sabato 30 maggio 2020

PROSTITUZIONE IN SECOND LIFE

Camminavo lungo la via in un paese glaciale. A un certo punto ho visto qualcosa che ha attratto la mia attenzione. La prostituta era una ragazza dark, il cui avatar era definito con il massimo dettaglio: si poteva distinguere il rossetto nero sulle labbra, gli occhi erano truccati col mascara, le unghie delle mani e dei piedi avevano uno smalto nero lucido. Stava immobile vicino a un lampione, esibendo le gambe. Le chiome erano lunghe e corvine, la pelle era di un pallore cadaverico. Gli abiti neri erano davvero succinti. Poco oltre c'era il pappa, un afroamericano in doppiopetto, anche lui sembrava una statua. Quello che mi ha stupito, è che sulla testa delle due figure non compariva l’etichetta con nome e cognome. Ho cliccato sulla prostituta con l’apposito tasto per ottenere informazioni, e ho potuto constatare che era sprovvista di nominativo: era una proprietà di un bordello chiamato "Liberty or Tyranny", o qualcosa del genere. Probabilmente era un "bot", ossia un avatar fittizio. Pieno di stupore ho ripreso il mio cammino, allontanandomi da quel luogo. 
 
Marco "Antares666" Moretti, gennaio 2016

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