domenica 5 gennaio 2014

AGONIA E TRAPASSO DI UNA LINGUA

Il Norn è una lingua della cui esistenza pochi hanno sentito parlare. Eredità dei Vichinghi, discende direttamente dall'antico Norvegese (Norreno) importato nelle isole Orcadi e Shetland. Era parlato anche a Caithness, sulla costa della Scozia. Quando nel XV secolo le Orcadi e le Shetland furono cedute dalla Norvegia alla Scozia, iniziò la lenta decadenza delle loro tradizioni linguistiche. Il declino proseguì fino alla consunzione finale, avvenuta nel XIX secolo. L'ultimo parlante conosciuto di Norn fu Walter Sutherland, nativo di Skaw nell'isola di Unst, la più settentrionale delle Shetland. Morì nel 1850. Dopo quella data, si sono trovate persone capaci di ripetere solo poche frasi stereotipate. 

Incredibilmente, le attestazioni sono scarsissime, e tutto ciò che possediamo del Norn consta del Padre Nostro e del testo di un indovinello.


Al fine di contrastare in qualche modo la pressoché assoluta inutilità della blogosfera, riporto qui di seguito il tutto. 

Padre Nostro (versione Norn delle Orcadi): 

Favor i ir i chimrie, / Helleur ir i nam thite,
gilla cosdum thite cumma, / veya thine mota vara gort
o yurn sinna gort i chimrie, / ga vus da on da dalight brow vora
Firgive vus sinna vora / sin vee Firgive sindara mutha vus,
lyv vus ye i tumtation, / min delivera vus fro olt ilt, 

Amen. 


Padre Nostro (versione Norn delle Shetland):

Fy vor or er i Chimeri. / Halaght vara nam dit.
La Konungdum din cumma. / La vill din vera guerde
i vrildin sindaeri chimeri. / Gav vus dagh u dagloght brau.
Forgive sindorwara / sin vi forgiva gem ao sinda gainst wus.
Lia wus ikè o vera tempa, / but delivra wus fro adlu idlu.
For do i ir Kongungdum, u puri, u glori,
Amen


Un guddik (indovinello tradizionale) riportato da Jakob Jakobsen di Unst:  

Fira honga, fira gonga,
Fira staad upo skø
Twa veestra vaig a bee
And een comes atta driljandi.  
 

Traduzione: 

Quattro pendono, quattro camminano,
Quattro stanno verso il cielo
Due mostrano la via verso il campo
E uno viene a scuotere da dietro. 
 

(Indica la vacca: quattro tette pendono, quattro gambe camminano, due corna sono rivolte al cielo e una coda si agita dietro.) 

Tutto ciò che viene ad esistere è fragile e votato alla dissoluzione. Un giorno anche la lingua che parliamo e usiamo per scrivere si avvierà verso lo stesso orizzonte di annientamento.

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