mercoledì 27 giugno 2018

L'INGLESE È E RESTA UNA LINGUA GERMANICA

La natura germanica della lingua inglese moderna dovrebbe essere chiara a tutti. Eppure non è così. Il vocabolario derivato dall'anglosassone sembra esiguo rispetto all'immensa mole dei prestiti di origine romanza, latina e greca, così sono state avanzate proposte di classificare l'idioma di Shakespeare come una lingua germano-romanza. Per lo stesso motivo l'uomo della strada, che ignora la filologia germanica, è incline a ritenere l'inglese un bizzarro tipo di lingua romanza. In Italia questa opinione è diffusissima, complice un sistema scolastico tradizionalmente ostile a tutto ciò che non ha in Roma la sua radice.

La battaglia di Hastings (1066) ha cambiato per sempre il destino dell'Inghilterra. A causa del dominio dei Normanni, la lingua inglese è stata colpita da una sciagura gravissima, un trauma irreparabile a cui possiamo dare il nome di integrazione anglo-romanza. Gli esiti di questo processo spaventoso e caotico sono sotto gli occhi di tutti. Si stima che circa l'85% del lessico anglosassone originale sia andato perduto. Circa 10.000 vocaboli sono entrati nel medio inglese a partire dalla lingua d'oïl parlata dai Normanni. Di questi prestiti, il 75% è tuttora vivo. Come se non bastasse, innumerevoli parole dotte sono state prese a prestito dal latino e dal greco nella fase dell'inglese moderno. Questo processo, che tra le altre cose ha permesso la formazione della lingua scientifica, è tuttora in corso e non accenna a diminuire. Potremmo quasi parlare di integrazione anglo-latina e di integrazione anglo-greca. Esistono moltissimi lavori che parlano di questi argomenti, sia nel Web che cartacei. Per un'introduzione sintetica rimando all'articolo di Stefano Assolari (Università di Cipro), Latinismi in inglese: un'analisi dell'influenza lessicale latina sulla lingua della comunicazione globale


A dispetto dei profondi stravolgimenti subiti, è pur vero che il lessico di base, quello che caratterizza la lingua, è rimasto in gran parte derivato dall'anglosassone. Per convincersene, basta stilare un breve elenco di parole che costituiscono il nucleo dell'idioma di Albione: 

arm "braccio" 
beard
"barba"
blood "sangue"
child "bambino"
dream "sogno"
cow "vacca"
ear "orecchio"
earth "terra"
eye "occhio"
fire "fuoco"
fish "pesce"
foot "piede"
gold "oro"
good "buono"
goose "oca"
hair "capelli"
hand "mano"
head "testa"
high "alto"
horse "cavallo"
iron "ferro"
land "terra"
little "piccolo"
man "uomo"
month "mese" 
moon
"luna"
nose "naso"
ox "bue"
sea "mare"
silver "argento"
sun "sole"
water "acqua"
woman "donna"
year "anno"

Si possono ancora formare frasi composte esclusivamente da parole di questo genere. Ad esempio: "I saw the earth sinking in the dark waters of the sea".

Come conseguenza della sua storia molto travagliata, l'inglese è una lingua fortemente dissociativa. Questo significa che forma parole derivate a partire da radici prese dal francese, dal latino o dal greco, che non hanno alcuna attinenza con la radice germanica usata per esprimere il concetto di base. Questo è in netto contrasto con la lingua di Beowulf, che era fortemente associativa, dal momento che formava le parole derivate utilizzando la radice delle parole semplici e opponendosi a ogni opacità etimologica.

Per illustrare la dissociatività dell'inglese moderno prendiamo ad esempio il verbo to live "vivere" (cfr. antico inglese dell'Anglia lifian, antico inglese del Wessex libban; gotico liban; norreno lifa < protogerm. *liβǣnan / *liβjanan "vivere").

Alcuni concetti derivati da quello di "vivere" non sono espressi usando questa radice di origine germanica, dal momento che si usano prestiti dall'antico francese, la cui radice in ultima istanza viene dal latino (vivo, vivis, vixi, victum, vivere). Così abbiamo: 

to survive "sopravvivere"
to revive
"rivivere"

Da questi verbi si formano sostantivi: 

survival "sopravvivenza"
survivor
"sopravvissuto" 
revival
"rinascita" 

Il punto è che un parlante inglese non sa analizzare queste radici verbali survive e revive come composti da cui estrarre una radice verbale *vive a cui sono aggiunti i prefissi sur- e re-, che pure si trovano in altre parole (surname "cognome" da name "nome"; surtax "soprattassa" da tax "tassa"; to renew "rinnovare" da new "nuovo"; to rediscover "riscoprire" da to discover "scoprire", etc.). In italiano, lingua meno dissociativa dell'inglese, la situazione è più chiara: chiunque capisce che i verbi sopravvivere e rivivere sono semplici composti del verbo vivere e i prefissi sono di uso comune. Situazioni di questo genere sono comunissime. Se gli studenti non fossero zombie lobotomizzati, se ne accorgerebbero di certo.

Non di rado accanto a un aggettivo derivato da una radice germanica, si trova anche un prestito di origine latina. Questi sono alcuni esempi significativi: 

father "padre";
      fatherly / paternal
"paterno"
mother
"madre";
     
motherly / maternal "materno"
brother
"fratello";
     
brotherly / fraternal "fraterno"
heaven
"cielo, paradiso";
      heavenly / celestial
"celeste"
night "notte";
      nightly / nocturnal "notturno"
death "morte";
      deathly / mortal
"mortale"
year "anno";
       yearly / annual
"annuale"
East "est";
       eastern / oriental "orientale"
West "ovest";
       western / occidental
"occidentale"
thought "pensiero";
       thoughtful / pensive
"pensieroso"

Allo stesso modo, accanto a un derivato astratto formato a partire da una radice germanica con un suffisso nativo, si trova anche un prestito dall'antico francese, dal latino o dal greco, la cui formazione non è necessariamente chiara a un parlante anglosassone. Questi sono alcuni esempi: 

fatherhood / paternity "paternità"
motherhood / maternity
"maternità"
brotherhood / fraternity
"fraternità"
freedom / liberty
"libertà"
happiness / felicity "felicità"
kingship / monarchy "monarchia" 

In tutti questi esempi, la parola latina da cui si formano i derivati dissociativi non è in uso e spessissimo non è neppure conosciuta dai parlanti. Allo stesso modo, in italiano abbiamo derivazioni dissociative a partire da vocaboli schiettamente latini, che creano forme incongrue:

bambino / puerile, puericoltura, etc.
guerra / bellico, bellicoso
, etc.

I dotti che hanno importato nella lingua d'uso comune parole come puerile e bellico ovviamente conoscevano alla perfezione il latino: per loro puer "bambino" e bellum "guerra" erano parole quotidiane. Il problema si pone quando ad usare puerile e bellico è il popolano a malapena alfabetizzato, che a maggior ragione non ha familiarità alcuna con l'antica lingua di Roma. Ai tempi poteva essere il macellaio o il fabbro, oggi sarà piuttosto l'adolescente riscimmiato che vediamo ogni giorno sui treni intento a berciare e a vandalizzare.

Con un po' di tempo e di pazienza, è possibile compilare una lunga lista di doppioni, in cui a fianco di ogni parola anglosassone genuina si mette il suo equivalente importato. I termini anglosassoni sono nella maggior parte dei casi parole semplici, quelli neolatini, latini o greci possono essere parole semplici o derivate. Questi sono alcuni esempi significativi:

blossom / flower "fiore"
child / infant "bambino"
craft / art "arte"
doom / judgement "giudizio"
fair / beautyful "bello"
fiend / devil "diavolo"
foe / enemy "nemico"
folk / people "gente, popolo"
ghost / phantom "fantasma" 
ghost / spirit "spirito"
grave / tomb "tomba"
graveyard / cemetery "cimitero"
ground / soil "suolo"
heaven / paradise "paradiso"
hell / inferno "inferno"(1)
housel / eucharist "eucarestia"(2)
inn / tavern "taverna"
mead / hydromel "idromele"(3)
near / close "vicino"
shape / form "forma"
snake / serpent "serpente"
speech / language "lingua"
speed / velocity "velocità"(4)
strength / force "forza"
town / city "città"(5)
wedlock / marriage "matrimonio" 
whole / entire
"intero"
wild / savage "selvaggio"
wish / desire "desiderio" 

(1) La parola inferno è stata presa dall'opera di Dante Alighieri.
(2) Il termine housel è arcaico, la sua estinzione è avvenuta nel corso del XIX secolo. Non è nemmeno incluso in Etyonline.com. Eppure la sua origine è assai nobile e genuinamente germanica (cfr. gotico hunsl "sacrificio"; norreno húsl "eucarestia"). L'uso cristiano del termine probabilmente si è irradiato dalla lingua di Wulfila alle altre lingue germaniche.
(3) Il termine hydromel era molto in uso in epoca elisabettiana ed è attestato nei ricettari di corte.
(4) Nel linguaggio scientifico, speed indica la velocità scalare, velocity indica la velocità vettoriale. Dubito fortemente che questi concetti siano chiari alle persone comuni.
(5) Esiste una differenza semantica, per cui city indica una metropoli, mentre town in genere è una città di medie dimensioni.

Alcune parole native sono ormai così arcaiche da essere state sostituite completamente con termini importati, anche se possono emergere in alcuni dialetti. Nessuno in Italia le ha apprese a scuola. Tutti conoscono soltanto il sinonimo preso a prestito nel corso dell'integrazione anglo-romanza. Un fenomeno davvero bizzarro. Questo è un elenco:

athel / noble "nobile"
atheling / prince "principe"
barrow / mountain "montagna"
bookstaff / letter "lettera"
britches / pants "calzoni"
drighten / prince "principe"
eld / age "età"
ferd / army "esercito"
frith / peace "pace"
frithful / peaceful "pacifico"
here / army "esercito"
hosen / pants "calzoni"
maidenhood / virginity "verginità"
reard / voice "voce"
ruth / pity "compassione"
steven / voice "voce"
stound / hour "ora" 

Sarebbe un'ottima cosa riportare in auge questi nobilissimi vocaboli.

Lo stesso sistema verbale pullula di doppioni: 

to bear / to carry "portare"
to end / to finish "finire"
to gather / to assemble "raccogliere"
to look / to appear "sembrare"
to mean / to signify "significare"
to meet / to encounter "incontrare"
to rot(*) / to putrefy "marcire"
to seem(*) / to appear "sembrare"
to uphold / to support "sostenere"
to utter / to pronounce "pronunciare"

(*) Verbo di origine norrena.

In diversi casi sono avvenuti slittamenti semantici drammatici, in cui una parola derivata dal protogermanico ha acquisito un significato molto distante da quello di origine. Non di rado la forma genuina anglosassone ha avuto la peggio nella sua lotta con la forma importata, finendo con l'occupare un'altra nicchia semantica nell'architettura della lingua.

deer "cervo" < a.i. dēor "animale selvatico"(i)
stream
"ruscello" / river "fiume"(ii) 
meal "pasto" / flour "farina"(iii)

(i) Cfr. tedesco Tier "animale", gotico dius, gen. diuzis "animale", norreno dýr "animale selvatico".
(ii) Il termine anglosassone strēam significava "fiume", ma non resse la concorrenza della forma normanna (cfr. italiano riviera) e passò a indicare corsi d'acqua minori.
(iii) Il significato originale di meal era "farina", conservato in oatmeal "farina d'avena". Poi passò a indicare la farinata, quindi il pasto servito dai frati nei refettori. Il vocabolo flour in origine indicava il fior di farina e ha la stessa etimologia di flower "fiore".

Sono interessantissimi i termini della lingua d'oïl importati per indicare la carne di animali usata a fini alimentari, mentre l'animale vivo continua ad essere indicato da un termine germanico o comunque non romanzo:

calf "vitello" / veal "carne di vitello"
deer "cervo" / venison "carne di cervo"
ox "bue" / beef "carne bovina"
pig "maiale" / pork "carne di porco"
sheep "percora" / mutton "carne ovina" 

In Italia molti conoscitori di forme grossolane di pseudoinglese scolastico non capiscono che i termini culinari importati dalla Normandia non possono essere usati per indicare gli animali vivi. A parte il fatto che ignorano forme come veal, venison e mutton, troppo dotte, spesso usano beef per indicare il bue che muggisce e pork per indicare il maiale grufolante.

La formazione del linguaggio scientifico ha introdotto numerosi aggettivi dotti fortemente dissociativi presi dal latino e dal greco o formati dalle relative radici. Ecco un elenco, ben lungi dall'essere esaustivo:

ape "scimmia" : simian
bear "orso" : ursine
bee "ape" : apian
bird "uccello" : avian
blood "sangue" : sanguine
brain
"cervello" : cerebral
cat
"gatto" : feline
chest
"petto" : pectoral
cod "merluzzo" : cyprine
crow
"corvo" : corvine
dog "cane" : canine
earth "terra" : terrestrial
fish "pesce" : piscine
fox
"volpe" : vulpine
goat "capra" : caprine
heart "cuore" : cardial
horse "cavallo" : equine
kidney "rene" : renal
liver "fegato" : hepatic
man "uomo" : human
mind
"mente" : mental
moon
"luna" : lunar
mouse "topo" : murine
neck
"collo" : cervical
ox "bue" : bovine
pig "maiale" : porcine
sheep "pecora" : ovine
snake
"serpente" : anguine
star
"stella" : stellar
sun
"sole" : solar
tooth
"dente" : dental
tongue
"lingua" : lingual
wasp "vespa" : vespine
whale "balena" : cetacean
wolf "lupo" : lupine
worm "verme" : vermian

Anche in italiano abbiamo simili forme dissociative, basti pensare a pecora / ovino, a gatto / felino, a cavallo / equino e a maiale / suino. Tuttavia in un gran numero di casi si hanno forme associative, come capra / caprino; bue / bovino; dente / dentale; rene / renale; petto / pettorale; terra / terrestreluna / lunaresole / solare, etc. 

Nel nocivo sistema scolastico italiano, il lessico di base della lingua inglese, in gran parte di origine anglosassone, viene molto trascurato quando non addirittura considerato irrilevante. Accade così che sia alquanto fallace e lasso l'insegnamento del giusto suono di parole che sono in buona misura monosillabi, con effetti devastanti. Se uno studente pronuncia cow "vacca" facendo rimare la parola con snow "neve", commette un errore gravissimo e non sarà affatto capito dagli anglofoni nativi. Se fossi un insegnante, educherei la scolaresca insegnando che cow deve rimare con Dachau, magari previa escursione in quell'amena località.

I filologi continuano a descrivere il processo di integrazione anglo-romanza come qualcosa di "positivo", come un indice di "civiltà", come un "arricchimento del lessico". Essendo fiero sostenitore del germanesimo, evidenzio invece le perdite catastrofiche del vocabolario nativo. L'antico inglese non ha perso soltanto un numero immenso di parole genuine: ha perso anche gran parte della sua prodigiosa capacità di creare composti vitali. Eppure, sotto la maschera dei prestiti, brilla ancora una natura primigenia e fulgida.

Brillano diamanti anche in quelli che la gente considera i bassifondi della lingua. Una parola nobile e antica, arse, ass "ano", è ritenuta "slang volgare", nonostante derivi da una chiara protoforma germanica *arsaz. Per contro, la parola anus è un crudo latinismo impiantato in inglese dalla lingua degli scienziati e dei letterati. In antico inglese c'era la parola earsgang "ano" (alla lettera "passaggio del culo"), che non mancava di poesia. Un'altra forma simile era ūtgang "ano" (alla lettera "uscita"), un chiaro eufemismo. Questo confuta l'idea di alcuni romanisti, che reputano il termine tedesco antico ûzcanc, ûzgang  (moderno Ausgang) "uscita" un calco del latino exitus. Non solo questo non è vero: l'anglosassone indica che la parola, antica, era usata per indicare quella che di certo è una delle parti più bizzarre e interessanti del corpo umano. Se oggi usiamo penis "pene", crudo latinismo, è perché si sono perse parole mirabili e antichissime. In anglosassone per definire il concetto si usava teors (cfr. antico alto tedesco zërs "pene"; norreno tjasna "tipo di paletto") e wǣpn (alla lettera "arma", inglese attuale weapon).

Un gravissimo errore nel lavoro di Assolari

Si segnala un raggelante strafalcione nell'articolo di Assolari sopra riportato: il termine antico inglese ċeaster "città" (riportato senza il diacritico), viene ritenuto corradicale di city (francese cité), mentre è un chiaro prestito dal latino castrum "fortezza". A pagina 81 (numerazione a piè di pagina) è riportata questa incredibile frase: "Antico inglese ceaster, dal latino civitas. Ora in inglese city e in italiano città". Quando l'ho vista, non volevo credere ai miei occhi. L'autore sembra ignorare anche i fondamenti della pronuncia dell'antico inglese, credendo addirittura che ceaster avesse la stessa consonante iniziale di city, mentre il suono corretto è quello iniziale di cheese. Voglio sperare che tutto ciò si debba all'imperizia di un revisore ignorante e meritevole di fustigazione a sangue.

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