Prima mi sono trovato a viaggiare in treno assieme a Battiato e a parlare con lui di
argomenti filosofici. Era giovane e vestito da becchino. Poi il cantante ha proseguito
per Napoli, mentre io sono sceso dal treno e sono rimasto bloccato in un paese del
Piemonte perso in mezzo al niente. Non c'era un solo treno per Milano: le indicazioni
che avero ricevuto erano errate. Ero costretto a stare lì, in quel luogo nefasto
chiamato GRAMAODE. Quando è giunto il tramonto, mi sono accorto che regnava il
coprifuoco. Non c'era un solo lume acceso, la tenebra saliva come dal suolo, densissima
e aggressiva. Non una sola finestra illuminata. Non un treno, non una pensione, non un
bed and breakfast o un locale aperto. I miei tentativi di chiedere informazioni sono
naufragati: c’era un bigliettaio, vecchio e aggressivo, con cui non si poteva
comunicare. Gli ultimi barlumi di luce morivano in una foschia inferale. Anche le poche
luci della stazione si spegnevano, si disattivavano persino i pannelli con gli arrivi e
le partenze, i cui caratteri erano peraltro illeggibili. Così sono corso verso l'ultima
luce, un gabbiotto di vetro con alcuni macchinari in mostra, dove due giovani spenti
stavano mangiando panini. Ero disperato, ho chiesto loro se potevano darmi un passaggio.
Mi hanno detto che sarebbero andati a Milano, nel quartiere Isola, proprio dove lavoro.
Così siamo saliti in macchina, addentrandoci nell'oscurità dell'Ade. Un tragitto folle a
fari spenti nei campi, come se il pilota avesse la vista agli infrarossi. A un certo
punto ho visto che proveniva una fioca luce da una stazione ferroviaria di un paese
chiamato IOSUS. Mi dicevano che un tempo lì c'erano gli Etruschi. Ci siamo allontanati,
di nuovo immersi nel buio simile a petrolio opprimente e mi sono svegliato in preda al
terrore.
Marco "Antares666" Moretti, maggio 2020
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