giovedì 13 ottobre 2022

ETIMOLOGIA DI HIPPIE, HIPPY E HIPSTER

Con la parola hippie, scritta anche hippy, si indicano gli appartenenti a un movimento giovanile sorto negli Stati Uniti d'America negli anni '60 dello scorso secolo. Questa controcultura era caratterizzata contestazione non violenta del capitalismo e del consumismo, dall'opposizione alla guerra e dalla predicazione di un modo di vivere comunitario fondato sull'amore libero e sull'uso di sostanze psicoattive. Detti anche figli dei fiori (in inglese flower children), gli hippies avevano un abbigliamento tipico. I maschi portavano i capelli lunghi: per questo in Italia erano spesso soprannominati "capelloni". Un'altra designazione era freak, che in slang significa "persona stravagante" (alla lettera "scherzo della Natura"). Da freak è derivata in italiano la parola fricchettone. Nell'inglese corrente, il bonobo (Pan paniscus) è chiamato hippie chimp, alla lettera "scimpanzé hippie", a causa dei suoi costumi sessuali estremamente disinibiti. A questo punto bisogna porsi una domanda: qual è l'origine della parola hippie

Passiamo in rassegna i dati. 

hippie 
variante: hippy 
uso: sostantivo 
forma plurale: hippies 
significato: 
1) "nonconformista" (pacifista, comunitario, etc.) 
2) "persona dall'aspetto trasandato" (slang moderno)
3) 
"persona fortemente interessata alle ultime tendenze o mode" (obsoleto) 
prima attestazione nota, col significato 3): 1953 (*)
prima attestazione nota, col significato 1): circa 1965 

(*) Secondo alcuni era il 1952 (Ruark, 1998).

hippie 
variante: hippy 
uso: aggettivo 
significato: 
1) "che riguarda gli hippies", "degli hippies
2) "che non si conforma agli standard accettati" (slang moderno) 


Il più antico significato con cui la parola hippie è attestata, quello connesso con mode e tendenze, rimanda a un altro vocabolo simile:  

hipster 
variante: hepster (obsoleta) 
uso: sostantivo 
forma plurale: hipsters 
significato: 
1) "persona fortemente interessata alle ultime tendenze o mode" 
     - sinonimo: trendite 
2) "persona amante del jazz" 
     - sinonimo: white negro, white nigger (**) 
3) "membro della controcultura bohemianista" 
Nota: 
Il suffisso -ster è tipico di formazioni come gangster "bandito" (da gang "banda", "cricca"), songster "cantante" (da song "canzone"), youngster "giovanotto" (da young "giovane"). L'origine di questo elemento è chiaramente indoeuropea. 
(**) 
Questa denominazione ha anche altri significati e può essere problematica. In genere, un white nigger (wigger, whigger, whigga) è una persona bianca che adotta atteggiamenti e modi di fare tipici degli afroamericani. Tuttavia l'epiteto è stato anche appioppato a immigrati italiani, irlandesi o polacchi, con intenti razzisti e discriminatori. 

(Significati 1, 2, 3)

L'inglesista italiano medio si fermerebbe qui. Ritengo tuttavia che sia necessario procedere, dato che il suffisso 
-ster deve pur essere aggiunto a una radice dotata di senso compiuto. Si profilano, da parte dell'ingenuo, due possibilità implausibili di identificare la radice in questione. Esistono infatti due parole tra loro omofone,
hip "anca", "fianco" e hip "frutto della rosa". Entrambe sono di origine protogermanica: per la prima cfr. tedesco Hüfte "anca", gotico hups "anca" (< *χupiz); per la seconda cfr. antico inglese hēope "frutto della rosa", tedesco Hiefe "rosa canina" (< *χeupōn). 
Penso che sia sufficiente un intelletto rudimentale per capire che nessuna di queste due parole omofone è un'opzione possibile, già soltanto per elementari motivi di semantica. 
Riportiamo alcune ulteriori voci omonime, che non devono indurre in confusione, dal momento che derivano che derivano da hip "anca, fianco": 

i) hipster "tipo di contrabbandiere di alcol illegale" (durante il Proibizionismo), per via delle fiasche piatte legate ai fianchi;
ii) hipster "tipo di mutande larghe"; 
iii) hipster "ballerino", "ballerina" (anni '30, obsoleto)
iv) hippy "che ha i fianchi larghi" 
v) hip "tossicomane" (pl. hips), per via della caratteristica tendenza degli oppiomani a coricarsi su un fianco. 

Abbiamo un'interessante voce gergale diffusa negli anni '40 e '50 dello scorso secolo, sicuramente collegata in qualche modo a hipster "fan del jazz":  

hepcat 
uso: sostantivo 
forma plurale: hepcats 
significato: 
1) "musicista jazz o swing"  
2) "persona amante della musica jazz o swing" 
Nota: 
Non sembra esistere alcuna variante *hipcat. La cosa è assai strana.  


Ecco finalmente il bandolo della matassa. In ultima analisi, le parole hippie (hippy), hipster e hepcat derivano tutte da un aggettivo molto peculiare: 

hip 
variante: hep 
uso: aggettivo 
significato: 
1) consapevole, informato, aggiornato 
2) vigile, attento 
3) trendy, alla moda 

Può anche essere usato come verbo: to hip "informare", "rendere conoscibile" (terza persona singolare del presente semplice: hips; participio presente: hipping; passato semplice e participio passato: hipped). 

(Etimologia 3)

Questo è quanto riporta il dizionario etimologico Etymonline.com:


hip
(agg.) 

"informato", 1904, evidentemente in origine in vernacolo afro-americano, probabilmente una variante di hep (1), con cui è identico nel senso, sebbene sia registrato quattro anni prima.


hep (1)
(agg.) 

"consapevole, aggiornato", registrato per la prima volta nel 1908 sul "Saturday Evening Post", ma si dice che sia slang della malavita, di origine sconosciuta. Si dice che fosse il nome di "un favoloso detective che operava a Cincinnati" [Louis E. Jackson e C.R. Hellyer, "A Vocabulary of Criminal Slang," 1914] o un custode di saloon di Chicago che "non capì mai del tutto cosa stava succedendo... (ma) pensava di averlo fatto" [American Speech, XVI, 154/1]. Preso dai musicisti jazz nel 1915. Con l'ascesa di hip (agg.) negli anni '50, l'uso di hep divenne ironicamente un indizio del fatto che chi parlava non era consapevole e non era aggiornato.

Pur avendo un aspetto germanico, questo aggettivo hip / hep ha tutt'altra provenienza. In estrema sintesi, l'opinione del mainstream accademico è questa: ORIGINE SCONOSCIUTA
Ovviamente, è inaccettabile finire una ricerca etimologica con la conclusione "origine sconosciuta". Qualcuno ha fatto un'ipotesi concreta, che reputo molto interessante. Nei tardi anni '60, uno studioso di lingue africane occidentali, David Dalby, propose di derivare hip e la sua variante hep dal vocabolo Wolof hipi "aprire gli occhi". Jesse Sheidlower, che ha scritto sull'argomento in un articolo del 2014, menziona l'etimologia Wolof riportata da Dalby e sostenuta da John Leland; cerca quindi di ridicolizzare l'idea, accusandola di essere ideologica. Poi scrive che la lingua Wolof non usa generalmente la lettera "h", essendo xippi la vera parola per dire "aprire gli occhi" (dove x indica il suono aspirato di -ch- del tedesco Achtung e -pp- indica una consonante intensa, come nell'italiano Pippo). A parte la deprecabile confusione tra lettere e fonemi, trovo ridicolo il tentativo di confutazione fatto da Sheidlower. 


Evidentemente le cose sono andate in questo modo: 

Wolof xippi =>
neo-Wolof americano *hipi =>
inglese afroamericano hip, hep 

Evidentemente, la lingua Wolof e le altre lingue africane non scomparvero di botto quando gli schiavi furono deportati in America. Dovettero tuttavia subire una serie di adattamenti alla fonologia delle varietà di lingua inglese parlate nel Paese. Non essendo il suono /x/ familiare ai parlanti dell'inglese americano, finì col diventare /h/. Così le consonanti intense (doppie) divennero semplici. Questo con buona pace della rigida mentalità scolastica gnè-gnè-gnè di Sheidlower. 
Tanto per far capire la complessità della situazione di partenza, queste sono alcune coppie minime di parole Wolof, distinte unicamente dall'opposizione tra una consonante semplice e una consonante intensa (doppia).  

bët "occhio" - bëtt "trovare" 
boy "prendere fuoco" - boyy "essere luccicante"
dag "servitore reale" - dagg "tagliare"
dëj "funerale" - dëjj "fica"
fen "mentire" - fenn "da qualche parte"  
gal "oro bianco" - gall "rigurgitare"
goŋ "babbuino" - goŋŋ, un tipo di letto
gëm "credere" - gëmm "chiudere gli occhi"
Jaw (un cognome) - jaww "cielo"
nëb "marcio" - nëbb "nascondere"
woñ "filo" - woññ "contare" 


Ricordo la serie televisiva Radici (Roots, 1977), che rese popolare il personaggio del Mandingo Kunta Kinte. Tra le altre cose, si poneva la questione della lingua. La scomparsa delle lingue africane, considerata totale e improvvisa, era ricondotta sostanzialmente a tre cause: 

1) Il trauma (una ragazza urlava a Kunta: "Ho dimenticato quella lingua africana."); 
2) La superstizione (un anziano, credo si chiamasse Pompeo, diceva a Kunta: "Porta male parlare nel vecchio modo."); 
3) L'irrisione (la figlia di Kunta cercava di spiegare a un ganzo colossale il proprio africano, Kizzy, dicendogli che significava "Tu rimani". Lui la derideva.) 

Le cose non possono essere state così semplici. Consideriamo che il flusso di schiavi africani durò molto tempo, così giungevano sempre nuovi parlanti di varie lingue: Wolof, Mandinka, Yoruba, Bantu e via discorrendo. Anche se, a quanto pare, le diverse nazionalità venivano mescolate per rendere difficile la mutua comprensione, evitando così facili insurrezioni, qualche nucleo coerente di parlanti della stessa lingua dovette comunque formarsi e sussistere nel tempo. 

domenica 9 ottobre 2022

ETIMOLOGIA DI KUNG FU

L'arte marziale conosciuta come kung fu ha le sue radici in Cina, ma non tutto è semplice come sembra. Trovo di grande interesse fare qualche approfondimento etimologico, in grado di rivelare affascinanti mondi di incredibile complessità.   

Forma standard: kung fu 
Forme ortografiche alternative: 
gongfu, gong-fu, gong fu, gungfu, gung-fu, gung fu, kungfu, kung-fu, Kung Fu 

Pronuncia adattata all'inglese: 
/'kʌŋ 'fuː/ 

Etimologia

Cinese mandarino: 
功夫 gōngfu "capacità, abilità tecnica" => "arte marziale" 
   Variante: gōngfū 
Grafia alternativa: 工夫
Pronuncia standard: 
/ˈkʊŋ ˈfuː/ 
Pronuncia cantonese: 
/ˈkɔŋ ˈfuː/

Semantica: 

1) tempo (di fare qualcosa) 
esempi: 
我没有功夫 Wǒ méiyǒu gōngfu "Non ho tempo", "Sono occupato." 
一会儿功夫他就爬上了一个大树  Yīhuìr gōngfu tā jiù pá shàng le yīge dà shù "Egli si è arrampicato su un albero alto in un batter d'occhio." 
我们前几天的工夫算是白花  Wǒmen qiánjǐtiān de gōngfu suànshì báihuā "Tutto il lavoro che le ho dedicato negli ultimi giorni è stato semplicemente sprecato." 
既然你没有工夫,你就不必参加茶会了  Jìrán nǐ méiyǒu gōngfu, nǐ jiù bùbì cānjiā cháhuì le "Dato che non hai tempo, non è necessario che partecipi alla festa del tè."

2) sforzo (per uno scopo); realizzazione, compimento  
esempi: 
功夫不負有心人  Gōngfu bùfù yǒuxīnrén "Lo sforzo ripaga."
功夫到了,事情自然会成功  Gōngfū dàole, shìqíng zìrán huì chénggōng "Lo sforzo costante produce il sicuro successo." 
滴水穿石;只要功夫深,铁杵磨成针  Dīshuǐchuānshí; zhǐyào gōngfū shēn, tiě chǔ mó chéng zhēn "Una goccia d'acqua forerà una pietra; se lavori abbastanza duramente, un pestello di ferro si trasformerà in un ago." 
要花很大的功夫才行  Yào huā hěn dà de gōngfu cái xíng "Non funziona finché non si fa un grande sforzo." 
在开发者文档中花上一番工夫去解释其背后的思想  Zài kāifāzhě wéndàng zhōng huā shàng yīfān gōngfu qù jiěshì qí bèihòu de sīxiǎng "Prenditi cura della documentazione dello sviluppatore per spiegare il pensiero dietro di esso." 

3) arte, capacità, abilità 
esempi: 
那个演员念台词的功夫不错  Nà ge yǎnyuán niàn táicí de gōngfu bùcuò "La capacità dell'attore di leggere le sue battute non è poi così scarsa." 
他 让 我们 领略 了他的 功夫  Tā ràng wǒmen lǐnglüèle tā de gōngfū "Ci ha fatto apprezzare le sue capacità."

4) arte marziale cinese  
esempi: 
耍功夫  shuǎ gōngfū "eseguire il kung fu"  
功夫是一种古老和可敬的武术 Gōngfū shì yī zhǒng gǔlǎo hàn kě jìng de wǔshù "Il kung fu è un'arte marziale antica e nobile"
这是中国少林功夫首次在雅典登台亮相  Zhè shì Zhōngguó Shàolín gōngfu shǒucì zài Yǎdiǎn dēng tái liàngxiàng "Questa è stata la prima volta che il kung fu cinese Shaolin è stato esibito ad Atene, in Grecia."  



La lingua cinese, composta di elementi monosillabici, tende in realtà al bisillabismo apparente. Come si può facilmente intuire, la parola 功夫 gōngfu è un composto di 功 gōng e della particella 夫 , che è usata come suffisso nominale e può avere diverse funzioni (il significato originale è "uomo", "marito", "lavoratore"). Il primo elemento gōng ha i seguenti significati:

- merito
- fatto meritorio 
- servizio (meritorio)
- efficacia 
- risultato 
- raggiungere uno scopo 
- raggiungimento di uno scopo 
- abilità 
- realizzazione 
- impresa  
- artigianato 

Viene usato in fisica per indicare il lavoro (prodotto scalare della forza per lo spostamento). 

Questo è quanto riporta il sempre validissimo Starostin sull'evoluzione storica della parola: 

Lettura moderna (Pechino): gōng
Antico cinese pre-classico: kōŋ
Antico cinese classico: kōŋ
Cinese Han occidentale: kōŋ
Cinese Han orientale: kōŋ
Primo cinese post-classico: kōŋ
Medio cinese post-classico: kōŋ
Tardo cinese post-classico: kwōŋ
Medio cinese: kuŋ
Glossa inglese: work, effort; achievement; merit
Glossa russa: 1) заслуга, подвиг; доблесть; достоинство; отличник; искусный, тонкий; 2) дело; страда; труд, занятие, работа; 3) результат, эффект; достижение, успех; 4) прилежание; заниматься, трудиться; 5) древн. траурный; траур 


Effetto boomerang! 

Lo specifico significato di "arti marziali", che in Cina era di uso gergale, si è diffuso enormemente negli Stati Uniti d'America grazie alla Settima Arte: il genere dei film di kung fu è un fenomeno esploso nel 1973 con Bruce Lee (nato 李振藩 Lǐ Zhènfān, 1940 - 1973) e giunto ad esaurirsi soltanto nella seconda metà degli anni '90. Una volta cristallizzata questa accezione del termine kung fu, ecco che la parola è tornata nel paese di origine, nelle profondità dell'immensa Cina, ottenendo una grandissima fortuna! Il vero nome cinese delle arti marziali è 武术 wǔshù. Abbiamo così tracciato lo sviluppo recente di questo significato di 功夫 gōngfu, che dovrebbe essere separato da quelli originali: è un esempio del complesso fenomeno chiamato effetto boomerang, in cui una parola parte da una lingua, si radica in un'altra, per poi tornare nella lingua da cui è partita, subendo trasformazioni che possono essere fonetiche e/o semantiche.

Un importante derivato  

Degno di nota è il composto 功夫片 gōngfu piàn "film di kung fu" (scritto anche gongfupiangong fu pian, gong-fu pian). Non di rado si trova gong fu pian anche in articoli in inglese e addirittura in italiano.  
La parola 片 piàn significa "film", "fotografia", anche se ha molte altre traduzioni: si va da "pezzo sottile", "fetta", "superficie", "area" al tecnicismo medico "pastiglia". Altri significati sono tipici di realtà locali (es. "pannolino", etc.) La pronuncia è sfuggente e l'accento sembra cadere sulla -i-. In cantonese la pronuncia è /pin/ e in gergo può anche significare "mazzetta".  


La forma ricostruibile per il cinese antico è *phēns (in epoca arcaica la fonetica era più complessa di quella attuale). Il significato originale di questa radice doveva essere "fetta", "affettare". 

Alcuni adattamenti di gōngfu

Segnaliamo giusto pochi casi in cui si sono verificati esiti curiosi nel passaggio della parola gōnfu in altre lingue, la cui fonologia è molto diversa da quella del cinese. 

Giapponese: 

i) カンフー  kanfū "arte marziale cinese" 
Nota: è un evidente prestito dall'inglese, cosa che si riconosce subito dalla vocale /a/, derivata da /ʌ/. Si nota però che nelle lingue del gruppo Min meridionale la pronuncia di gōngfu è kang hu, gang hu, quindi si potrebbe avere comunque un margine di dubbio.

ii) 拳法  kempō "arti marziali" (termine generico) 

iii) くふう  (工夫)  kufū "dispositivo", "schema"; "dedizione al miglioramento spirituale" (soprattutto nella meditazione Zen) 
Verbo derivato: 
工夫する kufū suru "ideare, inventare, escogitare" 

iv) 工夫  kōfu "lavoratore", "colletto blu" 

Come si vede, si sono originate, in epoche diverse, quattro pronunce ben distinte. In particolare, un parlante giapponese potrebbe non avere chiaro che kanfūkufū, kempō e kōfu abbiano la stessa origine. 

Coreano: 

Coreano standard: 공부  gongbu "studio"; "tributo"    
Jeju: 공븨  gongbuigongbi "studio"

Forme derivate: 
Coreano standard: 공부하다  gongbuhada "studiare" 
Jeju: 공븨ᄒᆞ다  gongbuihawda "studiare" 
Era chiamato 공부 Gongbu il Ministro Imperiale Cinese delle Opere, dalla dinastia Tang alla dinastia Qing; lo stesso titolo aveva il Ministro delle Opere del Regno Goryeo. 
Era chiamato 공조 Gongjo il Ministro delle Opere della dinastia coreana Joseon. 

Tagalog: 

Tagalog standard: /kuŋ 'fu/ [kʊm 'fu]
Pronuncia popolare: /kuŋ 'pu/ [kʊm 'pu] 
Nota: 
Questa evoluzione fonetica della parola non è evidente a livello grafico.

I misteri della lingua inglese:   

Da kung fu è stato derivato un grottesco verbo to kung fu "praticare il kung fu", con una coniugazione che sembra un esercizio comico, guittesco! Se Shakespeare fosse stato a conoscenza di simili futuri sviluppi della sua lingua, di certo ne sarebbe rimasto esterrefatto. Ecco alcune di queste buffe forme coniugate:  

Presente semplice: 

I kung fu
you kung fu 
he/she kung fus (*)
we kung fu
you kung fu (pl.)
they kung fu 

(*) anziché l'atteso kung fues, di cui non sembra però trovarsi traccia.

Presente continuo: 

I am kung fuing
you are kung fuing
he/she is kung fuing 
we are kung fuing
you are kung fuing (pl.)
they are kung fuing  

Passato semplice: 

I kung fued 
you kung fued 
he/she kung fued 
we kung fued
you kung fued (pl.)
they kung fued 

Passato perfetto: 

I have kung fued 
you have kung fued 
he/she has kung fued 
we have kung fued
you have kung fued (pl.)
they have kung fued 

Futuro semplice: 

I will kung fu 
you will kung fu 
he/she will kung fu  
we will kung fu 
you will kung fu (pl.)
they will kung fu 

Participio passato: 
kung fued 

etc. 

mercoledì 5 ottobre 2022

ETIMOLOGIA DI BUKKAKE 'EIACULAZIONE MULTIPLA SUL VOLTO DI UNA PERSONA'

La parola bukkake "eiaculazione multipla sul volto di una persona (solitamente di sesso femminile)" è stata resa popolare dalla pornografia nel Web. Non è una parola inglese, bensì giapponese. Non si deve pronunciare in modo ortografico /*bʌ'keɪk/ o qualcosa di simile: la pronuncia giapponese corretta è /buk'kake/; alcune pronunce adattate all'inglese sono /bu'kɑ:ki/, /bu'kæki/, /bu'kɑ:ke/. Eppure esiste in America chi dà alla parola in questione una falsa etimologia, interpretandola come "bake a cake", ossia "cuocere una torta". 
Come funziona? È abbastanza semplice: 

Il bukkake "è una pratica di sesso di gruppo in cui più uomini eiaculano a turno o insieme su una persona, spesso inginocchiata; talvolta può coincidere con l'ingestione di sperma. Questa pratica è prevalentemente in uso in certi generi di nicchia della cinematografia pornografica e talvolta in queste scene sono coinvolti decine di partecipanti di sesso maschile"
(Fonte: Wikipedia) 

In moltissimi casi si tratta di una semplice masturbazione collettiva in cui lo sperma finisce addosso al soggetto ricevente e nella sua bocca. I contatti sono ridotti al minimo: in genere si ha soltanto una sommaria fellatio dopo l'eiaculazione. I masturbatori spesso non si ritraggono il prepuzio mentre eiaculano; talvolta si allontanano una volta espulso il carico, rifiutando il minimo contatto. Ricordo un video in cui una bionda prosperosa, inginocchiata, prendeva lo sperma di una ventina di uomini. Due su tre rifiutavano di farsi succhiare, limitandosi a spruzzarle in faccia o in bocca. Soltanto uno, quello col fallo più esiguo e magro, veniva sottoposto a un avido succhiamento da parte della donna. In altri casi era lei a concedere soltanto una fugace poppata al glande. Ho guardato il morbosissimo video decine di volte, riuscendo ad interpretare le emozioni della bionda osservando i suoi grandi occhi cerulei e le sue espressioni facciali: era pervasa da un misto di bramosia e di masochismo estremo, come se godesse ad essere usata come una latrina. Restavo quasi ipnotizzato nel contemplare le masse di spermi differenti su quella pelle chiara.   

Note etimologiche
 
L'etimologia del bizzarro vocabolo tecnico è presto detta: deriva dal verbo giapponese 打っ掛ける bukkakeru, che significa "bagnare", "colare", "spruzzare", "versare con forza", a sua volta composto da due verbi: il primo è ぶつ butsu "colpire", forma transitiva di 打ち buchi usata per dare enfasi, mentre il secondo è 掛ける kakeru "versare" (-ru è una caratteristica terminazione verbale, molto comune). Da questo verbo composto bukkakeru è derivato per retroformazione il sostantivo ぶっかけ bukkake. Mi rendo conto del fatto che la teoria verbale giapponese è un argomento estremamente ostico! 
Si rileva infine una singolare anfibologia: bukkake è anche il nome di un tipico piatto di spaghetti asiatici (noodles) conditi con brodo; anche il metodo di versare il brodo sugli spaghetti freddi ha questo nome. In genere si tratta di spaghetti di frumento, chiamati 饂飩 udon. Tutta roba lontanissima dagli spaghetti italici che noi amiamo ingurgitare! 

Ne concludiamo che l'etimologia della parola bukkake non ha alcun mistero. Diverso è il discorso, tortuosissimo, sulle origini di questa peculiare forma di sesso di gruppo. 

False origini della pratica 

A questo punto ci si può chiedere quale sia l'origine di questa pratica. Nel Web imperversa un mito che riporta il bukkake all'epoca dei samurai e del feudalesimo giapponese. Secondo questa idea radicatissima, le adultere sarebbero state punite con l'esposizione a una sorta di gogna spermatica: immobilizzate sulla pubblica piazza e lasciate in balìa di chiunque volesse scaricare su di loro il proprio liquame genetico. La morale era questa: se una donna ha preso lo sperma di un uomo diverso dal marito, allora tanto vale che prenda lo sperma di chiunque. Peccato che si tratti di un mito memetico del tutto infondato, oltre che incredibilmente stupido. Nel Giappone feudale le adultere erano decapitate
 
Il mito di Bataille 

Un'altra leggenda metropolitana attribuisce la prima descrizione del bukkake al filosofo, antropologo e scrittore francese Georges Bataille (Billom, 1897 - Parigi, 1962). Tutto nasce da un equivoco: in una pagina del Web ospitata su Tumblr è menzionato un saggio antropologico intitolato "Bataille and Bukkake: Symbolic Human Sacrifice in Japanese Pornography", sostanzialmente inaccessibile, il cui autore non è menzionato. Come si può constatare, il titolo in sé non sembra davvero attribuire all'opera di Bataille una qualsiasi menzione dell'argomento in questione. Dopo una lunga ricerca, il saggio antropologico è risultato ascrivibile a un certo James Bone. È menzionato in una nota a piè di pagina nella tesina universitaria di Francesca Basso "Il kimbaku tra eros e violenza: una breve analisi antropologica" (anno 2018/2019), dove viene fornito un link che però risulta rotto: 


Vere origini della pratica 

Nulla di medievale. Tutto è nato nell'ambito della Settima Arte, verso la metà degli anni '80 del XX secolo. Ci sono versioni discordanti su quale sia stato il primo film ad includere sequenze di bukkake. Secondo una fonte non tracciabile, questo sarebbe Mascot Note (マスカットノート), realizzato nel dicembre 1986, il cui cast includerebbe l'attrice Aiko Matsuoka (non sono riuscito a recuperare informazioni sul regista). Secondo un'altra fonte poco attendibile (Shiruou, 2023), il film sarebbe invece Jesus Clits Superstar part 1, diretto da Saki Goto nel 1987, che includerebbe dieci eiaculazioni sul volto di un'attrice. Anche cercando in lungo e in largo nel Web, non si trova traccia di un regista rispondente al nominativo Saki Goto; esiste invece un omonimo compositore, oltre all'attrice Saki Gotō (con la vocale finale lunga). In sintesi, questa notizia sul bukkake ha tutta l'aria di essere una ciofeca. Siamo in un nebuloso regno di disinformazione, caratterizzato dal proliferare incontrollato di frammenti infettivi di spazzatura memetica. 
Tutti sembrano però concordare su un punto: a popolarizzare il bukkake sarebbe stato il regista Kazuhiko Matsumoto nel 1998. A questi viene in effetti accreditata l'invenzione del genere bukkake della pornografia giapponese, oltre alla stessa introduzione della parola in contesto sessuale. Fatto sta che lo studio cinematografico Shuttle Japan ha registrato il termine ぶっかけ/BUKKAKE come marchio commerciale (No. 4545137) nel gennaio 2001. Il primo uso della parola bukkake nel titolo di un film pornografico risale al 1995: Bukkake Milky Showers 01, sempre della Shuttle Japan. Shiruou è dell'idea che la diffusione del bukkake negli Stati Uniti d'America sia dovuta alla pubblicazione di contenuto rubato alla Shuttle Japan, a partire dal 1998. 
La formazione del bukkake ha con ogni probabilità le sue origini in una reazione alla rigida censura in vigore nel Paese del Sol Levante, che vieta ogni rappresentazione dei genitali e del pelo pubico, imponendo di nascondere con la pixellizzazione le parti del corpo incriminate. La rappresentazione dello sperma non è invece vietata ed è stata quindi usata come stratagemma per creare sequenze morbose e altamente erotiche. Il bukkake giapponese è tutto fondato sull'umiliazione di ragazze spesso vestite da scolarette, mentre il bukkake importato in Occidente si sforza di presentarsi in un aspetto ludico - anche se in molte sequenze si vede lontano un miglio che le docce spermatiche sono poco gradite.   

I due allupati e le bukkakette

Si deve al mondo dei blog della remota epoca di Splinder l'introduzione in italiano gergale del neologismo bukkaketta (o bukkakette, alla francese) "donna che pratica il bukkake". Sono ormai passati molti anni da quando sul blog denominato Blog Killers comparve un articolo che trattava proprio il bukkake. Si intitolava qualcosa come Bukkakette cercasi, era firmato I due allupati ed esibiva un grosso stemma con la sigla FIGB, glossata "Federazione Italiana Gioco Bukkake" e formata sul modello della calcistica FIGC, che sta per "Federazione Italiana Giuoco Calcio". Con grande stupore ho potuto constatare che esiste tuttora un sito pertinente, vivo e vegeto! 


È molto ben organizzato e ha un'ottima presenza nel Web, non c'è che dire! Vendono persino i gadget: una tazza col Tricolore su cui cola un candido rivolo di liquido seminale e la scritta stilizzata "FIGB"
Nel sito si trovano pruriginose note pseudostoriche sull'origine del bukkake. Ecco alcuni estratti:

"Il bukkake è un'antichissima tradizione giapponese, le cui vere origini si perdono nella nebbia della storia." 

"I primi documenti storicamente rilevanti che ci parlano di questa pratica risalgono alla metà del tredicesimo secolo, ma il bukkake è con tutta probabiltà nato alcuni secoli prima." 

"Secondo una delle teorie più accreditate, il bukkake era un antico rito di fertilità che veniva compiuto dopo un matrimonio, per garantire una lunga a prosperosa discendenza alla coppia." 

"La sposina veniva ricoperta di sperma da tutti i convenuti al matrimonio, che in tal modo dichiaravano di accettare la fanciulla come donna adulta e non più come bambina, con tutti i diritti e i doveri che ne conseguivano." 

Ebbene, si tratta di pure e semplici fantasie goliardiche, concepite non senza ingegno ma del tutto prive di fondamento. In altre parole, appartengono al dominio della memetica! Si nota infine che esiste un'altra FIGB, ben poco erotica: è la Federazione Italiana Gioco Bridge!

  
Una vignetta satirica su Berlusconi 

Nella fantasia di Marok, autore di una famosa vignetta, Berlusconi confonde il seppuku con il bukkake! Riesce sempre a strapparmi una risata!  

Bukkake pre-neolitico!

I Sentinelesi (o Sentinellesi), che vivono sulla minuscola isola chiamata North Sentinel, parte dell'arcipelago delle Andamane, sono la tribù più isolata del mondo. Sono cacciatori-raccoglitori, che mantengono una società di sussistenza, consistente nella caccia, la pesca e nella raccolta di piante selvatiche. Continuano a resistere in modo fierissimo a qualunque contatto con le genti del mondo esterno: attaccano chiunque osi raggiungere la costa, scagliandogli contro nugoli di micidiali frecce. 
Orbene, anni fa mi è capitato di leggere qualcosa che ha colpito la mia immaginazione. Alcuni visitatori che si sono avvicinati incautamente all'isola hanno visto sulla spiaggia una scena incredibile: una donna inginocchiata e due uomini che si masturbavano furiosamente, schizzandole la faccia con fiotti di sperma incandescente! Un autentico bukkake

sabato 1 ottobre 2022

ETIMOLOGIA DI CUM 'SPERMA' E TO CUM 'EIACULARE', 'AVERE L'ORGASMO'

Ricordo una scena di un film trash. Buzzanca stava copulando selvaggiamente in una grande stanza d'albergo. Mentre era in procinto di eiaculare nella sua maliarda, urlava "vino!", intendendo "vengo!" in rumeno maccheronico (in realtà "vino!" significa "vieni!", mentre "vengo" è "eu vin"). I camerieri, materialoni stoltissimi, gli portavano caraffe di vino rosso, credendo che egli volesse ubriacarsi durante l'amplesso.

Questa è la pagina del Wiktionary che riporta le forme della coniugazione del verbo rumeno in questione:

(vedi coniugazione)

L'episodio porta ad alcune mortificanti riflessioni:
1) Basta un cambiamento fonetico minimo per rendere incomprensibile una parola
2) Basta una stupida omofonia per trarre in inganno (vedi anche il caso dell'idromele: come la gente ne sente parlare, pone subito la fastidiosissima domanda sulle mele del cazzo).
3) Regna e imperversa la fede cieca nell'assoluta sovrapponibilità e traducibilità di tutte le lingue. Appurata l'esistenza di una frase idiomatica in una lingua, questa viene automaticamente creduta esistente in tutte le altre e tradotta in modo letterale.  

No. Non è assolutamente detto che la parola "venire" sia usata dovunque col significato di "avere l'orgasmo", "godere". Nella stessa lingua italiana, potrebbe benissimo essere un calco dell'inglese to cum, diffuso con la pornografia negli anni '70 e '80 dello scorso secolo. Non si può dare nulla per scontato: è necessaria un'indagine rigorosa.
Si noterà che l'inglese non ha parole distinte per indicare i concetti di "avere l'orgasmo" (detto di uomo o di donna) e di "eiaculare" (detto di uomo): entrambi i significati sono resi da to cum

Esempi di fraseologia:

"godo" => I cum
"sborro"
=> I cum
"sto godendo"
=> I'm cumming
"sto per sborrare"
=> I'm cumming
"sto sborrando"
=> I'm cumming
"mi fa godere"
=> she makes me cum
"mi fa sborrare"
=> she makes me cum
"fammi godere"
=> let me cum
"fammi sborrare"
=> let me cum

Alcune note di grammatichina inglese

A scuola si insegna con grande cura e pedanteria la differenza tra il presente abituale e quello progressivo in -ing, ma ci sono moltissimi usi particolari ed eccezioni.
Per quanto riguarda il verbo to cum "sborrare", "godere", le due forme di presente si equivalgono. Se qualcuno dice "I cum", intende generalmente dire "I'm cumming": non si tratta per necessità di un presente abituale. 

"When used as a noun, it usually refers to sperm. When used as a verb, it can be used to describe both men and women. You didn't mention part of speech, although @Kevin made that helpful distinction in his answer, i.e. between noun and verb"
(Ellie Kesselman, 2023) 

Traduzione: 

"Quando è usato come nome, di solito si riferisce allo sperma. Quando è usato come verbo, può essere usato per descrivere sia gli uomini che le donne. Tu non hai menzionato la parte del discorso, tuttavia @Kevin ha fatto questa utile distinzione nella sua risposta, ossia tra nome e verbo" 

Il verbo è considerato regolare (debole) o irregolare (forte)

"he cummed in her mouth"
"he came in her mouth"


Il participio passato è per lo più regolare (debole): cummed. La variante cum sembra un'abbreviazione di cummed. Tuttavia, secondo Wikipedia, le forme irregolari (forti) sono diffuse: cum, come.

"cummed tits":
"Huge cummed tits brunette babe Amy Anderson"
quasi sinonimo: creampied
cum boobs = cummed boobs
"cummed lips"
"Your pussy is so cute, and her cummed lips are so hot"
"Would you kiss me with a cummed lips?"
"The most I love kissing girl cummed lips and cum boobs"

etc.

Appurato questo, qual è la vera origine di to cum "eiaculare; godere" e di cum "sperma"? Il problema è annoso e di difficile soluzione.

Proposte etimologiche

1) Esiste l'idea che si tratti di un'abbreviazione di "come to climax", ossia "giungere al culmine".

"It's an informal way of spelling 'to come', which can mean having an orgasm. How exactly that verb has become associated with sexual acts is unclear (to me). My best guess would be that it was commonly used in a phrase similar to:
I'm coming to an orgasm!"

(Kevin, 2011) 

Traduzione: 

"È un modo informale di scrivere 'to come', che può significare avere un orgasmo. Non è chiaro (per me) come esattamente quel verbo sia stato associato ad atti sessuali. La mia ipotesi migliore sarebbe che fosse comunemente usato in una frase simile a: Sto arrivando all'orgasmo!"

Un tempo si usava dire anche in Italia "venire all'orgasmo" (esempio: "le faccio un ditalino e la faccio venire all'orgasmo"). Questa locuzione ormai è completamente desueta, non l'ho più sentita dall'epoca in cui ero adolescente.
Quello che manca completamente in italiano è un sostantivo derivato dal verbo calcato sull'inglese: non si è mai usata una parola come "venuta" col senso di "sperma".

"To this, I will add that as far as the verb come is concerned, there are similar constructions in German (kommen) and French (arriver)."
(RegDwigHt, 2011) 

Traduzione: 

"A questo aggiungo che per quanto riguarda il verbo venire esistono costruzioni simili in tedesco (kommen) e francese (arriver)."

L'argomento di ReDwigHt non è risolutivo: è ben possibile che in tedesco e in francese, proprio come in italiano, sia stata la produzione pornografica a causare un calco dell'inglese to cum.
Anche il tedesco e il francese non dispongono di sostantivi per indicare lo sperma, che siano derivati dai verbi kommen e arriver.
In questo, italiano, tedesco e francese differiscono radicalmente dall'inglese.

2) Esiste l'idea insensata che to cum "eiaculare, etc." derivi dalla preposizione latina cum "con, insieme a" (glossa inglese: with, together with).
Il percorso semantico escogitato dai fautori di questa proposta è ingegnoso ma abbastanza contorto.
John-cum-Paula significherebbe così "John (è) insieme a Paula",  ossia "John e Paula fanno coppia", da cui si sarebbe ingenerato lo slittamento semantico "John sborra Paula" (dentro o sul corpo). Da qui il significato si sarebbe esteso, arrivando a indicare anche l'orgasmo femminile. 
Detestando i romanisti e gli etimologi popolari, sono incline a irridere questa pseudoetimologia. Devo però riconoscere che chi l'ha avanzata poteva pensare di avere qualche ragione, basandosi sul buon senso e sull'evidenza della vita di coppia. 

3) I verbi to come "venire" e to cum "eiaculare, etc." non hanno tra loro alcuna connessione. In altre parole, si tratta di una pura e semplice omonimia dovuta a coincidenza. Possiamo pensare che il verbo relativo all'orgasmo fosse in origine regolare (debole) e che le forme irregolari (forti) si debbano ad analogia con to come "venire".  
Conclusioni: 
1) è perfettamente nota l'etimologia indoeuropea di to come "venire";
2) l'etimologia di to cum "eiaculare, etc." è sconosciuta e tale potrebbe permanere ancora a lungo.  

Un'importante attestazione 

La prima attestazione di to cum, in realtà to cum off, si trova in una poesia della metà del XVII secolo, Walking in a Meadow Green, contenuta nel cosiddetto Percy Folio, un enorme manoscritto recuperato dal poeta, religioso e antiquario inglese Thomas Percy, Vescovo di Dromore (1729 - 1811). Purtroppo il Percy Folio è rimasto gravemente danneggiato da domestici maligni che ne hanno strappato molte pagine per accendere il camino e con ogni probabilità anche per pulirsi il deretano dopo aver defecato. Riporto la poesia per intero, nella malferma ortografia originale. L'autore secentesco è anonimo. Ecco il testo, tutto incentrato sull'irreversibilità della sborra:  

Walking in a Meadow Green
(Bishop Thomas Percy, 1650)

Walking in a meadowe greene,
fayre flowers for to gather,
where p[r]imrose rankes did stand on bankes
to welcome comers thither,
I hard a voice which made a Noise,
which caused me to attend it,
I heard a lasse say to a Ladd,
"once more, & none can mend it."


They lay soe close together,
they made me much to wonder;
I knew not which was wether,
vntill I saw her vnder
then off he came, & blusht for shame
soe soone that he had endit;
yet still shee lyes, & to him cryes,
"Once More, & none can mend it."


His lookes were dull & verry sadd,
his courage shee had tamed;
shee bad him play the lusty lad
or else he quite was shamed;
"then stifly thrust, hee hit me iust,
ffeare not, but freely spend it,
& play about at in & out;
once more, & none can mend it."


And then he thought to venter her,
thinking the ffitt was on him;
but when he came to enter her,
the poynt turnd backe vpon him.
Yet shee said, "stay! goe not away
although the point be bended!
but toot againe, & hit the vaine!
once more, & none can Mend it."


Then in her Armes shee did him fold,
& oftentimes shee kist him,
yett still his courage was but cold
for all the good shee wisht him;
yett with her hand shee made it stand
soe stiffe shee cold not bend it,
& then anon shee cryes " come on
once more, & none can mend it!"


"Adew, adew, sweet hart, "quoth hee,
"for in faith I must be gone"
"nay, then you doe me wronge, "quoth shee,
to leaue me thus alone."
Away he went when all was spent,
wherat shee was offended;
Like a troian true she made a vow
shee wold have one shold mend it. 

Traduzione: 

Camminando in un prato verde,
fiori favolosi da raccogliere,
dove sui banchi si trovavano i ranghi delle primule
per accogliere i visitatori che vengono lì,
Ho forte una voce che faceva rumore,
che mi ha spinto a parteciparvi,
Ho sentito una ragazza dire a un ragazzo,
"Ancora una volta, e nessuno può ripararlo." 

Giacevano così vicini,
mi hanno fatto molto meravigliare;
Non sapevo quale fosse il motivo,
finché non l'ho vista sotto
poi lui sborrò, arrossendo per la vergogna
tanto presto ebbe fine;
eppure lei mente ancora, e lo implora,
"Ancora una volta, e nessuno può ripararlo."

Il suo aspetto era spento e molto triste,
il suo coraggio lei lo aveva domato;
gli aveva detto di interpretare il ragazzo voglioso
oppure si vergognava parecchio;
"poi spingi forte, mi ha colpito giusto,
non temere, ma consumalo liberamente,
e gioca dentro e fuori;
ancora una volta, e nessuno può ripararlo." 

E allora pensò di ingravidarla,
pensando che il problema fosse per lui;
ma quando venne ad entrare in lei,
la punta si rivoltò contro di lui.
Eppure lei disse: "Resta! Non andare via
anche se la punta è piegata!
ma suona ancora e colpisci la vagina!
Ancora una volta, e nessuno può ripararlo."

Poi nelle sue braccia lo fece piegare,
e spesso lo baciava,
eppure il suo coraggio era tutt'altro che freddo
per tutto il bene che gli augurava;
eppure con la mano lo fece stare in piedi
così rigida che lei non poteva piegarla,
e poi subito implora "andiamo".
Ancora una volta, e nessuno può ripararlo!"

"Addio, addio, tesoro", disse lui,
"perché in fede devo andarmene"
"no, allora mi fai un torto", disse lei,
"a lasciarmi così sola."
Lui se ne andò quando tutto fu trascorso,
per questo lei si offese;
Come una vera troiana, lei fece un voto:
ne vorrebbe uno che lo riparasse.

Glossario:

adew "addio" (1) 
cold = could 
ffeare not "non temere" 
ladd "ragazzo"
lasse "ragazza" 
meadowe greene "prato verde" (2)  
off he came "eiaculò"
quoth hee "disse lui"
quoth shee "disse lei" 
shee kist = she kissed 
shold = should 
soe = so 
sweet hart "tesoro" (3) 
toot "suona (il corno)", "scorreggia"  
vaine "vagina" (4) 
wold = would 
yett = yet 

(1) Deriva dall'antico francese adieu. Secondo l'Oxford English Dictionary, questa parola ricorre soltanto in medio inglese. 
(2) Gli aggettivi erano spesso posposti, con buona pace delle odierne maestrine gnè-gnè
(3) Sta chiaramente per sweet heart e non ha nulla a che fare con hart "cervo maschio". 
(4) A quanto mi risulta è un hapax. Deriva dall'antico francese. Nel Web si trova spesso scritto hit the vain anziché hit the vein "colpisci la vena" (nel linguaggio dei medici e in quello dei tossicomani), che a mio avviso non ha nulla a che fare col vaine della poesia. 

Walking in a Meadow Green irradia angoscia e senso dell'irreparabile: è una testimonianza di un'epoca in cui era chiaro a tutti che il sesso non è affatto un gioco innocuo. 


Derivati e composti

Esistono numerosi derivati di cum "sperma":   

cumbucket, cumdump, cum dumpster, cum receptacle
"persona laida" (lett. "serbatoio di sborra")
"persona promiscua" (spesso detto di omosessuali o bisessuali)

cumrag
"fazzolettino usato per pulire lo sperma"
"persona che fa sesso occasionale ricevendo sperma dentro o addosso"
Può dirsi di donne o di omosessuali effeminati.

cum guzzler
"inghiottitrice di sperma", "inghiottitore di sperma" 
Note: 
Si dice di donne o di omosessuali effeminati che praticano ossessivamente la fellatio a partner promiscui ingurgitando il materiale genetico.

cum towel
"fazzolettino usato per pulire lo sperma"
Note: 
Si dice di donne remissive, che si umiliano prendendo spermi differenti.

cumskin 
termine usato dai MANDINGO per indicare i bianchi, irridendoli (lett. "pelle di sborra").

cum tribute
"foto di una persona, su cui un uomo si masturba e versa lo sperma"

cum catcher
"un condom"; "una persona molto promiscua"
(alla lettera: "che acchiappa lo sperma")

Gli Anglosassoni sono lividi e violenti.

Tentativi di traduzione letterale: 

cumrag "straccio zuppo di sborra"
cumslut "troia di sborra"
cumsoaked "zuppo di sborra"

Non fa specie che il politically correct sia nato anche come reazione ad abusi verbali di questa specie, che non ho mai sentito proferire in Italia. Si tratta a mio avviso di un vero e proprio tabù verbale. In Italia c'è una sorta di interdetto che impone di non essere troppo espliciti nell'insultare una donna promiscua e persino un omosessuale. Si sente dire che una è una "troia", che uno è un "frocio",  un "finocchio" o un "ricchione", ma non che è una "latrina di sborra", un "cencio sborrato" o simili. 

martedì 27 settembre 2022

ETIMOLOGIA DI LANDFOGTO 'MAGISTRATO DISTRETTUALE'

Ricordo ancora nitidamente quando visitai il castello di Locarno in compagnia di amici. Accadde un fatto che ha dell'incredibile e che ancora oggi desta il mio stupore. C'era una camera con una scritta sopra l'architrave della porta d'ingresso. Incredulo, lessi questa scritta, chiarissima ai miei occhi: 

SALA DEI LINFOCITI 

Fui colpito da un intenso mal di testa e da un senso di grande confusione. Mi ci volle un po' per capire che il mio cervello mi stava ingannando. Non potendo in alcun modo darsi una spiegazione dei dati che gli giungevano dagli occhi, i neuroni increduli e le sinapsi sovraccariche hanno operato una distorsione percettiva che è culminata in un'autentica allucinazione. Il dato reale, oggettivo, è stato sostituito da un tentativo di interpretazione fallace. Una cosa atroce! Alla fine, con immensa fatica, sono riuscito a distinguere la scritta vera: 

SALA DEI LANDFOGTI 

Lì per lì mi sono chiesto che diamine di parola fosse mai quella che i miei occhi mi stavano mostrando, ma quasi subito sono riuscito a riconoscere un composto formato a partire dal tedesco Land "terra, terreno", "territorio". Il secondo membro del composto è mascherato da un'ortografia inconsueta ma non è poi così difficile da comprendere. Ho allora capito che era un prestito dal tedesco all'italiano incerto del Canton Ticino. Landfogto significa "magistrato distrettuale". Si pronuncia Lanfocto e spesso si scrive anche così. Ecco la trafila della seconda parte del composto:  

Latino classico: advōcātus "avvocato, attendente";
      "sostenitore", "mediatore", "aiutante", "difensore"  
  Latino medievale: (ad)vocatus 
  => Antico alto tedesco: fogat "balivo", "giudice", "avvocato",
           "patrono"
      Medio alto tedesco: voget "balivo, magistrato" 
           varianti: vogt, voit, woith, vougt 
      Tedesco moderno: Vogt "balivo, magistrato"
      Pronuncia: /fo:kt/ (standard); 
                           /fo:xt/ (Germania settentrionale e centrale; 
                           Franconia, Baviera settentrionale) 
      Declinazione: gen. Vogts, Vogtes; pl. Vögte  
      Derivati: Vogtei "protettorato; prefettura" 

Nel Canton Ticino i funzionari detti Landfogti operarono per ostacolare la diffusione della Riforma Protestante e per promuovere lo sviluppo economico (due obiettivi che fanno a pugni tra loro, si noterà). 
Vogt era il titolo usato in area tedesca per indicare chi gestiva un'avvocazia.  

Termini derivati: 

Olandese: (land-)voogd "governatore"
Danese: foged "ufficiale giudiziario"
Norvegese: fogd "ufficiale giudiziario"
Svedese: fogde "ufficiale giudiziario" 
Polacco: wójt "impiegato governativo"; "balivo,
     signore di un comune rurale"
Finlandese: vouti "balivo"
Lituano: vaitas "balivo" (desueto)
Rumeno: voit "balivo" (desueto) 

Sono numerosi i cognomi derivati dal tedesco Vogt, alcuni dei quali diffusi anche nell'area di lingua olandese. Lo stesso Vogt è comunissimo in Norvegia.  

Vogt 
de Vogt
 
van Vogt 
Vogd 
Vogdt 
Voet 
Voigt 
Voight 
Voit 
von Voit 
Voogd 
etc. 

Sicuramente ci saranno altre varianti ancora. Ecco che l'eventuale lettore potrà finalmente comprendere l'origine del bizzarro cognome dello scrittore di fantascienza Alfred Elton van Vogt (Gretna, 1912 - Los Angeles, 2000), come pure il nome del famosissimo test Voight-Kampff che compare nell'opera di Philip K. Dick (Chicago, 1928 - Santa Ana, 1982), Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?, 1968). Inoltre, Georg Voigt (Königsberg, 1827 - Lipsia, 1891) fu uno storico e umanista tedesco, che scrisse un'opera in tre volumi su Papa Pio II, al secolo Enea Silvio Bartolomeo Piccolomini. Se non vado errato, Dick era abbastanza fissato su questo pontefice. Riporto nel seguito un elenco di personaggi il cui cognome è formato a partire dal prestito latino in tedesco.  

VOGT  
Alfred Vogt (1879–1943), oftalmologo svizzero
Alois Vogt (1906–1988), Deputato Primo Ministro del Liechtenstein
Andreas Vogt (1880-1958), politico liechtensteinese 
Achim Vogt (1970, viv.), sciatore alpino liechtensteinese
Carina Vogt (1992, viv.), saltatrice con gli sci tedesca 
Carl Vogt (1817–1895), scienziato e filosofo tedesco 
Carl Vogt (1817-1895), filosofo e zoologo tedesco
Emil Vogt (1863-1936), architetto svizzero 
Erich Vogt (1929–2014), fisico canadese
Eskil Vogt (1974, viv.), sceneggiatore e regista norvegese 
Evon Z. Vogt (1918–2004), antropologo americano
François-Xavier Vogt (1870-1943), vescovo cattolico francese
Franz-Josef Vogt (1985, viv.), calciatore liechtensteinese
Fredrik Vogt (1892-1970), ingegnere norvegese
Gerhard Vogt (2003, viv.), calciatore tedesco 
Hans Vogt (1903–1986), linguista norvegese
Heinrich Vogt (1890-1968), astronomo tedesco
Heinrich Vogt (1875-1936), neurologo tedesco
Jakob Vogt (1902-1985), sollevatore tedesco
Jordan Vogt-Roberts (1984, viv.), regista, attore e sceneggiatore statunitense
Jørgen Herman Vogt (1784-1862), politico norvegese
Joseph Vogt (1895-1986), storico tedesco
Kevin Vogt (1991, viv.), calciatore tedesco
Lars Vogt (1970-2022), pianista tedesco 
Linda Vogt (1922–2013), flautista australiana
Lorenz Juhl Vogt (1828–1901), politico norvegese
Lothar Vogt (1952, viv.), scacchista tedesco
Luis Vogt (2002, viv.), sciatore alpino tedesco 
Marthe Louise Vogt (1903–2003), neuroscienziata tedesca
Mary E. Vogt (1950, viv.), costumista statunitense
Matthias Theodor Vogt (1959, viv.) storico e musicologo tedesco
Miriam Vogt (1967, viv.), sciatrice alpina tedesca 
Niels Nielsen Vogt (1798–1869), politico norvegese
Oliver Vogt (1980, viv.), cestista svizzero
Oskar Vogt (1870-1959), neurologo tedesco
Petra Kandarr, nata Vogt (1950-2017), atleta tedesca 
Ramona Vogt (..., viv.), fisico statunitense
Richard Vogt (1894-1979), ingegnere aeronautico tedesco 
Rochus Eugen Vogt (1929, viv.), fisico tedesco-americano 
Roland Vogt (1941–2018), politico tedesco
Roy Vogt (1934-1997), economista canadese e critico letterario 
Stephanie Vogt (1990, viv.), tennista liechtensteinese
Steven S. Vogt (1949, viv.), astronomo statunitense 
Svend Borchmann Hersleb Vogt (1852–1923), politico norvegese 
Thorolf Vogt (1888–1958), geologo norvegese 
Ulrich Andreas Vogt (1952, viv.), tenore tedesco e direttore di orchestra 
Von Ogden Vogt (1879-1964), teologo americano 
William Vogt (1902-1968), ornitologo americano e scrittore di problemi di popolazione globale

de VOGT 
Carl de Vogt (1885-1970), attore e cantante tedesco

VOGDT 
Eberhard Vogdt (1902-1964), cordaio estone,
Marion Vogdt (1956, viv.), politico tedesco 

VOGTS 
Berti Vogts (1946, viv.), calciatore e allenatore tedesco
Howard C. Vogts (1929-2010), allenatore di football americano 

VOET 
Alexander Voet il Vecchio (1608-1689), incisore ed editore fiammingo
Alexander Voet il Giovane (1637–1693/1705), incisore ed editore fiammingo
Gijsbert Voet (1589–1676), teologo olandese
Jacob Ferdinand Voet (circa 1639–1689/1700) ritrattista barocco fiammingo
Johann Eusebius Voet (1706–1788), medico, poeta, illustratore ed entomologo olandese
Johannes Voet (1647–1713), giurista olandese
Judith G. Voet (1941, viv.), biochimica americana e autrice di libri di testo
Willy Voet (1945, viv.), fisioterapista sportivo belga

VOIGT
Alexander Voigt (1978, viv.), calciatore tedesco
Angela Voigt (1951-2013), atleta tedesca
Brooke Voigt (1993, viv.), ex snowboarder canadese 
Cynthia Voigt (1942, viv.), autrice americana di libri per ragazzi 
Deborah Voigt (1960, viv.), soprano statunitense 
Edwin Edgar Voigt (1892–1977), vescovo metodista americano
Ellen Bryant Voigt (1943, viv.), poetessa tedesco-americana
Emil Voigt (1879–1946), ginnasta e multiplista statunitense
Emil Voigt (1883–1973), mezzofondista britannico 
Erika Voigt (1898–1952), attrice danese 
Eva-Maria Voigt (1921-2013), filologa tedesca
Frederick Augustus Voigt (1892–1957), giornalista inglese
Friedrich Siegmund Voigt (1781–1850), zoologo e botanico tedesco 
Georg Voigt (1827-1891), storico tedesco
Harry Voigt (1913-1986), velocista tedesco
Ian Voigt (..., viv.), tecnico del suono britannico 
Irma Voigt (1882–1953), Decano delle Donne all'Università dell'Ohio 
Jaap Voigt (1941, viv.), giocatore olandese di hockey
Jan Voigt (1928–1997), attore e ballerino norvegese 
Jens Voigt (1971, viv.), ciclista tedesco
Joachim Otto Voigt (1798-1843), botanico danese 
Johann Carl Wilhelm Voigt (1752-1821), geologo tedesco
Johannes Voigt (1786–1863), storico tedesco 
Margarete Voigt-Schweikert (1887–1957), compositrice tedesca e critico musicale 
Mario Voigt (1977, viv.), politico democristiano tedesco 
Noelia Voigt (1999, viv.), Miss USA 2023
Richard Voigt (floruit XX sec.), ciclista su strada tedesco
Teresa Fioroni-Voigt (1799-1880), pittrice italiana
Udo Voigt (1952, viv.), politico ultra-conservatore tedesco 
Vanessa Voigt (1997, viv.), biatleta tedesca
Wilhelm Voigt (1849–1922), criminale tedesco (il Capitano di Köpenick)
William "Will" Bryant Voigt (1976, viv.), allenatore di pallacanestro  statunitense
Woldemar Voigt (1850–1919), fisico tedesco
Woldemar Voigt (1907–1980), ingegnere tedesco 
Wolfgang "Gas" Voigt (1961), musicista tedesco 

VOIGHT 
Barry Voight (1937, viv.), geologo americano
Charles Voight (1887–1947), cartonista americano
Dutch Voight (1888–1986), gangster americano
Robert G. Voight (1921–2008), accademico americano
Jack Voight (1945, viv.), Tesoriere dello Stato del Wisconsin
Jonathan "Jon" Voight è un attore e produttore statunitense, nato a Yonkers, New York nel 1938. 
La famosa attrice Angelina Jolie è nata Angelina Jolie Voight  nel 1975 ed è proprio la figlia del sopracitato Jon Voight. Suo fratello James Haven è nato James Haven Voight nel 1973. 

VOIT 
Brigitte Voit (1963, viv.), professore di chimica 
Eszter Voit (1916-1990), ginnasta ungherese
G. Mark Voit (1961, viv.), fisico americano
Louis Linwood Voit III (1991, viv.), giocatore di baseball americano
Otto Emil Voit (1845–1906), soldato americano decorato 
Robert Voit (1889-1963), artista americano 

von VOIT 
Carl von Voit (1831-1908), fisiologo e dietista tedesco 
Richard Jakob August von Voit (1801-1870), architetto tedesco 

VOOGD 
Bob de Voogd (1988, viv.), giocatore olandese di hockey su prato
Floris de Voogd (circa 1228-1258), fratello e procuratore di Guglielmo II d'Olanda
Hendrik Voogd (1768–1839), pittore e incisore
Jan de Voogd (1924–2015), politico olandese

Abbiamo inoltre qualche altra ricorrenza interessante del termine: 

Herr Vogt è il titolo di una pubblicazione polemica pubblicata da Karl Marx;
Vogt è un comune del distretto governativo di Tubinga (Baden-Württemberg, Germania);  
Funker Vogt è un progetto tedesco di musica elettronica; 
4378 Voigt è un asteroide della fascia principale; 
L'Effetto Voigt è un fenomeno magneto-ottico; 
La Notazione di Voigt è un sistema di scrittura dei tensori.