Questo è il Carme 84 di Catullo, in cui il poeta menziona la pronuncia aspirata di un etrusco:
LXXXIV
Chommoda dicebat, si quando commoda vellet
dicere, et insidias Arrius hinsidias,
et tum mirifice sperabat se esse locutum,
cum quantum poterat dixerat hinsidias.
credo, sic mater, sic liber avunculus eius.
sic maternus avus dixerat atque avia.
hoc misso in Syriam requierant omnibus aures
audibant eadem haec leniter et leviter, omoteleuto
nec sibi postilla metuebant talia verba,
cum subito affertur nuntius horribilis,
Ionios fluctus, postquam illuc Arrius isset,
iam non Ionios esse sed Hionios.
Traduzione:
dicere, et insidias Arrius hinsidias,
et tum mirifice sperabat se esse locutum,
cum quantum poterat dixerat hinsidias.
credo, sic mater, sic liber avunculus eius.
sic maternus avus dixerat atque avia.
hoc misso in Syriam requierant omnibus aures
audibant eadem haec leniter et leviter, omoteleuto
nec sibi postilla metuebant talia verba,
cum subito affertur nuntius horribilis,
Ionios fluctus, postquam illuc Arrius isset,
iam non Ionios esse sed Hionios.
Traduzione:
Volendo dire comodi Arrio diceva 'homodi' (1)
e in luogo di insidie 'hinsidie',
convinto di parlare a perfezione
quando con tutto il fiato urlava 'hinsidie'.
Credo proprio che sua madre, lo zio materno
ed anche i suoi nonni parlassero così.
Mandato in Siria riposavano le orecchie
e riudivan le parole col giusto suono
senza più temere di ascoltarle storpiate.
D'un tratto ecco la notizia orribile,
Arrio ha solcato i flutti dello Ionio,
e Ionio questo non è più, ma Hionio (2).
(1) non homodi, a dire il vero, ma chomodi
(2) Ionios, "violaceo"; Hionios, interpretato come "gelido"
e in luogo di insidie 'hinsidie',
convinto di parlare a perfezione
quando con tutto il fiato urlava 'hinsidie'.
Credo proprio che sua madre, lo zio materno
ed anche i suoi nonni parlassero così.
Mandato in Siria riposavano le orecchie
e riudivan le parole col giusto suono
senza più temere di ascoltarle storpiate.
D'un tratto ecco la notizia orribile,
Arrio ha solcato i flutti dello Ionio,
e Ionio questo non è più, ma Hionio (2).
(1) non homodi, a dire il vero, ma chomodi
(2) Ionios, "violaceo"; Hionios, interpretato come "gelido"
Questo testo è considerato come prova positiva dai fautori dell'origine etrusca della gorgia toscana, anche se quanto descrive è simile soltanto all'apparenza. Forse che nel toscano aspirato si aggiunge una h- a parole che in italiano standard iniziano per vocale? No di certo. Nessun toscano direbbe *hinsidia per insidia, o *haltro per altro. Inoltre, il fatto che hinsidias e Hionios abbiano una h- mentre chommoda ha ch-, fa pensare che Catullo trascrivesse con h una consonante fricativa e con ch- un'occlusiva aspirata /kh/. Un motivo di più per rimarcare la sostanziale differenza tra il tentativo di trascrivere la pronuncia di Arrio e i suoni usati dei moderni toscani.
Questo si legge in un forum sull'argomento:
"Ma Catullo è veronese, odia sentire storpiare il latino e non capisce il funzionamento della gorgia, quindi non sa imitarla. Proprio esattamente come Camilleri ne 'il birraio di Preston', che fa iniziare il discorso di un toscano con una bella aspirazione. Questo non può succedere in toscano, perché non si aspira mai ad inizio di discorso, ma solo tra due vocali o davanti a cr (la hasa, la hroce- casa, croce)".
Non è che Catullo non sapesse imitare la gorgia toscana, che non esisteva. Egli non comprendeva la logica del sistema fonetico della lingua etrusca e dei tentativi di Arrio di pronunciare il latino.
Quando si sente parlare Ratzinger, si ha l'impressione che pronunci "pampini" anziché "bambini" e "callo" anziché "gallo". In realtà in tedesco l'occlusiva labiale sonora /b/ esiste, ma in alcune varietà è meno sonora che in italiano. Essendo l'occlusiva labiale sorda /p/ pronunciata in realtà /ph/, ecco che per un tedesco l'opposizione tra /ph/ (scritto p-) e /p/ (scritto b-) è già sufficiente a marcare il contrasto tra i due suoni. In certi dialetti, come parte di quelli alemannici, il mutamento da /b/ a /p/ si è completato. Un discorso simile vale per le altre occlusive. Ora, nessuno si sognerebbe di dire che i tedeschi hanno la gorgia, forse perché la spirantizzazione non è così pronunciata.
A un fenomeno di questo tipo, ma avvenuto in epoca più antica, si deve il passaggio da /p/ iniziale all'affricata /pf/ del tedesco, anche in parole prese a prestito da latino. In modo simile la /t/ iniziale di parola diventa un'affricata /ts/, scritta z-, e via discorrendo. Nel corpo delle parole, le occlusive semplici intervocaliche sono diventate fricative. Si è partiti da /p/ /t/ /k/, e si è avuta una spirantizzazione tanto forte da produrre un complesso mutamento che è conosciuto come Seconda Rotazione Consonantica. Riportiamo alcuni esempi per la serie labiale:
/p/ > /pf/:
Lat. /pi:lum/ pilum 'giavellotto' > Ted. Pfeil 'freccia'
Lat. /piper/ piper 'pepe' > Ted. Pfeffer 'pepe'
Lat. /kampus/ campus 'campo' > Ted. Kampf 'battaglia'
Lat. /piper/ piper 'pepe' > Ted. Pfeffer 'pepe'
Lat. /kampus/ campus 'campo' > Ted. Kampf 'battaglia'
/b/ > /p/
Lat. /bo:le:tus/ boletus 'fungo porcino' > Ted. Pilz 'fungo'
Ingl. rib 'costola' : Ted. Rippe 'costola'
Ingl. rib 'costola' : Ted. Rippe 'costola'
Questi cambiamenti sono partiti da qualcosa di simile alla spirantizzazione riscontrata nel fiorentino (a casa /akkhasa/), anche se non identico (non dipende dal contesto sintattico, comporta ulteriori mutamenti nelle consonanti sonore). Per chi volesse approfondire l'argomento, rimando alle fonti facilmente reperibili nel Web. Ad esempio si può partire da Wikipedia per poi intraprendere ulteriori ricerche.
Ora, è possibile che Arrio sentisse le consonanti /p/ /t/ /k/ del latino come rilassate e le riproducesse come /ph/ /th/ /kh/, mentre le consonanti etrusche /p/ /t/ /k/ potevano essere realizzate come sonore /b/ /d/ /g/ in certi contesti o come tese /pp/ /tt/ /kk/ in altri, in contrasto con le aspirate. Non dimentichiamoci che gli autori delle glosse etrusche a noi giunte trascrivevano talvolta come /b/ /d/ /g/ le consonanti /p/ /t/ /k/ dell'etrusco: es. Etr. *tamna "cavallo", scritto damnos (prestito dalla radice indoeuropea *dom- "domare", etc.), Etr. *cape- "carro", scritto gapos (in un'iscrizione si ha capesar "carraio").
Per quanto riguarda hinsidias, posto che l'imitazione di Catullo abbia un senso, potrebbe darsi che nell'etrusco di Arrio le parole inizianti per vocale avessero una lieve occlusiva glottidale, come in tedesco, e che l'assenza di questa consonante non scritta (che si trova anche nelle lingue semitiche) gli abbia fatto percepire le vocali del latino come "rilassate", facendogliele adattare come parole con h- iniziale.
Come si può vedere, assolutamente nulla di simile al toscano odierno. Il quadro che emerge da queste analisi non è confortante per chi crede che la gorgia sia qualcosa che dall'etrusco è passato direttamente alla Toscana dei nostri giorni per eredità ininterrotta. In etrusco le consonanti aspirate sono fonemi separati dalle occlusive sorde, mentre in toscano ne sono allofoni.
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