Un vocabolo di origine vandalica si trova nel sardo campidanese del Sulcis: martsu "martora", attestato con le varianti mártsiu, marču, mraču. La forma d'origine è il gotico *marþus, che trova perfetta corrispondenza nel norreno mǫrðr e nell'anglosassone mearþ, permettendo la ricostruzione di una forma proto-germanica *marθuz (le lettere þ e θ indicano la fricativa interdentale sorda, che si ritrova in parole inglesi come thin, thing, both). L'alto tedesco continua invece una variante proto-germanica *marθraz: antico alto tedesco mardar, tedesco moderno Marder. Dalla stessa protoforma deriva in ultima istanza anche l'italiano martora. Come dimostrato da Wagner, la voce campidanese non è un prestito dal genovese martiu id. - che in ogni caso deriva dalla stessa parola della lingua gotica - ma di una forma genuinamente sorta in loco. Le varianti palatalizzate sono dovute a un fenomeno locale.
A volte la gente non vuole ascoltare la verità perché non vuole vedere le proprie illusioni distrutte. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche)
martedì 22 aprile 2014
UN VOCABOLO VANDALICO NEL SARDO CAMPIDANESE: MARTSU 'MARTORA'
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