sabato 28 novembre 2015

L'INSENSATEZZA DEL CIELO

Contro il mito del macrocosmo che ripete il microcosmo esistono numerose evidenze, eppure nel mondo scientifico questo luogo comune viene affermato in numerose occasioni. Così si sente dire che l'infinitamente grande somiglia all'infinitamente piccolo e al mondo che noi esperiamo coi sensi. Quante volte a scuola ci hanno martellato con la ridicola descrizione degli atomi come minuscoli sistemi solari con il nucleo come sole e gli elettroni come pianeti? Un altro esempio è fornito dalla pubblicazione di uno studio in cui si afferma che le galassie sono distribuite in strutture che ricordano le sinapsi di un cervello. 

Eppure basterebbero pochi ragionamenti per capire che si tratta di un abbaglio. Le galassie non sono atomi, e a maggior ragione non sono neuroni collegati da sinapsi in una rete neurale cerebrale. Non disegnano strutture funzionali di sorta. La struttura stessa del macrocosmo è insulsa e priva di costrutto come può esserlo un oceano in tempesta o il guizzare delle fiamme che ardono in un camino.

Passiamo brevemente in rassegna alcune caratteristiche che distinguono il microscopico dal macroscopico.

1) Mondo subatomico e atomico:
È descritto dalla meccanica quantistica e caratterizzato da distribuzioni probabilistiche, regole di selezione, indeterminazione di Heisenberg, azione a distanza (entanglement), definizione degli elementi che costituiscono la materia e delle molecole formate dalla loro aggregazione.

2) Mondo macroscopico:
Non vi si coglie alcun ordine funzionale. La sola parvenza di ordine è il Caos. È la forza di gravità ad aggregare i gas primordiali in strutture caotiche, generando pianeti, stelle, galassie, ammassi galattici.

Si tratta di due universi che non hanno nulla in comune nel loro funzionamento, anche se è chiaro che il mondo macroscopico si fonda sul mondo microscopico. Non è tuttavia possibile alcun riduzionismo. In altre parole, non si riescono a prevedere le proprietà del mondo macroscopico a partire da quello microscopico. Con buona pace dei meccanici classici, gli atomi non sono formati da palle che girano e un ente macroscopico non è la semplice somma dei corpuscoli che lo compongono.  

Di una cosa possiamo essere certi: non c'è un gigante che pensa usando galassie e ammassi galattici come cellule in cui stoccare informazioni, e servendosi di filamenti di gas per collegare le sue unità funzionali. Facciamo ora un esperimento concettuale. Immaginiamo un essere senziente che abbia dimensioni talmente grande da vedere le galassie e gli ammassi galattici come noi vediamo gli atomi. Non facciamo alcuna ipotesi su come possa essere il corpo di questo ipotetico essere macrocosmico, che per convenzione chiameremo FRED. Sappiamo soltanto che FRED vede tutto l'universo sondato dai nostri radiotelescopi come un gas di galassie. Come è stato osservato, questo gas di galassie si comporta in modo non dissimile da un gas costituito da molecole di idrogeno o di elio e segue le leggi della dinamica dei gas. Eppure una differenza salta agli occhi. Al gigante macrocosmico FRED sarà preclusa ogni conoscenza della struttura delle particelle che compongono il gas di galassie. Infatti ognuna di queste particelle è composta da un numero immenso di stelle e di pianeti che saranno per sempre al di fuori della portata dei suoi strumenti di indagine. Privo di opportuni mezzi d'indagine in grado di risolvere le particelle-galassie nei loro componenti, FRED potrà dar vita soltanto a teorie fisiche elementari e miopi, non diverse da quelle alla portata di uno studente delle scuole medie.

Alziamo dunque gli occhi verso il cielo stellato, e contempliamo le sue vastità prive di qualsiasi significato! La sola cosa reale: il Nulla compatto, la Tenebra assoluta in cui si disperdono le particelle nate da coaguli di materia interstellare.

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