venerdì 26 maggio 2017

UN PESSIMO RAPPORTO CON L'INGLESE

Quando andavo a scuola non nutrivo buoni sentimenti nei confronti della lingua inglese e delle professoresse incaricate di insegnarla, sempre che l'uso della parola "insegnare" fosse sensato in quel contesto. All'epoca non potevo ancora immaginare la verità in tutto il suo crudo e desolante orrore. Mi ci vollero anni per capire che l'insegnamento dell'inglese era impostato dal sistema scolastico italiano al fine deliberato di scoraggiare con ogni mezzo la comprensione della lingua. Gli stratagemmi usati erano diabolici. Uno dei più deleteri consisteva nell'ostacolare l'analisi delle parole, che erano imposte come blocchi monolitici e privi di struttura. Anche quando avrebbe dovuto essere chiara a tutti la loro natura di composti o di derivati, tutto appariva nebuloso e inspiegabile.

Questo può essere considerato un capolavoro della malvagità del corpo docente. Si pretendeva che gli studenti mandassero a memoria la parola lawyer "avvocato" senza insegnare che si tratta di un derivato di law "legge". In modo ancor più insidioso si pretendeva che gli studenti mandassero a memoria la parola bricklayer "muratore" senza insegnare la parola brick "mattone", rendendo impossibile capire che il significato letterale del composto è "colui che stende mattoni". Le due parole erano messe l'una in prossimità dell'altra, creando una grave insidia. Così si cadeva immancabilmente nel tranello. Non ci si ricordava mai bene questi vocaboli, ed ecco che per incanto si usciva all'interrogazione a dire layer "avvocato" e bricklawyer "muratore". Grande era la confusione, al punto che si rendeva necessario scrivere più volte sfilze di "lawyer - bricklayer", cercando così di esorcizzare la sequenza errata "layer - bricklawyer". Alla fine pronunciavo come un mantra "LOIA-BRIKLEIA" un gran numero di volte come entravo in classe, prima dell'interrogazione o del compito in classe. Eppure anche così mi imbrogliavo, tanto che "LOIA-BRIKLEIA" diventava come per incanto "LEIA-BRIKLOIA".

Riuscii a comprendere l'arcano soltanto quando vidi per la prima volta The Wall dei Pink Floyd, col suo "All and all you're another brick in the Wall": ero ormai una matricola. Mi è recentemente capitato di udire una dirigente che deve essere caduta nella trappola di un simile di insegnamento, perché in un'occasione se ne è uscita per be due volte a dire lawyer anziché layer "strato" (di un sistema GIS). Sentendola dire che "bisogna definire un LOIA" sono rimasto di sasso. Dunque in tutti i licei usavano il trucco del lawyer-bricklayer! Questa è la prova che dietro c'era un progetto deliberato che ha rovinato le possibilità di apprendimento a moltissime persone!

Al liceo mi ero formato un'idea bizzarra: credevo che il vocabolario della lingua inglese fosse infinito e che l'inglese delle canzoni fosse una lingua del tutto dissimile da quello parlato comunemente. Le sequenze di suoni grossolani pronunciati dalle insegnanti sembravano prive di corrispondenza nei testi delle canzoni di cantanti che erano senza dubbio alcuno anglosassoni di nascita.

Diverse volte mi capitava di sentire nelle canzoni il segmento "take a look at" che giungeva alle mie orecchie come "tagalooga" /taga'lu:ga/. Ovviamente non capivo cosa significasse. C'era un tormentone in cui la cantante continuava a ripetere in modo ossessivo "hey you, tagaloogame". Niente da fare, non capivo. Se mi avessero detto che significava "ehi tu, lecca il boccone del prete", non ci avrei trovato nulla di strano. Ero convinto che da qualche parte, anche se i dizionari non ne facevano menzione, esistesse un verbo "to tagalooga" e che si coniugasse così:

I tagalooga
you tagalooga
he tagaloogas

etc.

I'm tagaloogaing
you're tagaloogaing
he's tagaloogaing

etc.

I tagaloogaed
you tagaloogaed
he tagaloogaed

etc.

Non pensavo che potesse essere un verbo irregolare. Allo stesso modo, quando sentivo dire nelle canzoni "tseghireesey" /tsegi'ri:ze/, non riuscivo a realizzare che si trattava di "take it easy". Non capivo, credevo che da qualche parte, magari in qualche dizionario tecnico, dovesse essere listato il verbo "to tseghireesey", con la seguente coniugazione: 

I tseghireesey
you tseghireesey
he tseghireeseys

etc.

I'm tseghireeseing
you're tseghireeseing
he's tseghireeseing

etc.

I tseghireeseyed
you tseghireeseyed
he tseghireeseyed

etc.

Ero molto imbarazzato perché non avevo la benché minima idea di come trascrivere correttamente i suoni che sentivo e che non collegavo ai vocaboli appresi a scuola. Come già il verbo "to tagalooga", anche "to tseghireesey" mi era incomprensibile come un reperto alieno. Già allora riuscivo a comprendere che le parole strane da me udite avevano una fonetica incompatibile con quella dei vocaboli appresi durante le lezioni. 

Il colmo venne quando ascoltai per la prima volta la canzone Sussudio, di Phil Collins, il cui ritornello mi suonava come sussussurio /sussus'surio/. All'epoca non era facile identificare le canzoni trasmesse dai canali radio e di Phil Collins non sapevo nulla. Dovevo soffrire di una lieve forma di autismo - così pensai che esistesse in inglese un inesplicabile verbo "to sussussurio", così coniugato:

I sussussurio
you sussussurio
he sussussurioes

etc.

I'm sussussurioing
you're sussussurioing
he's sussussurioing

etc.

I sussussurioed
you sussussurioed
he sussussurioed

etc.

In seguito mi accorsi che questo enigmatico sussussurio, che non avevo mai visto scritto e la cui grafia ignoravo, era pronunciato quasi come la parola latina susurrio "maldicente, sussurratore". Allora ritenni di aver svelato il mistero: il ritornello ripeteva la sillaba iniziale per ragioni espressive. Cominciai a credere che la parola latina fosse finita nella canzone per via dell'appartenenza del cantante a un'associazione goliardica, quali ce n'erano tante: nel mondo anglosassone furoreggiavano i toga party. Solo da poco sono riuscito a ricostruire la fonte di questa assurda creazione, che col latino non ha nulla a che fare. Cosa passasse per la mente di Phil Collins quando escogitò questo sussudio (con -d- rotacizzata), proprio non lo si riesce a capire. A quanto ho letto, il cantante ha dichiarato in un'intervista di aver cercato di trascrivere il suono di uno strumento a percussione che aveva udito nel corso di una festa. Quando il rumore era giunto ai suoi ipersensibili nervi acustici come una vocalizzazione, lo aveva sillabato e trascritto usando un'ortografia inconsueta. Non mi sembra una cosa molto credibile.

Punto il mio dito accusatore contro la scuola, istituzione maligna, la esecro e la maledico: è la causa prima di tutte queste atrocità! Tuttavia le invettiva non sono sufficienti. Presso gli antichi Celti la satira era ritenuta un'arma devastante, a cui veniva attribuito il potere di sterminare i topi. Sono della stessa idea. Servendomi di questo mezzo, mi auguro di vedere presto collassare il Leviatano scolastico! 

Nessun commento: