Oggi sul treno c'erano due uomini bizzarri e molto scuri di pelle, che sembravano genti dell'India. Avevano addosso un odore stranissimo, intenso, vagamente simile a quello del curry ma nauseabondo; i loro tratti somatici erano marcati, quasi caricaturali. La cosa che mi ha più colpito è che parlavano una lingua che non sono riuscito a identificare. Uno di loro, che era a dir poco obeso, ripeteva di continuo frasi con le seguenti parole: "IKSOS STAIR", "IKSOS SATAIR", "IKSOS SATRA". Qualcosa mi diceva che non erano di questo pianeta. Un pensiero è balenato in me nell'Antica Lingua. Sono uomini della specie che chiamo "TEDHAAR". Probabilmente sono giunti sulla Terra da DZAMBRA o da qualche pianeta di quel tipo. Un pensiero forte, netto, chiarissimo quanto inspiegabile, che nessuno potrà mai cancellare dalla mia memoria.
Si potrà dire che si trattava semplicemente di cittadini dell'India, terrestri a tutti gli effetti. La lingua sarà stata una delle tante parlate nel Subcontinente, indoeuropea, dravidica o munda. Il problema è che la sonorità dell'eloquio di quegli uomini era chiara, tanto che coglievo le parole distintamente. Non presentavano suoni aspirati e retroflessi tipici delle lingue indiane. In ogni caso il TEDHAAR obeso mi sembrava un idiota. Continuava a fissare uno scontrino che teneva in mano, additando il prezzo e ripetendo sempre quelle stesse parole che evidentemente erano numerali. L'altro cercava di spiegargli qualcosa, anche se non ci riusciva. Il quoziente intellettivo di quegli individui mi sembrava minimo. A Sesto San Giovanni sono scesi dal treno e non li ho mai più rivisti. Per fortuna, non mi hanno fatto una bella impressione. In ogni caso, non è la prima volta che vedo elementi estranei a questo pianeta andarsene in giro allegramente per Milano e per l'hinterland come se nulla fosse.
Marco "Antares666" Moretti, ottobre 2012
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