martedì 21 marzo 2023

 
COMPRATEMI TUTTA
 
Titolo originale:  The best of Jack Williamson
Autore: Jack Williamson
Anno: 1978 
Lingua originale: Inglese 
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Space opera, distopia
Tipologia: Antologia di racconti 

Edizione italiana: 18/3/1979
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Collana: Urania
  (Urania settimanale - Le antologie)
  Numero: 775 
Copertina: Karel Thole 
Traduttore: Riccardo Valla 
Pagine: 154 pagg.
Codice EAN: 5000089600861

Indice:
L'ugualizzatore (The Equalizer)
Venditore ambulante (The Peddler's Nose)
La più felice delle creature (The Happiest Creature)
Il freddo occhio verde (The Cold Green Eye)
Operazione gravità (Operation: Gravity)
Visita alla mamma (Jamboree)
Bel tuffo, ragazzo (The Highest Dive)
Compratemi tutta (Guinevere for Everybody) 


Sinossi (da MondoUrania.com): 
La ragazza era incatenata alla macchina distributrice, il suo richiamo lamentoso si perdeva nella vastità dell'atrio dell'aereoporto. - Ehi, voi... C'è nessuno che voglia comprarmi?... Forse voi, signore? - disse a uno degli assonnati passeggeri appena sbarcati dal jet di Kansas City, fissandolo coi suoi grandi e conturbanti occhi azzurri. - Compratemi voi... compratemi tutta... vedrete che vi piacerò... - Philip Chimberley si fermò, la guardò, inghiottì a fatica. Sulla macchina distributrice, una stereoscopica insegna luminosa diceva: GHISLENA COMPRATELA SUBITO NON E' UN ROBOT... CHE COS'E'? Uno dei poli della narrativa di Jack Williamson è una profonda quanto misteriosa familiarità con gli usi e i costumi degli androidi, un'acutissima sensibilità per la loro psicologia. L'altro polo è un "senso del Cosmo" portato a limiti insuperati e forse insuperabili di spettacolarità. Entrambi i poli sono rappresentati in questa e nella precedente raccolta ("La Stazione della Stella Morta", URANIA n. 773) delle maggiori storie di uno dei maggiori maestri della fantascienza. 

Racconti: 

1) L'ugualizzatore 
Un racconto densamente e compattamente politico, ambientato in una spaventosa distopia orwelliana. La Terra è sotto la dittatura di un presidente trumpiforme e di una mostruosa entità statuale denominata Macchina della Giustizia. Per far sopravvivere questa dittatura, sono necessarie immense quantità di plutonio e di altri materiali radioattivi, così viene inviata una spedizione mineraria sui pianeti della Stella Nera di Barstow, situata a pochi anni luce dalla Terra. Due prigionieri, Jim Cameron e Chad Barstow  sono liberati da Julian Hudd, Segretario Speciale della Macchina della Giustizia. Chad è il nipote di Dane Barstow, scopritore dell'omonima stella e sovversivo. Il gerarca mette i due uomini al corrente di strani avvenimenti: si sono interrotte tutte le comunicazioni con la base lunare di Fort America e con la Terra. Si rende quindi necessario organizzare una spedizione per capire cos'è successo e trovare un rimedio; Jim e Chad sono arruolati. Alla guida viene messo il robusto e fulvo Capitano Rory Doyle, sotto la sorveglianza l'odiosissimo Giustizialista Victor Lord, che ne approfitta per dare il tormento a tutti, abusando della sua autorità. Giunti sulla Luna, trovano la base di Fort America in condizioni di totale abbandono: non si trova più traccia di nessuno, come se ci fosse stata un'evacuazione ordinata. Il mistero è fittissimo. Viene così deciso di recarsi sulla Terra, atterrando nell'antica capitale, Americania, che viene trovata deserta proprio come Fort America. Studiando i resti di un missile, viene trovato qualche indizio su un misterioso evento che ha portato alla cessazione improvvisa del regime. Dopo molte peripezie e colpi di scena, si scoprirà che la causa di tutto ciò è un congegno ai limiti della magia, inventato dal nonno di Chad Barstow. Semplicissimo a prodursi, è in grado di fornire a tutti una quantità infinita di energia pulita e gratuita, ponendo fine all'idea stessa di esistenza dello Stato.   

2) Venditore ambulante 
È la storia di un vagabondo dello spazio, un reietto che gira da un sistema planetario all'altro tentando di rifilare ai nativi pericolose pataccate, rimediando in cambio alcol di pessima qualità. Questo individuo ha un aspetto fisico grottesco e assai peculiare, caratterizzato da un gigantesco nasone! Cerca invano di sfuggire alle autorità che presiedono alla Quarantena, il cui compito è quello di evitare alle genti in grado di compiere viaggi interstellari di entrare in contatto con le popolazioni dei pianeti arretrati. Oltre a questo, le autorità vorrebbero costringere il poveraccio a sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica per ridurre il suo nasone imponente a un nasino francese! Lui si oppone con furia: ha il terrore che possano ridurre anche il suo fallo!  

3) La più felice delle creature 
Un energumeno ripugnante viene raccattato dal deserto del Nuovo Messico, dalle parti di Albuquerque, e portato su un'astronave. È un individuo violento dal cervello rudimentale, più un umanoide riscimmiato che un essere umano vero e proprio. Quelli dell'astronave gli promettono di dargli una nuova vita beata, a patto che non ne parli con nessuno e che rinunci ad uccidere. Alla fine lo scaricano in un pianeta artificiale che è una brutta copia della terra, proprio in un luogo che somiglia a quel deretano cosmico che è Albuquerque. Ritrova la sua fidanzata, che è ovviamente una copia. Da li in poi tutto gli finisce in merda!

4) Il freddo occhio verde 
Un bambino americano cresce in India tra i monaci di Mahavira ed apprende la loro sapienza. I suoi genitori sono morti durante un viaggio e l'orfano viene inviato nel lontano Kansas, da un'arcigna e bigotta zia, Agatha, che vede come fumo negli occhi ogni minima cosa etichettabile come "non cristiana" e "pagana". La vecchia ha una caratteristica fisica sinistra e inquietanti: i suoi occhi sono di colori diversi, uno bruno e uno verde. Dopo aver cercato con ogni mezzo di imporre la conversione al bambino, sottoponendolo a maltrattamenti e violenze, si renderà infine conto della realtà pericolosissima del Karma...

5) Operazione gravità 
Il Capitano Barron, che comanda la nave da guerra "Starhawk" (ossia "Falco delle Stelle"), riceve la visita di un vecchiaccio oltremodo molesto, che si rivela essere uno scienziato, il Dottor Knedder. Con sommo fastidio del Capitano, la sua amatissima nave viene requisita dall'Ammiraglio (mai menzionato per cognome) e messa a disposizione dello scienziato, che subito la fa da padrone e si comporta in modo spocchioso. L'operazione "Gigante Nano" ha priorità su tutto. Dopo varie peripezie, si comprende che la destinazione del nuovo viaggio è un pianeta situato oltre l'orbita di Plutone. Questo corpo celeste, denominato Cerbero, è piccolissimo ma ha una massa smisurata, in pratica è una stella collassata fatta di materia neutronica. In altre parole, è una nana bianca. Per il Capitano Barron non sarà facile salvare la pelle e tenere a bada il despotico Dottor Knedder, a cui è stato conferito il titolo di Ammiraglio!

6) Visita alla mamma 
Un racconto a dir poco esasperante. La specie umana è stata colpita da una catastrofe che ha ucciso tutti gli adulti. Così la procreazione è affidata a una macchina folle chiamata "Mamma", che si occupa di fabbricare i bebè, chiamati "zampemolli". Questi esseri larvali crescono e diventano odiosissimi Scout, educati nei ranghi da un robot ossessivo chiamato "Papà", dotato di cingoli e fruste, che li sorveglia senza sosta. Ogni anno si tiene una riunione, il cosiddetto "Jamboree". Quando i ragazzi crescono troppo, vengono soppressi e i loro corpi sono utilizzati dalla "Mamma" come pappa genetica per dar vita alla generazione successiva. Uno scout insolitamente intelligente cerca di porre fine a queste aberrazioni facendo esplodere il reattore nucleare che alimenta la "Mamma". Il problema è che fallisce miseramente.  

7) Bel tuffo, ragazzo  
Max Mayfield è impegnato in una pericolosa missione spaziale esplorativa sull'immenso pianeta denominato Atlante, che è una sfida alle leggi della fisica. Ha una massa piccolissima e dimensioni spropositate. La gravità è molto debole ed è facilissimo essere spazzati via dal vento. I colleghi di Mayfield sono il giapponese monco Komatsu e lo slavo ustionato Marutiak; i datori di lavoro sono alieni giganteschi simili a ragni e a stelle marine, impegnati nella ricerca dei misteri del pianeta impossibile. La vita di Mayfield sarà durissima e messa a rischio istante dopo istante, eppure grazie a un suo errore Atlante rivelerà finalmente i suoi segreti!  

8) Compratemi tutta 
Un austero informatico, Chimberley, giunto in un aeroporto si imbatte in qualcosa di sorprendente: una bellissima ragazza in vendita per pochi dollari. Bionda e con grandi occhi azzurri, la sensuale creatura dell'ingegneria genetica dice di chiamarsi Ghislena e implora Chimberley di comprarla. L'informatico deve indagare su un guasto all'Intelligenza Artificiale denominata Athena Sue e ha bisogno di numerose informazioni, ma si scontra con l'omertà della fanciulla. Per poterne venire a capo, si trova costretto a comprarla. A questo punto si accorge di qualcosa di molto spiacevole: la popolazione mostra un'ostilità assoluta nei suoi confronti, perché ha comprato questa prostituta. Non si lascia perdere d'animo, nonostante lui e la ragazza rischino il linciaggio. Nel corso delle indagini, viene a galla la verità. Una verità attualissima: l'Intelligenza Artificiale è stata sabotata da Matt Skane, il precedente Direttore Generale, nerboruto e fulvo come Thor. Lui e i suoi dirigenti, esautorati e privati del lavoro dalla Rivoluzione Informatica, hanno elaborato un piano diabolico. Chimberley riuscirà a risolvere il difficile caso con le sue doti di detective, ma non potrà impedire a Skane e ai suoi di reinsediarsi nelle loro posizioni di potere e di corruzione. Scoprirà infine qualcosa di molto spiacevole sulla splendida Ghislena...  

Recensione:
Le otto storie che compongono l'antologia sembrano tra loro del tutto slegate: si potrebbe pensare che l'unico elemento davvero in comune sia l'autore. Non hanno la stessa ambientazione e più in generale non appartengono allo stesso universo narrativo - anche se in alcuni casi si trovano elementi in comune (gli Scout, il cognome Barstow, la Quarantena, l'energia psionica, etc.). Si ha l'impressione che questo numero di Urania sia ingannevole, dato che in qualche modo confonde il lettore. L'intenzione era quella di dare particolare risalto a un racconto capace di indurre fantasie erotiche, ossia Compratemi tutta, troppo breve per essere pubblicato da solo. Si potrebbe pensare che fosse una buona trovata di marketing, con allusioni prostitutive e una ragazza discinta sulla copertina, ma occorre ricordare l'inveterato puritanesimo di gran parte dei lettori italiani di fantascienza. Forse era piuttosto un tentativo di dare la scossa a un pubblico inerte!
Tuttavia, se ci si pensa con attenzione, si scopre che c'è un minimo comun denominatore. Il tema fondamentale trattato, trasversale a tutti i racconti, è quello della tirannia e delle sue conseguenze sull'individuo. Si esplorano le diverse declinazioni dell'assenza di libertà:
  1) tirannia politica,
  2) tirannia militare, 
  3) tirannia religiosa, 
  4) tirannia scientifica,
  5) tirannia robotica. 
Si mostra in tutta la sua sua grottesca aberrazione la mentalità del pistolero americano, in preda alla paranoia della sicurezza, che ragiona secondo questi principi: "Se non so cos'è, sparo", "Se non capisco cos'è, sparo"
Un'altro tema trattato, abbastanza peculiare, è quello dell'estrema inospitalità del Cosmo. Williamson non ha ancora ben chiaro che siamo soli in un Universo insensato. Tuttavia si avvicina spesso a questa consapevolezza, ad esempio nel racconto lungo L'ugualizzatore

Fantafisica e incapacità predittiva

Nel primo racconto, L'ugualizzatore, viene effettuata una ricognizione sulla base lunare, che viene trovata deserta. Sono rimasto allibito quando mi sono imbattuto in questa "perla":

"Ci guidò lungo un corridoio laterale, e infine apri una porta che non era chiusa a chiave. La serie di stanze che si presentò ai nostri occhi era deserta… e perfettamente in ordine. Sedie vuote erano ordinatamente appoggiate alle scrivanie vuote. I telefoni erano regolarmente appesi al gancio, le penne erano infilate nel calamaio." 
(pag. 20) 

Capacità predittive: zero. Colonizzazione spaziale con penne e calamai! Se ci pensiamo bene, è pazzesco. Procedendo nella lettura, veniamo infine a conoscenza degli arcani Misteri dell'Ugualizzatore. Williamson immagina che disponendo un circuito secondo una data geometria, si possa generare energia dal nulla, in modo assolutamente gratuito e in quantità illimitata! La Termodinamica è qui surclassata da una specie di Marxismo fantafisico: si suppone che la disponibilità di energia ottenuta dall'ugualizzatore sia in grado di produrre in modo spontaneo la Rivoluzione, facendo emergere all'istante la vera natura dell'essere umano, ovviamente buona! Il ginevrino Rousseau ne sarebbe di certo entusiasta. 

Fantainformatica e ingegneria genetica

Il computer Athena Sue è un'Intelligenza Artificiale. Come al solito, ha proporzioni colossali, titaniche. Inoltre è un assemblato di tecnologia arcaica! 

"Un tempo, si disse, il dolce suono del pensiero meccanizzato riempiva coi suoi bisbigli l'intera sala. Le schede perforale passavano allegramente nel selezionatore, allorché Athena Sue voleva ricordare qualcosa. Le testine incidevano frusciante nastro magnetico, a mano a mano che archiviavano nuove informazioni. I relè crepitavano quando prendeva le sue rapide decisioni, e le sue numerose labbra mormoravano in forma di stampatrici automatiche." 
(pag. 156)

Come una massa antidiluviana di nastri magnetici, testine e relè possa dar origine a una vita in tutto e per tutto simile a quella umana, è qualcosa di incomprensibile!

Meditazioni sull'insufficienza umana 

Se la fantascienza è tanto una boiata, perché mi ostino a leggerla? Semplice. Mi affascina la natura fallimentare delle capacità predittive umane. La questione rimanda allo studio della Natura del Tempo. Molti sono ossessionati da dilemmi cosmologici e cosmogonici: "L'Universo è finito o infinito?", "L'Universo ha avuto un inizio o esiste da sempre?" Altre domande mi affliggono: "Il futuro è aperto o chiuso?", "Abbiamo possibilità di scegliere tra varie possibilità oppure esiste una sola possibilità realizzabile?", "Il futuro è prevedibile o imprevedibile?" Il cervello umano è insufficiente. Nemmeno le menti più geniali hanno potuto dare risposte certe e definitive, nonostante secoli di studio e di impegno. 

Un pregevole thriller metafisico

Mi è piaciuto il racconto Il freddo occhio verde, decisamente anomalo per essere etichettato come Science Fiction. Trasmette un'angoscia spaventosa, ai limiti del sulfureo. Questo è un risultato notevole. Un racconto che non desta nulla nel lettore, non vale nulla. La tirannia religiosa si manifesta con un'odio insanabile verso tutto ciò che è sconosciuto. È questo l'equivalente religioso del pistolero che spara a tutto ciò che non capisce. Nel finale avviene l'irruzione del soprannaturale, come se fosse un elemento retributivo che estingue una spaventosa ingiustizia. Il lettore ne rimane quasi sollevato, perché vede all'opera qualcosa che nella realtà appartiene soltanto al mondo delle fantasticherie. Probabilmente questo racconto è autobiografico e descrive l'esperienza dell'autore con l'opprimente mondo delle Chiese Evangeliche americane. 

Etimologia di Barstow 

Il cognome Barstow trae origine da un luogo perduto chiamato Bairstow, situato nello Yorkshire, in Inghilterra. In medio inglese il nome era Bayrestowe. Il significato in antico inglese è "luogo delle bacche": il raro suffisso -stow(e) deriva da stōw "luogo", "posto" (plurale stōwa, stōwe), mentre la prima parte del composto è da beġer, che significa "bacca". La città di Barstow, in California, ha tratto il suo nome nel 1884 in onore di William Barstow Strong, il presidente della Ferrovia di Santa Fe. Questo notabile ha promosso lo sviluppo della linea ferroviaria che attraversava l'area che all'epoca era chiamata Waterman Junction. La città è stata denominata ufficialmente Barstow nel 1886 quando è stata richiesta la fondazione di un ufficio postale con questo nome. 

Etimologia di Ghislena 

L'antroponimo femminile Ghislena è chiaramente un derivato del norreno gísl "ostaggio". Sembra un nomen omen, tanto si adatta al personaggio. Peccato che nell'originale in inglese, il nome della dolce donzella in vendita sia invece Guinivere, ossia Ginevra! Due cose sono sommamente esecrabili: 
1) I famosi tagli di Urania; 
2) I cambiamenti arbitrari nei nomi, fatti dai traduttori per motivi imperscrutabili. 
In questo specifico caso è possibile che sia stato scelto di "tradurre" Guinivere con "Ghislena" per evitare fastidiose pronunce ortografiche. Scopriamo però cose molto interessanti passando in rassegna le varie edizioni italiane del racconto di Williamson.

Sintetica storia editoriale

Come spiegato nella sinossi contenuta nel sito di MondoUrania, altri sei racconti di Williamson sono stati pubblicati due volte in una raccolta intitolata La stazione della stella oscura (Urania n. 773, 1979). Nel 1993 lo stesso titolo è stato dato anche a una raccolta completa di tutti i 14 racconti (Classici Urania n. 191; I Libri di Urania n. 9). Nel sito Fantascienza.com si scopre che, oltre a quella di Riccardo Valla, esistono anche altre due traduzioni del racconto Guinivere for Everybody. Una è opera di Ugo Malaguti, l'altra di Roberta Rambelli. Entrambe sono intitolate Ginevra per tutti. Ecco il link: 


Ecco l'elenco completo delle pubblicazioni: 

1) Ginevra per tutti, 1971 in Tempesta su Giove, Nova SF° a. V n. 14, Libra Editrice. 
Traduzione: Ugo Malaguti
2) Ginevra per tutti, 1977 in Racconti di fantascienza, Cultura Politica 182, Savelli.
Traduzione: Ugo Malaguti
3) Compratemi tutta, 1979 in Compratemi tutta, Urania 775, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla
4) Ginevra per tutti, 1980 in Robotica, Grandi Opere Nord 6, Editrice Nord.
Traduzione: Roberta Rambelli
5) Compratemi tutta, 1991 in Il quarto libro della fantascienza, Supercoralli, Einaudi. 
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806126261 
6) Compratemi tutta, 1992 in Il quarto libro della fantascienza, Einaudi Tascabili. Letteratura 115, Einaudi.
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806131613 
7) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta, Classici Urania 191, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla 
8) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta I Libri di Urania 9, Arnoldo Mondadori Editore
traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8804371293

domenica 19 marzo 2023


I CONDANNATI DI MESSINA 

Titolo originale: Exiled from Earth
Autore: Ben Bova
1ª ed. originale: 1971
1ª ed. italiana: 1972
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Distopico 
Etichette attribuite: "Letteratura per ragazzi"
Lingua originale: Inglese
Ambientazione: XXII secolo
Protagonisti: Lou Christopher
Antagonisti: Donald Marcus, Rolf Bernard
Altri personaggi: Bonnie Sterne, Anton Kori,
  il Presidente Generale, il ministro Vassily Kobryn, 
  il Grande George 
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Collana: Urania 
    Numero: 601 
Codice ISBN-10: 0525450165
Codice ISBN-13: ‎978-0525450160 
Traduttore: Bianca Russo 

Sinossi (da MondoUrania.com):
Farà piacere ai nostri lettori siciliani sapere che in un futuro più o meno lontano Messina è destinata a diventare sede del supergoverno mondiale. La città, certo, non sarà più la stessa. Torri e palazzi fantascientifici domineranno lo stretto; uomini dotati d'immenso potere e carichi d'immense responsabilità guarderanno pensosi verso la Calabria; e celebri scienziati di tutto il mondo si ritroveranno, sbigottiti, a Messina, trasportati qui con le buone e con le cattive insieme alle loro famiglie. Una gravissima decisione è stata presa al più alto livello: ancora una volta la scienza sta per mettere in pericolo mortale non solo la società ma l'umanità stessa. E la scienza deve essere messa in condizioni di non nuocere. L'ordine spietato (o pietoso?), necessario (o criminale?) partirà da Messina.

Trama: 
XXII secolo. Il mondo è unito ma gravato dal peso di 20 miliardi di persone. Il Governo Mondiale, che ha sede a Messina, ha preso la difficile decisione di esiliare i più importanti scienziati della Terra. Il loro lavoro è considerato troppo pericoloso per il genere umano, quindi è stato deciso di confinarli in una stazione spaziale e di inviarli dove non possano interferire con la società. Il Presidente Generale si lascia convincere dal subdolo Ministro della Sicurezza, Vassily Kobryn, e fa partire gli ordini esecutivi di deportazione. 
Louis "Lou" Christopher è un informatico che lavora a un progetto di ingegneria genetica in cui l'uso dei computer è essenziale. È l'esperto programmatore di RAMO, il potente computer utilizzato dal più importante centro di ricerca genetica mondiale, che ha sede ad Albuquerque, nel Nuovo Messico. Incluso nella lista degli scienziati da esiliare, viene raggiunto da un agente federale e subisce un tentativo di arresto senza nessuna accusa formale. Viene così deportato a New York nella sede dell'ONU, dove viene a sapere che la sua destinazione finale è Messina. Terrorizzato dagli eventi, riesce a trovare il modo di fuggire in modo rocambolesco e si inoltra nei selvaggi sobborghi di quella che un tempo era conosciuta come "la Grande Mela". La civiltà è crollata lasciando il posto a un pullulare di gang giovanili di una violenza inaudita. Dopo molte disavventure in mezzo alla fauna di quell'ambiente ostile, Lou riesce ad imbarcarsi per Albuquerque, aiutato da Felix, capo della famigerata banda dei Gatti Selvaggi - che gli rivela di essere un agente in incognito, infiltrato nella criminalità con l'incarico di tentarne il recupero a lungo termine. Tornato nella sua città, il programmatore entra nel centro di ricerca dove lavorava e lo trova deserto. L'unica creatura rimasta è il Grande George, un immenso gorilla senziente e dotato di parola, che ha ottenuto questa facoltà tramite ingegneria genetica. Lou interroga il computer RAMO, da cui apprende che il centro di ricerca è stato chiuso per ordine del Governo. Gli scienziati sono stati arrestati. Il problema è che lo stesso computer ha una mentalità estremamente rigida e ha denunciato Lou alle Forze dell'Ordine. Gli agenti irrompono nel laboratorio. Il programmatore fugge per il rotto della cuffia, rifugiandosi nell'appartamento della fidanzata e collega Bonnie Sterne. Lei lo ascolta annoiata e si comporta esattamente come RAMO, pur pensando con grande ingenuità di agire a fin di bene: allerta la polizia. Deportato a Messina, Lou viene rinchiuso con gli scienziati in una villa lussuosissima. Qui riceve una comunicazione dal ministro Vassily Kobryn, che rivela l'arcano: il Governo Mondiale ha preso la drastica decisione di esiliare l'intero mondo scientifico in una stazione orbitale. Il russo spiega con dovizia di particolari il perché dell'esilio, dicendo che il mondo non sarebbe al sicuro se la Scienza potesse svilupparsi liberamente. 
A questo punto Lou viene contattato da un politico colluso, il Ministro delle Finanze Rolf Bernard, che gli spiega di essere contrario alle determinazioni di Kobryn. Fa quindi una proposta che non si può rifiutare: in un'isola tropicale è stato predisposto un centro di ricerca segreto diretto dal Dottor Donald Marcus - dove Lou è invitato a trasferirsi e a lavorare. Il programmatore chiede e ottiene, come unica condizione, che la fidanzata Bonnie venga portata sull'isola assieme a lui. Per un po' tutto sembra filare liscio, tuttavia qualcosa finisce col guastarsi. Lou, Bonnie e il collega slavo Anton Kori scoprono che il perfido Ministro ha un piano ben diverso da quello che ha raccontato loro: intende rovesciare il Governo di Messina con un golpe militare e impossessarsi del potere; per assicurarsi il dominio sulla Terra è deciso ad impiegere armi biologiche, genetiche, chimiche e nucleari sviluppate nel centro di ricerca del malvagio Dottor Marcus. Vogliono rendere deficiente la popolazione mondiale!  
Le cose precipitano quando Lou capisce che il suo amatissimo gorilla, il Grande George (cui tiene più che alla fidanzata), anche lui presente sull'isola, sarebbe usato come cavia per un nuovo tipo di arma genetica che lo priverebbe di tutte le sue facoltà intellettive, riducendolo a un demente. Kori ha un modo geniale per allertare il Governo Mondiale, facendo esplodere una bomba atomica di limitata potenza in grado di attivare una rete globale di satelliti spia e ad attirare sull'isola le truppe governative. Così avviene: l'ordigno esplode e i militari irrompono. Il piano di Bernard e di Marcus fallisce miseramente, ma a caro prezzo. Nel corso degli scontri a fuoco, il Grande George si becca in corpo un proiettile sparato a caso, che lo uccide all'istante
Il Presidente Generale è molto grato a Lou e ai suoi compagni per aver sventato la cospirazione, però li avverte che l'esilio perpetuo rimane in vigore! Lou e Kori sono costretti alla deportazione sulla stazione spaziale. Bonnie invece è ritenuta poco più di una scema, così non è considerata pericolosa: può scegliere cosa fare della sua vita, se seguire il fidanzato nell'esilio oppure rimanere sulla Terra. La donna sceglie di seguire Lou, pur riservandosi la facoltà di fare ritorno in caso la situazione dovesse rivelarsi insopportabile - come in effetti avviene. La vita sulla stazione spaziale è infernale e dominata dalla depressione profonda. Molti esimi scienziati sono ridotti alla demenza. Bonnie, che per un po' aveva giocato con l'idea di rendere cornuto Lou saltando nel letto di Kori, forte del suo privilegio matriarcale, finisce col cedere. La mancanza di libertà la opprime in modo lancinante. Quindi ritorna sul pianeta, abbandonando entrambi gli uomini. 
Ad un certo punto, Lou ha un'idea geniale: far equipaggiare la stazione spaziale per il volo interstellare, in modo tale da condurla fino ad Alfa Centauri in una traversata generazionale. I dati trasmessi trent'anni prima dalla sonda Starfarer ed analizzati da Kori, dimostrano che alcuni pianeti orbitano attorno alla stella doppia: uno di questi sarebbe potenzialmente abitabile. Gli scienziati più vecchi, ostili e bacchettoni, cercano in ogni modo di opporsi. Tuttavia la proposta di Lou viene messa ai voti in un'operazione di democrazia diretta, vincendo grazie al voto dei giovani, pieni di spirito d'avventura. Il Governo Mondiale accetta di dare il suo aiuto alla spedizione, ansioso di liberarsi dai pericoli del mondo scientifico. La traversata ha così inizio. 


Recensione: 
Il romanzo di Bova è ricchissimo di spunti di riflessione e tratta di molti temi della massima gravità, che ci toccano da vicino. Anche se la trama è un po' fragile e i personaggi avrebbero potuto essere caratterizzati in modo più robusto, sono convinto che meriti di essere letto. 
I condannati di Messina fa parte di un importante filone distopico tipico degli anni '60 e '70 del XX secolo, in cui si esplorava il cruciale tema della sovrappopolazione con tutte le sue terribili conseguenze, facendo una critica sociale serrata. Basti pensare a Largo! Largo! (Make Room! Make Room!) di Harry Harrison (1966), di cui è famosissimo l'adattamento del 1973, 2022: I sopravvissuti (Soylent Green). Il romanzo di Bova risente del clima dell'epoca, in cui si aveva il netto e pervasivo presentimento di una catastrofe ambientale incombente. In particolare, proprio in quegli anni fiorivano le attività del Club di Roma, la famosa associazione mondiale non governativa e non profit fondata nel 1968, composta da scienziati, economisti, uomini e donne d'affari, attivisti dei diritti civili, dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato. Nel 1972 il Club di Roma pubblicò il Rapporto sui limiti dello sviluppo (The Limits to Growth), meglio noto come Rapporto Meadows, che affermava l'impossibilità della crescita economica indefinita, per via della disponibilità limitata delle necessarie risorse naturali, prima tra tutte il petrolio, oltre che della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta. Il problema delle previsioni del Rapporto Meadows è che il modello matematico alla loro base era abbastanza semplicistico, così i risultati si sono rivelati poco accurati. Le curve che descrivono gli andamenti dell'esplosione demografica si impennano molto più di quanto stia accadendo nella realtà. Recentemente ho trovato nel Web un sito che accusa come "fake news" le critiche ai risultati del Rapporto Meadows, tuttavia ricordo ancora molto bene l'epoca in cui questi davano per esaurite o in rapidissimo esaurimento le riserve petrolifere mondiali, mentre nel frattempo il miglioramento delle tecnologie di prospezione ha assicurato decenni di sfruttamento assicurato dei combustibili fossili. Queste discrepanze hanno fatto sì che molti abbandonassero ogni fiducia nelle previsioni ambientali, arrivando per contro a uno scetticismo profondo, addirittura negazionista. Il principio che i perfidi media e le masse grossolane hanno applicato è questo: "I tuttologi hanno sbagliato una cosa, quindi tutto quello che dicono è una cazzata e il problema non esiste". Sul tema della sovrappopolazione è quindi calata la scure del tabù. Una scure molto insidiosa, visto che le mani del carnefice che la maneggia sono religiose oltre che ideologiche. Censura e ipocrisia. In ogni caso, credo che un'opera come Exiled from Earth ai nostri giorni non potrebbe avere alcuna fortuna. 

Scenari carpenteriani! 

Passiamo ora ad analizzare il greve clima da cui Bova ha tratto la descrizione della desolazione di New York devastata dalle gang. Il dilagare della violenza nelle grandi città portò, a partire dagli anni '60, a fare previsioni sempre più cupe già nell'immediato futuro. Si parlava di "giungla urbana": quello che si andava affermando nell'immaginario collettivo era un territorio privo di legge, in cui valeva l'arbitrio del più forte. Il pericolo dietro l'angolo, che i cittadini onesti sentivano con tutto il suo carico di terrore, era la riscimmiazione del genere umano, la sua involuzione verso la subumanità più ripugnante, la totale vanificazione di millenni di progresso etico, culturale, tecnico e scientifico. Non stupisce che negli anni '70 e '80 questi temi siano stati illustrati in modo estremamente efficace nella Settima Arte. Il massimo interprete di queste paure zombificanti fu senza dubbio John Carpenter, con Distretto 13 - Le brigate della morte (Assault on Precinct 13, 1976) e 1997: Fuga da New York (Escape from New York, 1981) - a cui fece seguito Fuga da Los Angeles (Escape from L.A., 1996). Non dobbiamo poi dimenticare un importante film di Walter Hill, I guerrieri della notte (The Warriors, 1979). 
Anche in questo caso, le previsioni sulla violenza urbana dilagante erano di gran lunga peggiori di quanto possiamo vedere realizzato nel nostro presente. La causa potrebbe stare in un mirabile e ingannevole meccanismo a cui ho dato il nome di "Acceleratore del 2000". L'immaginario collettivo vedeva l'anno 2000 come una discontinuità storica di capitale importanza. Era una convinzione irrazionale, pertinente al pensiero magico-superstizioso. C'erano numerosissime persone che si aspettavano di veder realizzato all'improvviso un mondo fatto di astronavi e di robot, appena uscite dal cenone di San Silvestro dell'anno 1999. Ancora ai tempi in cui Carpenter diresse il famoso film su New York, ci si aspettavano sviluppi catastrofici troppo rapidi già negli anni immediatamente successivi. Passato poi il fatidico 2000, col suo carico di terrori (ve lo ricordate il Millennium Bug?), per qualche tempo i media e le masse non si arresero, riproponendo lo stesso modello catastrofico (ve le ricordate le colossali stronzate della Profezia dei Maya e della Fine del Mondo il 21/12/2012?). 

Uno stile ridondante, un po' pacchiano 

Abbondano le descrizioni paesaggistiche suggestive ma tutto sommato inutili, retaggio di un'epoca passata. Questo è un esempio: 

"Filarono per quasi un'ora, lungo una strada tortuosa e polverosa. Per quasi tutto il percorso, la rotabile s'inoltrava in mezzo alle colline, e non c'era niente da vedere tranne il fogliame verde, che frusciava al passaggio dell'auto. Ogni tanto, però, raggiungevano la sommità di un colle, che aveva da un lato, a perdita d'occhio, il mare scintillante sotto il sole e dall'altro i campi ricchi di ulivi e di agrumeti. 
Nel frattempo, nuvoloni scuri si erano addensati in cielo, e quando superarono il cancello di un'altra villa antica con le solite sentinelle in divisa che salutavano sull'attenti, le nuvole incombevano minacciose, tra il brontolio di tuoni e il balenare dei lampi. Era scuro come se fosse sera, sebbene fossero appena le prime ore del pomeriggio." 

E ancora: 

"Tra gli alberi filtrava un tramonto incredibile, rosa zafferano e viola pallido. Attraverso le macchie verdi, ai limiti del mare color rosso, il sole era enorme mentre toccava la linea dell'orizzonte." 

Forse sarebbe stato meglio evitare di parlare con tanto dettaglio dei tramonti e delle amene campagne, dando più forza ai personaggi, che sono come un liquore annacquato.  
 
Capacità profetiche e fallimenti 

Si parla dell'Intelligenza Artificiale. L'elaboratore RAMO è proprio questo, e viene descritto il suo addestramento da parte di Lou Christopher. Si parla anche di un altro argomento di grande attualità: l'ingegneria genetica. Tuttavia non si deve urlare alla profezia, dato che è stridente la reale assenza di capacità predittiva in questi e in molti altri casi. Facciamo alcuni esempi concreti. RAMO occupa lo spazio di svariati armadi a muro. Nessuno ha previsto un'Intelligenza Artificiale  portatile, che ci può seguire (e dominare) ovunque. Come in innumerevoli altre opere di Science Fiction, anche di autori illustri, si è avuta l'evoluzione dei telefoni in videofoni anziché in telefoni mobili. Credo di averne parlato ormai milioni di volte. Non demordo e ne parlo ancora, perché è un concetto della massima importanza. Prevedere un congegno non è poi così difficile. Quello che manca è la capacità di prevedere la civiltà fondata su quel congegno. Non si è saputa prevedere la Civiltà dello Smartphone, come non si è saputa prevedere la Civiltà del Web. Un lettore ha fatto notare che Bova non ha saputo prevedere l'attuale sorveglianza di massa, che avrebbe reso impossibile gli spostamenti del protagonista del romanzo. Per forza: la sorveglianza di massa è fondata proprio sul Web e sullo smartphone, cose che Bova non ha neppure lontanamente immaginato, per l'appunto. 

Una vergogna per l'Italia...

Abbondano anche gli stereotipi sull'Italia: 
- gli Italiani sono tutti olivastri, scuri;
- ci sono innumerevoli splendide ville in riva al mare, chiaramente di proprietà mafiosa;
- si rimarca l'ottima qualità della cucina;  
- le genti isolate della Calabria sono sprofondate in un eterno Neolitico. 
Anche quando si tratta di cose positive (ad esempio la cucina eccellente), vengono presentate in modo tale da far storcere il naso. Tutte le volte che compaiono dei personaggi italiani, sono guardie con gli occhiali neri che parlano in modo incomprensibile e fumano con gesti stereotipati: si capisce all'istante che sono picciotti forniti da Cosa Nostra. Risulta evidente un certo atteggiamento di pregiudizio anti-italiano, tale per cui devono andare in giro ovunque i gangster e i politicanti messi sul loro libro paga, mai gli onesti lavoratori. 
P.S.
In un sito di recensioni, mi sono imbattuto in una carampana woke che si lamentava degli insulti e stereotipi contro quelli da lei chiamati "non-white people". Per quella stronza, in quanto italiano sarei parte della "gente non bianca" a dispetto dell'evidenza! 

Suprematismo nero 

Mi fanno ridere quei giornalisti che parlano di "razzismo alla rovescia" ogni volta si verifica un'aggressione da parte di un nero nei confronti di un bianco. Usano un linguaggio più scemo della merda. Cosa starebbe a significare la locuzione "alla rovescia"? Non significa nulla, perché il razzismo è razzismo e basta, chiunque ne sia l'artefice e chiunque ne sia la vittima! In Exiled from Earth vediamo i Mandingo adolescenti e ultraviolenti di New York animati da un razzismo furioso verso i "non abbronzati",  ossia i bianchi, che sono chiamati "facce rosa", paragonati ai maiali e massacrati, ridotti a cenci sanguinolenti calpestati tra le sozzure della strada! Il Suprematismo nero esiste eccome! 

Il Grande George 

Uno dei personaggi più significativi e memorabili del romanzo è un gorilla geneticamente modificato e capace di parlare, denominato "Il Grande George" (inglese: Big George). Questa descrizione è in nettissimo contrasto con gli stereotipi dominanti sui gorilla violenti, selvaggi, feroci, diffusi da mostruosità come King Kong. Ancora oggi, molti ignorano che i gorilla sono mitissimi. Non fanno male neanche agli insetti. Passano le loro giornate a ingurgitare quantità immense di frutta e di verdura. La vera scimmia feroce la troviamo invece rappresentata dagli adolescenti di New York! L'immensa forza del Grande George non è un'arma sufficiente a difenderlo dalle orrende insidie del mondo. Come tutte le creature sensibili e gentili, il gigantesco primate viene perseguitato dai bulli, che vorrebbero farne una cavia per esperimenti pericolosissimi, il cui fine ultimo è atrofizzare il cervello e rendere l'umanità definitivamente scema. Ancora più scema di quanto già non sia! 

La trilogia degli Esiliati 

A quanto ho potuto leggere nel Web, c'è chi aspetta ancora il seguito del romanzo di Bova, ignorando che ce ne sono addirittura due. Questa è la Serie degli Esiliati, che costituisce una trilogia: 

1) I condannati di Messina (Exiled from Earth, 1971), Urania n. 601 (1972); Biblioteca di Urania n. 9 (1981)
2) L'astronave dei ventimila (Flight of Exiles, 1972), Collana Urania n. 720 (1977); Biblioteca di Urania n. 9 (1981);
3) Ritorno dall'esilio (End of Exile, 1975), Biblioteca di Urania n. 9 (1981). 

Il citazionismo spinto è una piaga tipicamente italiana. Non mi stancherò mai di stigmatizzarla. Il titolo L'astronave dei ventimila è stato concepito in modo tale da ricordare La cosmonave dei ventiquattro (Mission to Universe, 1965) di Gordon R. Dickson. Sembra quasi un modo di ingannare i lettori. Sa di paternalismo. Si considera il lettore alla stregua di un eterno minorenne e si cerca di fargli leggere qualcosa di nuovo, plasmandola in modo tale che gli ricordi qualcosa di già noto. Se la colpa di questo atteggiamento non fosse degli editori, costretti in qualche modo ad adattarsi alle richieste ricevute, dovremmo giungere alla desolante conclusione che la colpa sia del pubblico, composto in larga misura da gente con meno intelletto degli stronzi dei polli! 

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Massimo Luciani ha scritto questo interessantissimo articolo, di cui raccomando la lettura:  


Qualche recensione non troppo eulogistica si trova su Anobii.com (in genere il romanzo è considerato del tutto prescindibile): 


Davide ha scritto:

"Romanzetto ingenuo, grossolano e piuttosto insulso. Per la pochezza e banalità dei temi si stenta a credere che Bova avesse già quasi quarant'anni quando l'ha scritto. Un esercizio svolto con svogliatezza forse per onorare qualche contratto. Trascurabile senza rimpianti. L'unico personaggio interessante è un gorilla parlante reso intelligente dell'ingegneria genetica... ed ho detto tutto." 

Fabio-74 ha scritto: 

"Romanzo di fantascienza in cui la paura del progresso fa da sfondo ad una vicenda in cui il "Governo Mondiale" - che ha sede a Messina - decide di sacrificare 2.000 scienziati per salvaguardare 20 miliardi di persone. Ma resta un interrogativo, può così fermarsi il progresso? O forse la sete di conoscenza dell'uomo è tale che non sarà possibile arrestarla? Il progresso, del resto, è una costante nella storia umana, può fare paura e può anche essere destabilizzante ma in ogni caso è davvero difficile da arrestare. Un romanzo leggero e scorrevole con dialoghi non troppo ben riusciti, i personaggi non emergono con sufficiente spessore e la storia ne risente. Curioso, su tutti, il fatto che Ben Bova, l'autore, abbia voluto insediare il quartier generale del Governo Mondiale, proprio in riva allo stretto." 

venerdì 17 marzo 2023


LO SCHELETRO IMPOSSIBILE

Titolo originale: Inherit the Stars
Autore: James P. Hogan 
Lingua originale: Inglese 
Anno: 1977
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Fantascienza archeologica,
   fantascienza pseudo-hard  
Tipologia narrativa: Romanzo

1a edizione italiana: 1/1/1978
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
Collana: Urania
   (Urania quattordicinale - I romanzi) 
Numero: 739 
Pagine: 162 pagg. 
Codice ISBN: A000031829 
Traduttore: Beata della Frattina 
Copertina: Karel Thole 
Curatori: Carlo Fruttero, Franco Lucentini 
Premi: Seiun Award (Giappone)

Sinossi (da MondoUrania.com):
"Una tuta rossa d'astronauta con dentro uno scheletro umano. Non sarebbe poi una scoperta così sensazionale, perchè sulla Luna c'è una grossa base spaziale, con decine di scienziati che vanno, vengono, esplorano, frugano, e che possono avere incidenti. Ma questa volta non si segnala nessun incidente, nessun uomo è mancante. E la tuta è di un materiale ignoto, contiene strumenti mai visti e un giornale di bordo scritto in un alfabeto indecifrabile. Un extraterrestre, allora? Attorno all'enigma di "Charlie", come viene battezzato lo scheletro, si scatena un'appassionante controversia internazionale dove tutti i rami della scienza, dalla paleontologia alla chimica, dalla crittografia alla fisica, sono coinvolti. Ogni teoria, ogni soluzione, appare plausibile e valida finchè non viene drammaticamente smentita dalla successiva. Ma tutte concordano su un punto: lo scheletro di Charlie è un'assoluta impossibilità. "Fantascienza pura", così Isaac Asimov ha definito questo romanzo in cui, una volta tanto, l'accento principale cade sui fatti, le idee, la possibilità e gli uomini della scienza d'oggi." 

Trama: 
Anno del Signore 2027. L'umanità sta vivendo una piccola età dell'oro. Il mondo è in pace e la Guerra Fredda si è conclusa in un clima di distensione e di disarmo generale. Si sono registrati notevoli progressi tecnologici in ogni campo, tra cui l'energia pulita da fusione, la bonifica ambientale, i trasporti veloci e l'accesso economico allo spazio; un'agenzia spaziale delle Nazioni Unite sta guidando un aggressivo programma di esplorazione del sistema solare. Un giorno accade un evento portentoso e terribile: uno degli equipaggi di ricognizione lunare si imbatte in un corpo disseccato, avvolto in una tuta spaziale, all'interno di una piccola caverna sull'argenteo satellite. Il mistero assume proporzioni immani quando i test rivelano che il cadavere (soprannominato "Charlie") ha 50.000 anni! Il livello tecnologico della tuta spaziale è sostanzialmente simile a quello della Terra alla fine degli anni '20, ma è ovviamente il prodotto di una base tecnologica del tutto diversa. Per comodità, gli scienziati etichettano l'ipotetico popolo di "Charlie" come "Lunariani" (inglese: Lunarians), anche se è ovvio che non provengano dalla Luna. 
Col tempo, la Divisione Spaziale delle Nazioni Unite scopre ulteriori prove dell'occupazione Lunariana sulla Luna 50.000 anni fa, tra cui basi in rovina, altri resti umani e sufficienti esempi di scrittura; quest'ultima viene utilizzata per decifrare la loro lingua. I materiali tradotti dimostrano che i Lunariani – pur essendo geneticamente indistinguibili dagli umani – non erano nativi della Terra; le registrazioni del loro pianeta natale descrivono un mondo molto più freddo, con un anno della durata di 1.700 giorni, enormi calotte glaciali e profili continentali completamente sconosciuti. Inoltre, si scopre che le basi dei Lunariani sulla Luna furono tutte distrutte simultaneamente 50.000 anni fa in un enorme parossismo di violenza, che comportava l'uso diffuso di armi nucleari.
Nel frattempo, una spedizione della Space Arm nella fascia degli asteroidi scopre che essa comprende i resti di un pianeta delle dimensioni della Terra, a cui viene dato il nome di "Minerva" e che sembra corrispondere ai documenti superstiti del pianeta natale dei Lunariani. 50.000 anni fa, Minerva veniva lentamente strangolata da un'era glaciale; la sua popolazione formò due regimi totalitari, che si impegnarono in una guerra costante nel tentativo di evacuare le loro élite sulla Terra del Pleistocene, molto più abitabile. Il diario di "Charlie" include una descrizione dell'ultima di queste guerre, che fu di natura sufficientemente catastrofica non solo da distruggere la civiltà dei Lunariani, ma da destabilizzare la struttura interna del pianeta al punto di disintegrarlo. 
Questi dati costituiscono il fondamento dei misteri centrali del romanzo: come è possibile che esseri umani identici si siano evoluti in modo indipendente sia sulla Terra che su Minerva? In secondo luogo, poiché i Lunariani avevano trasportato un'enorme quantità di materiale militare sulla luna terrestre, perché non avevano compiuto il banale passo di atterrare sulla Terra stessa? 
La situazione viene poi complicata e parzialmente risolta da un'altra scoperta: un'enorme astronave sepolta sotto i ghiacci di Ganimede. Ben più avanzata della tecnologia Lunariana, la nave si rivela vecchia di 25 milioni di anni e con un equipaggio di esseri alti tre metri, chiaramente estranei alla vita terrestre. Tuttavia, questi cosiddetti "Ganimediani" (inglese: Ganymeans) possono essere evolutivamente correlati a campioni di pesce in scatola rinvenuti nelle basi lunari dei Lunariani, suggerendo che appartenessero entrambi alla stessa linea di discendenza; il che significa che i Ganimediani dovevano essere i veri nativi di Minerva. I campioni biologici rinvenuti nella nave dimostrano inoltre che i Ganimedi ani avevano introdotto la vita vegetale e animale terrestre su Minerva nell'ambito di un fallito progetto di geoingegneria, e che i Lunariani devono essersi evoluti su Minerva da primati superiori trapiantati lì dai Ganimediani. 
I due scienziati più importanti del team investigativo sono il fisico Victor Hunt e il biologo Christian Danchekker. Ognuno di loro sviluppa una teoria concorrente per spiegare il paradosso, e quindi inizialmente si trovano in disaccordo; tuttavia, entrambi applicano il metodo scientifico e la ricerca della verità, così alla fine sviluppano un rapporto e un profondo rispetto reciproco. Ognuno di loro risolve una metà del mistero: Hunt si rende conto che i Lunariani non avevano capacità interplanetarie affidabili al momento della loro distruzione, e che erano arrivati ​​solo fino alla luna di Minerva, che avevano fortificato pesantemente a causa delle loro interminabili guerre. Durante il loro conflitto finale, Minerva fu distrutta e la sua luna, non più legata gravitazionalmente, precipitò verso il sistema interno, dove fu catturata dalla gravità dalla Terra, entrando in un'orbita stabile. L'attuale luna della Terra è in realtà l'ex luna di Minerva! 
I pochissimi Lunariani superstiti riuscirono a scendere sulla Terra, a bordo dell'unica astronave rimasta. Nel frattempo, Danchekker risolve l'altra metà del mistero: la straordinaria somiglianza genetica tra Lunariani e umani è spiegata dal fatto che tutti gli umani moderni discendono interamente da questi sopravvissuti Lunariani. Dotati di un feroce istinto di sopravvivenza dall'ambiente spietato di Minerva e ulteriormente acuito dalla loro storia di guerra, i Lunariani – al loro arrivo sulla Terra – erano sprofondati nella barbarie e avevano sterminato i loro cugini terrestri meno avanzati e meno aggressivi, i Neanderthal. 


Recensione: 
Quando mi sono imbattuto per la prima volta in quest'opera di James P. Hogan, leggendone la sinossi, ne sono stato profondamente colpito. Mi ha subito riportato alla memoria qualcosa che risaliva a qualche anno prima. Erano i tempi di Splinder, ormai remoti. Sabato 17 dicembre 2005, avevo scritto il seguente microracconto sul blog connettivista Cybergoth, intitolato Il lato oscuro della luna
 


L'ispirazione di questa orrenda visione era stata tratta da un sogno particolarmente angosciante. In realtà, leggendo Lo scheletro impossibile, mi sono presto reso conto che il tema trattato era molto diverso da quello del mio testo connettivista. Non si aveva a che fare con una distorsione spaziotemporale in grado di trasportare manufatti umani negli abissi del Cosmo. Il reperto erratico rinvenuto sulla Luna aveva invece a che fare con gli Antichi Astronauti. Il reperto erratico non consisteva nei resti di un uomo della nostra epoca storica venuto misteriosamente a trovarsi dove non doveva essere. Era invece un esemplare fossile di un tempo in cui, a rigor di logica, gli esseri umani non avrebbero dovuto avere la capacità di viaggiare da un pianeta all'altro. L'idea mi è molto piaciuta e ho seguito con grande interesse la narrazione, anche quando ho cominciato ad imbattermi in dettagli grotteschi...  

La fisica di Atomino Bip Bip... 

A un certo punto ho avuto reminiscenze topolinesche. A risvegliare le memorie sopite è stata la menzione delle particelle subatomiche denominate "mesoni". Mi ricordo come se fosse ieri un'avventura del roditore di Topolinia. Il Professor Enigm era in preda all'affanno e spiegava a Topolino, senza riuscire a smetterla di essere iper-tecnico, di aver fatto una sensazionale scoperta:

"Mi sono accorto che surriscaldando i mesoni di un elemento, quell'elemento scompariva!" 

Tutto ciò è splendido! Siamo all'apoteosi della Fisica! 

... e la fisica di Hogan!

Ed ecco i fantomatici mesoni di Hogan: 

"Quindici anni prima era stata la sede del Laboratorio Statale di Ricerca sulle Armi Nucleari Bonneville. Qui scienziati americani che lavoravano in collaborazione con l'Istituto di Ricerca degli Stati Uniti dell'Europa Federale, di Ginevra, avevano elaborato la teoria della dinamica dei mesoni che aveva portato alla creazione della bomba nucleonica. La teoria prediceva una reazione "pulita" nell'ambito di una potenza molto maggiore di quella della fusione termonucleare. Gli esperimenti condotti nel Sahara l'avevano confermata."

E ancora:

"La teoria matematica sviluppatasi dalla dinamica dei mesoni presupponeva l'esistenza di tre elementi transuranici non ancora scoperti. Sebbene esistessero per ora solo allo stadio d'ipotesi furono battezzati iperio, bonnevillio e genevio. Secondo la teoria, questi elementi, una volta formati, sarebbero divenuti stabili grazie a una distorsione nella curva massa transuranica contro energia coibente. Erano elementi difficilissimi a trovarsi e comunque non reperibili sulla Terra. Secondo la teoria matematica solo grazie a due condizioni note si poteva ottenere la condizione ideale per la loro formazione: il punto centrale della detonazione di una bomba nucleonica o il collasso di una supernova che di conseguenza si sarebbe trasformata in una stella neutronica."
 
Il Nobel ad Einstein per la Relatività generale non l'hanno mica dato (l'ha ricevuto per la spiegazione del meno noto effetto fotoelettrico). Magari lo darebbero al Professor Enigm per la storia dei mesoni surriscaldati o a Hogan per i nuclei transuranici stabili. La storia disneyana in cui Romano Scarpa ha introdotto il personaggio di Atomino Bip Bip è del 1959: evidentemente deve aver lasciato la sua traccia nella Noosfera, venendo quindi intercettata e in qualche modo utilizzata da Hogan. Memetica sublime! 

Un'infinita rete di contraddizioni logiche 

Bellissimo il processo dialettico che tormenta gli scienziati con un'infinita serie di domande incapaci di generare risposte! Ad ogni domanda la Conoscenza si fa più incerta, dando origine a una cascata di nuove domande, ad infinitum! Si introducono ad ogni passo diaboliche e disturbanti contraddizioni che provocano emicranie nei protagonisti. Questo scrive NetMassimo (netmassimo.com/2016/02/29/): "La trama è composta soprattutto dalle discussioni tra gli scienziati che cercano di risolvere il mistero di Charlie. Decisamente non si tratta di un romanzo d’azione ma di speculazione. Per questo motivo, è difficile parlare di ritmo della narrazione perciò l’attenzione del lettore viene mantenuta dall’intrigo di una ricerca che sembra ribaltare continuamente le teorie degli scienziati." Penso che sarebbe bello trarre un adattamento cinematografico da questo giallo archeoastronomico. Invece non è concesso. In questa tirannia mediatica viene rovesciata addosso alle masse la merda di Netflix!    

Decomposizione totale!

Massimo Luciani (andromedasf.altervista.org) fa notare una significativa incongruenza:

"Piuttosto sono rimasto perplesso dal fatto che di Charlie sia stato trovato solo lo scheletro, il risultato di una normale decomposizione del cadavere. Considerando il fatto che è morto sulla Luna in una tuta spaziale mi sarebbe sembrato più logico che il suo corpo non si decomponesse ma si mummificasse. Se si tratta di un errore non è comunque grave ai fini della trama." 

Credo che uno scheletro faccia comunque più effetto di una mummia, per questo Hogan ha sorvolato sui dettagli tanatologici in assenza di un'atmosfera consistente! 

Il Ciclo dei Giganti 

Questo romanzo di Hogan è il primo di una serie di cinque, una specie di pentalogia denominata Ciclo dei Giganti (Giant Series). In Italia sono stati tutti pubblicati da Mondadori, i primi tre in Urania e gli ultimi due in Urania Jumbo. Ecco l'elenco con le date: 

1) Lo scheletro impossibile (Inherit the Stars, 1977), Urania n. 739 (1978); 
2) Chi c'era prima di noi (The Gentle Giants of Ganymede, 1978), Urania n. 765 (1978);  
3) La stella dei giganti (Giants' Star, 1981), Urania n. 931 (1982);  
4) Entoverse (Entoverse, 1991), Urania Jumbo n. 1 (2018);  
5) Missione su Minerva (Mission to Minerva, 2005), Urania Jumbo n. 4 (2018). 

Mi sono fermato alla prima di queste opere. Ovviamente avrò cura di leggere e di recensire tutti i romanzi di questo ciclo, sempre ammesso che l'Angelo della Morte non mi ghermirà prima. 

Hogan e Ridley Scott  

Si comprende all'istante che Ridley Scott ha attinto a piene mani a questo materiale per realizzare Prometheus (2012) e Alien: Covenant (2017). Giganti, Ingegneri, elaborate mitologie che sostituiscono almeno in parte le architetture concettuali di Darwin. Abbiamo così scenari innovativi, con gli esseri umani descritti come antica fabbricazione tecnologica, prodotti da manipolazioni genetiche! Un lettore ha affermato in un sito Web che tutto è talmente bello che viene voglia di crederci. Anche a me viene voglia di crederci: tutto sembra acquisire un senso. Tuttavia mi rendo conto che arriviamo sempre al solito paradosso: per spiegare il mondo in cui viviamo si rende necessario postularne un altro. Chiaramente la costruzione non funziona. Se già fatichiamo a spiegare questo mondo usando le insufficienti risorse del cervello umano, figuriamoci come possiamo spiegare un altro mondo di cui non sappiamo niente. Non si capisce perché immaginare alieni che creano Homo sapiens usando l'ingegneria genetica dovrebbe essere una soluzione soddisfacente, quasi consolatoria. Qual è poi l'origine di questi alieni? L'evoluzione, ovviamente

Altre recensioni e reazioni nel Web 

L'ottimo Carlo Menzinger, autore di romanzi ucronici (ricordiamo bene Il Colombo divergente, 2001), ha scritto una recensione intitolata LE SORPRESE DELL'ARCHEOLOGIA LUNARE, comparsa su Anobii.com

 
"La strutturazione della trama de “Lo scheletro impossibile” è davvero notevole. Questo romanzo di James Patrick Hogan, scritto nel 1977, è il primo di cinque episodi della serie chiamata “Ciclo dei giganti”. Partendo dalla scoperta sulla Luna del cadavere di un astronauta umano vecchio di 50.000 anni, Hogan ci trascina in una serie di indagini e speculazioni successive che fanno mutare le ipotesi per la soluzione di questo mistero delineando e subito dopo smontando una serie di scenari alternativi. La conclusione è perfettamente logica ed equilibrata, partendo dai presupposti fantasiosi del ritrovamento iniziale e di quelli successivi. Trovo solo assurdo che si riesca a decifrare così bene una lingua sconosciuta, senza alcuna assonanza con lingue note e senza alcuna “stele di Rosetta”." 

E ancora: 

"Il romanzo risente solo (ma non troppo) del tipico difetto dell’hard fiction: spiega con troppi dettagli tecnico scientifici ogni cosa. Per il resto, si presenta non solo ben costruito, con una sorta di struttura da giallo ma sfruttata per un mistero decisamente molto più appassionante dello scoprire chi abbia assassinato la vittima di turno. Qui si ragiona sulle origini dell’umanità e lo si fa con grande fantasia e intelligenza. Mi dispiace non svelare il finale, che davvero merita di essere raccontato per il suo grande equilibrio narrativo ma non sarebbe giusto verso chi, purtroppo per lui, questa storia ancora non avesse letto." 

mercoledì 15 marzo 2023


IL PROFUMO

Titolo originale: Das Parfum. Die Geschichte eines Mörders
Autore: Patrick Süskind
1a ed. originale: 1985 
1a ed. italiana: 1988
Paese di pubblicazione: Germania 
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Horror, mistero 
Tematiche: Cannibalismo, serial killer  
Lingua originale: Tedesco
Ambientazione: Francia, XVIII secolo (1738 - 1767):  
  Parigi,
  Montpellier,
  Grasse,  
  Plomb du Cantal    
Protagonisti: Jean-Baptiste Grenouille 
Altri personaggi: Giuseppe Baldini, Madame Gaillard,
    Marchese de la Taillade-Espinasse, Antoine Richis,
    Laure Richis, Madame Arnulfi, Dominique Druot 
Editore italiano: TEA, TEADUE, Longanesi 
Traduttore: Giovanna Agabio 
Codice ISBN (1988): 9788850213979
Codice ISBN (1992): 8878193526 
Codice ISBN (2007): 9788850215157
Titoli in altre lingue: 
   Francese: Le Parfum: histoire d'un meurtrier
   Inglese: Perfume: The Story of a Murderer 
   Olandese: Het parfum 
   Svedese: Parfymen – berättelsen om en mördare 
   Basco: Perfumea. Hiltzaile baten historia 
   Spagnolo: El perfume: historia de un asesino 
   Catalano: El perfum: Història d'un assassí 
   Portoghese: O Perfume 
   Polacco: Pachnidło: Historia pewnego mordercy 
   Russo: Парфюмер 
   Lituano: Kvepalai: vieno žudiko istorija 
   Greco: Το άρωμα 
   Turco: Koku 
   Cinese: 香水 
   Giapponese: 香水 ある人殺しの物語

Incipit: 

"Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio della storia che non lascia traccia: nel fugace regno degli odori."

Trama: 

Prima parte:

Parigi. Anno del Signore 1738. Un bambino appena nato viene abbandonato. Sua madre subisce processo per un precedente infanticidio ed è condannata a morte. L'orfano viene chiamato Jean-Baptiste Grenouille ("grenouille" significa "rana"). Dato in affido, si rivela un bambino difficile, tetro e solitario. Viene quindi mandato come apprendista presso un conciatore locale. All'insaputa degli altri, Grenouille ha un olfatto straordinario, che gli conferisce un'incredibile capacità di distinguere gli odori più sottili da complesse miscele, anche a grandi distanze.
Un giorno, dopo aver memorizzato quasi tutti gli odori della città, Grenouille viene sorpreso da una traccia unica. Ne scopre la fonte: una giovane vergine. Affascinato dal suo profumo e convinto di doverlo possedere solo lui, la strangola. Rimane con il suo corpo finché l'odore non lo abbandona. 
Volendo approfondire le sue conoscenze olfattive, diventa apprendista di uno dei migliori profumieri della città, l'anziano Giuseppe Baldini, che ha gestito un'attività di successo grazie a due profumi: uno regalatogli da un parente e uno acquistato da un agente di viaggio. Baldini alla fine si ritrova sempre più surclassato dai profumieri rivali e pensa di tornare a vivere in Italia con la moglie. Tuttavia, Grenouille si dimostra un prodigio copiando e migliorando il profumo di un rivale nel laboratorio di Baldini. Il profumiere gli offre un apprendistato e gli insegna le tecniche di base della profumeria. Vende al contempo le nuove magistrali formule di Grenouille come proprie, risollevando la sua reputazione in declino. Baldini alla fine rivela a Grenouille che esistono tecniche diverse dalla distillazione, che possono essere utilizzate per preservare una gamma più ampia di odori, tecniche che si possono apprendere solo nel cuore dell'arte profumiera, nella regione di Grasse, in Costa Azzurra. Poco dopo, Grenouille decide di lasciare Parigi e Baldini muore nel crollo del suo negozio nella Senna.

Seconda parte: 

Durante il suo viaggio verso Grasse, Grenouille attraversa la campagna e prova sempre più disgusto per l'odore umano. Evitando la civiltà, si trasferisce in una grotta all'interno del Plomb du Cantal, sopravvivendo grazie alla scarsa vegetazione e alla fauna selvatica della montagna. Tuttavia, la sua pace finisce quando, dopo sette anni, si rende conto di non possedere alcun odore. Viaggiando a Montpellier, inventata di essere stato rapito e segregato in una grotta per giustificare il suo aspetto emaciato. Crea un finto odore corporeo con materiali di uso quotidiano, scoprendo che il suo nuovo "travestimento olfattivo" inganna le persone, fruttandogli l'accettazione da parte della società che prima lo emarginava. 
A Montpellier, ottiene il patrocinio del Marchese de la Taillade-Espinasse, Signore di Pierrefort, che lo usa per pubblicizzare la sua teoria pseudoscientifica sull'influenza delle "energie fluidiche" sulla vitalità umana. Grenouille produce profumi che distorcono con successo la propria percezione pubblica, trasformandolo da un miserabile cavernicolo in un patrizio pulito e colto, contribuendo a far guadagnare un'enorme popolarità alla teoria del Marchese. Vedendo quanto facilmente l'umanità possa essere ingannata da un semplice profumo, l'odio di Grenouille si trasforma in disprezzo. Si rende conto che è nella sua capacità di creare profumi descritti come "sovrumani" e "angelici" che influenzeranno in modo senza precedenti il ​​modo in cui gli altri lo percepiscono.

Terza parte: 

A Grasse, Grenouille scopre una giovane donna di nome Laure il cui profumo ha lo stesso fascino della ragazza che ha ucciso in precedenza. Determinato a preservarlo, Grenouille inizia a lavorare come apprendista in un laboratorio e inizia a imparare a conservare gli odori tramite l'enfleurage, determinato a uccidere Laure ed estrarne l'odore. Nel frattempo, uccide altre 24 giovani donne, per esercitarsi a conservare gli odori umani e usarli come base per il profumo che creerà con l'odore di Laure. 
Il padre di Laure, temendo che la figlia venga uccisa, cerca di farla fuggire. Tuttavia Grenouille li segue e uccide anche Laure. Nonostante la sua attenta cura dei dettagli, la polizia riesce a risalire fino a lui. A questo punto i capelli e gli abiti delle sue precedenti vittime vengono tutti rinvenuti nella sua baita vicino a Grasse. Catturato in breve tempo, viene condannato a morte.
Durante il tragitto verso l'esecuzione nella piazza del paese, Grenouille indossa il nuovo profumo che ha creato con le sue vittime. Gli effluvi suscitano immediatamente ammirazione e adorazione tra la folla di spettatori: sebbene le prove della sua colpevolezza siano schiaccianti, gli abitanti del paese gli si affezionano a tal punto da essere convinti dell'innocenza che ora trasuda. Così il magistrato ribalta il verdetto del tribunale e  libera il condannato; persino il padre di Laure è incantato dal nuovo profumo e vorrebbe addirittura adottare l'assassino come suo figlio. Presto la folla è così sopraffatta dalla lussuria e dall'emozione che l'intera città partecipa a un'orgia di massa di cui nessuno parla in seguito e che pochi riescono a ricordare chiaramente. Il magistrato riapre le indagini sugli omicidi, attribuendoli al collega di Grenouille, il corriere Dominique Druot, che viene torturato per ottenere una falsa confessione e impiccato senza cerimonia. In seguito all'esecuzione, la vita torna alla normalità a Grasse. 

Quarta parte: 

L'effetto del profumo conferma a Grenouille l'odio verso le persone, soprattutto perché si rende conto che ora lo adorano. Nemmeno questo controllo assoluto gli dà soddisfazione. Decide di tornare a Parigi, con l'intenzione di morire lì, e dopo un lungo viaggio finisce al mercato del pesce dove è nato. Si versa addosso la bottiglia di profumo che ha creato: le persone sono così attratte da lui che sono costrette a impossessarsi del suo corpo, finendo per farlo a pezzi e mangiarlo. La folla, imbarazzata dalle proprie azioni cannibaliche, che ammette di aver compiuto un "atto d'amore".

Recensione: 
Senza dubbio Il profumo è tra i più grandi capolavori della letteratura tedesca del XX secolo. Il suo successo è stato mondiale. Tradotto in 40 lingue, è diventato un bestseller da 20 milioni di copie.  
Lo stile del romanzo fonde fantasia e finzione con informazioni fattuali. Si sovrappongono due linee narrative distinguibili: l'elemento fantastico, quasi fiabesco, è veicolato dall'olfatto soprannaturale di Grenouille, mentre le circostanze socio-storiche della trama costituiscono l'elemento realistico, con le loro descrizioni naturalistiche dell'ambiente, della produzione di profumi e degli omicidi. Il linguaggio evoca immagini sensoriali vivide, quasi febbrili: collega tutte le attività cognitive con il senso dell'olfatto, ingigantito, rappresentato dal modo in cui il protagonista percepisce il mondo esterno. 
Grenouille è un personaggio monomaniacale. La mania che lo domina è dovuta al suo genio. Il suo genio, a sua volta, è di natura maniacale. Grenouille non può fare a meno di "seguire sempre il suo naso". Sembra che il suo innato e preponderante senso dell'olfatto abbia ostacolato lo sviluppo di tutti gli altri sensi, rendendoli addirittura superflui, fino a provocarne l'atrofia.
Jean-Baptiste Grenouille è autistico. Da un lato, il linguaggio comune non gli basta più per ciò che egli percepisce olfattivamente, dall’altro, il mondo al di là di esso, caratterizzato da astrazioni "soprattutto di natura etica e morale", gli è e gli rimane estraneo per tutta la vita, dal punto di vista concettuale e di conseguenza anche da quello linguistico. 
Jean-Baptiste Grenouille è uno psicopatico. Non possiede la benché minima traccia di empatia. Per lui sopprimere una ragazza è un atto irrilevante, come se fosse una lucertola o un insetto. Tutto questo ricorda in qualche modo l'allucinante storia di un santo che da giovane aveva ucciso e sventrato una donna incinta soltanto per la curiosità di vedere cosa ci fosse dentro (se la memoria non mi fallisce, tale perla dell'agiografia è stata riportata da Emil Cioran). 
Chiunque sia giunto fin qui nella lettura di queste mie note, è pronto ad immergersi in un mondo che ai moderni parrebbe allucinante, in cui tutto puzza, in cui tutti puzzano. Persino il Re puzza, come un animale selvaggio. Persino la Regina puzza, come una capra vecchia. Detto questo, auguro a tutti buona immersione nelle feci e nella sozzura del XVIII secolo! 

Una Bibbia cannibalica! 

Armin Meiwes, il Cannibale di Rotenburg, era particolarmente fissato con il romanzo di Süskind, che considerava un vero e proprio testo sacro dell'antropofagia. Aveva tratto proprio da questa fonte l'ossessione del cannibalismo come "atto d'amore", che viveva in modo assoluto, totalizzante. Riporto a questo punto una sintesi dell'accaduto, da me redatta anni fa. 

"L'uomo di Rotenburg ha agito in modo singolare, adescando un passivo masochista in sommo grado che si eccitava alla sola idea di essere stuprato, macellato e mangiato. Descritto come omosessuale coprofago, proclive ai piaceri della prostituzione, afflitto da turbe psichiche ed avvezzo all'automacerazione fisica (fonte: Wikipedia), questo infelice si chiamava Bernd Jürgen Brandes ed era entrato in contatto con il cannibale rispondendo ad un annuncio pubblicato su una bacheca virtuale. “Spero che mi troverai gustoso”, aveva scritto Brandes a Meiwes, o almeno, questo è stato riportato in seguito dai mass media. Il carnefice ha avuto così l'occasione, incontrata la sua vittima ad un appuntamento, di soddisfare al contempo tutte le sue pulsioni, sessuali, sadiche e culinarie: ha fatto sesso sfrenato con lui, quindi lo ha evirato mentre era in erezione e gli ha messo in bocca i genitali recisi dopo averli fatti saltare in padella nell'olio incandescente, facendoglieli mangiare in quella che può essere descritta soltanto come celebrazione di un'eucarestia satanica. Poi gli ha portato una manciata di barbiturici e una bottiglia di whisky, mentre il sangue colava dalla ferita uranica che era stata aperta in mezzo alle gambe. Il passivo aveva ingoiato senza indugio i sonniferi bevendo il distillato fino a perdere conoscenza. Constatata la sua morte in seguito a quest'ultimo rito di un'occulta religione demoniaca, Meiwes aveva iniziato a macellare il corpo, ottenendo così l'occorrente per una serie di banchetti tiestei. Quando infine è stato scoperto ed arrestato, è sorto un grave problema per le autorità: un reato specifico di cannibalismo non era compreso nel codice penale, al massimo chi si cibava di un morto avrebbe potuto essere imputato di vilipendio a cadavere. Condannato in primo grado ad otto anni per omicidio preterintenzionale, il cannibale di Rotenburg in seguito è stato destinato all'ergastolo, l'accusa essendogli stata commutata in omicidio volontario."  

Pseudoscienza del XVIII secolo

La pseudoscienza non è una cosa moderna come in genere si crede: esisteva già secoli addietro. In estrema sintesi, il Marchese de la Taillade-Espinasse crede che il suolo sia la sorgente della morte. Ogni malattia e decadenza, così come l'esito finale dell'esistenza, secondo la sua teoria ha come causa proprio la vicinanza fisica con la terra. Per contro, allontanandosi dalla terra e vivendo in alta quota, ad esempio sulla sommità di una montagna, si previene la malattia e si ritarda la morte. Anche la dieta ha grande importanza per il Marchese: se i tartufi sono pestilenziali, visto che crescono nel terriccio, mentre la carne dei piccioni ha l'effetto di un elisir di lunga vita! A tal punto arriva il delirio da attribuire particolari virtù al ragù ottenuto da anatre catturate in volo e al grano coltivato in alta quota. Volendo sperimentare in prima persona la validità della sua architettura pseudoscientifica, il Marchese de la Taillade-Espinasse, poco dopo la scomparsa di Grenouille, si inoltra in una regione impervia per vivere da eremita sul Pic du Canigou. Il progetto del nobiluomo si scontra con la durezza estrema della realtà, così la morte giunge rapidamente a ghermirlo. 

Etimologia del cognome Grenouille

L'origine ultima del cognome Grenouille è dal latino rānucula "ranocchia", "piccola rana", diventato in francese antico renoillegrenoille, quindi in francese medio renouille, grenouille. La consonante iniziale g- è di origine espressiva, non etimologica. Si noti il cambiamento della pronuncia nel corso dei secoli. Il francese antico (g)renoille rima con l'italiano moglie. La pronuncia moderna del francese grenouille è /gʁe'nuj/.
La parola originale latina rāna "rana" ha dato invece origine al francese raine, ormai obsoleto e usato soltanto in Louisiana. 

Possibile ispirazione del nome 

Il nome del protagonista potrebbe essere stato ispirato al profumiere francese Paul Grenouille. Nel 1879, in seguito all'apertura di una profumeria di lusso, cambiò il suo cognome in Grenoville, probabilmente per evitare il pubblico dileggio: all'epoca esistevano moltissimi bulli pestilenziali che si attaccavano anche a queste cose. 

Possibile ispirazione del modus operandi 

Secondo alcuni, la storia vera del serial killer spagnolo Manuel Blanco Romasanta (Esgos, 1809 - Ceuta, 1863), noto anche come "Uomo del Sego" o "Uomo-lupo di Allariz che uccise una decina di donne e bambini, vendette i loro vestiti ed estrasse il loro grasso corporeo per produrre sapone, assomiglierebbe per certi versi ai metodi usati da Grenouille. Se devo essere sincero, non ci vedo molto in comune. Profondamente diverso era il movente: mentre il protagonista del romanzo di Süskind è mosso dal desiderio di eternare il profumo di certe donne, Rosamanta era convinto di essere colpito da una maledizione che lo condannava alla licantropia e lo spingeva a uccidere. Questo dichiarò al giudice: "La prima volta che mi trasformai fu sui monti di Couso. Mi imbattei in due lupi dall'aspetto feroce. Caddi improvvisamente a terra e iniziai ad avere convulsioni, mi girai tre volte e pochi secondi dopo ero un lupo. Fui in giro a fare prede con gli altri due per cinque giorni, finché non tornai nel mio corpo, quello che vedete oggi davanti a voi, Vostro Onore. Gli altri due lupi vennero con me, e io li credevo anch'essi lupi, trasformati in forma umana. Erano di Valencia. Uno si chiamava Antonio e l'altro Don Genaro. Anche loro erano maledetti... attaccammo e mangiammo diverse persone perché eravamo affamati." Si è poi scoperto cosa ha innescato la monomania licantropica in Rosamanta: da giovane era stato perseguitato ferocemente dai bulli, che lo ritenevano "effeminato". Gratta un serial killer e troverai un adolescente fragile perseguitato dai bulli! 

Etimologia del cognome Arnulfi 

Dei cognomi che ricorrono nel romanzo, ho trovato particolarmente interessante Arnulfi, portato dalla datrice di lavoro di Grenouille. Deriva dal nome del capostipite, Arnulf (il suffisso -i è un genitivo latino fossilizzato). Ecco l'etimologia: 

Protogermanico: *Arnuwulfaz 
Significato: Lupo-Aquila 
   *arnuz "aquila" + *wulfaz "lupo" 

Duole vedere tante rovine dell'antico mondo germanico, abbandonate e prive di qualsiasi comprensione del significato da parte della popolazione di lingua romanza! 

L'adattamento cinematografico 

Tom Tykwer ha diretto Profumo - Storia di un assassino, uscito nel settembre 2006. Tra gli interpreti segnaliamo Ben Whishaw nel ruolo di Jean-Baptiste Grenouille, Dustin Hoffman nel ruolo di Giuseppe Baldini e Alan Rickman nel ruolo del sindaco Richis. Si erano interessati al soggetto anche registi del calibro di Martin Scorsese, Stanley Kubrick, Ridley Scott e Miloš Forman. Tuttavia Süskind concesse la liberatoria solo nel 2001 e nel frattempo tutti questi progetti erano già andati a monte. Si riporta un fatto notevole: nel 2006 Patrick Süskind non si presentò neanche alla prima del film di Tykwer, che provvederemo a recensire in un'altra occasione.