L'ARAUCANA: MASSACRO DEGLI DEI
Titolo originale: La Araucana: Conquista de gigantes
Anno: 1971
Paese di produzione: Spagna / Cile / Italia
Regia: Julio Coll Claramunt
Lingua: spagnolo
Durata: 102'
Colore: colore
Specifiche tecniche: Techniscope Technicolor
Genere: avventura, storico
Sceneggiatura: Julio Coll Claramunt, Enrico Llovet,
Enrique Campos Menéndez
Tratto da: "La Araucana", poema epico di Alonso De Ercilla
y Zúñiga
Fotografia: Antonio Maccoppi
Montaggio: Julio Coll Claramunt
Musiche: Carlo Savina
Produzione: MGB Cinematografica (Roma);
Paraguas Films (Madrid)
Distribuzione: Indipendenti Regionali
Attori:
Venantino Venantini: Pedro de Valdivia
Elsa Martinelli: Inés Suárez
Victor Alcázar: Lautaro
José "Pepe" Martín: Monseñor Lobo
Elisa Montéz: La Coya
Eduardo Fajardo: Viceré Lagasca
Erika Lopez: Guacolda
Julio Peña: Quiroga
Beni Deus: il Vescovo Marmolejo
Armando Fenoglio: il medico
Juan Pérez Berrocal: Colo Colo
Manuel Otero: capo Picunche
Elena Moreno: il machi (sciamano)
Ricardo Palacios: Balboa
Anno: 1971
Paese di produzione: Spagna / Cile / Italia
Regia: Julio Coll Claramunt
Lingua: spagnolo
Durata: 102'
Colore: colore
Specifiche tecniche: Techniscope Technicolor
Genere: avventura, storico
Sceneggiatura: Julio Coll Claramunt, Enrico Llovet,
Enrique Campos Menéndez
Tratto da: "La Araucana", poema epico di Alonso De Ercilla
y Zúñiga
Fotografia: Antonio Maccoppi
Montaggio: Julio Coll Claramunt
Musiche: Carlo Savina
Produzione: MGB Cinematografica (Roma);
Paraguas Films (Madrid)
Distribuzione: Indipendenti Regionali
Attori:
Venantino Venantini: Pedro de Valdivia
Elsa Martinelli: Inés Suárez
Victor Alcázar: Lautaro
José "Pepe" Martín: Monseñor Lobo
Elisa Montéz: La Coya
Eduardo Fajardo: Viceré Lagasca
Erika Lopez: Guacolda
Julio Peña: Quiroga
Beni Deus: il Vescovo Marmolejo
Armando Fenoglio: il medico
Juan Pérez Berrocal: Colo Colo
Manuel Otero: capo Picunche
Elena Moreno: il machi (sciamano)
Ricardo Palacios: Balboa
Trama (da Comingsoon.it):
Nel 1539, il capitano spagnolo Pedro de Valdivia, già distintosi nella conquista del Venezuela, compie, alla testa di uno sparuto gruppo di soldati, una spedizione nei territori del Cile, abitati dai fieri Araucani. Sottomessi gli indigeni, e ribattezzata la regione col nome di Nuova Estremadura, Pedro fonda la città di Santiago. Partito per domare una ribellione, gli Araucani, guidati dal capo di una tribù alleata, i Ficunches (sic), assaltano la città distruggendola. La fredda determinazione e la ferocia con cui Valdivia reprime la rivolta, suscitano la collera di un sacerdote, padre Juan che convoca il capitano a Lima, per farlo processare da tribunale della Santa Inquisizione. Chiamato a rispondere di ben 57 capi d'imputazione, Pedro viene assolto: il tribunale gli impone, però, di separarsi dalla donna, Ines Suarez, con la quale convive more uxorio. Intanto, gli Araucani e i Ficunches preparano un nuovo attacco contro gli spagnoli. A comandarli stavolta, è il giovane Laurato, un indiano già al servizio di Valdivia, che dagli spagnoli ha appreso a cavalcare e a sparare. In una dura battaglia in campo aperto, Pedro viene sconfitto e muore.
Nel 1539, il capitano spagnolo Pedro de Valdivia, già distintosi nella conquista del Venezuela, compie, alla testa di uno sparuto gruppo di soldati, una spedizione nei territori del Cile, abitati dai fieri Araucani. Sottomessi gli indigeni, e ribattezzata la regione col nome di Nuova Estremadura, Pedro fonda la città di Santiago. Partito per domare una ribellione, gli Araucani, guidati dal capo di una tribù alleata, i Ficunches (sic), assaltano la città distruggendola. La fredda determinazione e la ferocia con cui Valdivia reprime la rivolta, suscitano la collera di un sacerdote, padre Juan che convoca il capitano a Lima, per farlo processare da tribunale della Santa Inquisizione. Chiamato a rispondere di ben 57 capi d'imputazione, Pedro viene assolto: il tribunale gli impone, però, di separarsi dalla donna, Ines Suarez, con la quale convive more uxorio. Intanto, gli Araucani e i Ficunches preparano un nuovo attacco contro gli spagnoli. A comandarli stavolta, è il giovane Laurato, un indiano già al servizio di Valdivia, che dagli spagnoli ha appreso a cavalcare e a sparare. In una dura battaglia in campo aperto, Pedro viene sconfitto e muore.
Precisazioni:
Con buona pace del recensore, il capo della rivolta si chiamava Lautaro (adattamento di Lef-Traru "Falco Veloce"), non Laurato. L'etnonimo corretto è Picunche ("Popolo del Nord"), non Ficunche. Nella lingua Mapudungun, che era l'idioma generale del Cile, il suono /p/ non alterna mai con /f/: si tratta di due fonemi distinti. C'è la concreta possibilità che l'autore di questa inconsistenza abbia voluto fare uno scherzo goliardico, basandosi su una volgare assonanza.
Con buona pace del recensore, il capo della rivolta si chiamava Lautaro (adattamento di Lef-Traru "Falco Veloce"), non Laurato. L'etnonimo corretto è Picunche ("Popolo del Nord"), non Ficunche. Nella lingua Mapudungun, che era l'idioma generale del Cile, il suono /p/ non alterna mai con /f/: si tratta di due fonemi distinti. C'è la concreta possibilità che l'autore di questa inconsistenza abbia voluto fare uno scherzo goliardico, basandosi su una volgare assonanza.
Recensione:
Il film ha senza dubbio l'immenso merito di avere come soggetto il fiero ed eroico popolo Mapuche. Seguendo un'usanza ormai abbandonata dagli etnologi, i Mapuche sono chiamati Araucani. Nel corso del film si cerca di dare una spiegazione dell'origine di questo nome facendolo risalire a una conifera nativa del Cile (nome scientifico Araucaria araucana), citando un proverbio in cui i nativi sono paragonati a tale albero e al condor. La realtà è molto più semplice: gli Araucani si sono sempre dati il nome Mapuche, derivante da mapu "terra" e da che "gente". Questa è la denominazione che si dovrebbe adottare universalmente. Si può comunque capire che la sceneggiatura in questo ricalchi l'opera di Ercilla e che il regista-sceneggiatore ignorasse la lingua Mapudungun. Le perplessità su alcuni dettagli della ricostruzione storica comunque non mancano. Siamo sicuri che tra i Mapuche gli amanti si baciassero sulla bocca come accade tra i popoli europei? A me risulta che tra le genti native d'America tale costume fosse sconosciuto o ritenuto ripugnante. Non so come le cose stiano tra i Mapuche attuali; in ogni caso occorrerebbe il parere di un etnologo esperto, e dubito che l'etnologia scenda volentieri in simili dettagli pruruginosi. Il poema da cui il film è stato tratto è un'opera molto complessa e non sono certo che la pellicola ne ricalchi fedelmente la trama: se va bene si tratterà di un'ispirazione vaga, come accade fin troppo spesso nel mondo del cinema. Ho dato un'occhiata all'Araucana, un testo di notevole complessità scritto in stanze reali e influenzato dalle opere di Ariosto e di Tasso, ma non mi è parso di vedervi molto di simile all'intreccio del film. La figura della donna-soldato Inés Suárez che segue il conquistador Pedro de Valdivia è mostrata come un modello di eroina romantica e femminista che per l'epoca mi pare un po' troppo audace. Sarà anche corrispondente al vero, ma nella realtà dei fatti non credo che due soldati si sarebbero abbandonati alla sodomia finendo impiccati, se avessero avuto la possibilità di stuprare una donna. Mi piacerebbe poi studiare a fondo la biografia di Pedro de Valdivia per vedere se davvero fu processato con 57 capi di imputazione. La tentazione di romanzare la realtà è troppo forte, e questo potrebbe anche essere il caso. Pretendere che un film storico si attenga ai fatti al 100% è davvero troppo.
Il film ha senza dubbio l'immenso merito di avere come soggetto il fiero ed eroico popolo Mapuche. Seguendo un'usanza ormai abbandonata dagli etnologi, i Mapuche sono chiamati Araucani. Nel corso del film si cerca di dare una spiegazione dell'origine di questo nome facendolo risalire a una conifera nativa del Cile (nome scientifico Araucaria araucana), citando un proverbio in cui i nativi sono paragonati a tale albero e al condor. La realtà è molto più semplice: gli Araucani si sono sempre dati il nome Mapuche, derivante da mapu "terra" e da che "gente". Questa è la denominazione che si dovrebbe adottare universalmente. Si può comunque capire che la sceneggiatura in questo ricalchi l'opera di Ercilla e che il regista-sceneggiatore ignorasse la lingua Mapudungun. Le perplessità su alcuni dettagli della ricostruzione storica comunque non mancano. Siamo sicuri che tra i Mapuche gli amanti si baciassero sulla bocca come accade tra i popoli europei? A me risulta che tra le genti native d'America tale costume fosse sconosciuto o ritenuto ripugnante. Non so come le cose stiano tra i Mapuche attuali; in ogni caso occorrerebbe il parere di un etnologo esperto, e dubito che l'etnologia scenda volentieri in simili dettagli pruruginosi. Il poema da cui il film è stato tratto è un'opera molto complessa e non sono certo che la pellicola ne ricalchi fedelmente la trama: se va bene si tratterà di un'ispirazione vaga, come accade fin troppo spesso nel mondo del cinema. Ho dato un'occhiata all'Araucana, un testo di notevole complessità scritto in stanze reali e influenzato dalle opere di Ariosto e di Tasso, ma non mi è parso di vedervi molto di simile all'intreccio del film. La figura della donna-soldato Inés Suárez che segue il conquistador Pedro de Valdivia è mostrata come un modello di eroina romantica e femminista che per l'epoca mi pare un po' troppo audace. Sarà anche corrispondente al vero, ma nella realtà dei fatti non credo che due soldati si sarebbero abbandonati alla sodomia finendo impiccati, se avessero avuto la possibilità di stuprare una donna. Mi piacerebbe poi studiare a fondo la biografia di Pedro de Valdivia per vedere se davvero fu processato con 57 capi di imputazione. La tentazione di romanzare la realtà è troppo forte, e questo potrebbe anche essere il caso. Pretendere che un film storico si attenga ai fatti al 100% è davvero troppo.
Il limite più grande della pellicola è però il fatto che i dialoghi dei Mapuche non siano nella loro lingua nativa e tradotti da sottotitoli. Certo, un film ha bisogno di essere facilmente comprensibile da tutti e di non porre eccessivi problemi agli spettatori, ma qui si presentano paradossi ai confini del ridicolo, come quando il Capitano Valdivia e i suoi soldati incontrano per la prima volta i capi Mapuche, con tutti che parlano tra loro con la massima naturalezza nella stessa lingua senza bisogno di interpreti. Certe scene sono poco realistiche, come quando Valdivia fa usare al capo Picunche una balestra, e questi riesce a centrare una lancia tenuta in pugno da Inés Suárez, col rischio di ucciderla. Nella realtà non sarebbe andata così bene, e nemmeno un arrogante conquistador avrebbe corso un simile rischi per mera spavalderia. Il film in ogni caso è nel complesso spettacolare e meritevole di essere ben valutato, in quanto i suoi lati buoni superano di gran lunga quelli difettosi. Splendide sono le riprese del deserto di Atacama. Esaltante è il finale, con gli eroici Mapuche che annientano l'esercito spagnolo. Alcune sequenze di uccisioni e di crani rotti sono rimaste molto impresse nella mia memoria, anche se quando ho rivisto il film dopo molti anni, la battaglia mi è sembrata meno truculenta di quanto ricordassi.
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