domenica 28 giugno 2020

UNA CONLANG PALEOBERBERA DALL'ASPETTO BASCOIDE

Mi sono cullato nella mia immaginazione, facendo prendere forma a scene di vita di un antico popolo delle montagne dell'Atlante. Genti biondicce e rachitiche, che vivevano in condizioni quasi bestiali, abitando spesso in caverne, pur avendo qualche contatto con popolazioni più avanzate. Spinto da una forza irresistibile, ho trascritto qualcosa della loro lingua, che è chiaramente di ceppo berbero, ma dotata di una sonorità molto anomala. Non saprei classificare bene questa mia ispirazione, tanto che l'opera sembra essere a metà strada tra la glossolalia e la consapevole costruzione di una conlang. Ho scorso un lungo elenco di radici protoberbere con i loro esiti nelle lingue attestate di quel ceppo: a per ognuna di queste radici ho fornito l'equivalente nella lingua dei cavernicoli dell'Atlante. Come mi è capitato altre volte, nel trascrivere le parole, ho avvertito in me un senso di pace cristallina, come se stessi attingendo a qualcosa di realmente esistito. 
  
La fonologia di questa lingua è infatti molto simile a quella del basco (Euskara), con poche differenze (sono presenti le geminate -ll- e -nn-, la rotica r è sempre trillata). L'ortografia che ho utilizzato per trascriverla si basa su quella del basco, a cui rimando (z è la sibilante laminale, s è la sibilante apicale, g è sempre un'occlusiva velare). Ecco una lista di vocaboli: 

abairru, cane selvatico; volpe
aballu, pene, fallo 
abar, fossa 
abaun, otre di cuoio 
aberkan, nero 
aborri, grillo 
adambain, bruno rossiccio 
agerda, topo
agorro, recinto 
ahal, parola magica; immunità  
ahamban, acque
aharra, recinto 
aharro, ventriglio 
ahodar, muro 
ahu, ginocchio 
ahulli, asino, onagro 
ain, bocca 
aiun, venire
ambu, bocca
anga, palato 
angargur, rana 
angur, naso 
arbide, sentiero, via 
argut, corvo 
arren, città 
ataun, andare 
atsil, vipera  
atzar, capelli
aulen, cuore 
aurak, giallo, verdognolo 
autz, struzzo 
azoha, valletta; rivolo  
azpe, giorno 
azullu, clitoride 
ba, madre  
bal, occhio 
ballen, occhi 
ban, persona, uomo 
barai, farina  
barra, figlio 
bat, madri 
bizkar, fianco di una collina 
bor, leone
borgu, zanzara 
bortamban, minerale di rame 
botson, sciacallo 
botzar, tortura 
buts, limaccia 
dingal, nano
ebaen, irrigare
ebegau, bue 
ebennen, disporre pietre, costruire
eberkau, vitello 
eboken, affrettarsi 
eborgen, innalzare 
edamben, sangue 
egaen, fare, mettere 
egordan, scorpione 
egordu, pulce  
elbe, pelle 
embirren, piovere  
emborren, correre 
embuden, chiedere 
embuten, morire 
ennain, vedere 
ennun, attraversare, passare 
ennutun, camminare 
entzun, starnutire 
ergen, bruciare 
errau, schiena 
errun, partorire, far nascere 
ezumben, succhiare 
ezun, bere
gaintz, arco (arma) 
gambur, labbro 
gan, albero 
gandutz, torello
giba, elefante 
gosi, cane 
gugan, molti 
guntza, cagnolino 
haina, pecora 
harui, cinghiale 
haura, giovane cammello 
hauren, farina 
heuren, giungere, arrivare  
idari, antilope, orice 
idau, gente, uomini 
iharren, essere buono 
ihe, seno di donna 
ikorren, essere secco   
ilbe, maiale 
illin, essere, stare 
illit, figlia
iltz, lingua 
imbaben, bocche 
inda, tutto 
innin, dire
intz, giovane uomo 
ipe, testa
itz, osso 
itzan, mosche 
itzi, mosca 
izamban, gazzella 
izpe, parola; nome 
jambi, mia madre 
jausen, giungere 
joan, uno 
magarda, collo; curva, ansa 
makoran, grande 
maspibir, farfalla 
matatak, lucertola 
mazaur, grande 
naho, vento fresco e umido 
nannak, che parla col naso (nome dato a ominidi microcefali che
     vivevano in valli molto isolate)
nil, acqua 
nir, fronte
taba, canale d'irrigazione
tabarrut, quaglia, pernice 
tagoga, macigno 
tahuri, lebbra 
taini, dattero 
talbaut, valle 
tambent, miele
tebegaut, vacca 
teberkaut, vitella 
tegordant, scorpione femmina 
teheri, coltello 
temba, mosca sarcofaga 
tillit, luna
tizizpit, ape
uha, fuoco 
uhuts, mano
urruts, vetta, cima di un'altura 
uzpe, faccia; apparenza
zauk, rosso
zuzpi, sputo

Elementi grammaticali: 
 
I nomi con il prefisso t- e il suffisso -t sono femminili. Si tratta di una delle catatteristiche più tipiche delle lingue berbere.  
 
Prefiggendo la particella en- ai nomi si ottengono le forme del genitivo. Spesso avvengono alcuni mutamenti eufonici. 
 
ahamban endalbaut, le acque della valle 
aulen endingal, il cuore del nano 
ipe enintz, la testa del giovane uomo 
itz engiba, avorio (lett. "osso di elefante") 
nil endaba, l'acqua del canale    

Gli aggettivi sono collocati dopo i sostantivi: 

ahamban gugan, molte acque
banaberkan, uomo nero; fabbro 
bantzauk, uomo dai capelli rossi
 
Pronomi personali: 

nik, io 
ki, tu (masch.) 
kin, tu (femm.) 
anda, egli, ella  
nikain, noi 
kauni, voi 
andain, essi, esse  
 
Come si può notare, solo i pronomi di seconda persona singolare sono distinti per genere. Quelli di terza persona singolare non mostrano questa distinzione. Una simile caratteristica è tipica delle lingue berbere.  

Suffissi possessivi: 

-i, mio 
-k, tuo (masch.)
-(e)n, tuo (femm.)
-tz, suo (masch., femm.)
-na, -da, nostro 
-bin, vostro 
-zen, loro (masch., femm.) 
 
Aggiunti ai nomi, questi suffissi possono subire svariate modificazioni eufoniche. Ecco alcuni esempi. 

nili, la mia acqua 
nilk, la tua acqua (masch.) 
nillen, la tua acqua (femm.)
niltz, la sua acqua
nilda, la nostra acqua 
nilbin, la vostra acqua 
niltzen, la loro acqua

bail, il mio occhio, la mia vista
balk, il tuo occhio, la tua vista (masch.)
ballen, il tuo occhio, la tua vista  (femm.)
baltz, il suo occhio, la sua vista
balda, il nostro occhio, la nostra vista
balbin, il vostro occhio, la vostra vista 
baltzen, il loro ogghio, la loro bista

ballein, i miei occhi
ballenk, i tuoi occhi (masch.)
ballannen, i tuoi occhi (femm.) 
ballentz, i suoi occhi
ballanda, i nostri occhi 
ballembin, i vostri occhi 
ballantzen, i loro occhi 

idabi, la mia gente 
idauk, la tua gente (masch.)
idaben, la tua gente (femm.)
idautz, la sua gente 
idauna, la nostra gente 
idaubin, la vostra gente 
idauzen, la loro gente 
 
tebegauti, la mia vacca 
tebegauzk, la tua vacca (masch.)
tebegauten, la tua vacca (femm.)
tebegautz, la sua vacca
tebegaunna, la nostra vacca 
tebegaupin, la vostra vacca 
tebegautzen, la loro vacca  

Sono possibili alcune ambiguità. Così itzi "il mio osso" si pronuncia proprio come itzi "mosca".

Gli stessi suffissi si usano per coniugare i verbi. La distinzione tra suffissi di seconda persona singolare maschile e femminile si trova anche in basco (e i suffissi stessi sono identici: -k per il maschile e -en per il femminile). Ecco alcuni esempi di forme verbali coniugate: 

aiui, io vengo 
aiuk, tu vieni (masch.)
aiuen, tu vieni (femm.)
aiutz, egli viene, ella viene 
aiuna, noi veniamo 
aiubin, voi venite 
aiuzen, essi vengono, essi vengono 
 
inni, io dico 
innik, tu dici (masch.)
innien, tu dici (femm.) 
innitz, egli dice, ella dice 
innida, noi diciamo
innibin, voi dite 
innizen, essi dicono 
 
illi, io sono, io sto 
illik, tu sei, tu stai (masch.)
illien, tu sei, tu stai (femm.)
illitz, egli è, ella è, egli sta, ella sta
illina, noi siamo, noi stiamo 
illibin, voi siete, voi state 
illizen, essi sono, essi stanno, etc.

Per curiosità, forniamo qui una brevissima lista di traduzioni in Euskara: 

abairru - basco azeri "volpe"
aberkan - basco beltz "nero"  
ahamban - basco urak "acque"
bal - basco begi "occhio"  
ebegau - basco idi "bue" 
ilbe - basco urde, zerri "maiale" 
iltz - basco mihi "lingua"
ipe - basco buru "testa" 
makoran - basco handi "grande" 
nil - basco ur "acqua"  
talbaut - basco haran "valle" 
tambent - basco ezti "miele" 
tebegaut - basco behi "vacca"  

Come si vede, non sembra esserci molta corrispondenza. Possiamo tuttavia fare un certo numero di significativi parallelismi:

bizkar "fianco di una collina" : basco bizkar "schiena" 
bortamban "minerale di rame" : basco urdin "blu"
botson "sciacallo": basco otso "lupo" 
ebegau "bue", tebegaut "vacca" : basco behi "vacca" 
ebennen "disporre pietre" : basco ipini "porre" 
egaen "fare" : basco egin "fare" 
errun "partorire, far nascere" : basco errun "deporre uova" 
hauren "farina" : basco irin "farina"  
ikorren "essere secco" : basco ihar, agor "secco"
izpe "parola; nome" : basco hitz "parola", izen "nome"  
tillit "luna" : basco ilargi "luna", ilabete "mese"  

Spero che questo mio esercizio attragga l'attenzione di qualche studioso interessato ad accertare i legami tra il basco e le lingue berbere, quale che sia l'origine delle assonanze. Che si tratti di legami genetici o dovuti a prestiti occorsi nel Neolitico, l'argomento è senza dubbio oltremodo stimolante!

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