domenica 16 giugno 2019

UN VOCABOLO NORRENO PER INDICARE IL DIAVOLO: *KǪLSKI

Approfondendo i miei studi di lessico norreno, la mia attenzione è caduta sulla seguente voce in uso nell'attuale lingua islandese

kölski (m.), diavolo

Visto che non si tratta di un prestito recente, deve per necessità risalire alla lingua più antica, anche se non sono riuscito a trovarne attestazioni. Fidandomi della memoria, ero convinto che fosse presente nel dizionario di Zoëga. Ricontrollando quella fonte, ho visto che il lemma non si trovava. Nell'ortografia dell'antico nordico, la parola si scriverebbe nel seguente modo:

*kǫlski (m.), diavolo

La protoforma germanica che possiamo facilmente ricostruire è senz'altro *kaluskæ:n. Il punto è questo: da dove deriva? Subito ci salta all'occhio l'etrusco Calu, che è il nome di Ade. Vediamo che dal suo genitivo Calus deriva un aggettivo Calusna "degli Inferi", epiteto di Plutone (Tinia Calusna, ossia "Giove degli Inferi"), oltre al sostantivo plurale e collettivo Calusur "i Morti", ossia "coloro che appartengono agli Inferi". Il suffisso -na forma aggettivi, mentre -r è il tipico segno dei plurali animati.

Quello che salta subito all'occhio è la corrispondenza tra il norreno /k-/ e l'etrusco /k/, segno che il prestito deve essere avvenuto dopo l'esaurimento della legge di Grimm. Assieme alla radice /kalu-/ è stata adottata anche la morfologia etrusca: il genitivo in -s a cui è stato agglutinato il pronome /-ka/ "questo". In etrusco avremmo *Calusca "ciò che appartiene all'Ade", da Calu- + -s- (gen.) + -ca (pron. dim. nom.).  La corrispondente forma accusativa sarebbe stata *Caluscn, da Calu- + -s- (gen.) + -c-n (pron. dim. acc.). Abbiamo la prova dell'esistenza di formazioni simili, ad esempio nel testo del Liber Linteus, in cui compare celu-c-n, verosimilmente "alla terra", essendo cel "terra". 

Il protogermanico aveva già adottato dal tirrenico /kalu/ la forma *χaluz, *χallaz "pietra (tombale)" - con regolare applicazione della legge di Grimm, la cosiddetta prima rotazione consonantica comune a tutte le lingue germaniche - e da questa radice abbiamo il gotico wulfiliano halus "pietra", il norreno hallr "pietra", oltre al derivato *χaljo: "gli Inferi", da cui il gotico wulfiliano halja "inferno" e il norreno hel "inferno, morte" (f.). 

Una parola imparentata 

Esiste un lemma curioso già usato nell'antichità, che a parer mio appartiene alla stessa famiglia dell'islandese moderno kölski

kǫlsugr, impertinente 

La parola è riportata da Zoëga nel suo dizionario con la tipica ortografia modernizzante come kölsugr. La glossa inglese è "pert, saucy". Non è un caso difficile. In origine l'aggettivo doveva significare "diabolico, demoniaco", finendo col registrare un naturale slittamento semantico. Un po' come in italiano la parola bastardo, che fino a poco tempo fa era un insulto molto grave e che adesso può essere usata per esprimere un vago biasimo. Ricostruisco una protoforma *kalusuγaz, essendo -uγaz un suffisso aggettivale. Vale quanto detto in precedenza sull'origine tirrenica.

Conclusioni: 

A mio avviso la lingua protogermanica era in stretto contatto con una lingua tirrenica da cui ha preso prestiti di varia natura, in diverse epoche. Purtroppo i dettagli di questi complicati processi di interscambio linguistico sono andati perduti nel mare dell'entropia dilagante. La speranza, difficile a morire, è che in futuro possano emergere nuovi dati in grado di portare chiarezza nelle tenebre della preistoria.

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