domenica 3 gennaio 2016

ALCUNE NOTE SULLE ISCRIZIONI DELLA TOMBA DEGLI ANINA

Coloro che identificano i numerali etruschi huθśa con "quattro" e "sei" rispettivamente, non paghi dell'estrema fragilità logica dell'argomento Hyttenia, si rivolgono alle iscrizioni della Tomba degli Anina, nel vano tentativo di portar acqua al loro mulino.



"Questa tomba, nota per essere appartenuta alla famiglia aristocratica degli Anina, che ebbe per capostipite Larth Anina, si trova a poca distanza dalla necropoli di Monterozzi nella cosiddetta Necropoli Scataglini ed è stata scoperta nel 1967. E' composta di un'unica grande camera quadrangolare con soffitto piano e grezzo ed ai lati della porta sono dipinte le figure dei due demoni etruschi della morte: Charun, rappresentato con un martello in mano, per infliggere pene alle anime, e Vanth, il principale demone femminile, alato ed a seno nudo, con in mano la torcia per rischiarare il cammino verso gli abissi dell'oltretomba. Siamo evidentemente al tramonto della civiltà etrusca, quando apparve agli etruschi ormai inarrestabile il declino della loro civiltà ed il sottosuolo di Tarquinia si riempì di figure demoniache sconvolgenti (Fine III secolo a.C.)"

Le iscrizioni della Tomba degli Anina utilizzate dai nostri avversari sono etichettate come TLE 880 e TLE 882 nel Testimonia Linguae Etruscae. L'iscrizione TLE 882 comprende due diverse redazioni sovrapposte. Riporto in questa sede i testi in lingua etrusca, tratti da un backup del sito di Adolfo Zavaroni, ora scomparso dalla Rete. 

TLE 880
aninas : larθ : velus : arznal : apanes : śurnus : scunsi : cates : an : vacl : lavutn : [---]e : travzi : sam śuθi : ceriχun[ce] : θui zivas avils LXXVI

TLE 882 (prima redazione) aninas : vel : velus : apanes : śurnus travzi : scunsi : cates : zivas : ceriχu avils XXXXIII

TLE 882 (seconda redazione) aninas : vel : velus : apanes : śurnus : </s/c/an/> /? travzi : scunsi : cates : <tev> : <sacu> : svalce avils XXXXIII . sa śuθi ceriχunce saniśa θui puts

Le parole tra parentesi <> nella seconda redazione di TLE 882 sono restaurazioni compiute dallo stesso Zavaroni. Ho riportato tali letture, non potendo al momento compiere approfondimenti. Per quanto possa sembrare assurdo, non è facile reperire i testi online.  

I fautori dell'identificazione di huθ con 4 e di śa con 6, come ad esempio Carlo D'Adamo, sembrano usare queste iscrizioni come prova definitiva delle loro tesi. Infatti, constatato che la Tomba degli Anina contiene sei loculi, essi sostengono ad esempio che la sequenza sam śuθi ceriχunce di TLE 880 vada tradotta con "e sei tombe fece costruire". Invece significa "ed egli stesso la tomba fece costruire". Questo è quanto:

1) I lemmi sam (TLE 880) e sa (TLE 882) non hanno nulla a che fare con il numerale śa. In iscrizioni con i caratteri s e ś distinti a Tarquinia, ś esprime il suono palatale /ʃ/ dell'italiano scena e si distingue da s. Così nella sequenza sa(m) śuθi si vede chiaramente che mentre la parola śuθi è scritta correttamente con ś, il preteso numerale avrebbe la consonante sbagliata.
2) È chiaro che il termine
śuθi "tomba" si riferisce all'intero ambiente sepolcrale e non a ciascuno dei loculi. L'autore avrebbe scritto śa hupni se avesse voluto indicare le sei sepolture.

In letteratura si trova un lavoro su questo raro pronome personale sa

K. Wylin, Un terzo pronome/aggettivo dimostrativo etrusco sa
(Studi Etruschi, MMIV - Vol. LXX, Serie III, pubblicato nel 2004. Pagg. 255-267)

Detto questo, le argomentazioni del D'Adamo e dei suoi seguaci archeologi si possono dire neutralizzate.

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