Mi sono cullato nella mia immaginazione, facendo prendere forma a scene di vita di un antico popolo delle montagne dell'Atlante. Genti biondicce e rachitiche, che vivevano in condizioni quasi bestiali, abitando spesso in caverne, pur avendo qualche contatto con popolazioni più avanzate. Spinto da una forza irresistibile, ho trascritto qualcosa della loro lingua, che è chiaramente di ceppo berbero, ma dotata di una sonorità molto anomala. Non saprei classificare bene questa mia ispirazione, tanto che l'opera sembra essere a metà strada tra la glossolalia e la consapevole costruzione di una conlang. Ho scorso un lungo elenco di radici protoberbere con i loro esiti nelle lingue attestate di quel ceppo: a per ognuna di queste radici ho fornito l'equivalente nella lingua dei cavernicoli dell'Atlante. Come mi è capitato altre volte, nel trascrivere le parole, ho avvertito in me un senso di pace cristallina, come se stessi attingendo a qualcosa di realmente esistito.
La fonologia di questa lingua è infatti molto simile a quella del basco (Euskara), con poche differenze (sono presenti le geminate -ll- e -nn-, la rotica r è sempre trillata). L'ortografia che ho utilizzato per trascriverla si basa su quella del basco, a cui rimando (z è la sibilante laminale, s è la sibilante apicale, g è sempre un'occlusiva velare). Ecco una lista di vocaboli:
abairru, cane selvatico; volpe
aballu, pene, fallo
aballu, pene, fallo
abar, fossa
abaun, otre di cuoio
aberkan, nero
aborri, grillo
adambain, bruno rossiccio
agerda, topo
agorro, recinto
agorro, recinto
ahal, parola magica; immunità
ahamban, acque
aharra, recinto
aharro, ventriglio
ahodar, muro
ahu, ginocchio
ahulli, asino, onagro
ain, bocca
aiun, venire
ambu, bocca
anga, palato
ambu, bocca
anga, palato
angargur, rana
angur, naso
arbide, sentiero, via
argut, corvo
arren, città
ataun, andare
atsil, vipera
atzar, capelli
aulen, cuore
aurak, giallo, verdognolo
autz, struzzo
azoha, valletta; rivolo
azpe, giorno
azullu, clitoride
ba, madre
bal, occhio
ballen, occhi
ban, persona, uomo
barai, farina
barra, figlio
bat, madri
bizkar, fianco di una collina
bor, leone
borgu, zanzara
bortamban, minerale di rame
botson, sciacallo
botzar, tortura
buts, limaccia
dingal, nano
ebaen, irrigare
ebegau, bue
ebennen, disporre pietre, costruire
eberkau, vitello
eboken, affrettarsi
eborgen, innalzare
edamben, sangue
egaen, fare, mettere
egordan, scorpione
egordu, pulce
elbe, pelle
embirren, piovere
emborren, correre
embuden, chiedere
embuten, morire
ennain, vedere
ennun, attraversare, passare
ennutun, camminare
entzun, starnutire
ergen, bruciare
errau, schiena
errun, partorire, far nascere
ezumben, succhiare
ezun, bere
gaintz, arco (arma)
gaintz, arco (arma)
gambur, labbro
gan, albero giba, elefante
gosi, cane
gugan, molti
guntza, cagnolino
haina, pecora
harui, cinghiale
haura, giovane cammello
hauren, farina
heuren, giungere, arrivare
idari, antilope, orice
idau, gente, uomini
iharren, essere buono
ihe, seno di donna
ikorren, essere secco
ilbe, maiale
illin, essere, stare
illit, figlia
iltz, lingua
imbaben, bocche
inda, tutto
innin, dire
intz, giovane uomo
ipe, testa
itz, osso
itzan, mosche
itzi, mosca
izamban, gazzella
izpe, parola; nome
jambi, mia madre
jausen, giungere
joan, uno
magarda, collo; curva, ansa
makoran, grande
maspibir, farfalla
matatak, lucertola
mazaur, grande
naho, vento fresco e umido
nannak, che parla col naso (nome dato a ominidi microcefali che
vivevano in valli molto isolate)
vivevano in valli molto isolate)
nil, acqua
nir, fronte
taba, canale d'irrigazione
tabarrut, quaglia, pernice
tagoga, macigno
tahuri, lebbra
taini, dattero
talbaut, valle
tambent, miele
tebegaut, vacca
tebegaut, vacca
teberkaut, vitella
tegordant, scorpione femmina
teheri, coltello
temba, mosca sarcofaga
tillit, luna
tizizpit, ape
uha, fuoco
uhuts, mano
urruts, vetta, cima di un'altura
uzpe, faccia; apparenza
zauk, rosso
zuzpi, sputo
zuzpi, sputo
Elementi grammaticali:
I nomi con il prefisso t- e il suffisso -t sono femminili. Si tratta di una delle catatteristiche più tipiche delle lingue berbere.
Prefiggendo la particella en- ai nomi si ottengono le forme del genitivo. Spesso avvengono alcuni mutamenti eufonici.
ahamban endalbaut, le acque della valle
aulen endingal, il cuore del nano
ipe enintz, la testa del giovane uomo
itz engiba, avorio (lett. "osso di elefante")
nil endaba, l'acqua del canale
Gli aggettivi sono collocati dopo i sostantivi:
ahamban gugan, molte acque
banaberkan, uomo nero; fabbro
bantzauk, uomo dai capelli rossi
Pronomi personali:
nik, io
ki, tu (masch.)
kin, tu (femm.)
anda, egli, ella
nikain, noi
kauni, voi
andain, essi, esse
Come si può notare, solo i pronomi di seconda persona singolare sono distinti per genere. Quelli di terza persona singolare non mostrano questa distinzione. Una simile caratteristica è tipica delle lingue berbere.
Suffissi possessivi:
-i, mio
-k, tuo (masch.)
-(e)n, tuo (femm.)
-tz, suo (masch., femm.)
-na, -da, nostro
-bin, vostro
-zen, loro (masch., femm.)
Aggiunti ai nomi, questi suffissi possono subire svariate modificazioni eufoniche. Ecco alcuni esempi.
nili, la mia acqua
nilk, la tua acqua (masch.)
nillen, la tua acqua (femm.)
niltz, la sua acqua
nilda, la nostra acqua
nilbin, la vostra acqua
niltzen, la loro acqua
bail, il mio occhio, la mia vista
balk, il tuo occhio, la tua vista (masch.)
ballen, il tuo occhio, la tua vista (femm.)
baltz, il suo occhio, la sua vista
balda, il nostro occhio, la nostra vista
balbin, il vostro occhio, la vostra vista
baltzen, il loro ogghio, la loro bista
ballein, i miei occhi
ballenk, i tuoi occhi (masch.)
ballannen, i tuoi occhi (femm.)
ballentz, i suoi occhi
ballanda, i nostri occhi
ballembin, i vostri occhi
ballantzen, i loro occhi
idabi, la mia gente
idauk, la tua gente (masch.)
idaben, la tua gente (femm.)
idautz, la sua gente
idauna, la nostra gente
idaubin, la vostra gente
idauzen, la loro gente
tebegauti, la mia vacca
tebegauzk, la tua vacca (masch.)
tebegauten, la tua vacca (femm.)
tebegautz, la sua vacca
tebegaunna, la nostra vacca
tebegaupin, la vostra vacca
tebegautzen, la loro vacca
Sono possibili alcune ambiguità. Così itzi "il mio osso" si pronuncia proprio come itzi "mosca".
Gli stessi suffissi si usano per coniugare i verbi. La distinzione tra suffissi di seconda persona singolare maschile e femminile si trova anche in basco (e i suffissi stessi sono identici: -k per il maschile e -en per il femminile). Ecco alcuni esempi di forme verbali coniugate:
aiui, io vengo
aiuk, tu vieni (masch.)
aiuen, tu vieni (femm.)
aiutz, egli viene, ella viene
aiuna, noi veniamo
aiubin, voi venite
aiuzen, essi vengono, essi vengono
inni, io dico
innik, tu dici (masch.)
innien, tu dici (femm.)
innitz, egli dice, ella dice
innida, noi diciamo
innibin, voi dite
innizen, essi dicono
illi, io sono, io sto
illik, tu sei, tu stai (masch.)
illien, tu sei, tu stai (femm.)
illitz, egli è, ella è, egli sta, ella sta
illina, noi siamo, noi stiamo
illibin, voi siete, voi state
illizen, essi sono, essi stanno, etc.
Per curiosità, forniamo qui una brevissima lista di traduzioni in Euskara:
abairru - basco azeri "volpe"
aberkan - basco beltz "nero"
ahamban - basco urak "acque"
bal - basco begi "occhio"
ebegau - basco idi "bue"
ilbe - basco urde, zerri "maiale"
iltz - basco mihi "lingua"
ipe - basco buru "testa"
makoran - basco handi "grande"
nil - basco ur "acqua"
talbaut - basco haran "valle"
tambent - basco ezti "miele"
tebegaut - basco behi "vacca"
Come si vede, non sembra esserci molta corrispondenza. Possiamo tuttavia fare un certo numero di significativi parallelismi:
bizkar "fianco di una collina" : basco bizkar "schiena"
bortamban "minerale di rame" : basco urdin "blu"
botson "sciacallo": basco otso "lupo"
botson "sciacallo": basco otso "lupo"
ebegau "bue", tebegaut "vacca" : basco behi "vacca"
ebennen "disporre pietre" : basco ipini "porre"
egaen "fare" : basco egin "fare"
errun "partorire, far nascere" : basco errun "deporre uova"
hauren "farina" : basco irin "farina"
ikorren "essere secco" : basco ihar, agor "secco"
izpe "parola; nome" : basco hitz "parola", izen "nome"
tillit "luna" : basco ilargi "luna", ilabete "mese"
Spero che questo mio esercizio attragga l'attenzione di qualche studioso interessato ad accertare i legami tra il basco e le lingue berbere, quale che sia l'origine delle assonanze. Che si tratti di legami genetici o dovuti a prestiti occorsi nel Neolitico, l'argomento è senza dubbio oltremodo stimolante!
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