domenica 7 febbraio 2016


DRUM, L'ULTIMO MANDINGO 

Titolo originale: Drum
Regista: Steve Carver
Anno: 1976
Paese: USA
Genere: Drammatico, Blacksploitation  
Durata: 110 min.
Cast:
    Ken Norton: Drum
    Pamela Grier: Regine
   
    Isela Vega: Marianna  
   
    Warren Oates: Hammond Maxwell
    Cheryl "Rainbeaux" Smith: Sophie Maxwell,
           la masturbatrice di Mandingo
    Yaphet Kotto: Blaise
    John Colicos: Bernard DeMarigny
    Fiona Lewis: Augusta Chauvet
    Paula Kelly: Rachel
    Royal Dano: Zeke Montgomery
    Lillian Hayman: Lucretia Borgia
    Alain Patrick: Lazare
    Brenda Sykes: Calinda
    Clay Tanner: Mr. Holcomb
    Lila Finn: Mrs. Holcomb
    Henry Wills: Mr. Gassaway
    Donna Garrett: Mrs. Gassaway
    Harvey Parry: Dr. Redfield
    Ilona Wilson: Elly Bee Rowe
    Monique Madnes: Mary Ruth Rowe
    Eddie Smith: Bruno
    S.A. Lewis: Babouin

Trama (da Mymovies.it): 
Un ricco mercante di schiavi acquista due neri, uno dei quali è Drum, uno splendido mandingo. La viziosa figlia dell'uomo tenta di sedurli entrambi e, non riuscendovi, si vendica sul primo facendolo punire dal padre che lo mette in catene. Esasperato e pieno d'odio, incita i compagni a far strage dei bianchi. Il padrone stesso prima della sanguinosa repressione della rivolta spinge Drum a fuggire.

Citazioni:
"Vieni qui negro! Fammi vedere se sei pronto per la monta! Se non me lo metti dentro te lo faccio tagliare e lo do in pasto ai cani!"

Recensioni:
Ho visto questo film quando ero un liceale foruncoloso. Per l'epoca era sicuramente molto conturbante. Ricordo una scena particolarmente morbosa: la giovane e bionda figlia del padrone era libidinosissima e masturbava i Mandingo. Andava nella stalla, li metteva in fila e mezza nuda manipolava i loro genitali. Si vedeva l'espressione di godimento misto a stupore dei nerboruti energumeni quando stavano per eiacularle tra le dita. A distanza di tanti anni, ho pensato di scrivere qualcosa su questa bizzarra pellicola.
Nel vasto sottobosco del Web ho recuperato questa recensione:  

"Melodramma erotico e ideologicamente ambiguo; non si capisce bene infatti se vuole mostrare l'ingiustizia dello schiavismo o quasi rimpiangerlo(opto per la seconda). I bianchi comunque sono sempre dei maniaci sessuali pervertiti e i Neri degli idioti, ridotti a "stalloni da monta". Il cattivo di turno poi è gay e per questo motivo "cattivo". Un film ambiguamente razzista, maschilista,omofobo e forse proprio per questo involontariamente originale."
(Franz)

Quanto scritto da Franz mi pare significativo, in quanto proietta idee moderne e relativi giudizi morali in un contesto in cui non potevano esistere. Fa scandalo il sodomita cattivo, così il film viene etichettato come "omofobo". Non si tiene conto che proprio perché un omosessuale è un essere umano come gli altri, può essere buono oppure malvagio. Non vorrei apparire lapalissiano, ma il cattivo del film è tale proprio perché cattivo, non per altro. Quello che non si considera è un fatto molto semplice: in pieno XIX secolo l'omosessualità mieteva condanne senza appello, era ritenuta "universalmente ripugnante", e il solo sospetto di essersi macchiato di atti omosessuali costava a un uomo la perdita di qualunque riconoscimento potesse aver meritato con il suo lavoro e il suo impegno. Se uno si trovava in quella condizione e non aveva un carattere abbastanza duro, non riusciva a sopravvivere, affondava. Era una società spietata e implacabile, un ingranaggio che non si fermava davanti all'annientamento delle persone, certo, ed era una società razzista. Questi sono dati di fatto. Non si può pretendere di costruire una storia ambientata nell'America della metà del XIX secolo - e per giunta nella profonda Dixieland - e di attribuirle un messaggio "gay friendly", "gay curious" o addirittura "antirazzista" che all'epoca era semplicemente impossibile. Un simile tentativo si potrebbe chiamare soltanto con due parole nette e chiare: ANACRONISMO e REVISIONISMO. Invece di prendersela con le genti di altri tempi perché non erano come i moderni, chi è male informato potrebbe studiare e impararne qualche interessante lezione. Ma a quanto pare nulla di tutto ciò accade. Vediamo il cancro del buonismo cercare di impossessarsi del passato per alterarlo a propria immagine. Non sono certo favorevole alla discriminazione delle persone omosessuali, ma non per questo ritengo lecito falsificare la realtà delle cose, facendola passare per ciò che non è. Le sequenze di Drum non mostrano stereotipi e falsità, ma soltanto realtà comuni all'epoca in cui la vicenda è ambientata. Se non piacciono, com'è comprensibile, non è colpa di nessuno. 

Giova anche far notare che al giorno d'oggi un film simile non solo non potrebbe essere realizzato, ma nemmeno pensato, proprio a causa dell'abietta tirannia del politically correct, che limita severamente l'espressione delle proprie opinioni, proprio come in un regime dittatoriale - ma in modo più subdolo.

Note: 
Il titolo scelto per la versione italiana non è certo profetico. Ogni volta che vado al lavoro, vedo gruppi di Mandingo colossali che caracollano davanti alla Stazione Centrale: il meno robusto farebbe sembrare gracile un nostro peso massimo. Un Drum deportato nel Paese dei Dixies non è certo stato l'ultimo della sua stirpe.

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