Il vocabolo latino aes, gen. aeris "rame, bronzo", deriva da un precedente *aies-, che corrisponde al sanscrito ayas- "metallo; ferro". La pronuncia ecclesiastica di questo vocabolo mostra una vocale /e/. Non è possibile ciò che vanno affermando i nostri avversari, che questo vocabolo avesse una vocale /e/ ab aeterno. Notiamo innanzitutto il derivato aggettivale ahenus /a'e:nus/ "bronzeo" (variante aheneus /a'e:neus/) presente ad esempio nel cognomen Ahenobarbus, alla lettera "dalla barba del color del rame". Questo aggettivo deriva da un originario *aiesnos. Questi sono gli sviluppi occorsi:
1) *àies /'ajes/ > aes /aes/
2) *àiesnos /'ajesnos/ > *aèsnos /a'eznos/ > ahenus /a'e:nus/
2) *àiesnos /'ajesnos/ > *aèsnos /a'eznos/ > ahenus /a'e:nus/
Nel primo caso la semiconsonante mediana si è dileguata e si è formato un dittongo secondario.
Nel secondo caso l'accento si è spostato sulla seconda sillaba e si è creato un iato, marcato graficamente da una lettera h, a cui non corrisponde alcuna aspirazione (come del resto in altre occorrenze di -h- mediana già documentati dai grammatici). L'ipotesi più probabile è che gli antichi usassero il carattere h per marcare un'occlusiva glottidale che ricorreva per separare vocali non appartenenti alla stessa sillaba.
Nel secondo caso l'accento si è spostato sulla seconda sillaba e si è creato un iato, marcato graficamente da una lettera h, a cui non corrisponde alcuna aspirazione (come del resto in altre occorrenze di -h- mediana già documentati dai grammatici). L'ipotesi più probabile è che gli antichi usassero il carattere h per marcare un'occlusiva glottidale che ricorreva per separare vocali non appartenenti alla stessa sillaba.
L'opposizione tra aes, aeris e ahenus prova che forme come /aes/, /'aeris/ hanno un loro fondamento etimologico inattaccabile e sono anteriori a forme monottongate come /ɛ:s/, /'ɛ:ris/ sviluppatesi in seguito.
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