thriller di spionaggio alla James Bond" e "fantascienza piena di mostri" era "a volte disagevole, ma Cozzi se la cava con sufficiente bravura, per coprire le crepe"
Alcuni interessanti commenti si trovano sul sito Il Davinotti


Il mitico Puppigallo ha scritto:

"Fantascienza decisamente ingenua, con uno svolgimento lineare e prevedibile, che attinge a molte altre pellicole del genere. E' però presente un discreto livello di splatter (l'inizio e un paio di scene) e il respiro delle uova molicce, per quanto eccessivo, ha una sua resa audiovisiva (trattasi di organismi a base di silicio con cellule dodecaedriche!). Ovviamente, non appena subentra l'indagine e la covata aliena si fa da parte, il tutto perde quel minimo di interesse suscitato. Per fortuna, nel finale, oltre alle uova comparirà qualcos'altro. Non male la colonna sonora dei Goblin. Vedibile."

Schramm ha scritto:

"Dopo un intrigante incipit che ibrida senza vergogna alien e ultracorpi a suon di corpi che detonano e atmosfera minacciosa, decelera incespica e si smarrisce lungo tutta la parte centrale, per poi riaversi nel finale con una lovecraftiana creatura davvero niente male. Men che discreto."
 
Renato ha scritto:

"Pessimo esempio di fanta-horror, con un inizio suggestivo che però si perde presto per strada. La storia è davvero troppo stupida, ed i limiti di budget rendono il tutto orrendamente poco credibile (il mondo sta per finire ed i tre tizi incaricati dal governo USA prendono un aereo di linea, passano tranquillamente la notte in albergo, cazzeggiano tra loro e così via). Molto splatter, qualche spavento telefonato e le anonime musiche dei Goblin completano il quadro."

Ronax ha scritto:

"Cozzi rimastica Alien e Lovecraft, ci aggiunge qualche reminiscenza da spy-movie anni '60 e chiude con un'inquadratura che più scontata non si può. Poi frulla il tutto con sufficiente professionalità da rendere la storiella vedibile anche se subito dimenticabile. Se la sceneggiatura tutto sommato tiene, nonostante evidenti assurdità e incongruenze, il film cade soprattutto sulla recitazione, con la parziale eccezione di McCulloch, al punto che la grottesca "creatura" sembra la più espressiva di tutta la compagnia. Effettacci rozzi ma efficaci."

venerdì 29 luglio 2022


ALIEN 2 - SULLA TERRA

Titolo originale: Alien 2 - Sulla Terra 
Titolo in inglese: Alien 2: On Earth 
Paese di produzione: Italia 
Lingua: Italiano 
Anno: 1980 
Data di uscita (Italia): 11 aprile 1980 
Durata: 92 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Fantascienza, orrore 
Sottogenere: Pseudo-Alien 
Regia: Ciro Ippolito (come Sam Cromwell), Biagio Proietti
    (non accreditato)
Sceneggiatura: Ciro Ippolito
Produttore: Ciro Ippolito, Angiolo Stella 
Direttore di produzione: Nino Milano 
Supervisore della produzione: Naldo Nibbi (come Aldo 
    Nibbi) 
Casa di produzione: GPS
Distribuzione in italiano: Impegno Cinematografico
Fotografia: Silvio Fraschetti
Montaggio: Carlo Broglio
Effetti speciali: Ciro Ippolito (come Donald Patterly);
    Mario Bava (non accreditato)
Musiche: Oliver Onions
Scenografia: Angelo Mattei, Mario Molli 
Trucco: Lamberto Marini 
Dipartimento costumi e guardaroba: Maura Zuccherofino 
    (come Maria Zuccherofino) 
Consulente speleologo: Simone Pinto 
Interpreti e personaggi:
    Belinda Mayne: Thelma Joyce
    Mark Bodin: Roy
    Robert Barrese: Speleologo
    Benedetta Fantoli (come Benny Aldrich): Maurine
    Michele Soavi (come Mychael Shaw): Burt
    Valeria Perilli (come Judy Perrin): Jill
    Donald Hodson: Mr. Raymond
    Ciro Ippolito: Joe, direttore TV 
    Danilo Micheli (come Don Parkinson): Bill 
    Peter Shepherd: Peter 
    Claudio Falanga 
Doppiatori originali: 
    Fabrizia Castagnoli: Thelma Joyce
    Luigi Diberti: Roy 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Alien, die Saat des Grauens kehrt zurück 
    Francese: Le monstre attaque 
    Spagnolo: Alien 2 - Sobre la tierra 
    Russo: Чужой 2: На Земле 
Location: Grotte di Castellana (Puglia) 

Trama: 
Mentre il mondo attende il ritorno di un equipaggio di astronauti da una missione nello spazio profondo, una giovane donna biondiccia di nome Thelma Joyce appare in un talk show televisivo per parlare delle caverne e della loro esplorazione. Subito dopo l'inizio della sua intervista, Thelma ha un'orribile visione psichica. Dopo che la navicella spaziale ritorna sulla Terra senza i suoi occupanti, una bambina su una spiaggia scopre una strana roccia blu e pulsante. Sua madre la trova presto con la faccia strappata e ridotta in poltiglia. 
Thelma e suo marito Roy si incontrano con i loro amici per un viaggio alla scoperta di una grotta. Il gruppo si ferma in un bar lungo la strada per comprare cibo e indossare l'attrezzatura da speleologia. L'amico di Thelma, l'erotomane Burt, scopre un gran numero di rocce blu proprio mentre sta pisciando sullo stipite dell'edificio, avendo trovato il bagno occupato. Colpito dalla stranezza di quelle rocce, decide di raccoglierne una e di metterla nel suo zaino. Il gruppo arriva alla grotta e si cala rapidamente sul fondo per accamparsi per la notte. Prima di addormentarsi, Thelma dice a Roy che sente che sta per accadere qualcosa di orribile, ma Roy riesce a calmarla. 
Il giorno successivo, l'amica di Thelma, Jill, scopre che la roccia blu trovata da Burt sembra pulsare. La roccia si apre e una creatura informe le attacca il viso. Thelma è testimone dell'attacco e va nel panico. Roy la calma, poi decide di andare a cercare il corpo di Jill. Roy si cala in un buco e trova Jill, viva e con la faccia intatta. Anche il resto del gruppo si cala giù dal buco e lega Jill a un sollevatore in modo che possa essere sollevata fuori dal buco. Jill viene messa da parte, da sola, ancora priva di sensi. Mentre il gruppo si prepara a uscire dal buco, la creatura fatta di trippa molliccia esce dalla faccia di Jill e attacca il collo di Ron. Ron viene trascinato a testa in giù mentre la creatura gli taglia ripetutamente il collo fino a fargli cadere la testa: il suo cervello ormai è fatto di intestini. 
Il gruppo si ritira dopo essere stato costretto a tornare indietro per recuperare l'attrezzatura. Si divide in squadre per cercare una via d'uscita, ma senza successo: è una strategia scema come la merda di un bue. Durante la ricerca Thelma riflette su quanto sta accadendo e si chiede se abbia un collegamento con la scomparsa degli astronauti. Maurine si imbatte in quello che sembra un muro vivente, fatto di gelatina, che la trascina dentro e successivamente uccide sia lei che Burt. Roy si lesiona la caviglia ed è costretto a sedersi. Cliff decide di andare a localizzare Burt e Maurine mentre gli altri riposano. Thelma avverte telepaticamente Cliff della presenza di un alieno vicino dopo che la loro radio si è interrotta. Nonostante ciò, Cliff viene ucciso dall'alieno. Thelma e gli altri lo trovano e si accorgono che in realtà è trippa aliena travestita da umano. Thelma usa le sue abilità per far esplodere la testa dell'impostore rivelando il suo vero essere ripugnante. La creatura schifosa attacca l'altro membro del gruppo mentre Thelma e Roy fuggono dalle caverne. Sulla via del ritorno in città, scoprono un'auto della polizia, ma non ci sono agenti in vista. Si fermano di nuovo al bar lungo la strada, ma non c'è nessuno. Roy cerca di chiedere aiuto su un telefono pubblico, ma nessun operatore è disponibile. Risalgono in macchina e continuano il viaggio verso la città. 
Thelma e Roy finalmente arrivano in città, ma stranamente non riescono a trovare nessuno. Si fermano alla sala da bowling vista in precedenza nel film, solo per scoprire che anche quella è vuota. Roy va sul retro, solo per essere ucciso da un alieno carnoso che aspetta lì. Questo essere immondo insegue Thelma attraverso la sala da bowling, finché lei non schiva l'attacco e scappa. La donna, ultima superstite, corre per le strade deserte della città, chiedendo aiuto ma senza ottenere risposta. Alla fine smette di urlare e si siede a un incrocio. All'improvviso, sullo schermo viene sparato un messaggio che avverte il pubblico "... Ora può colpire anche te!", suggerendo che gli alieni hanno preso il controllo della Terra e spazzato via ogni traccia della specie umana. 


Recensione:  
Questo film a dir poco scadente, che incredibilmente può contare su un nucleo di fan abbastanza agguerriti, è stato co(pro)-scritto, diretto, e interpretato da Ciro Ippolito, artefice anche degli effetti speciali. È stato pensato e pubblicizzato come seguito del celeberrimo Alien di Ridley Scott (1979), dato che le leggi italiane di quei tempi lo permettevano. Visto che Lucio Fulci aveva girato Zombi 2 (1979), che era creduto dal pubblico un seguito di Zombi (Dawn of the Dead, 1978) di George A. Romero, ecco che Ciro Ippolito ha pensato di poter fare la stessa cosa. In realtà il titolo e le uova venute dallo spazio sembrano gli unici elementi in comune con Alien; si comprende che le motivazioni di questa scelta dello pseudo-sequel erano puramente commerciali.   
Bisogna tuttavia riconoscere che alcune idee sono senza dubbio originali e degne di nota: 

1) Le uova azzurrognole mascherate da pietre; 
2) L'ambientazione in un esteso sistema di grotte;
3) La bambina con il volto spappolato;
4) L'Apocalisse, definitiva e irreversibile. 

Nonostante ciò, le potenzialità presenti non sono state sfruttate. Certo, ne sarebbe potuta venir fuori tutt'altra pellicola. La prima bozza della sceneggiatura era molto più ambiziosa e costosa di quella che alla fine è stata in effetti messa in pratica. La storia avrebbe dovuto narrare di frammenti di un'astronave e di un alieno che cadevano sulla Terra. L'implicazione è abbastanza ovvia: quelli dovevano essere proprio i resti dell'astronave Nostromo e dello xenomorfo del film di Scott. Questi frammenti della creatura aliena avrebbero infettato le persone, causando il caos in città. Al regista è stato concesso un buon budget, ma gran parte del denaro è stato sperperato in vari beni di lusso (il sito IMDb.com riporta i seguenti: un'auto nuova, visite ai casinò, una vacanza a Cannes e i servizi di escort). Con solo una piccola percentuale del budget residuo e gli investitori che si rifiutavano di dare più soldi, la sceneggiatura è stata giocoforza ridimensionata in modo drastico. Il risultato più eclatante è l'assenza di un vero e proprio alieno presente sulla telecamera, oltre alla sceneggiatura involuta. Questo è un film in cui manca in pratica la trama stessa. Eppure, per la stranezza e l'anomalia delle circostanze legate alla sua origine e ad ogni passo della sua produzione, è entrato nella mitologia. 

Produzione e antefatti

Dopo aver ottenuto il cast, la regia venne affidata a Biagio Proietti, ma dopo una settimana di incomprensioni varie, questi venne estromesso dal progetto. Ciro Ippolito propose il film a Mario Bava, che però era già impegnato con un altro progetto. Fu così che Bava consigliò allo stesso Ippolito di assumere il ruolo di regista di Alien 2 - Sulla Terra. Sostituito Proietti pochi giorni dopo, il nuovo regista utilizzò lo stravagante pseudonimo di Sam Cromwell. Fu questo l'esordio di Ippolito alla regia. Come sceneggiatore e produttore era noto per i seguenti film, ambientati a Napoli e di argomento tipicamente camorristico/mafioso, quasi tutti interpretati da Mario Merola: 

1) L'ultimo guappo (Alfonso Brescia, 1978)
2) Napoli... serenata calibro 9 (Alfonso Brescia, 1978)
3) Il mammasantissima (Alfonso Brescia, 1979)
4) Lo scugnizzo (Alfonso Brescia, 1979)
5) I contrabbandieri di Santa Lucia (Alfonso Brescia, 1979)
6) Napoli... la camorra sfida, la città risponde (Alfonso Brescia, 1979)  

Come attore, si segnala che Ippolito interpretò la parte di Terenzio nella miniserie TV in tre episodi Agostino d'Ippona (1972), diretta da Bernardo Rossellini. La parte di Agostino è stata interpretata dall'algerino Dary Berkani, nato a Draa El Mizan nel 1937 e praticamente sconosciuto in Italia. 
Dati questi antefatti, stupisce quindi non poco un film di fantascienza horror come Alien 2 - Sulla Terra, che non ci azzecca molto col resto. 


Alien di trippa! 

Fu Mario Bava a suggerire a Ciro Ippolito di utilizzare la trippa come sistema economico per realizzare la creatura aliena. Lottando con problemi di budget all'inizio delle riprese, il regista ha subito incaricato un certo Bombardone, produttore di utensili, di acquistare un immane quantità di trippa e di posizionarla attorno all'obiettivo per creare l'illusione che la telecamera fosse l'occhio del mostro. Per rendere questo grezzo effetto più realistico, grazie a pompe mediche la massa gelatinosa di intestini è stata fatta tremolare come se fosse effettivamente parte di un organismo vivente. Così facendo è stato creato il mostro “soggettivo”. Nella mitologia ippolitiana di Alien 2, spicca il seguente aneddoto: la massa di trippa, contenuta in un gigantesco bidone, sarebbe andata presto in putrefazione, esalando lezzi pestilenziali. Quel materiale biologico era manipolato nello scantinato di un palazzo, se la memoria non m'inganna, così i condòmini hanno allertato le Forze dell'Ordine, pensando che l'insopportabile fetore provenisse da un cadavere. E che dire poi dell'osceno verso emesso dal mostro gelatinoso? È stato simulato dal fragoroso russare di un tecnico, certo Tinebra! Quando dormiva, costui emetteva rantoli terrificanti, tanto da sembrare un moribondo in procinto di trapassare! C'è qualcosa di affascinante in questi risvolti grotteschi e nella capacità di improvvisare soluzioni con mezzi quasi assenti. In fondo è italico genio anche questo! Non dimentichiamoci che Mario Bava è stato capace di disegnare un mondo alieno con le caramelle ciucciate! 


Controversie

La 20th Century Fox fece causa a Ciro Ippolito, pretendendo il pagamento di 10 milioni di dollari US per aver utilizzato la parola "Alien" nel titolo. Tuttavia, un avvocato inglese fece notare che esisteva un romanzo degli anni '30 intitolato proprio Alien (seppur privo di connessioni con lo xenomorfo). Per questo motivo, il titolo doveva essere considerato libero da copyright, dal momento che non era un'invenzione di Ridley Scott e della Fox. Dato che nessuno poteva dirsi titolare della parola "Alien", Ippolito riuscì a vincere la causa. Mi sarebbe interessato riportare almeno il nome dell'autore del romanzo degli anni '30, ma non sono riuscito a trovarne traccia: è andato perso nell'oceano dell'entropia cognitiva del Web. 
Ippolito ha tentato una causa contro i produttori di The Descent - Discesa nelle tenebre (The Descent, Neil Marshall, 2005) per via di una trama solo vagamente simile (l'unica cosa in comune è l'ambientazione in un sistema di grotte). A quanto pare, i suoi soci non vollero seguirlo nell'impresa, così non poté averla vinta. A quanto ho potuto leggere nel Web, i fan di Alien 2 considerano The Descent addirittura un remake, facendo notare che persino la macchina degli speleologi, una Wagoneer, è la stessa nei due film. Sembra che in un'occasione Ippolito abbia detto: "Se mi avessero chiesto i diritti io glieli avrei dati"
Mi sembrava di ricordare un'altra controversia a proposito di un film di fantascienza in cui si mostravano uova del tutto simili a quelle di Alien 2 - Sulla Terra. Era un film recente, fatto in questo secolo, in cui venivano portate su un'astronave claustrofobica le uova aliene simili a pietre (forse erano verdi anziché azzurre, ma poco cambia). Quando ho cercato informazioni su Google, per un po' non sono riuscito a venire a capo di nulla. I motori di ricerca hanno questa mirabile proprietà: per pura serendipità ti mettono sotto il naso cose interessanti, ma se non le salvi subito, poi rischi di non riuscire più a trovarle! Alla fine ho potuto reperire la menzione nel posto più ovvio: la pagina del film di Ippolito su Wikipedia: era annidata in un angolo recondito, che proprio non saltava all'occhio. Il film è Apollo 18, un "mockumentary" (ossia un documentario farlocco) diretto dallo spagnolo Gonzalo Lopez-Gallego nel 2011. Ho potuto appurare che le uova sono proprio bluastre, non verdi come rammentavo in modo distorto. In realtà non risulta che ci siano state azioni legali in questo caso. 


Conseguenze impreviste su Alien! 

Se la parola "Alien" non può essere di per sé soggetta a diritti d'autore, per il titolo "Alien 2" e per il concetto di "Alien sulla Terra" le cose vanno in modo molto diverso! La Fox non è riuscita a sanzionare Ippolito per il titolo del suo film. Ippolito, dal canto suo, ha potuto bloccare la Fox sugli sviluppi del film di Ridley Scott. Nessuno se lo aspettava. Per poter fare dei sequel di Alien, si è imposta la necessità cogente, assoluta, di pensare a qualcosa di nuovo. Qualcosa che può soltanto essere complesso, quindi potenzialmente incomprensibile al grande pubblico. Gli spettatori vogliono trame concettualmente semplici: è buio, si porta un oggetto sconosciuto a bordo, esce il mostro, ammazza un sacco di gente, alla fine resta solo un superstite che lo espelle nello spazio. Il seguito naturale può essere uno solo: l'oggetto sconosciuto arriva sulla Terra e ammazza tutti. Introducendo trame complesse, il rischio è sempre in agguato. Si rischiano contraddizioni ad ogni passo, non si riesce a controllare tutto e il pubblico se ne accorge, diventa inquieto, tumultua. I fan diventano rabbiosi, il loro malcontento esplode. I fan, l'eterno problema della Settima Arte!  

Una distorsione mnestica 

Ho il nitidissimo ricordo che alla fine del film una voce narrante dicesse, con forte accento romanesco, "Ora può colpire anche tté". Evidentemente è un falso pacchetto mnemonico rigurgitato da qualche dendrite impazzito e fatto vivere nella mia materia grigia da una rete sinaptica disfunzionale. Quando ho voluto verificare ciò che era emerso dai miei banchi di memoria stagnante, ho visto che non c'era alcuna voce nel finale, né tanto meno con accento romanesco: c'era soltanto la scritta in caratteri bianchi. Nella versione in inglese la scritta è stata tradotta come "You could be next"


Il mondo nuovo

In questi tempi di deliri e di convulsioni woke, questo film non potrebbe più essere girato per via di alcune parole che lo stesso Ippolito, truccato con baffi e pizzetto fino ad apparire irriconoscibile, rivolge alla bella e biondiccia Thelma durante una breve intervista TV: 

"Abbiamo qui con noi una nota speleologa, una giovane nostra concittadina, e molto graziosa, anche. Thelma Joyce!" 

E ancora: 

"Senta, ci racconti: perché una bella ragazza come lei anziché andarsene in giro per vetrine se ne va a spasso per caverne?"  

Ebbene, queste parole sarebbero attualmente considerate "sessiste" e provocherebbero un putiferio! Cercando di imporre opinioni dementi politically correct, le femministe radicali sempre tumultuanti pretendono che una ragazza debba essere brutta, racchia, sciatta, sporca, repellente, e che faccia lavori come scaricare le scorie di una stalla o estrarre minerali in una miniera di uranio! Vogliono costringere le donne a usare makeup a base di merda di cane, ma nessuno potrà dire "bella ragazza": sarà considerato un insulto! 

Mychael Shaw - Michele Soavi 

In questa pellicola vediamo una delle prime interpretazioni come attore di Michele Soavi, accreditato come Mychael Shaw, secondo la moda anglicizzante di quei tempi. Direi che è tra i pochissimi volti noti dell'opera di Ippolito. Forse l'unico, a parte il regista stesso. In seguito, Soavi divenne un importante regista di film horror. Ha esordito alla regia con Deliria (1987), per poi proseguire con La chiesa (1989), La setta (1991) e Dellamorte Dellamore (1994). La sua carriera successiva mi appare meno comprensibile.   

Un progetto abortito: Alien 3

Dopo l'uscita del film, circolò brevemente l'idea di realizzare un seguito intitolato Alien 3, che avrebbe dovuto essere diretto da Bruno Mattei, con effetti speciali realizzati dai fratelli Gaetano e Francesco Paolocci. Il produttore era interessato a vedere se ci fosse interesse da parte del mercato, ma dopo un'attenta analisi decise di non procedere con la realizzazione del film. Sebbene il deleterio progetto non sia mai stato realizzato, per grandissima fortuna del genere umano, ne resta purtroppo una traccia: esiste un primo poster. 
Bruno Mattei non girerà mai il fantomatico Alien 3, ma nel 1989 si dedicò a questo tipo di film trash pseudo-Alien, dirigendo l'atroce Terminator 2, che a dispetto del titolo scopiazza a mani basse Aliens - Scontro finale (Aliens, 1983) di James Cameron. 


Critica 

Il film di Ippolito è stato giudicato in modo negativo dalla critica in Italia. Negli Stati Uniti, nella migliore delle ipotesi è stato giudicato mediocre. Abbastanza raramente si riscontra qualche barlume di ammirazione. 
Maurizio Porro del Corriere della Sera ha scritto: "[...] il fanta-horror è ingenuo e scalcinato, soprattutto sfiora la parodia nella sceneggiatura [...] ed è assolutamente insufficiente per quanto riguarda le prestazioni degli attori." 
Marcello Garofalo in un suo contributo apparso sulla rivista Ciak ha inserito il film in una singolare classifica: "I 100 film più dementi della storia"
Daryl Loomis di DVD Verdict ha detto: "Alcune persone diranno che Alien 2 - Sulla Terra è una palese fregatura e alcuni diranno che è un film terribile. Tutte queste persone hanno ragione, ma dato il mio curriculum, nessuno dovrebbe essere sorpreso che io lo adori" ("Some people will say that Alien 2: On Earth is a blatant ripoff and some will say that it's a terrible movie. All of those people are right, but given my track record, nobody should be surprised that I love it"). 
Come sempre, si trova qualcosa di utile sul sito Il Davinotti, che è una preziosa fonte di conoscenza. 


Riporto in questa sede giusto un paio di opinioni con tanto di refusi originali.

Puppigallo ha scritto:

"Abbastanza ridicolo, offre più noia che suspence, anche se qualche scena in grotta è passabile. Purtroppo, la creatura in sè (sembra un verdurone vermiforme carnoso con bocca a fiore) fa cascare le braccia. Gli attori sono passabili, mentre i dialoghi, di quasi nessun interesse, sono presto dimenticati (più che altro il gruppetto pensa giustamente a salvare la pellaccia). E' però piuttosto splatter (scoppia una testa, un'altra viene staccata e partono arti); ed è questo che, alla fine, magari non lo rende comunque vedibile, ma almeno riesce a dare un po' di soddisfazione al povero spettatore." 

Caesars ha scritto: 

"Fa una certa tenerezza vedere oggi certi prodotti italiani, perché una volta non si contavano le pellicole che i nostri registi correvano a girare, cercando di sfruttare il successo di film stranieri. Il risultato spesso e volentieri lasciava parecchio a desiderare e il caso in oggetto non si discosta dalla regola. Per arrivare al minutaggio dovuto Ippolito ricorre a movimenti di macchina lentissimi ed estenuanti donando alla pellicola un ritmo soporifero che non aiuta un soggetto di pr sè risibile. Vedibile per gli amanti del genere."

Censura stupidissima

Il potere della censura è molto insidioso. La versione che ho potuto visionare dura 82 minuti, ma la lunghezza indicata nei siti in genere è di 92 minuti. I fan giurano e spergiurano che la il film completo dura 82 minuti. Eppure in IMDb.com ho trovato menzione del fatto che la versione di 92 minuti, non tagliata, esiste effettivamente: contiene persino una scena di nudo che non ricordo affatto (ho visto soltanto una mezza tetta subito nascosta). Non ho potuto trovare la documentazione dei tagli effettuati. 
Il film fu approvato dalla censura italiana il 2 aprile 1980, con il visto n. 75007. Venne vietato ai minori di 16 anni in Francia, ai minori di 18 anni in Germania Ovest e nel Regno Unito, ai minori di 17 anni non accompagnati negli Stati Uniti (Rating R). A Singapore invece il film è stato vietato ai minori di 16 anni non accompagnati. Ma se non si vede neanche un cazzone! 

Incassi nel mondo

Nonostante non sia mai riuscito a diventare un pilastro portante della Settima Arte, questo film ebbe un certo successo nel mondo, riuscendo anche a recuperare i costi di produzione (Zio Paperone direbbe: "quasi interamente dilapidati in bagordi orgiastici"; l'eroico Paperino aggiungerebbe: "... e in disgustose ostentazioni di plutocratica sicumera"). Si tratta di una somma di circa 400 milioni di lire italiane. L'incasso in Italia fu di circa 148 milioni di lire. Comunque la pellicola ippolitiana non si inserì nella classifica dei 100 maggiori incassi della stagione 1980/1981. In Spagna ebbe circa 211.000 spettatori e riuscì ad incassare circa 32.433 pesetas. Al termine di tutte queste traiettorie bizzarre, Alien 2 - Sulla Terra è... diventato un film cult

lunedì 25 luglio 2022


SCONTRI STELLARI
OLTRE LA TERZA DIMENSIONE

Titolo originale: Starcrash
Lingua originale: Inglese, italiano
Paese di produzione: Italia, Stati Uniti d'America
Anno: 1978
Data di uscita: 21 dicembre 1978 (Germania Ovest)
Durata: 97 min 
Colore: Colore 
Rapporto: 1,85 : 1
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Space opera
Regia: Luigi Cozzi (come Lewis Coates)
Soggetto: Luigi Cozzi (come Lewis Coates),
    Nat Wachsberger
Sceneggiatura: Luigi Cozzi (come Lewis Coates),
    Nat Wachsberger
Produttore: Nat Wachsberger, Patrick Wachsberger
Produttore della distribuzione: Roger Corman
Casa di produzione: Wachsberger Productions
Distribuzione in italiano: Fida Cinematografica
Fotografia: Paul Beeson, Roberto D'Ettorre Piazzoli
Montaggio: Sergio Montanari
Effetti speciali: Germano Natali, Armando Valcauda,
     Matteo Verzini
Musiche: John Barry
Scenografia: Aurelio Crugnola
Trucco: Giancarlo De Leonardis
Interpreti e personaggi:
    Caroline Munro: Stella Star
    Marjoe Gortner: Akton
    Christopher Plummer: L'Imperatore dell'Universo
    David Hasselhoff: Raima (Principe Simon)
    Robert Tessier: Il Capo della Polizia Thor
    Joe Spinell: Conte Zarth Arn
    Nadia Cassini: Corelia, la Regina delle Amazzoni
    Judd Hamilton: Lo Sceriffo robot Elle
    Salvatore Baccaro: Uomo di Neanderthal
    Cindy Leadbetter: Amazzone   
    Hélène Chauvin: Amazzone
    Dirce Funari: Amazzone
    Marina Hedman: Amazzone
    Caterina Zinnerman: Amazzone
    Omero Capanna: Guardia dell'astronave
    Donald Hodson: Prigioniero
    Victoria Zinny: Prigioniera
    Enrico Chiappafreddo: Prigioniero in fuga
    Fortunato Arena: Scagnozzo di Zarth Arn
    Domenico Cianfriglia: Scagnozzo di Zarth Arn
    Franco Daddi: Scagnozzo di Zarth Arn
    Roberto Messina: Scagnozzo di Zarth Arn
    Gianfranco Moroni: Scagnozzo di Zarth Arn
    Riccardo Petrazzi: Scagnozzo di Zarth Arn
Doppiatori originali:
    Candy Clark: Stella Star
    Hamilton Camp: Lo Sceriffo robot Elle
Doppiatori italiani:
    Rita Savagnone: Stella Star
    Massimo Turci: Akton
    Giuseppe Rinaldi: L'Imperatore dell'Universo
    Roberto Chevalier: Raima (Principe Simon)
    Maria Pia Di Meo: Corelia, la Regina delle Amazzoni 
Titoli in altre lingue: 
    Francese: Starcrash: Le Choc des étoiles 
    Tedesco: Starcrash: Sterne im Duell 
    Russo: Столкновение звёзд 
Budget: 4 milioni di dollari US 
Box office: 2,25 milioni di dollari US 

Trama:
In una galassia lontana in cui le stelle sono canditi luccicanti, un'astronave dell'Imperatore dell'Universo, interamente fatta di Lego, cerca il malvagio Conte Zarth Arn, un nobile decaduto truccato con l'eye liner e con i capelli corvini raccolti in bigodini. Mentre si sta avvicinando a un pianeta, il veicolo spaziale simile a un grottesco giocattolo subisce l'attacco da un'arma misteriosa che fa impazzire l'equipaggio, quindi precipita nell'atmosfera del pianeta dopo aver lanciato tre capsule di salvataggio e si schianta al suolo, finendo distrutto. Nel frattempo due contrabbandieri, la sensuale brunetta Stella Star e il riccioluto rossiccio Akton, si imbattono nella Polizia Spaziale Imperiale, guidata dal Capo Thor, calvo come una boccia, itterico e col nasone, assistito dal suo fido subalterno robotico assemblato con una tecnologia grossolana, lo Sceriffo Elle. Akton e Stella scappano compiendo un balzo nell'Iperspazio, ma vengono raggiunti e acchiappati. Portati davanti a un orribile Giudice-Piovra, vengono giudicati colpevoli di pirateria e di contrabbando. Condannata ai lavori forzati a vita in un bagno penale su un pianeta della stella cerulea di Barnard, Stella Star si dà subito da fare per evadere, riuscendo a far esplodere la rivolta e a distruggere il carcere mandando in criticità un rudimentale reattore nucleare. Thor e il robot Elle la catturano nuovamente, solo per comunicarle che la sentenza è stata annullata su ordine dell'Imperatore: portata su una nave in orbita, ritrova il suo amico Akton. L'Imperatore dell'Universo ringrazia i due contrabbandieri per aver recuperato l'astronave sopravvissuta e ordina loro di trovare un'arma segreta di immenso potere che il Conte Zarth Arn ha occultato. Viene loro offerta clemenza se aiuteranno a trovare altre due capsule di salvataggio della Nave Madre, una delle quali potrebbe contenere il figlio unigenito dell'Imperatore, il Principe Raima-Simon. Accompagnati da Thor e da Elle, Stella e Akton arrivano nella posizione calcolata per la prima capsula di salvataggio. Stella Star ed Elle prendono una navetta e atterrano vicino alla capsula su una spiaggia. Non ci sono sopravvissuti. Stella Star incontra una tribù di Amazzoni e viene scortata alla loro fortezza sotterranea. All'arrivo, Elle cade in un'imboscata, viene colpita e data per morta, mentre Stella Star viene portata davanti a Corelia, la Regina delle Amazzoni, che è in combutta con il perfido Conte Zarth Arn. Elle, che si rivela non essere morta, si dirige verso la sala del trono, prendendo la Regina Corelia in ostaggio per garantire il rilascio di Stella. Fuggono, ma la Regina Corelia attiva un robot colossale fatto di carta stagnola appallottolata. Questo automa ciclopico insegue Stella Star e lo Sceriffo Elle, che vengono salvati dal cannone folgoratore dell'astronave guidata da Akton e Thor. 
Su un pianeta ghiacciato e disabitato, Stella Star e lo Sceriffo Elle indagano sul luogo dell'incidente della nave madre. Non trovano alcun sopravvissuto. Al loro ritorno sulla nave, Thor, che ha teso un'imboscata e ha messo fuori combattimento Akton, rivela di essere un agente del Conte Zarth Arn. Così rinchiude Stella Star ed lo Sceriffo robotico Elle fuori sulla superficie del pianeta, dove la temperatura di notte scende di migliaia di gradi sotto lo zero (e lo zero assoluto è una bazzecola da oratorio?). Elle riesce a preservare la vita di Stella usando la sua energia per farle funzionare il cuore, mentre entrambi si stanno congelano nella neve. Akton si rianima e combatte contro l'itterico Thor pelato dal becco adunco (che il Dio del Tuono non si adiri per la sconcia ominimia!), uccidendolo con uno stratagemma: gli rivolge contro i raggi del folgoratore, usando le mani come se fossero specchi! Successivamente il ricciolone salva lo Sceriffo robotico Elle e Stella Star. 
Avvicinandosi al pianeta dove è finita la terza capsula di salvataggio, il loro veicolo spaziale viene attaccato dall'arma che già aveva abbattuto l'astronave di Lego dell'Imperatore. Akton riesce a prendere i comandi e a salvarli tutti. Stella Star e lo Sceriffo robotico Elle, ispezionando il relitto della capsula, subiscono l'attacco di uomini delle caverne. Questi Neanderthaliani fanno a pezzi il robot e rapiscono la piratessa. Il figlio dell'Imperatore, il Principe Raima-Simon, arriva e salva Stella Star sparando laser dagli i suoi occhi e palle di fuoco dal culo, proprio come Cú Chulainn. Vengono nuovamente attaccati e sopraffatti dagli uomini delle caverne, ma arriva Akton che respinge i primitivi con la sua spada laser; poi rivela che si trovano sul pianeta armato del perfido Conte Zarth Arn, quello con l'eye liner e i bigodini. 
Giunti ​​in un laboratorio sotterraneo, i tre vengono catturati dalle guardie. Il Conte Zarth Arn appare in tutta la sua bruttezza e rivela il suo piano per usarli come esca, in modo tale da attirare l'Imperatore dell'Universo per poi  autodistruggere l'intero pianeta con la sua arma definitiva. Ordina quindi ai suoi due giganteschi golem robot di costringere il gruppo di prigionieri a restare lì. Akton ingaggia in un duello con la spada laser i golem robot e li sconfigge, ma nella lotta viene ferito a morte e svanisce. L'Imperatore dell'Universo arriva e spara un raggio verde dalla sua Nave Ammiraglia per "fermare il tempo" per tre minuti, permettendo a tutti di scappare mentre il pianeta esplode. 
Inizia una battaglia tra l'Armata dell'Imperatore e quella del Conte Zarth Arn. I soldati imperiali vengono sparati all'interno di bidoni come quelli della spazzatura e prendono d'assalto la stazione spaziale del Conte; l'attacco tuttavia fallisce. Il Conte Zarth Arn è vittorioso e si prepara a distruggere il pianeta natale dell'Imperatore dell'Universo. Quest'ultimo decide di speronare la base del Conte servendosi di un'immensa stazione spaziale, la cosiddetta Città Galleggiante, sferrando un attacco quadridimensionale a cui dà il nome di “Starcrash”. Nel frattempo lo Sceriffo robotico Elle, che ha la fessurina, è stato ricostruito dagli uomini dell'Imperatore. Stella ed Elle fanno volare la Città Galleggiante verso la base del Conte Zarth Arn, producendo uno spaventoso schianto e vincendo la guerra. 
Stella Star e lo Sceriffo robotico Elle sono raccolti dal Principe Raima-Simon. I due umani si abbracciano, mentre l'Imperatore dell'Universo pronuncia un retorico discorso di vittoria. E la Pace ritorna nella Galassia di frutta candita!  


Recensione:
Questa è una copro-duzione italo-statunitense. Il prefisso copro- è d'obbligo e rimanda giustamente alle feci, quella benedetta, santissima pasta marrone senza cui la vita non potrebbe sussistere in nessuna sua forma. Dire che questa space opera primitiva mi ha fatto schifo è ancora poco, anche se devo ammettere che qualche risata me l'ha strappata. Quando ho visto Starcrash per la prima volta sono rimasto sconvolto dall'eccessivo grottesco. La seconda volta non ero molto lucido e sono stato pervaso dall'irritazione tutte le volte che mi destavo dal torpore e le sequenze scorrevano davanti ai miei occhi. Non c'è stata una vera e propria terza volta: ho soltanto "sbobinato" vari spezzoni per raccogliere dettagli precisi, necessari per poter scrivere questa recensione. Si potrebbe dire che c'è qualcosa di buono nella pellicola di Coates, perché si vedono donne molto sensuali, basti pensare alla Munro e alla Cassini. Verissimo, ma di questi tempi si vedono donne molto sensuali proprio dovunque, basta avviare una connessione Internet. Se ne vede qualcuna anche in pizzeria!  


Scene memorabili: 

Akton, baldanzoso e vestito come Mork, affronta Thor: dopo una lunghissima scazzottata alla Bud Spencer, si ricorda di avere poteri paranormali (perché non li ha usati prima?). Thor gli spara col folgoratore ma lui gli deflette addosso i raggi. La comicità è incredibile. "Questi raggi mortali saranno la tua fine!", sentenzia Akton. Il calvo Thor caccia urla spaventose mentre agonizza, come squassato da coliche violentissime, poi stramazza al suolo! 

Il nome banale Stella Star 

All'epoca in Italia non erano conosciute da molte persone neppure le più basilari parole della lingua inglese. Anche se può sembrare paradossale, nonostante fosse in uso la parola star per indicare una stella del cinema (ad esempio in frasi come "è una star di Hollywood"; esisteva anche il diminutivo starletta), erano in pochi a collegare il significato di star a "stella". Così un nome come Stella Star poteva ancora apparire misterioso e affascinante. Oggi appare soltanto ridicolo. Durante il processo farsa, il Giudice-Piovra si sforza di dare una spiegazione formale al nome della sensuale contrabbandiera: "Stella Star, così chiamata per essere nata nel sistema della stella doppia di 61 Cygni". Nonostante gli sforzi fatti, non riesce ad apparire logico e comprensibile. 


Potere e pederastia

Non ci sono dubbi sul simbolismo criptico. Si capisce subito che il Giudice-Piovra è un pederasta. Odia mortalmente le donne, al punto di condannare Stella Star a una sentenza draconiana, l'ergastolo ai lavori forzati - mentre il rossiccio ricciolone e concupibile Akton subisce una condanna molto più mite, a 223 periodi di lavori forzati, nella peggiore delle ipotesi corrispondente a pochi anni terrestri. Se si prescindesse da considerazioni sessuali, non sarebbe affatto chiaro su quali elementi concreti dovrebbero essere basate queste due sentenze così discordanti. Una cosa è certa: chi ha avuto l'idea di questo processo non doveva nutrire particolari simpatie nei confronti della macchina della Giustizia della concreta nazione ben conosciuta come Italia, così ne ha approfittato per fare una feroce satira politica. Le sembianze del Giudice-Piovra sembrerebbero addirittura suggerire un paragone tra i magistrati e poteri occulti mafiosi, o una loro commistione, in quello che si potrebbe etichettare come "qualunquismo estremo", del tipo "per chi viene schiacciato, poco importa se ad ammazzare è il martello o l'incudine". Al contempo è sempre stato tipico della criminalità organizzata etichettare i giudici come "ricchioni". La scena del Giudice-Piovra è un pastone davvero oscuro, che potrebbe essere definito "eversivo". Il Giudice-Piovra è considerato da molti fantascientisti un semplice omaggio visivo al condottiero marziano telepatico del film Gli invasori spaziali (Invaders From Mars, 1953), diretto da William Cameron. Che si possano nascondere messaggi complessi nelle immagini, è qualcosa che non sembrano comprendere. 
Il tema della pederastia, in una forma attiva e violenta (ben diversa dall'omosessualità femminea che così tanto posto ha nell'immaginario collettivo), è trattato quando si mostra Stella Star prigioniera nel bagno penale della stella cerulea di Barnard (in realtà è una nana rossa), dove le guardie sono ferocemente ostili alle donne e non perdono occasione di massacrarle a sprangate. Adesso mi piacerebbe sapere da dove è saltato fuori il mito woke della cosiddetta "inclusività", e come può conciliarsi con situazioni come quelle che ho descritto, molto lontane dai desiderata ideologici. 

L'umido pianeta Arrakis

Fallito il grandioso progetto di Alejandro Jodorowsky, che nel 1975 iniziò l'adattamento del romanzo Dune di Frank Herbert, non ci sarebbe aspettati di sentir pronunciare il nome del pianeta Arrakis fino al 1984, anno in cui uscì l'adattamento di David Lynch. Invece già nel 1978, un pianeta Arrakis comparve proprio in questo film di Lewis Coates! Tuttavia le somiglianze si fermano al nome. L'Arrakis di Coates-Wachsberger è tutt'altro che un mondo desertico. Per molti fantascientisti, questa incongrua menzione di Arrakis è un omaggio all'opera di Herbert. Sono più incline a credere che il nome sia stato preso perché agli sceneggiatori non ne veniva in mente uno migliore. Fossi stato in loro, non lo avrei usato. Si fa notare che all'epoca c'era un approccio estremamente "easy" al tema dei diritti d'autore. 

 
Migliaia di gradi sotto lo zero!

Il problema è che non esiste in Natura qualcosa come "migliaia di gradi sotto lo zero". Esiste un concetto fondamentale della fisica, una cosina piacevole chiamata "zero assoluto". Eccone una sintetica descrizione: 

Lo zero assoluto è la temperatura minima possibile teorica di un qualsiasi sistema termodinamico. Il suo valore, estrapolato dall'equazione di stato dei gas perfetti, nelle unità di misura del Sistema Internazionale corrisponde a 0 K, ossia a -273,15 °C. In base alle leggi della fisica si può dimostrare che è una temperatura limite non raggiungibile, anche se valori molto prossimi sono ottenibili sperimentalmente. Alla temperatura dello zero assoluto, gli atomi e le molecole di un sistema si troverebbero allo stato fondamentale, ossia la loro energia cinetica sarebbe la minore possibile permessa dalle leggi della fisica. Questa piccolissima energia è pur sempre maggiore di zero: corrisponde all'energia di punto zero prevista dalla meccanica quantistica per tutti i sistemi che abbiano un potenziale confinante. Tale stato corrisponde a quello di minima entropia di un sistema. 

Ecco, per Lewis Coates e Nat Wachsberger, la fisica sembra essere stata un libro chiuso! Non si pretende un capolavoro di hard science fiction approvato da Stephen Hawking, però prima di spararne una grossa sarebbe meglio verificare.  

Bidoni spaziali! 

Qualche anno dopo l'uscita del film, il regista si sarebbe vantato 
in un'intervista di un telegiornale RAI, affermando che la sua opera avrebbe avuto un certo successo a livello internazionale. Le cause di questo riscontro, a suo dire, sarebbero state da ricercarsi nel suo pseudonimo anglicizzante e nel cast straniero. Il giornalista rispose con sarcasmo e si congratulò con lui per il bidone (testuale) rifilato al pubblico. Nonostante questa accoglienza caustica, Starcrash fu in seguito rivaluto nei paesi anglosassoni, almeno parzialmente, tanto che alla fine è diventato un cult. Ormai quasi tutto ha una fortissima probabilità di diventare un cult, va precisato. 

 
Starcrash e Star Wars 

In un'intervista rilasciata alla rivista Variety, Luigi Cozzi ha affermato che, nonostante la diffusa opinione che Starcrash fosse un tentativo di trarre vantaggio dalla popolarità di Guerre Stellari (Star Wars, 1977), il design del film e la sua sceneggiatura sarebbero stati sviluppati prima. Cozzi ha detto che il produttore e sceneggiatore di Starcrash, l'ashkenazita Nat Wachsberger, e suo figlio, il produttore Patrick Wachsberger (che aveva appena sviluppato la società di produzione americana Film Enterprises Productions), firmarono per il film nel maggio 1977 durante il Festival di Cannes. Questo sarebbe avvenuto dopo aver visto un lavoro campione creato da Cozzi per gli investitori. Quindi il tutto sarebbe avvenuto prima dell'uscita di Star Wars. Sarà davvero così? Tutto è molto contraddittorio. Altri rapporti affermano con sicumera che Nat Wachsberger chiese specificamente a Cozzi di realizzare una space opera come Star Wars e che lo stesso Cozzi non avesse mai visto quel film, avendone tuttavia il romanzo nella sua biblioteca. Così lo avrebbe letto, iniziando a lavorare sulla propria fantasiosa versione, che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto fondare un genere space fantasy. Ormai chi potrà appurare i fatti? Il mio sospetto è che si tratti di una marpionata! Non dimentichiamoci i titoli di testa, narrativi e scorrevoli proprio come quelli di Star Wars. Possibile che sia stato George Lucas a copiarli da Lewis Coates? Credat iudaeus Apella, non ego.  
Nel 1980 Caroline Munro è apparsa sulla copertina della rivista fantasy di fantascienza Starburst al fianco di Mark Hamill e Kirk Douglas. È stata intervistata su questo film, sui suoi ruoli in altri film, sulla sua infanzia e sulla sua carriera da modella. La rivista includeva un poster bonus della splendida fanciulla in posa davanti alla macchina fotografica. 



La spada laser 

A un certo punto compare una singola spada laser verdognola, impugnata da Akton e del tutto identica a quelle tipiche dei Cavalieri Jedi. Utilizzando quest'arma, Akton sconfigge i Neanderthaliani in un labirinto di caverne. In seguito affronta due robot del Conte Zarth Arn, ne distrugge uno con la lama lucente, ma viene ferito a un braccio. Il Principe Raima-Simon raccoglie la spada laser caduta e con essa combatte in modo accanito contro il robot superstite, finendo però con l'avere la peggio. Con le sue ultime forze, Akton si getta sul robot e lo scaraventa su un congegno nucleare, facendolo esplodere. Sembrano scene della galassia di Guerre Stellari, tuttavia manca il costrutto. L'arma Jedi in Starcrash non ha alcuna spiegazione, è un masso erratico piovuto da chissà dove. Che altro dire? La mancanza di una spiegazione in genere permette di comprendere la direzione del prestito, proprio come avviene in linguistica!   


L'Imperatore dell'Universo

Christopher Plummer ha ammesso di aver realizzato il film per poter visitare l'Italia gratuitamente. In un'intervista ha detto: "Dammi Roma ogni giorno. Farò porno a Roma, finché posso arrivare a Roma. Arrivare a Roma è stata la cosa più bella che mi è capitata." ("Give me Rome any day. I'll do porno in Rome, as long as I can get to Rome. Getting to Rome was the greatest thing that happened in that for me"). Con ogni probabilità esaltato da qualche euforizzante, ha rincarato la dose aggiungendo: "Come puoi interpretare l'Imperatore dell'Universo? Che ruolo meraviglioso da interpretare. Mette Dio in un momento molto rischioso, non è vero? È molto insicuro, Dio, quando c'è l'Imperatore." ("How can you play the Emperor of The Universe? What a wonderful part to play. It puts God in a very dicey moment, doesn't it? He's very insecure, God, when the Emperor’s around."). Non so come l'abbia presa l'Artefice. 

Colonna sonora di John Barry

Queste sono le tracce della colonna sonora, che per anni fu considerata l'unica cosa degna di nota del film: 

1. "Starcrash Main Title" (2:36)
2. "Escape Into Hyperspace" (1:49)
3. "Captured" (2:09)
4. "Launch Adrift" (1:42)
5. "Beach Landing" (2:09)
6. "The Ice Planet/Heading for Zarkon" (3:03)
7. "The Emperor's Speech" (3:17)
8. "Strange Planet/The Troggs Attack" (2:37)
9. "Akton Battles the Robots" (2:18)
10. "Network Ball Attack" (1:00)
11. "Space War" (4:40)
12. "Goodbye Akton" (3:34)
13. "Starcrash End Title" (2:57)
14. "Starcrash Suite" (7:14) 


Curiosità 

Marjoe Gortner aveva un passato molto sorprendente: da giovanissimo era stato un predicatore pentecostale! E sembra anche che avesse un successo travolgente! Questo spiega quella strana luce di fanatismo che scaturisce dai suoi occhi chiari e spiritati.

In origine il personaggio di Akton era stato concepito come un alieno grottesco, ma Marjoe Gortner si è rifiutato di truccarsi pesantemente: ciò sarebbe andato contro la sua religione, che gli vietava di deturpare l'aspetto datogli da Dio. 

Caroline Munro inizialmente avrebbe dovuto indossare un bikini succinto in pelle per tutta la durata del film, ma i dirigenti dello studio americano hanno insistito affinché lo scrittore e regista Luigi Cozzi facesse indossare all'attrice abiti meno provocanti nella seconda metà: pensavano che altrimenti il film avrebbe avuto problemi a essere trasmesso sulla reti televisive. La Munro, che durante le riprese fu afflitta da un grave problema gastrointestinale, ebbe un tale bisogno di correre al cesso che rischiò di smerdarsi addosso. In seguito dichiarò in un'intervista che in quell'occasione le avrebbe fatto comodo indossare una veste di plastica sopra il bikini.  

I realizzatori di questa pellicola erano molto riluttanti a permettere al grande John Barry di visionarla: dato che la bruttezza di Starcrash è oggettiva, esisteva la temutissima possibilità concreta che il famoso compositore decidesse di abbandonare il progetto! Lewis Coates e soci non volevano certo restare col cerino in mano!

Roger Corman, che era un produttore della New World Pictures, ha scelto proprio questo film per vedere se esisteva un mercato per space opera a basso budget. Ciò influenzò la sua decisione di portare avanti I magnifici sette nello spazio (Battle Beyond the Stars), un film brutto come la merda, che uscì nel 1980. 

A Ennio Morricone venne inizialmente offerta l'opportunità di comporre la colonna sonora del film, ma rifiutò. Pensate come sarebbe stato se avesse accettato! 


Lewis Coates e la GAFI! 

Luigi Cozzi ricorda di aver chiesto a Renato Savino di selezionare una ventina di ragazze che avrebbero dovuto interpretare le Amazzoni. Ecco la conversazione: 
"Sono entrato nell'ufficio che mi era stato riservato. Dopo un paio di minuti è entrato Renato Savino insieme alla prima ragazza, che era molto bella. L'ho osservata, era davvero attraente, e mi è sembrato che la scelta fatta da Savino fosse proprio giusta. Stavo per dirlo, quando Savino mi ha preceduto dicendo alla giovane: "Dai, dai, fatti vedere dal direttore come hai già fatto con me." Prima che potessi rendermi conto di ciò che stava accadendo, la ragazza si spogliò velocemente, abbassò le mutandine e rimase completamente nuda davanti a me, con il seno e il pube ben in evidenza. La giovane rimase così per diversi lunghi secondi, mentre io la guardavo stupito. Poi Savino disse: "Va bene, il direttore ha visto. Adesso si vesta e ne faccia entrare un'altra." La ragazza è uscita ed è passato un minuto prima che entrasse quella successiva. Ne ho approfittato per dire a Savino: "Perché l'hai costretta a spogliarsi? Le scene che dovremmo fare non prevedono foto di nudo!" "Certo che lo so," rispose lui con un grande sorriso, "Ma non vuoi vederle comunque nude? Le ho già spogliate tutte... E ora anche tu ti godi lo spettacolo vista, te lo assicuro!" Quasi nello stesso momento entrò nella stanza la seconda ragazza, mentre io davvero non sapevo più cosa dire, Savino le ordinò: "Dai, spogliati, il direttore aspetta..." e la giovane si spogliò in fretta di tutto e cominciò a mostrarmi con orgoglio il suo "cespuglio", sperando che la scegliessi per la piccola parte. E così fecero tutte e venti, quel giorno, le aspiranti Amazzoni, e ognuna di loro mi mostrò la sua florida FIGA, e io continuavo. Oggi, ricordando quello spettacolo incredibile come inaspettato, ancora non so se ho fatto bene o meno a restare a godermelo fino alla fine".
Queste cose sono state raccontate da Cozzi e così le riporto, verbatim ab origine. Fulvio Farfuglioni ne sarebbe stato entusiasta!  


Critica

Fantafilm riporta questo giudizio non proprio eulogistico (Lattanzi-De Angelis, 2012): 

"Una folle girandola di situazioni che attingono a Flash Gordon, Barbarella, Star Trek, Guerre stellari (e l'elenco potrebbe continuare), condotta (pensiamo) volutamente su toni da parodia. I personaggi, appena abbozzati, vivono un'avventura in uno spazio intergalattico surrealmente illuminato da stelle e pianeti multicolori o si aggirano tra scenografie di cartapesta. Combattono contro scheletrici robot armati che fanno il verso alle creazioni di Harryhausen, contro inguardabili trogloditi e viaggiano a bordo di astronavi giocattolo."

Alcuni interessanti commenti si trovano sul sito Il Davinotti. Ne riporto in questa sede giusto qualcuno tra quelli che mi paiono particolarmente meritori. 


Aco ha scritto: 

"La “sfortuna” di questo film è di essere uscito dopo Guerre stellari, kolossal che ha sancito un prima e un dopo nel modo di intendere il cinema di fantascienza. La sua apparizione ha fatto invecchiare di colpo buona parte dei film fino ad allora realizzati. Starcrash rappresenta però la summa, nel bene e nel male, della fantascienza cinematografica degli anni Sessanta e Settanta, quanto ha saputo fare il cinema di genere in quel periodo. Rivedere questo film è come riscoprire le ingenue aspettative sul nostro futuro, connesse al nostro desiderio di evasione e avventura." 

Puppigallo ha scritto: 

"Applaudo un certo impegno, anche negli effetti, seppur grezzi e nel creare più situazioni (i vari pianeti visitati). Ma ciò non toglie che si tratti, in linea di massima, di una fantascemenza con un cattivo (il conte) in sovrappeso e in piena andropausa. In più, i personaggi vanno oltre il fumetto, risultando spesso ridicoli. Anche una pellicola senza pretese e fumettosa come questa dovrebbe comunque avere una propria dignità, mentre qui si svacca quasi subito, appena si forma l'equipaggio (un mastro lindo grigio verdognolo, un ricciolone, la bellona in costume e il robot da trasferta)." 

Markus ha scritto: 

"Scontri stellari... a Cinecittà. Che Luigi Cozzi sia un grande appassionato di fantascienza è cosa nota, ma quando si tenta di replicare per sommi capi il ricchissimo Guerre stellari, ci si scontra col più mostruoso degli intoppi: la mancanza di soldi. Questa povertà fa poi il paio (cosa forse ancor più grave) con dialoghi e situazioni da avanspettacolo. Certo, c'è qualche volto allora noto, ma non basta a elevare la pellicola dal limbo dello Z-movie da risate con amici e birra in mano. La Munro in eterno costume... da bagno!"

Cineforum Fantafilm

Il film fu proiettato al Cineforum Fantafilm a Milano il 4 maggio 2009. Ormai un'epoca lontanissima. 


Ricordo ancora il riso satirico del carissimo amico Andrea "Jarok" Vaccaro quando, presentando la trama, pronunciò il nome di Stella Star, rimarcandone l'ingenuità e destando nello sparuto pubblico un grande effetto comico. Una reazione di grande ilarità si registrò quando fu nominato Arrakis. A dire il vero non rammento molto altro di quella serata: ero pieno zeppo di vino bianco frizzante e di whiskey del Profondo Sud degli States, al punto che non so nemmeno come sono riuscito a prendere il treno e a tornare a casa! Ricordo quei tempi come qualcosa di beato. Purtroppo simili serate serene, gradevoli come un banchetto a base di pane e Nutella, non sono più realizzabili.