A dire il vero non si tratta propriamente di una nuova scoperta, ma ritengo che sia in ogni caso molto interessante. Negli anni '50 dello scorso secolo nel cimitero di Hács-Béndekpuszta, in Ungheria, sono stati trovati in una tomba pezzi di una lamina di piombo recanti tacche che inizialmente sono state classificate come iscrizioni runiche. Nel 1978 è stata fatta una pubblicazione dei risultati dell'analisi (Ebbinghaus, Gothische Grammatik), che ha mostrato come le iscrizioni in realtà erano gotiche. Solo di recente si è stati in grado di assegnare questa testimonianza scritta a passi della Bibbia (Harmatta, 1997).
Questo è il testo traslitterato:
ni þanaseiþs im in þamma fairƕau . iþ þai in þamma fairƕau sind . jah ik du þus gagga . atta weiha fastai ins in namin þeinamma þanzei atgaft mis . ei sijaina ain swaswe wit . þan was miþ im in þamma fairƕau ik fastaida ins in namin þeinamma . þanzei atgaft mis gafastaida . jah ainshun us im ni fraqistnoda
È davvero singolare che a questo materiale non sia stata data la benché minima rilevanza nel mondo accademico e nei media. Ci sono poche pagine nel Web che trattano specificamente di questo frammento, ma il testo è quello di Giovanni 17, 11-12, seppur incompleto. Esso compare tal quale anche nel Codex Argenteus. Così fornisco in questa sede la sua versione in italiano:
Non sono più in questo mondo, ma essi sono in questo mondo, e io vengo a te. Padre Santo, conserva nel Tuo Nome coloro che Tu hai dato a me, che siano uno, come noi siamo. Mentre io ero con loro nel mondo, io li conservavo nel Tuo Nome: coloro che Tu hai dato a me io ho tenuto, e nessuno di loro è perduto
La continuazione, se ci fosse pervenuta, sarebbe stata senza dubbio questa:
niba sa sunus fralustais . ei þata gamelido usfilliþ waurþi
Ossia:
tranne il Figlio della Perdizione, perché le Scritture si compiano.
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