sabato 31 maggio 2014


IL CAGNACCIO DEI BASKERVILLES
(The Hound of the Baskervilles, 1978)

Regista: Paul Morrissey

Scritto da: Peter Cook & Dudley Moore...

Data di uscita: Novembre 1980 (USA)

Genere: Commedia, parodia

Cast: 
 Peter Cook ... Sherlock Holmes
 Dudley Moore ... Doctor Watson / Mr. Spiggot / Mrs. Ada
 Holmes / Piano Player
 Denholm Elliott ... Stapleton
 Joan Greenwood ... Beryl Stapleton
 Hugh Griffith ... Frankland
 Irene Handl ... Mrs. Barrymore
 Terry-Thomas ... Dr. Mortimer
 Max Wall ... Arthur Barrymore
 Kenneth Williams ... Sir Henry Baskerville
 Roy Kinnear ... Selden the Axe Murderer
 Lucy Griffiths ... Iris (as Lucy Griffith)
 Dana Gillespie ... Mary Frankland
 Penelope Keith ... Massage Receptionist
 Jessie Matthews ... Mrs. Tinsdale
 Prunella Scales ... Glynis

TRAMA: 

Qualcuno è fermamente determinato ad estinguere la casata nobiliare dei Baskervilles. L'ultimo erede è sconvolto da un terrificante cagnaccio, che ha già sbranato suo zio. Si rivolge quindi a Sherlock Holmes e a Watson, descrivendo loro la bestia come un mostro perverso dotato di genitali smisurati, con la tendenza a violentare le sue vittime prima di ucciderle. Sherlock Holmes invia a Baskervilles Hall il suo fedele assistente Watson, e qui ha inizio una girandola di eventi a mio parere esilaranti. Gli abitanti dei pantani si rivelano genti stravaganti e dedite ad aberrazioni di ogni specie. Troviamo così un campionario incredibile di degenerati: un assassino cannibale che fa a pezzi la gente con un'ascia, una domestica rinchiusa da anni in una  latrina piena di mosche, un cacciatore folle legato alla sorella da una relazione incestuosa, una ninfomane scatenata che sogna di copulare con il cagnaccio, un allevatore di chihuahua dall'apparato urinario incredibilmente sviluppato. Tutto il film è giocato sull'ambiguità e sul grottesco.
Anche il ritratto di Sherlock Holmes è molto diverso dal solito stereotipo: lo vediamo tra l'altro in un bordello le cui "ragazze" sono carampane ipertricotiche e manesche, mentre l'unica donna appetibile, la maitresse, non trova di meglio che proporgli un "cetriolino eccitante" da assumersi a mo' di supposta. E che dire delle perle di Logica Lapalissiana esibite da Holmes? Egli arriva a dedurre, dopo elaborati giri di parole, che dove avviene un furto si viene a scoprire sempre che il colpevole è un ladro. Vi è persino una maliziosa allusione a John Holmes, quando il nome dell'investigatore di Baker Street viene convertito in codice in un irresistibile "Salsiccia Holmes". 

CRITICA:

Il Cagnaccio dei Baskervilles è stato ritenuto la peggiore pellicola di tutta la storia del cinema. A mio parere questo giudizio è ingeneroso. Era l'epoca in cui Dudley Moore era sposato con una Rothschild, che a quanto pare era una domina spietata che lo costringeva a pratiche di umiliazione estrema. Questo clima morboso deve avere influenzato l'opera.

Questa recensione, in assoluto la più significativa che ho trovato, è apparsa a suo tempo anche sul Corriere: 

Quante volte è stato portato sullo schermo il romanzo The Hound of the Baskervilles, scritto da Sir Arthur Conan Doyle nel 1902? Sfogliando l’Encyclopedia of Mistery & Detection (McGraw Hill, 1976), alla voce «Sherlock Holmes» ci imbattiamo subito in un film francese del 1915, seguito due anni dopo da un film tedesco diretto da Richard Oswald che lo rifà in Gran Bretagna nel 1929. Pochi anni dopo, nel 32, altro remake britannico con Robert Rendel; nel 39 è la volta di Basil Rathbone in un film hollywoodiano diretto da Alfred Werker; nel 59 l’inchiesta sul mastino omicida viene ripresa in patria da Peter Cushing, regia di Terence Fisher; dieci anni fa la caratteristica casquette dell’investigatore finisce sulla testa di Stewart Granger. Ora l’americano Paul Morrissey si è buttato sul vecchio libro con il programma di strappare risate a tutti i costi. Non sempre ci riesce, in un clima esagitato di comica finale, ma nel suo insieme lo spettacolaccio regge. Ai numerosi ammiratori di Flesh e di Trash, che si stupiranno di veder coinvolto l’ex allievo di Warhol in un’impresa tanto incongrua, consigliamo di ripescare l’agghiacciante intervista fatta a Morrissey da Dante Matelli (su La Repubblica», 6 agosto 78). In questo colloquio il cineasta si proclama di estrema destra e aggiunge: «Sa perché sono contento che in USA non si studi più il greco? Perché il greco significa democrazia».
Da Tullio Kezich, Il nuovissimo Mille film. Cinque anni al cinema 1977-1982, Oscar Mondadori

Questa è la sommaria descrizione fornita dal Morandini:

Sherlock Holmes in burletta: indagando in casa Baskerville inciampa in situazioni al limite del paradosso e, mentre il cagnaccio si diverte, deve persino difendersi dalle attenzioni di una "ninfomane" scatenata. E una parodia dell'arcifamoso romanzo (1902) di Arthur Conan Doyle, portato più volte sullo schermo. Nonostante le premesse e la presenza di attori discreti, è un film mancato. Oltre a interpretare Watson e, travestito, la madre di Holmes, Moore ha collaborato alla sceneggiatura e ha firmato le musiche.

Ancor più lapidaria ed impietosa la recensione del Dizionario del Cinema:

Terribile parodia della storia di Conan Doyle, scritta da Cook (che interpreta Sherlock Holmes), Moore (allo stesso tempo Watson e madre di Holmes) e dal regista Morrissey. Dopo un po' di risate, il film scade nello squallido e non recupera più. Che spreco di talento! La versione americana dura 78 minuti, con sequenze in ordine diverso.

I commenti aggiunti dai navigatori sono ancora più impietosi. Ne riporto uno abbastanza rappresentativo quanto devastante, lasciato in imdb il 9 settembre 2001:

A deeply horrendous film

I have scarcely, if *ever*, been so disappointed with a film as I was with this. My expectations were hardly particularly high going into the viewing... I certainly did expect more from a film involving Peter Cook, based around the enjoyable Holmesian mythos.
To begin with, the direction was appallingly unsuitable. Paul Morrissey evidently had all the wrong ideas about how to film a comedy and how to illicit comedic performances; he is following the Carry On formula, but this film considerably outstrips the majority of those in terms of the cringe-worthy. Morrissey merely 'directs' an astonishingly experienced and talented cast to go horribly - and I mean horribly - Over The Top, shout a lot, and mixes this with pointless, inapposite crudity. The veteran comic talents of Max Wall - barely in the film, much to his overwhelming relief I suspect - Joan Greenwood, Cook, Moore and Spike Milligan are frittered away carelessly, and allowed to dissolve in an acrid bath of self-abuse. The ageing Greenwood is given an appallingly crass role and embarrassing 'things to do'; Terry-Thomas, clearly an ill man by all accounts at this time, looks completely out of it: a saddening sight. Is Kenneth Williams another to be added to this unfortunate role-call of British comedy greats forcibly desecrated...? Well yes, his performance is every bit the unsubtle, irritating stereotype that many expect of him, including it seems, Paul Morrissey. Such a waste considering the ill-tapped talent the man clearly had; it is hardly surprising to read his increasing despondency about this project in his diaries.
Apparently, Pete n' Dud had a hand in the script-writing, but it really doesn't show; this is committee stuff to the letter, including 'topical' take-offs of "The Exorcist" (1973) as well as the spirit-crushingly inept attempts to 'emulate' the Carry Ons. There are, at best, perhaps one or two middling gags of theirs that surface, but they seem hopelessly out of kilter with the film's remainder. Cook is an aloof, stony-but-insubstantial presence as an 'actor' in this 'picture', Morrissey allowing him no scope for his usual absurdism, shoehorning him into a cardboard nonentity of a role - though surely he himself is culpable, if scripting? Moore is worse, faring poorly as an inept, 'Welsh' Holmes; never once amusing.
This truly is a dire, unspeakable film. The production side of matters is, if anything, as shabby as the rest of the picture; a slipshod shoddiness makes the visuals outright repellent. Strikingly, there is no attempt to truly parody or spoof the Sherlock Holmes mythos; it makes even mediocre films like "The Adventure of Sherlock Holmes's Smarter Brother" (1975) or "The Seven Per Cent Solution" (1976) seem like satiric masterworks in comparison. All this ends up doing is lamentably degrading the Holmes mythos it claims association with.
I hated this film intensely - as I am sure you gathered - and can say with the utmost confidence that it symbolises the utter fall from grace of a tradition of British (film) comedy.

In tutto il Web ho trovato soltanto un timido utente a difendere il Cagnaccio. Il suo intervento, che mi ha commosso, è questo: 

"Versione comica del mastino dei baskervilles. Mi ha fatto morire dal ridere.Pieno di situazioni assurde..."

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