sabato 9 luglio 2022


NEL TEMPIO DEGLI UOMINI TALPA

Titolo originale: The Mole People
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 77 min
Dati tecnici: B/N
     rapporto: 1,37:1
Genere: Fantascienza, orrore
Regia: Virgil W. Vogel
Soggetto: Laszlo Gorog
Sceneggiatura: Laszlo Gorog
Produttore: William Alland
Casa di produzione: Universal Pictures
Fotografia: Ellis Carter
Montaggio: Irving Birnbaum
Musiche: Heinz Roemheld, Hans J. Salter, Herman Stein
Costumi: Jay A. Morley Jr.
Trucco: Joan St. Oegger, Bud Westmore
Interpreti e personaggi:
    John Agar: Dott. Roger Bentley
    Cynthia Patrick: Adad
    Hugh Beaumont: Dr. Jud Bellamin
    Alan Napier: Elinu, il gran sacerdote
    Nestor Paiva: Prof. Etienne Lafarge
    Phil Chambers: Dott. Paul Stuart
    Rodd Redwing: Nazar
    Bill Miller: Ragazzino arabo
    Dr. Frank C. Baxter: Sé stesso
Doppiatori italiani:
    Nando Gazzolo: Dott. Roger Bentley
    Fiorella Betti: Adad
    Bruno Persa: Dott. Jud Bellamin
    Gino Baghetti: Elinu, il gran sacerdote
    Luigi Pavese: Prof. Etienne Lafarge
    Riccardo Mantoni: Dott. Paul Stuart
    Renato Turi: Sharu
    Serena Verdirosi: Ragazzino arabo
    Giorgio Capecchi: Dott. Frank C. Baxter
Titoli in altre lingue:
    Tedesco: In den Klauen der Tiefe
    Francese: Le peuple de l'enfer
    Spagnolo: Bajo el signo de Ishtar 
    Finlandese: Kätketty maailma
    Russo: Подземное население
    Turco: Cehennem Mahlukları

Trama:
Una narrazione del dottor Frank C. Baxter, professore di inglese alla University of Southern California e complottista militante, spiega la premessa del film e il suo fondamento nella realtà. Discute brevemente le teorie della Terra Cava, enunciate da John Symmes e Cyrus Teed, tra gli altri, affermando che le sequenze cinematografiche sono una rappresentazione romanzata di questa "scienza" non ortodossa.
Due archeologi, il Dottor Roger Bentley e il Dottor Jud Bellamin trovano i discendenti dei Sumeri, genti albine che vivono nelle profondità della Terra e tengono in schiavitù gli Uomini Talpa, umanoidi mutanti impiegati per raccogliere i funghi che servono come fonte primaria di cibo. Gli antenati di questi Sumeri albini si trasferirono nel sottosuolo dopo le inondazioni catastrofiche che avevano colpito l'antica Mesopotamia. Trovarono un ambiente molto ostile alla sopravvivenza, riuscendo con grande fatica ad adattarsi. Da allora non hanno avuto alcun contatto con il mondo esterno. Hanno tramandato un'idea singolare: sono convinti di essere gli ultimi esseri umani sopravvissuti alla catastrofe. Per questo motivo, dapprima credono che gli archeologi giunti dalla superficie della Terra siano spiriti maligni da distruggere. Poi, di fronte alla manifestazione di un potere loro sconosciuto, si convincono che siano messaggeri di Ishtar, la loro Dea. Esseri divini, non umani.
Queste persone vivono sottoterra da così tanto tempo e sono indebolite a tal punto da non sopportare la vista della luce proveniente dalla torcia degli archeologi. Ogni volta che la popolazione dei Sumeri aumenta, sacrificano giovani donne nel Fuoco di Ishtar - un cunicolo da cui giunge la luce del sole, i cui effetti sono tossici e letali. Tuttavia, c'è tra loro una ragazza di nome Adad con la pelle della naturale tonalità caucasica, che viene disprezzata dagli altri poiché ha il "marchio dell'oscurità". Quando uno degli archeologi viene ucciso da un uomo talpa, accade che Elinu, il Sommo Sacerdote, si rende conto all'improvviso che i nuovi arrivati non sono affatto dei, bensì semplici mortali. Ordina così la loro cattura e prende la loro torcia per controllare il Popolo Talpa, non sapendo che nel frattempo la batteria si è esaurita. Gli archeologi vengono quindi inviati al Fuoco di Ishtar proprio mentre l'obbrobrioso Popolo Talpa si ribella. Adad si reca nel cunicolo sacro ad Ishtar, solo per rendersi conto che si tratta davvero di luce naturale proveniente dalla superficie e che gli uomini sono sopravvissuti all'esposizione. Adad e gli archeologi risalgono quindi in superficie, in fretta e furia. Sfortunatamente, durante la loro risalita si verifica un devastante terremoto. Inorridita di fronte al mondo sconosciuto che vede per la prima volta, con quell'immensità che è il cielo, Adad è invasa dal terrore assoluto; decide improvvisamente di tornare a casa sua ma muore schiacciata da un pilastro che le cade addosso. Del mondo dei Sumeri albini non resta così traccia alcuna: sono scomparsi nel Nulla! 


Recensione: 
Diamine, posso garantire che non ci sono molti film sui Sumeri! Mi dispiace molto che uno di quei pochi sia una simile pataccata. Eppure anche le pataccate prodotte in quegli anni ormai lontani erano spesso ricche di spunti filosofici. Non ci si stanca mai di riflettere quando le si guarda, spinti dallo schifo verso un presente insensato. Le meditazioni in cui mi sono impegnato guardando la pellicola di Vogel riguardano una varietà di argomenti come la pluralità dei mondi, il Multiverso, la solitudine del genere umano nel Cosmo. Sono tutte questioni che non possono conoscere soluzione alcuna, perché nell'Esistenza la logica non la fa da padrona.  
Gli Uomini Talpa, chiamati Tenebriani (ossia "Figli delle Tenebre") nella versione in italiano, sono goffi e deformi, rachitici, scuri come la pece. Sono ripugnanti ma abbastanza inoffensivi. I Sumeri albini esercitano su di loro una rara efferatezza, applicano sistemi draconiani, percuotendoli fino alla morte e arrivando persino ad impedire loro di nutrirsi. Memorabile è il ritrovamento di due scheletri di Tenebriani incatenati, i cui teschi oblunghi mostrano i segni di spaventose torture e di una morte violenta. Vite spezzate, macinate dal Moloch del lavoro, in una società in cui ogni insubordinazione comporta la pena capitale. 
Le sequenze ci svelano numerose perle e meraviglie. Notevoli le danzatrici con i capelli tinti di nero! E che dire della pettinatura modernissima della bionda ed esuberante Adad? Non fa nulla per nascondere di essere una diva di Hollywood! Che dire poi della dieta a base di funghi grotteschi? I bicchieri a tavola sono splendidi e di foggia moderna, pur contenendo a quanto pare soltanto acqua di fonte. Davvero notevole è il colpo di genio dei funghi, che in qualche modo apportano i nutrienti necessari e permettono di fissare la vitamina D in condizioni di totale assenza della luce solare, evitando ai Sumeri albini di soccombere alla decalcificazione delle ossa.  


Il problema della lingua

Qualche commentatore ha schernito questo film facendo notare che i Sumeri parlerebbero perfetto inglese. In realtà non è affatto così. Quando gli archeologi sono portati al cospetto del Sommo Sacerdote Elinu e del Re, viene spiegato l'arcano. Il Re è incuriosito dagli intrusi. Ecco il dialogo, altamente significativo: 

Il Sommo Sacerdote Elinu: "Ecco, o Re, coloro che vennero catturati nelle ombre della notte."
Il Re (rivolto alle guardie): "Portateli qui."
Il Re (rivolto agli archeologi): "Chi siete?"
Dottor Roger Bentley: "Siamo amici. Siamo diversi da te, ma siamo tuoi amici."
Il Re: "Parla la nostra lingua!"
Dottor Roger Bentley: "Nel nostro mondo la tua lingua può essere studiata su tavole antiche.
Il Sommo Sacerdote Elinu: "Non c'è altro mondo oltre al nostro!"
Il Re: "C'è solo il Cielo, dove vivemmo molto tempo fa e da cui fummo scacciati per i nostri peccati tra i tuoni e le folgori!"
Il Sommo Sacerdote Elinu: "Il mondo è questo, e noi soli lo abitiamo! Voi non siete come noi. Lassù è il Cielo, e solo gli Dei vivono là. O forse voi siete Dei?" 

Quindi il Dottor Bentley e i suoi colleghi comprendono alla perfezione il sumerico perché lo hanno studiato, utilizzando come testi le antiche tavole redatte in scrittura cuneiforme. Le conversazioni nel film sono in inglese perché questa pareva la scelta più logica al regista, che non poteva girare metà film in una lingua incomprensibile, mettendo i sottotitoli: gli spettatori sarebbero insorti! Purtroppo, l'allusione alle antiche tavole è sfuggita a molte persone, cadendo subito nel dimenticatoio. In realtà il sumerico si studia partendo da manuali, grammatiche e dizionari in cui sono riportate traslitterazioni. Altrimenti non se ne uscirebbe. Certo, è ben chiaro che questo concetto sarebbe stato troppo difficile da spiegare al Sommo Sacerdote Elinu e al Re fantoccio. In ogni caso, anche così i problemi sarebbero soltanto all'inizio. Il sumerico non era una lingua monolitica e immutabile, identica per tutto il tempo in cui è stata attestata. Così possiamo affermare per certo che la lingua parlata da un popolo rimasto isolato così a lungo, sarebbe stata naturalmente soggetta a cambiamenti che la avrebbero resa incomprensibile. Supponendo che il popolamento del sottosuolo sia avvenuto nel 5.000 a.C., come immaginato nel film, ci sarebbero ben 5.000 anni tra la lingua dei primi abitatori e quella dei loro discendenti contemporanei. Giusto per far capire la portata del problema, si consideri che soltanto 2.000 anni fa, su Roma regnava Augusto e il latino classico era nel pieno della sua fioritura. Tornando ai Sumeri albini, c'è un'ulteriore difficoltà. A causa dell'isolamento, l'evoluzione della loro lingua sarebbe stata imprevedibile da parte degli studiosi. C'è poi un'ulteriore difficoltà. A causa dell'ambiente davvero privo di input sensoriali e di risorse, moltissimi concetti sarebbero diventati inesprimibili. Dove non esiste il miele, per non parlare di altri dolcificanti ignoti nell'antichità, come può essere espresso il concetto di dolce? Se l'unico cibo è costituito da funghi, se non c'è nemmeno la benché minima traccia di cereali, che ne può essere di tutta l'impalcatura culturale dei Sumeri, fondata sul grano? Che dire poi del più nobile derivato dei cereali, ossia la birra? La civiltà dei Sumeri, antichissimi produttori di birra, non potrebbe mai essere la stessa senza la bionda bevanda! 


Sempre il solito problema della sodomia!
 
Dalle poche parole del Sommo Sacerdote Elinu si possono conoscere interi universi. Il think tank dei Sumeri albini è molto semplice da dedurre. I loro antenati praticavano sesso anale sfrenato, deponendo lo sperma negli escrementi e leccando buchi del culo con voluttà! Di più, facevano di tutto con ogni parte del loro corpo, uomini con donne, uomini con uomini, donne con donne. Tutto questo non piaceva affatto agli Dei, che erano estremamente puritani e furiosi, proprio come il Dio della Bibbia. Così scatenarono il finimondo!

Dialogo sulla scoperta dell'arcano

Il Sommo Sacerdote Elinu era un astutissimo manipolatore, una persona di grande intelligenza, anche se sempre usata per scopi malvagi.

Il Sommo Sacerdote Elinu: E non è tutto. Il re ha mostrato debolezza e scarsa capacità di giudizio. Crede nella divinità di questi intrusi. Trattare con il divino è il NOSTRO ufficio. Se ne abbandoniamo la più piccola particella agli estranei, la nostra posizione presto svanirà.
Sacerdote: Ma questi estranei non sono divini?
Il Sommo Sacerdote Elinu: No, sono mortali. Non mangiano quando hanno fame? Non dormono quando sono stanchi? Quando le guardie li attaccarono, i loro volti non mostravano forse le paure degli uomini mortali?
Sacerdote: Ma non possiedono il potere del cielo?
Il Sommo Sacerdote Elinu: Ah. Il cilindro che portano lo possiede. Se tu avessi quel cilindro, o tu, o tu, potresti usarlo anche tu. E se è il potere del cielo, non dovremmo forse possederlo noi e usarlo per controllare le bestie dell'oscurità, le persone e... sì, se necessario, anche uno stesso re vacillante? Seguirai quindi questi intrusi ovunque vadano e mi porterai quel cilindro. 


Il finale manipolato

Nel finale originale, il Dottor Bentley e Adad sarebbero vissuti felici e contenti. Quelli dello studio di produzione, riluttanti all'idea di una relazione interrazziale, hanno insistito per imporre un finale smerdante, due settimane dopo la conclusione delle riprese. Ma quale relazione interraziale dell'ostrega! I Sumeri erano bianchi proprio come noi e nessuno si accorgerebbe della differenza, non erano mica MANDINGO! Così, per colpa dello stupido puritanesimo dei produttori, il povero Dottor Benley è rimasto senza la figa! 

Etimologie mancanti 

Nonostante i nomi propri di persona Elinu (maschile) e Adad (femminile) abbiano una chiara sonorità sumerica, non si riesce a trovarne un'etimologia convincente e neppure a determinarne il significato. Adad è il nome accadico del dio delle tempeste e dei fulmini, chiamato Hadad dagli Aramei e Haddu dalle genti di Ugarit - che certamente non è adatto come antroponimo femminile. L'equivalente sumerico di Adad è Iškur "Dio della Pioggia" o Immir "Vento del Nord". 

Errori vari

Nella versione italiana ricorre l'oscena pronuncia di Gilgamesh con la consonante iniziale palatale! Tanto per cercare di spiegarlo in termini comprensibili ai profani, il nome divino non inizia con la "g di getto", bensì con la "g di gatto"

Lafarge dice: "Dottor Bentley, ricorda le tavolette di Gilgamesh che George Smith ha trovato?" George Smith non ha trovato le tavolette di Gilgamesh. Fu l'assistente del British Museum che tradusse per primo le tavolette nel 1872. Le tavolette furono scoperte nel 1839 da A.H. Layard. Successivamente, il Dottor Stuart mette in dubbio l'esistenza di una "versione sumera dell'Arca di Noè". Il dottor Bentley risponde così: "Esattamente. È stato dimostrato che il diluvio è un fatto storico, perché non una versione sumera?" Il punto è che la versione sumera esiste eccome: è la storia di Utnapishtim e del diluvio, che si trova proprio nell'Epopea di Gilgamesh, di cui si parlava prima; quindi, non dovrebbe essere una sorpresa per il dottor Stuart. Questi non sembrano essere archeologi molto eruditi.

Nella versione originale, il nome di Schliemann è pronunciato dai personaggi del film come "shlaiman" /'ʃlaɪman/ anziché "shleeman" /'ʃli:man/. Orbene, Schliemann era già all'epoca abbastanza famoso nel mondo dell'archeologia, così gli archeologi professionisti avrebbero dovuto essere consapevoli di come viene pronunciato il suo nome. Schliemann, per chi non lo sapesse, è quello della mitica Troia. Tuttavia ho potuto constatare che nella versione in italiano, il nome di Schliemann è pronunciato correttamente.

Si suppone che la civiltà scoperta dagli archeologi sia sumera, ma le scritte sui muri delle stanze del re e del sommo sacerdote sono tutte in geroglifici egiziani. Non si trova una sola iscrizione in segni cuneiformi. La Dea Ishtar, menzionata molte volte, è una divinità babilonese, non sumera. L'origine del teonimo è chiaramente semitica. Il simbolo di Ishtar era una stella a otto punte, non il logo appuntito mostrato nel film, simile a una V coricata. L'equivalente divinità sumera è Inanna. Si potrebbe andare avanti a lungo. Il nome del fondatore della dinastia sumera sopravvissuta nelle profondità dell'Himalaya è Sharu. L'antroponimo è semplicemente la parola babilonese che significa "Re", ossia 
 Šarru(m). In sumerico, la parola per indicare il Re è invece Lugal, ossia "Uomo Grande" (lu significa "uomo", gal significa "grande").

Nessun commento: