Mi imbatto spesso in parole di una bizzarria incredibile, ma ne ho trovata una che le batte tutte: ENTERONAUTA. La usano in molti, e la reputano connessa con la spiritualità, ricollegandola etimologicamente con la parola "interiorità". Secondo una definizione che ho trovato, l'enteronauta sarebbe grossomodo colui che pratica l'introspezione. Orbene, la realtà dei fatti è ben diversa. Siccome la parola in questione ha la sua radice nel Greco Antico, "enteron", non significa affatto "colui che naviga in se stesso" o "navigatore interiore", bensì "navigatore intestinale". Questo è il significato di "enteron": INTESTINO, ossia "tubo digerente". A dispetto dell'assonanza con le parole italiane "entro" e "interno", questo "enteron" si riferisce alla più bieca materialità, quella della produzione di feci. Ricordo che J. (R.I.P.) scherniva spesso Vanna Marchi e Pacheco do Nascimento definendoli "esperti in vita intestinale" anziché "esperti in vita interiore". Dopo aver cercato in Rete, ho trovato che "enteronauta" è soltanto un'ardita alterazione di "entronauta" o "endonauta", termini più solidi. Evidentemente "entronauta" è la forma originale, che poi qualcuno ha alterato per malizia. Ora mi interrogo sull'identità di quel genio della burla che prodotto questo sublime scherzo goliardico. Perché soltanto la malizia di uno spirito irriverente può aver concepito tanto. E il bello è che il termine "enteronauta" si è diffuso tra gli utenti del Cyberspazio sfruttando la loro disattenzione o la scarsa dimestichezza con le lingue antiche. Mi vedo proprio gli Enteronauti come tanti omini rinchiusi in microscopici scafi, come in Viaggio Allucinante o in Salto nel Buio, intenti ad esplorare diverticoli del colon e a farsi largo tra escrementi in formazione. No, non può essere un caso l'aggiunta di una semplice vocale. Quale dotto sarcasmo!
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